La canna comune, specie da biomassa per energia, può essere propagata esclusivamente per via vegetativa, utilizzando sia il rizoma che il culmo (Lewandowski et al., 2003). Entrambi i metodi presentano inconvenienti, nel primo caso di carattere economico a causa degli elevati costi di impianto, nel secondo di carattere tecnico per l'insoddisfacente insediamento soprattutto negli ambienti caldo-aridi mediterranei (Copani et al., 2010; Cosentino et al., 2010; Cosentino e Copani, 2011). E' stato osservato che in specie affini alla canna comune (Dendrocalamus spp), sostanze radicanti quali le auxine possono influenzare positivamente la differenziazione e lo sviluppo di radici avventizie nelle talee di culmo (Agnihotri e Ansari, 2000; Singh et al., l.c); questi effetti, tuttavia, sembrerebbero anche legati all'epoca del prelievo in campo (Singh et al., 2004). Nell'ambito del progetto EU Optima (Optimization of Perennial Grasses for Biomass Production), è stata effettuata una prova di laboratorio volta a valutare l'efficacia di ormoni diversi (acido naftanelacetico - NAA e acido indolbutirrico - IBA) e della dimensione del nodo sul miglioramento del tasso di radicazione di talee di culmo mononodali della canna comune. Durante la stagione invernale 2013, in due momenti successivi (22 gennaio e 20 febbraio), sono state prelevate canne mature differenziatesi nel corso della stagione di crescita 2012 dai cespi di un canneto del clone 'Fondachello' (Cosentino et al., 2006), insediato da oltre 15 anni a Catania, presso l'azienda didattico-sperimentale dell'Università degli Studi, contrada "Reitana" (20 m s.l.m., 37° 24' N, 15° 03' E). Dalle canne prelevate sono stati utilizzati i primi 17 nodi. Le talee contenenti un solo nodo (mononodali) misuravano 8 cm, cioè 4 cm sia al di sopra che al di sotto di ciascun nodo. Sono stati posti allo studio i seguenti fattori: - Trattamento ormonale [nessun trattamento - testimone, T; acido naftalenacetico (NAA); acido indolbutirrico (IBA)]. Entrambi gli ormoni sono stati utilizzati alla dose di 100 mg l-1. - Durata del trattamento: 24 e 48 ore - Dimensione della canna (diametro medio dei nodi dei culmi utilizzati): grossa (22,5 mm in media), piccola (14,9 mm in media). Il testimone è stato immerso in acqua per lo stesso intervallo di tempo (24 e 48 ore) dei trattamenti ormonali. Dopo il trattamento ormonale e per tutto il periodo di radicazione, separatamente per trattamento e ripetizione, le talee sono state tenute in posizione verticale in cilindri di vetro, con la base immersa in acqua distillata periodicamente sostituita. La temperatura dell'acqua è stata mantenuta costante a 23 °C + 1 mediante termostati. A cadenza settimanale, a partire dall'avvio della radicazione, sulle talee sono state rilevate alcune importanti caratteristiche della radicazione (numero di radici, lunghezza minima e massima di queste) e la lunghezza del germoglio). Dopo circa tre settimane in occasione del terzo controllo, le radici e i germogli sono stati staccati, posti in stufa a 105°C e quindi pesati. In questo lavoro si riportano i risultati relativi al rilievo conclusivo delle due prove realizzate a gennaio e febbraio, limitatamente a due caratteri: la percentuale di nodi radicati e il numero di radici per nodo. Tra i trattamenti allo studio, il diametro del nodo e in misura minore i trattamenti ormonali, hanno determinato effetti significativi sull'induzione alla radicazione delle talee mononodali della canna comune (tabelle 1 e 2). Il tempo di esposizione all'ormone, per contro, non ha determinato effetti significativi tanto nella prima quanto nella seconda epoca di prelievo. In entrambe le epoche, infatti, l'impiego di nodi più grossi rispetto a quelli più piccoli ha comportato un aumento della percentuale di talee radicate di quasi il doppio nella prima epoca di prelievo e del 50% nella seconda (77,8% contro 40,2% e 65,3% contro 43,3%, nell'ordine, per la canna grossa e per quella piccola). Nella media degli altri fattori allo studio, nel prelievo di gennaio, il tasso di radicazione del testimone non si è discostato da quello dei due trattamenti ormonali (59% nella media) ; nella seconda epoca di prelievo, il tasso di radicazione del testimone è risultato significativamente superiore a quello degli altri due trattamenti (65,5%, 43,6%, e 53,7% nell'ordine per testimone, NAA e IBA). Il numero di radici differenziate (tabelle 1 e 2) in entrambe le epoche di prelievo, è risultato maggiore nelle tesi trattate con ormoni rispetto al testimone. NAA, inoltre, ha determinato la differenziazione di un numero di radici significativamente superiore a IBA nella seconda epoca di prelievo (16,7 radici per nodo contro 8,4, rispettivamente). Relativamente alla dimensione della canna, tanto nella prima come nella seconda epoca di prelievo, in quella grossa è stato rilevato un numero di radici per nodo significativamente superiore a quello della canna piccola: 6,6 contro 4,3 radici per nodo nella prima epoca e 12,8 contro 6,8 radici per nodo nella seconda epoca, rispettivamente. Sono state rilevate, inoltre, delle interazioni significative tra il trattamento ormonale e la dimensione della talea (Tab. 2). Nell'ambito della prima epoca di prelievo,infatti l'NAA ha determinato una differenziazione di radici più elevata rispetto agli altri due trattamenti soprattutto nella canna grossa (10,8 radici per nodo nella canna grossa contro 8,0 nella canna piccola). Nella seconda epoca di prelievo, è stata osservata la stessa interazione tra NAA e l'impiego dei nodi più grossi sul numero di radici differenziate per nodo (23,6 radici per nodo nella canna grossa e 13,3 nella canna piccola). Inoltre, NAA ha determinato un tasso di radicazione superiore a IBA nella canna grossa (62,1% contro 58,3%, nell'ordine), mentre, nella canna piccola, è stato osservato il contrario (25,0% contro 49,2% nello stesso ordine). I risultati ottenuti in questa prima serie di prove fuori suolo con trattamenti effettuati su canne prelevate nel periodo invernale in due successivi momenti, indicano che l'uso di ormoni radicanti, alle dosi utilizzate in questa prova, non migliora il tasso di radicazione ma agisce positivamente sull'aumento del numero di radici differenziate. NAA si è rivelato più efficace di IBA nel favorire questa differenziazione; l'effetto di questo ormone è apparso, inoltre, particolarmente efficace nella canna grossa. La dimensione della canna si è dimostrata un fattore che influenza in maniera estremamente significativa il tasso di radicazione. Questo risultato, che merita un approfondimento, potrebbe essere attribuito alla differente riserva di elementi nutritivi utili ai processi di germogliazione e radicazione contenuti nella canna grossa rispetto alla piccola oppure alla differente maturità fisiologica conseguente al fatto che le canne grosse si sviluppano in primavera e quelle piccole nel corso dell'estate. Il proseguo della prova, che prevede prelievi mensili nell'arco di un anno e un aumento delle quantità di ormoni utilizzati, potrebbe consentire di chiarire ulteriormente le significative interazioni tra i fattori allo studio emerse da queste prove.