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Late blight caused by the oomycete Phytophthora infestans is a disease of potato and tomato of worldwide relevance and is widespread throughout Europe and the Mediterranean region. While pathogen populations in northern Europe have been sampled and characterized for many years, the genetic structure of populations from southern Europe, including Italy, has been less studied. Between 2018 and 2019, we collected 91 samples of P. infestans from potato and tomato crops in Italy, Algeria, and Tunisia on FTA cards and genotyped them using 12-plex microsatellites. These samples were compared to genotypes of P. infestans previously collected within the framework of the EuroBlight network and from published sources. Four clonal lineages were identified: 13_A2 (Blue 13), 2_A1, 23_A1, and 36_A2. Two other isolates collected could not be matched to any currently known clonal lineage. The 13_A2 and 36_A2 lineages were found exclusively in southern Italy and Algeria, while 2_A1 was only found in Algeria. This is the first report of the 36_A2 lineage in Italy. Two isolates from Solanum nigrum were 13_A2, suggesting this weed host could be a reservoir of inoculum. The 23_A1 lineage was found widely on infected tomato crops in Italy and is the same as the lineage US-23 that is widespread in North America. Differences in genotypes across the country suggests that there may be different sources of introduction into Italy, possibly via infected seed tubers from other countries in Europe, tubers for consumption from North Africa, or tomatoes.

Novel species of fungi described in this study include those from various countries as follows: Australia: Banksiophoma australiensis (incl. Banksiophoma gen. nov.) on Banksia coccinea, Davidiellomyces australiensis (incl. Davidiellomyces gen. nov.) on Cyperaceae, Didymocyrtis banksiae on Banksia sessilis var. cygnorum, Disculoides calophyllae on Corymbia calophylla, Harknessia banksiae on Banksia sessilis, Harknessia banksiae-repens on Banksia repens, Harknessia banksiigena on Banksia sessilis var. cygnorum, Harknessia communis on Podocarpus sp., Harknessia platyphyllae on Eucalyptus platyphylla, Myrtacremonium eucalypti (incl. Myrtacremonium gen. nov.) on Eucalyptus globulus, Myrtapenidiella balenae on Eucalyptus sp., Myrtapenidiella eucalyptigena on Eucalyptus sp., Myrtapenidiella pleurocarpae on Eucalyptus pleurocarpa, Paraconiothyrium hakeae on Hakea sp., Paraphaeosphaeria xanthorrhoeae on Xanthorrhoea sp., Parateratosphaeria stirlingiae on Stirlingia sp., Perthomyces podocarpi (incl. Perthomyces gen. nov.) on Podocarpus sp., Readeriella ellipsoidea on Eucalyptus sp., Rosellinia australiensis on Banksia grandis, Tiarosporella corymbiae on Corymbia calophylla, Verrucoconiothyrium eucalyptigenum on Eucalyptus sp., Zasmidium commune on Xanthorrhoea sp., and Zasmidium podocarpi on Podocarpus sp. Brazil: Cyathus aurantogriseocarpus on decaying wood, Perenniporia brasiliensis on decayed wood, Perenniporia paraguyanensis on decayed wood, and Pseudocercospora leandrae-fragilis on Leandra fragilis. Chile: Phialocephala cladophialophoroides on human toe nail. Costa Rica: Psathyrella striatoannulata from soil. Czech Republic: Myotisia cremea (incl. Myotisia gen. nov.) on bat droppings. Ecuador: Humidicutis dictiocephala from soil, Hygrocybe macrosiparia from soil, Hygrocybe sangayensis from soil, and Polycephalomyces onorei on stem of Etlingera sp. France: Westerdykella centenaria from soil. Hungary: Tuber magentipunctatum from soil. India: Ganoderma mizoramense on decayi

Novel species of fungi described in this study include those from various countries as follows: Australia: Banksiophoma australiensis (incl. Banksiophoma gen. nov.) on Banksia coccinea, Davidiellomycesaustraliensis (incl. Davidiellomyces gen. nov.) on Cyperaceae, Didymocyrtis banksiae on Banksia sessilis var. cygnorum, Disculoides calophyllae on Corymbia calophylla, Harknessia banksiae on Banksia sessilis, Harknessia banksiae-repens on Banksia repens, Harknessia banksiigena on Banksia sessilis var. cygnorum, Harknessia communis on Podocarpus sp., Harknessia platyphyllae on Eucalyptus platyphylla, Myrtacremonium eucalypti (incl. Myrtacremonium gen. nov.) on Eucalyptus globulus, Myrtapenidiella balenae on Eucalyptus sp., Myrtapenidiella eucalyptigena on Eucalyptus sp., Myrtapenidiella pleurocarpae on Eucalyptuspleurocarpa, Paraconiothyrium hakeae on Hakea sp., Paraphaeosphaeria xanthorrhoeae on Xanthorrhoea sp., Parateratosphaeria stirlingiae on Stirlingia sp., Perthomyces podocarpi (incl. Perthomyces gen. nov.) on Podocarpus sp., Readeriella ellipsoidea on Eucalyptus sp., Rosellinia australiensis on Banksia grandis, Tiarosporella corymbiae on Corymbia calophylla, Verrucoconiothyriumeucalyptigenum on Eucalyptus sp., Zasmidium commune on Xanthorrhoea sp., and Zasmidium podocarpi on Podocarpus sp. Brazil: Cyathus aurantogriseocarpus on decaying wood, Perenniporia brasiliensis on decayed wood, Perenniporia paraguyanensis on decayed wood, and Pseudocercospora leandrae-fragilis on Leandrafragilis.Chile: Phialocephala cladophialophoroides on human toe nail. Costa Rica: Psathyrella striatoannulata from soil. Czech Republic: Myotisia cremea (incl. Myotisia gen. nov.) on bat droppings. Ecuador: Humidicutis dictiocephala from soil, Hygrocybe macrosiparia from soil, Hygrocybe sangayensis from soil, and Polycephalomyces onorei on stem of Etlingera sp. France: Westerdykella centenaria from soil. Hungary: Tuber magentipunctatum from soil. India: Ganoderma mizoramense on decaying wo

Gli Autori riportano la loro esperienza diagnostica relativa a 102 pazienti consecutivi affetti da nodulo polmonare solitario, osservati nel periodo 1982-1988. Le metodiche bioptiche (FOB e TTNAB), hanno permesso la tipizzazione di 81 noduli maligni, rispettivamente 47 con la FOB e 34 con la TTNAB. Dei restanti 21 pazienti, 15 sono stati sottoposti a DT, osservando 4 carcinomi primitivi, 6 sono stati selezionati per il follow-up, che ha evidenziato un nodulo maligno. Dall’analisi dei risultati osservati gli Autori concludono che l’atteggiamento diagnostico al nodulo polmonare solitario è legato alle metodiche bioptiche, di cui la FOB rappresenta la procedura di prima scelta e la TTNAB risulta complementare alla prima.

Gli AA. riportano un caso di leiomiosarcoma del tenue, complicato da un’inconsueta ed infrequente complicanza perforativa, sottolineando come il principale fattore prognostico di tali neoplasie è determinato dal grading istologico. Sebbene la letteratura si è accresciuta negli ultimi anni di una casistica abbastanza consistente di leiomiosarcomi dell’intestino tenue, riportiamo, in questa breve nota, un ulteriore contributo clinico legato all’osservazione di un caso, con una inconsueta ed infrequente complicanza perforativa, con lo scopo di sottolineare gli aspetti prognostici di tali neoplasie.

La citologia da abrasione e La biopsia endoscopica sono state praticate su 97 pazienti. Nei 44 casi di carcinoma gastrico, accertati con l’esame istologico sui pezzi operatori, la citologia da abrasione ha dato risultati positivi nel 77% e la biopsia endoscopica nell’86%. Con le due tecniche associate la positività diagnostica ha raggiunto il 96%. Nel caso di adenocarcinoma della flessura duodeno- digiunale solo la citologia è stata positiva. Inoltre gli autori hanno evidenziato metaplasia intestina le associata a carcinoma (47%), ad ulcere gastriche benigne (52%) e ad esofagiti postoperatorie. Gli autori sottolineano l’importanza dell’abbinamento citologia da abrasione-biopsia endoscopica nelle lesioni sia tu morali che non neoplastiche del tratto digestivo alto ai fini di una migliore accuratezza diagnostica. Inoltre sottolineano l’elettività dell’indagine citologica nelle lesioni neoplastiche ostruttive.

Gli Autori, traendo spunto dalla osservazione di tre casi di emopneumotorace spontaneo, analizzano l’aspetto etiopatogenetico di tale patologia puntualizzando, inoltre, la problematica terapeutica. L’emopneumotorace spontaneo primitivo o idiopatico è un’evenienza clinica di raro riscontro, soprattutto se rapportata a quella del pneumotorace spontaneo semplice (Meyer, 1954; Shefts, 1954; Puygrenier, 1959; Thomeret, 1959; Sartori ed al., 1968). La causa più comune dell’emotorace, che usualmente segue l’instaurarsi del pneumotorace spontaneo, è quasi sempre riferibile alla rottura di un vaso di un certo calibro, che origina, prevalentemente, dal circolo sistemico. Il drenaggio pleurico continuo rappresenta il trattamento di prima scelta nei casi di emotorace di lieve entità, mentre la toracotomia d’urgenza, quanto più precoce possibile, è riservata ai casi di emotorace massivo o recidivante. La mortalità, una volta proibitiva (25% di Borrie, 1953) è passata da 10-12% (Beltrami ed Intonti, 1967) allo zero per cento dei singoli casi riportati nella letteratura più recente (Stella e Redler, 1971; Contessini ed al,, 1986). Riportiamo la nostra esperienza di tre pazienti affetti da tale patologia, estrapolati da una casistica di 28 pneumotoraci osservati negli ultimi tre anni

Gli Autori riportano il caso di un uomo di 60 anni, in cui il bronco principale di sinistra era ostruito da un papilloma solitario e da un condroma. Sottolineando l’eccezionalità del reperto, puntualizzano la problematica diagnostica dell’ostruzione bronchiale di natura benigna e gli aspetti terapeutici che tale patologia pone. Se il carcinoma broncogeno rappresenta la causa più frequente di ostruzione bronchiale, nel 4-10% dei casi la natura delle lesioni endoluminali è benigna (Adler, 1958; Miller, 1969). A tale proposito l’osservazione di un paziente, in cui il bronco principale di sinistra era occluso da un papilloma unico e da un condroma, ci ha indotti a riferirne con lo scopo di segnalare l’eccezionalità del riscontro e sottolineare le problematiche diagnostiche e terapeutiche.

I1 cancro dell’esofago rappresenta una delle neoplasie più temibili in quanto, nonostante la sua lenta evoluzione, provoca un grave stato di denutrizione per la disfagia che sempre, in misura più o meno rilevante, affligge i pazienti al momento della diagnosi. Per tale motivo, quando non è possibile l’exeresi radicale della neoplasia, il compito del chirurgo è quello di provvedere alla ricanalizzazione del viscere. In quest’ambito ha trovato collocazione il trattamento endoscopico che, pur essendo palliativo, consente con varie metodiche di sollevare il paziente dalla sintomatologia disfagica. Il trattamento endoscopico per la ricanalizzazione di una stenosi esofagea maligna si avvale di molteplici tecniche, come la dilatazione strumentale, la disostruzione con tecniche che provocano necrosi tumorale (infiltrazione di etanolo assoluto, diatermocoagulazione mono-bipolare, laser), il posizionamento di una protesi. In questo lavoro gli AA. riportano l’esperienza dell’Istituto di Chirurgia Toracica e Cardiovascolare dell’Università di Messina sulla ricanalizzazione dell’esofago con protesi di Atkinson, sottolineando le indicazioni, i vantaggi ed i limiti di una metodica che garantisce un ottimo risultato sotto il profilo strettamente nutrizionale.

Gli Autori riportano la loro esperienza sul trattamento delle varici esofagee in fase di sanguinamento. Sono stati analizzati i risultati relativi a 107 pazienti per i quali è stato adottato un protocollo terapeutico che ha previsto la rianimazione cardiocircolatoria, l’emostasi farmacologica con Somatostatina e.v. e meccanica con sonda di Sengastaken, la sclerosi endoscopica. Tra i 38 pazienti sottoposti a scleroterapia, un definitivo arresto dell’emorragia è stato ottenuto in 33 (86.8%), con una mortalità del 5.2% (2/38) ed un basso tasso di complicanze minori. Nel gruppo di controllo l’arresto del sanguinamento è stato ottenuto nel 67,5% dei pazienti (25/37), ma la percentuale di recidive emorragiche precoci è stata significativamente maggiore rispetto al gruppo di studio (59% vs 9%). L’intervento chirurgico di deconnessione azygos-portale è stato gravato di una mortaliltà del 33,3% (1/3). Sulla base dei risultati gli Autori concludono che la sclerosi endoscopica rappresenta il trattamento di scelta nei pazienti con varici esofagee sanguinanti per la sua elevata efficacia, tollerabilità, semplicità d’esecuzione, sicurezza e basso costo.