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l cancro di intervallo (CI) è un’entità patologica che viene descritta solo nell’ambito dei programmi di screening organizzato. Si intende per CI un carcinoma successivo ad un processo di screening negativo e comparso prima del passaggio di screening successivo. Qualsiasi sia la motivazione della loro genesi, i CI rappresentano un insuccesso del programma di screening che, in teoria, mira a diagnosticare tutti i carcinomi in fase di screening, e a non consentire la comparsa di CI. L’analisi dei CI (loro frequenza di comparsa nel tempo, caratteristiche morfologiche e cliniche, revisione della precedente mammografia di screening) è un momento fondamentale della valutazione di performance dello screening.Per questo motivo a 10 anni dall’attivazione del programma di Screening a Trieste, si è voluto confrontare i fattori prognostici dei carcinomi screening-detected (CSD) e dei (CI), alla luce dell’ampio dibattito in letteratura riguardo la maggior aggressività di questi ultimi.

La diagnosi e la gestione dei tumori fillodi della mammella è complessa a causa del basso tasso di incidenza e dell’imprevedibilità del comportamento di questo tipo di neoplasie (meno dell’1% tra tutti i tumori della mammella [1]). L’obiettivo di questo studio è analizzare i casi di tumori filloidi diagnosticati a Trieste nel periodo 2006-2014 al fine di contestualizzare il comportamento particolarmente aggressivo di un tumore fillode maligno insorto in una paziente con pregressi fillodi benigni.

Gli indicatori relativi ai tempi di attesa sono difficili da rispettare, come recentemente evidenziato al XIII Convegno ONS 2015 . Per questo motivo è fondamentale identificare in quale momento della gestione dei carcinomi screening-detected si concentrino i ritardi e stabilirne le cause (se attribuibili alla paziente o all’organizzazione del programma o intrinseci al tipo di lesione) così da proporre mirate modifiche migliorative. Metodi: L’analisi riguarda 146 carcinomi screening-detected consecutivi (biennio 2013-2014). Sono stati misurati i tempi tra le varie fasi diagnostiche (Mammografia di I° livello, Richiamo II° livello, I° approfondimento cito/microistologico, Comunicazione diagnosi) e i tempi chirurgici (Visita chirurgica, Intervento chirurgico, Referto istologico con marcatori biologici, Visita oncologica). Per ogni fase sono stati calcolati i tempi medi/mediani rappresentati tramite box plot e giustificati gli outliers.Risultati: La latenza nella presa in carico chirurgica è legato alla complessità degli esami preoperatori (3) (tempo mediano tra richiamo al II° livello ed intervento: 53 giorni (se unico esame pre-operatorio) vs 73 (se più di un esame pre-operatorio, p

Elastofibroma is a rare benign lesion that typically arises on the posterior chest wall beneath the scapula. The etiopathogenesis is still unclear and the knowledge about its diagnosis and management mainly comes from small case series. We collected all the data related to 11 Elastofibroma Dorsi treated at our institution between January 2003 and July 2014. The definitive diagnosis was made by histological examination of the mass. We analyzed the characteristic of the patients, (i.e. age, sex, dominant hand, and occupation), the presenting symptoms and signs, the preoperative investigations, surgical management and complications comparing our findings with the current medical literature on the subject. We found that preoperative investigations are of limited value and when clinical presentation is typical the diagnosis could be made presumptively. Surgery should be performed under general anaesthesia since local anaesthetic infiltration and sedation are often inadequate to reduce intraoperative discomfort.L’elastofibroma è una lesione benigna rara che tipicamente insorge sulla parete posteriore del torace al sotto la scapola. L’etiopatogenesi è ancora poco chiara e la conoscenza sulla sua diagnosi e gestione deriva principalmente dalle piccole serie di casi. Abbiamo raccolto tutti i dati relativi ad 11 casi di Elastofibroma Dorsi trattati nel nostro Istituto tra gennaio 2003 e luglio 2014. La diagnosi definitiva è stata fatta mediante esame istologico della massa. Abbiamo analizzato le caratteristiche dei pazienti (come età, sesso, mano dominante, occupazione), i sintomi ed i segni all’ esordio, gli esami preoperatori, la gestione chirurgica e le complicanze, comparando i nostri dati con la letteratura medica corrente sull’argomento. Dalla nostra analisi emerge che gli esami preoperatori sono di valore limitato e quando la presentazione clinica è tipica la diagnosi può essere fatta presuntivamente. L’ intervento chirurgico dovrebbe essere eseguito sotto anestesia generale, poiché l’infiltrazione anestetica locale e la sedazione sono spesso inadeguate per ridurre il dolore intraoperatorio.L’elastofibroma è una lesione benigna rara che tipicamente insorge sulla parete posteriore del torace al sotto la scapola. L’etiopatogenesi è ancora poco chiara e la conoscenza sulla sua diagnosi e gestione deriva principalmente dalle piccole serie di casi. Abbiamo raccolto tutti i dati relativi ad 11 casi di Elastofibroma Dorsi trattati nel nostro Istituto tra gennaio 2003 e luglio 2014. La diagnosi definitiva è stata fatta mediante esame istologico della massa. Abbiamo analizzato le caratteristiche dei pazienti (come età, sesso, mano dominante, occupazione), i sintomi ed i segni all’ esordio, gli esami preoperatori, la gestione chirurgica e le complicanze, comparando i nostri dati con la letteratura medica corrente sull’argomento. Dalla nostra analisi emerge che gli esami preoperatori sono di valore limitato e quando la presentazione clinica è tipica la diagnosi può essere fatta presuntivamente. L’ intervento chirurgico dovrebbe essere eseguito sotto anestesia generale, poiché l’infiltrazione anestetica locale e la sedazione sono spesso inadeguate per ridurre il dolore intraoperatorio.L’elastofibroma è una lesione benigna rara che tipicamente insorge sulla parete posteriore del torace al sotto la scapola. L’etiopatogenesi è ancora poco chiara e la conoscenza sulla sua diagnosi e gestione deriva principalmente dalle piccole serie di casi. Abbiamo raccolto tutti i dati relativi ad 11 casi di Elastofibroma Dorsi trattati nel nostro Istituto tra gennaio 2003 e luglio 2014. La diagnosi definitiva è stata fatta mediante esame istologico della massa. Abbiamo analizzato le caratteristiche dei pazienti (come età, sesso, mano dominante, occupazione), i sintomi ed i segni all’ esordio, gli esami preoperatori, la gestione chirurgica e le complicanze, comparando i nostri dati con la letteratura medica corrente sull’argomento. Dalla nostra analisi emerge che gli esami preoperatori sono di valore limitato e quando la presentazione clinica è tipica la diagnosi può essere fatta presuntivamente. L’ intervento chirurgico dovrebbe essere eseguito sotto anestesia generale, poiché l’infiltrazione anestetica locale e la sedazione sono spesso inadeguate per ridurre il dolore intraoperatorio.L’elastofibroma è una lesione benigna rara che tipicamente insorge sulla parete posteriore del torace al sotto la scapola. L’etiopatogenesi è ancora poco chiara e la conoscenza sulla sua diagnosi e gestione deriva principalmente dalle piccole serie di casi. Abbiamo raccolto tutti i dati relativi ad 11 casi di Elastofibroma Dorsi trattati nel nostro Istituto tra gennaio 2003 e luglio 2014. La diagnosi definitiva è stata fatta mediante esame istologico della massa. Abbiamo analizzato le caratteristiche dei pazienti (come età, sesso, mano dominante, occupazione), i sintomi ed i segni all’ esordio, gli esami preoperatori, la gestione chirurgica e le complicanze, comparando i nostri dati con la letteratura medica corrente sull’argomento. Dalla nostra analisi emerge che gli esami preoperatori sono di valore limitato e quando la presentazione clinica è tipica la diagnosi può essere fatta presuntivamente. L’ intervento chirurgico dovrebbe essere eseguito sotto anestesia generale, poiché l’infiltrazione anestetica locale e la sedazione sono spesso inadeguate per ridurre il dolore intraoperatorio.

Introduzione: Il riconoscimento intra-operatorio delle metastasi nel linfonodo sentinella, in pazienti affetti da cancro della mammella, è utile al fine di procedere ad una linfoadenectomia ascellare immediata nel corso del medesimo intervento. Ciò è fondamentale per evitare una terapia adiuvante tardiva ed un incremento della morbilità e dei costi sanitari. Scopo di tale lavoro è dimostrare che, la metodica citologica “touch-imprint” (TIC), utilizzata presso l’ Azienda Ospedaliero-Universitaria di Trieste, risponde a tale necessità e nel contempo valutarne l’affidabilità. Materiali e metodi: Nel periodo 2009-2012, presso la nostra struttura sono stati operati 690 carcinomi mammari, di cui 479 (69.4%) sono stati selezionati per la ricerca del linfonodo sentinella con radiocolloide. In 347 carcinomi di dimensioni inferiori o uguali a T2 è stata eseguita la metodica citologica TIC; il linfonodo sentinella è stato successivamente sottoposto all’ analisi istologica standard (sezioni seriate ogni 100 micron per ematossilina-eosina e immunoistochimica) che è stato assunta come “gold standard”. Risultati: Su 347 TIC 298 casi erano concordanti con la diagnosi istologica (38 veri positivi e 260 veri negativi). Dei 49 casi risultati falsi negativi, l’analisi definitiva ha dimostrato 28 casi di micrometastasi e 21 casi di macrometastasi, mentre dei 38 casi positivi al TIC, 35 risultavano macrometastasi, 2 micrometastasi e 1 caso di cellule tumorali isolate. La sensibilità e specificità del TIC per macrometastasi sono rispettivamente 64.4% e 100%. Solo 29 casi su 347, pari all’ 8.3%, sono stati sottoposti a radicalizzazione ascellare differita, mentre nel periodo 2005-2008, prima dell’introduzione del TIC,utilizzando l’analisi istologica standard del linfonodo sentinella, tale percentuale era del 18.2%. Discussione e conclusioni: Grazie alla metodica TIC il tasso di dissezioni ascellari in differita è diminuito notevolmente (dal 18.2% all’8.3%). Se gli studi, in corso di validazione definitiva, dimostreranno che la linfoadenectomia ascellare nel trattamento delle micrometastasi non è necessaria, si può ipotizzare che il numero di reinterventi sull’ascella possa ulteriormente ridursi. Nella nostra esperienza, grazie alla discreta sensibilità del TIC per le macrometastasi legata all’ ottima confidenza del patologo con i preparati citologici, è stato possibile migliorare in maniera rilevante l’approccio chirurgico sull’ascella ed il timing oncologico, senza impegno aggiuntivo di risorse economiche.

È descritto un dispositivo comprendente cellule endoteliali adulte ed una matrice acellulare biocompatibile per uso nel trattamento di lesioni cutanee ed il kit per la sua preparazione anche al momento della sua applicazione.

Friuli Venezia Giulia holds the higest row incidence rate for breast carcinoma in Italy (218%00) and Trieste, where live 125.000 women (105.000 women of age below 75) has the highest incidence rate among the other provinces of the region (220%00). The risk of developing breast carcinoma seems to be correlated with many different factors. The goal of this study is to focus on same specific breast carcinoma risk factors in the Trieste population.

Radial and anterolateral thigh flaps in head and neck surgery

surgical mandibular reconstruction with free flaps

Abdominal donor site flaps and in particular DIEAP (Deep Inferior Epigastric Perforator), are becoming the gold standard for autologous breast reconstruction. The use of this flap has been limited by concerns over vascular anatomy of the abdominal wall. An accurate preoperative evaluation of the location, size and course of perforator vessels is essential. For this purpose, Computed Tomographic Angiography (CTA) has become increasingly adopted, as it has been shown to improve operative outcomes and decrease operating times. We present our experience of using CTA of the abdomen as part of our standard preoperative assessment of the patients who will undergo autologous breast reconstruction with DIEAP flap. From January 2007 to July 2009, 37 patients underwent immediate or delayed breast reconstruction with DIEAP flap, of these 35 were studied preoperatively with CTA. Moreover, in the first stage of the study we compared CTA with other techniques, such as unidirectional Doppler probe and twodimensional Color Doppler. CTA has been shown to be the most accurate modality for perforator mapping, with high sensitivity, high specificity and high correlation with intraoperative findings. Our experience with CTA has been highly beneficial. CTA may guide operative technique and improve perforator selection in every cases, decreasing surgical times and complication rate. Moreover, in difficult cases such as comorbidities or previous abdominal surgery, it can guide the selection of the most appropriate operation.

n/a

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Reconstruction of a large upper lip defect is a demanding procedure and can be performed by a variety of local flaps or by microvascular free tissue transfer. We present our experience in reconstructing near total or total upper lip defects by free tissue transfer. In 11-year period seven patients underwent microvascular reconstruction of upper lip, six with non-innervated radial forearm flap and one with non-innervated anterolateral thigh flap. In all patients good functional and acceptable aesthetic results, with oral competence at rest and during eating and speaking, were achieved. Deglutition and articulation were not affected in any patient. Sensory evaluation of reconstructed upper lips was performed in four patients and in three a reasonable recovery of sensation was recorded. In our opinion subtotal or total upper lip reconstructions with folded thin fascio-cutaneous free flaps produce very good functional and aesthetically acceptable results and avoid additional scars on lower lip and cheek. Further, because the size of the mouth is not altered, microstomia is avoided, which is especially important for patients using dentures. The remaining disadvantage of this method is non-competence of orbicularis oris muscle sphincter.

La chirurgia conservativa (skin sparing mastectomy, quadrantectomia) è attualmente il trattamento di scelta del carcinoma mammario in staclio precoce. La masteòtomia parziale comporta però, specie in mammelÌe dl piccole dimensioni, deviazione o distorsione del complesso areola-capezzolo, asimmetria e alterazione del profiÌo mammario. Noti sono inoltre i clanni a breve e a lungo termine indotti dal trattamento radioterapico acliuvante al quale vengono sottoposte tali pazienti, che controindicano l'utilizzo di materiale protesico per la ricostruzione. Ii lembo peduncoÌato muscolare o muscolo-cutarleo di latissimus dorsi è indicato come prima scelta per la ricostruzione sia immediata sla differita post mastectomia parziale, per Ie quali l'iter terapeutico prevedé invariabilmente il trattamento radioterapico; è inoltre indicato per la rlcostruzlone mammaria immediata o differita post-mastectomia in mammelle dl dimensioni medio-piccoie o associato ad impianto protesico in mammelle di dimensioni maggiori. Tale lembo offre numerosi vantaggi: ricostruzione in un unico tempo chirurgico con utilizzo clitessuto autologo, relàiiva facilità e rapidità di allestimento, anatomia costante, non controindicazioni al trattamento raclioterapico, buoni riiultati estetici. La nostra casistica offre alcuni esempi dell'utiÌizzo di tale lembo nella ricostruzione differita posì-quaclrantectomia e post-mastectomia e nelÌa ricostruzione immediata post-mastectomia skin sparing.

A one-day survey was conducted in all (19) Slovenian acute-care hospitals in October 2001 to estimate the prevalence of all types of hospital-acquired infections (HAIs) and to identify predominant micro-organisms and risk factors. Among 6695 patients surveyed, the prevalence of patients with at least one HAI was 4.6%. The prevalence of urinary tract infections was highest (1.2%), followed by pneumonia (1.0%), surgical wound infection (0.7%), and bloodstream infection (0.3%). In intensive care units (ICUs) the prevalence of patients with at least one HAI was 26.9% and the ratio of episodes of HAI per number of patients was 33.3%. One or more pathogens were identified in 55.8% of HAIs episodes. Among these, the most frequently single isolated micro-organisms were Staphylococcus aureus (18.2%) and Escherichia coli (10.2%). Risk factors for HAI included central intravascular catheter (adjusted odds ratio (OR) 3.2; 95% confidence intervals (CI) 2.1-4.9), peripheral intravascular catheter (adjusted OR 1.7; 95% CI 1.2-2.4), urinary catheter (adjuster OR 2.4; 95% CI 1.6-3.4), and hospitalization in ICUs (adjusted OR 2.5; 95% CI 1.4-4.3). The results provide the first national estimates for Slovenia.

osteotomy during rhinoplasty i s a crucial phase of surgical procedure to assure a nice profile in the postsurgical aesthetic result; thera are external and internal osteotomies and we examine the two procedures; the external osteotomie gives many advantages than internal one.

The general aim of this work has been the development of a knowledge-based technique for half-automated segmentation of digitised radiographs of the wrist, with special emphasis on the carpometacarpal {(CMC)} joint of the thumb. For this purpose "active contours" are used, which are models for automatic detection and quantitative reconstruction of objects from images. It is shown that such models may be effectively used for our purpose especially in combination with knowledge of the anatomy of the hand.

Differences of sensation and sweating among the typical sites of cutaneous and fasciocutaneous flaps (scapular, lateral arm, radial forearm, groin and dorsalis pedis) were assessed in 30 healthy volunteers (20 males and 10 females) aged 17-62 years (mean 38.2 years). Standard clinical methods were used: Semmes-Weinstein monofilaments for testing light touch threshold, discriminator and blunt caliper for evaluation of static and dynamic two-point discrimination and the Marstock quantitative method for assessing the normative values of warm-cold difference limen and heat and cold pain thresholds. Spontaneous sweat secretion was observed and documented by the ninhydrin test. We established various physiological differences for distinct somatic sensory modalities and sweating among the body regions (donor sites of cutaneous and fasciocutaneous free flaps).

Lateral osteotomy is a fundamental step in rhinoplasty.

Reconstruction of the pharynx and cervical esophagus by means of jejunal free flap. Reconstruction of the pharynx and cervical part of the esophagus after total laryngopharyngectomy can be done by different surgical techniques. The use of a revascularized jejumal free flap has currently appears to be a methodof choice. The authors report on 22 patients treated by surgery in the years 1990-1997. All the patients were males, aged 38-67 years. In all cases total laryngopharyngectomies, and in some also resection of the upper part of the esophagus were performed owing to {carcinoma.Seventeen} patients had carcinoma situated in hypopharynx, 3 in the larynx, and two in the {oropharynx.The} esophagus was not involved in 15 patients, while in 7 patients the tumor was found to have spread from the pharynx into the esophageal orifice. By the end of 1997, out af all surgically treated patients 8 were free of recurrence, 10 had died due to progressing disease and one due to surgery-related complications; one patient of cancer-underlated disease, and two patients have the disease in progress.

The most challenging problem in care of patients with large area body surface burns is the lack of viable donor sites for wound closure. Presently, there isno ideal artificial skin substitute. The use of skin allografts has considerably improved treatment of patients with major burn wounds. This approach allows immediate burn wound closure after radical debridement. Additionally it serves as a moisture barrier and also decreases bactercidal invasion until the permanent coverage with autologous skin is achieved.

To assess the operative blood loss after tangential excision of burn wounds treated by subeschar infiltration of epinephrine solution, the medical records of 85 consecutive patients were analysed retrospectively. All patients were given epinephrine. The median (range) blood loss was 0.9 (0.3 - 4%) of the blood volume of each patient of the body surface excised and grafted (blood loss from donor sites included). Multiple regression analysis showed strong correlation between the blood loss and the extend of the excision (p < 0.001). The correlation between age and blood loss was significant (p < 0.05). Neither the weight of the patients nor the amount of epinephrine injected significantly influenced the amount of blood lost. Operative blood loss was accurately predicted by multiple regression analysis in 62% of cases.