2007/2008 Intermediari creditizi ed agenzie di credit rating svolgono un ruolo decisivo nell’attenuare gli effetti distorsivi della distribuzione asimmetrica delle informazioni cui sono intrinsecamente soggette le transazioni che si pongono in essere tra datori e prenditori di fondi, i quali soli hanno piena conoscenza del proprio, effettivo, merito di credito. In particolare, nel mercato creditizio, le banche, interponendosi tra soggetti in surplus e soggetti in deficit, si sostituiscono agli investitori nel selezionare le alternative di finanziamento, svolgendo per essi il processo di raccolta, di analisi, e di elaborazione delle informazioni relative alla capacità di credito delle possibili controparti, favorendo in ultimo la riduzione dei costi di transazione e di gestione delle informazioni. Analogamente, nel mercato obbligazionario, ove unità in surplus ed unità in deficit si interfacciano in modo diretto, le agenzie di rating si interpongono tra investitori ed emittenti di strumenti di debito, assumendo tuttavia il differente ruolo di “brokers informativi”, ovvero di operatori specializzati nella raccolta e nell’elaborazione delle informazioni circa lo standing creditizio dell’emittente, e nella successiva sintesi e divulgazione delle stesse attraverso un giudizio espresso da un simbolo alfabetico, il credit rating, in grado di comunicare in modo semplice ed immediato agli investitori l’opinione dell’agenzia circa l’idoneità dell’emittente di provvedere in modo esatto e puntuale sia al rimborso del capitale, sia al pagamento degli interessi relativi ad una o più emissioni di debito. Invero, a nostro avviso, è ragionevole ritenere che la reale portata del ruolo assolto da intermediari creditizi ed agenzie di rating nel contrastare le asimmetrie informative tra datori e prenditori di fondi, e l’effettiva efficacia del loro intervento nel promuovere l’efficienza del mercato creditizio ed obbligazionario possano dipendere dalla natura delle informazioni che tali soggetti scelgono di porre a fondamento delle valutazioni relative al merito di credito dei potenziali soggetti finanziati. A tal riguardo è possibile operare una distinzione, seppur non strettamente dicotomica, tra elementi informativi di natura “hard”- i quali tipicamente si presentano in forma quantitativa, e prestandosi a facile codificazione, consentono di essere raccolti in modo impersonale ed interpretati in modo oggettivo ed univoco - ed informazioni di tipo “soft” - che, al contrario, presentandosi in forma prettamente qualitativa/descrittiva ed essendo subordinate ad interpretazione soggettiva da parte del valutatore, sono connotate da un’intrinseca difficoltà di codificazione, e impongono modalità di acquisizione di tipo personale e diretto. Alla luce dei descritti aspetti di differenziazione, il prevalente ricorso ad informazioni di natura hard, se da un lato determina significativi vantaggi in termini di costo di acquisizione ed elaborazione dell’informazione stessa, dall’altro comporta l’inevitabile perdita del patrimonio informativo che solo input di tipo soft sono in grado di veicolare. In tale quadro si inserisce il presente lavoro, finalizzato ad analizzare la variegata morfologia dell’informazione e ad esaminare nello specifico in quale forma (hard o soft) predominante si presentino le informazioni poste alla base dei processi di analisi del merito di credito svolti da intermediari creditizi e agenzie di rating. Ciò equivale ad indagare come tali soggetti scelgano di posizionarsi rispetto al trade-off esistente tra i costi connessi al trattamento dell’informazione - i quali risultano minimizzati in funzione di un crescente utilizzo di hard information - ed il grado di completezza dell’informazione stessa - che si accresce in funzione dell’inclusione di soft information nella base informativa a disposizione del valutatore - dal quale, come anticipato, riteniamo possa dipendere l’efficace riduzione delle asimmetrie informative esistenti tra datori e prenditori di fondi. A tale proposito si osserva come l’utilizzo più o meno intenso di informazioni di natura soft rispetto ad informazioni di carattere hard nell’ambito dei procedimenti valutativi condotti rispettivamente dalle banche e dalle agenzie di rating sia legato al contesto in cui tali processi di analisi sono originati. In particolare, con riferimento alle istituzioni bancarie, è possibile istituire un raffronto tra analisi del merito creditizio condotte nell’ambito di approcci al credito basati alternativamente sulla relazione (relationship lending) o sulla transazione (transactional lending), mentre, per quanto concerne le agenzie di rating, si individua una distinzione tra valutazioni svolte nell’ambito del processo di attribuzione del rating alternativamente sollecitato (solicited) o non sollecitato (unsolicited). La relazione che si instaura tra il soggetto valutatore e l’impresa oggetto di analisi nell’ambito del relationship lending - nel caso della banca - o nell’ambito del processo di attribuzione del rating sollecitato - nel caso dell’agenzia di rating - determina infatti un significativo arricchimento del set di input informativi disponibili per la valutazione, in quanto, oltre a consentire l’acquisizione di un complesso di elementi che, pur essendo codificabili e prestandosi ad interpretazione oggettiva (e, dunque, pur presentando carattere hard), non risultano desumibili da fonti pubbliche per questioni di riservatezza o di opacità informativa dell’impresa, permette di raccogliere una serie di informazioni impossibili da acquisire in forma impersonale alla luce della loro natura prettamente soft, che le rende non codificabili e misurabili esclusivamente attraverso il giudizio e la percezione individuale del medesimo soggetto preposto alla raccolta delle stesse. In ciò risiede, a nostro avviso, il valore aggiunto del contributo offerto da intermediari creditizi ed agenzie di rating alla riduzione delle asimmetrie informative tra datori e prenditori di fondi: anche prescindendo dalle condizioni di maggiore o minore trasparenza della controparte oggetto di analisi, l’inclusione della soft information alla base delle valutazioni condotte da tali soggetti - che risulta preclusa nel contesto tanto del rapporto di finanziamento transaction-based posto in essere dalla banca, quanto dell’attribuzione di un giudizio di rating non sollecitato da parte dell’agenzia - costituisce la determinante ultima dell’effettiva efficacia del loro intervento nel promuovere l’efficienza del mercato. Alla luce di tali considerazioni, la trattazione viene completata attraverso l’esame dell’impianto di analisi e valutazione delle informazioni qualitative sviluppato ed implementato presso un’agenzia di rating italiana, al fine di comprendere con quali strumenti, nel concreto, una credit rating agency possa affrontare il problema dell’elaborazione di informazioni soft - che si presenta con massima intensità nell’ambito del processo di assegnazione del rating di tipo solicited - pervenendo ad un bilanciamento ottimale del trade-off tra il costo di trattamento dell’informazione ed il grado di completezza della stessa. XXI Ciclo 1979