598 results on '"G. Paludetti"'
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2. Quality of life and functional results in canal wall down vs canal wall up mastoidectomy
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D. Lucidi, E. De Corso, G. Paludetti, and B. Sergi
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Published
- 2019
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3. Facial pain: sinus or not?
- Author
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E. De Corso, M. Kar, E. Cantone, D. Lucidi, S. Settimi, D. Mele, A. Salvati, N. Bayar Muluk, G. Paludetti, and C. Cingi
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Published
- 2018
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4. Moderate OSAS and turbinate decongestion: surgical efficacy in improving the quality of life and compliance of CPAP using Epworth score and SNOT-20 score
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A. FIORITA, E. SCARANO, R. MASTRAPASQUA, P.M. PICCIOTTI, A. LOPERFIDO, G. RIZZOTTO, and G. PALUDETTI
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Published
- 2018
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5. IFN-γ and other serum cytokines in head and neck squamous cell carcinomas
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F. BUSSU, C. GRAZIANI, R. GALLUS, A. CITTADINI, J. GALLI, E. DE CORSO, G. DI CINTIO, M. CORBI, G. ALMADORI, A. BONINSEGNA, G. PALUDETTI, and A. SGAMBATO
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Published
- 2018
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6. Retrospective epidemiological study of mandibular rotational types in patients with orthodontical malocclusion
- Author
-
S. SACCOMANNO, R. DELI, G. DI CINTIO, E. DE CORSO, G. PALUDETTI, and C. GRIPPAUDO
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Published
- 2018
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7. Eagle’s Syndrome, from clinical presentation to diagnosis and surgical treatment: a case report
- Author
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S. SACCOMANNO, F. GRECO, E. DE CORSO, D. LUCIDI, R. DELI, A. D’ADDONA, and G. PALUDETTI
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Published
- 2018
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8. Prognostic factors in head and neck cancer: a 10-year retrospective analysis in a single-institution in Italy
- Author
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G. Cadoni, L. Giraldi, L. Petrelli, M. Pandolfini, M. Giuliani, G. Paludetti, R. Pastorino, E. Leoncini, D. Arzani, G. Almadori, and S. Boccia
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Abstract
È stata condotta unanalisi retrospettiva su 482 pazienti con diagnosi di tumore testa-collo arruolati presso l ospedale Agostino Gemelli di Roma. Lassociazione tra fattori demografici, clinici e comportamentali con la overall survival (OS), il rischio di ricorrenza ed il rischio di un secondo tumore primitivo è stata stimata usando gli Hazard Ratio (HR) e gli intervalli di confidenza al 95% (CIs). La OS considerando tutte le sedi tumorali è stata del 60%, mentre considerando le singole sedi tumorali è risultata del 49.0% per il cavo orale, 54.8% per lorofaringe, 50.0% per lipofaringe e 63.4% per la laringe. Unetà avanzata alla diagnosi (HR = 1.04; 95% CI: 1.02-1.05) ed un avanzato stadio del tumore (HR = 2.00; 95% CI: 1.41-2.84) sono risultati fattori significativamente associati con la OS. Il rischio di ricorrenza è risultato associato con il consumo di alcolici (HR = 1.73; 95% CI: 1.00-2.97). Il rischio di sviluppare un secondo tumore primitivo è risutlato associato con uno stadio avanzato del tumore primario (HR = 2.75; 95% CI: 1.39-5.44) e con laver fumato per più di 40 anni (HR = 3.68; 95% CI: 1.10-12.30). In conclusione abbiamo notato che la OS differisce tra le sedi tumorali del tumore testa-collo. Lo stadio tumorale è risultato essere associato sia con la OS che con il rischo di sviluppare un secondo tumore primitivo. Il consumo di alcol e di tabacco sono risultati essere fattori prognostici, rispettivamente, per la ricorrenza e per linsorgenza di un secondo tumore primitivo.
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- 2017
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9. Preliminary experience with 4K ultra-high definition endoscope: analysis of pros and cons in skull base surgery
- Author
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M. Rigante, G. La Rocca, L. Lauretti, G.Q. DAlessandris, A. Mangiola, C. Anile, A. Olivi, and G. Paludetti
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Abstract
Negli ultimi venti anni la chirurgia endoscopica del basicranio ha osservato continui sviluppi tecnici e tecnologici. Lendoscopia 3D e l alta definizione (HD) 4K hanno fornito grandi vantaggi in termini di visualizzazione e di risoluzione spaziale. L ultra HD 4K, recentemente introdotta nella pratica clinica, determinerà i prossimi passi soprattutto nella chirurgica endoscopica del basicranio. I pazienti sono stati operati attraverso un approccio transnasale transfenoidale endoscopico, utilizzando un endoscopio Olympus NBI 4K UHD con ottica 4 mm 0 ° Ultra Telescope, lampada allo xeno 300 W (CLV-S400) predisposto per la tecnologia narrow band imaging (NBI) collegato con una videocamera ad un alta qualità unità di controllo (OTV-S400 - VISERA 4K UHD) (Olympus, Tokyo, Giappone). Due schermi, un 31 Monitor - (LMD-X310S) e quello principale ultra-HD 55 a pollici ottimizzati per la riproduzione immagini UHD (LMD-X550S). In casi selezionati abbiamo usato un sistema di navigazione (Stealthstation S7, Medtronic, Minneapolis, MN, Stati Uniti). Abbiamo valutato 22 adenomi ipofisari (86,3% macroadenomi; 13,7% microadenomi). Il 50% non erano secernenti (NS), 22,8% GH, 18,2% ACTH, 9% PRLsecernenti. 3/22 erano recidive. Nel 91% dei casi abbiamo raggiunto la rimozione totale, mentre nel 9% la resezione subtotale. Un followup medio di 187 giorni, durata media del ricovero era 3,09 ± 0,61 giorni. Tempo chirurgico 128,18 ± 30,74 minuti. Abbiamo avuto solo 1 caso di fistola intraoperatoria a basso flusso senza ulteriori complicazioni nel follow up. Il 100% dei casi non ha richiesto emotrasfusione. La visualizzazione e lalta risoluzione del campo operatorio hanno fornito una vista dettagliata di tutte le strutture anatomiche e patologie e permesso il miglioramento della sicurezza e lefficacia della procedura chirurgica. Il tempo operatorio è stato simile a quello dellendoscopio HD standard 2D e 3D, come la fatica fisica era paragonabile ad altri in termini di ergonomicità e peso.
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- 2017
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10. Salivary biomarkers and proteomics: future diagnostic and clinical utilities
- Author
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M. Castagnola, E. Scarano, G.C. Passali, I. Messana, T. Cabras, F. Iavarone, G. Di Cintio, A. Fiorita, E. De Corso, and G. Paludetti
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Abstract
Lo studio della proteomica salivare, test economico e non invasivo, rappresenta una fonte di numerose informazioni, ed è utile per la diagnosi di svariate malattie. Da quando siamo entrati nellera della tecnologia genomica e delle scienze omiche, la raccolta di campioni salivari è aumentata esponenzialmente. Recenti piattaforme proteomiche hanno analizzato il proteoma salivare umano, caratterizzando circa 3000 peptidi e proteine, espressi in maniera differente: più del 90% in peso deriva dalla secrezione delle tre ghiandole salivari maggiori, mentre la restante parte proviene dalle ghiandole salivari minori, dal fluido crevicolare gengivale, da essudati mucosi e dalla microflora orale. Lobiettivo principale dellanalisi proteomica è discriminare tra condizioni fisiologiche e patologiche. Ad oggi, tuttavia, non esiste un preciso protocollo che permetta di analizzare lintero proteoma salivare, pertanto sono state realizzate svariate strategie. Innanzitutto, è possibile distinguere due tipologie di piattaforme proteomiche: lapproccio top-down prevede lanalisi delle proteine sotto esame come entità intatte; nellapproccio bottom-up la caratterizzazione della proteina avviene mediante lo studio dei peptidi ottenuti dopo digestione enzimatica (con tripsina tipicamente). A causa di questa eterogeneità, per una stessa patologia sono stati proposti differenti biomarkers. Il proteoma salivare è stato caratterizzato in numerose malattie: carcinoma squamoso e leucoplachie orali, malattia del trapianto contro lospite (GVHD) cronica, sindrome di Sjögren e altri disordini autoimmuni come la sindrome SAPHO (sinovite, acne, pustolosi, iperostosi e osteite), schizofrenia e disordine bipolare, malattie genetiche come la sindrome di Down o la malattia di Wilson. In conclusione, i risultati delle ricerche riportate in questa review suggeriscono che nel prossimo futuro la saliva diverrà un fluido di indubbia rilevanza diagnostica utile per fini clinici, sia diagnostici, sia prognostici.
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- 2017
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11. Modelling tumour volume variations in head and neck cancer: contribution of magnetic resonance imaging for patients undergoing induction chemotherapy
- Author
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N. Dinapoli, T. Tartaglione, F. Bussu, R. Autorino, F. Miccichè, M. Sciandra, E. Visconti, C. Colosimo, G. Paludetti, and V. Valentini
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Abstract
La valutazione del volume del tumore primitivo ha mostrato un valore predittivo per la stima dei risultati della sopravvivenza. Usando i dati volumetrici acquisiti con la Risonanza Magnetica (RM) nei pazienti sottoposti a chemioterapia di induzione (CI), tali risultati sono stati stimati nei pazienti con tumore del testa e collo, prima del trattamento radiante. Le immagini RM acquisite prima e dopo CI in 36 pazienti con tumore avanzato della testa e del collo sono state analizzate per valutarne il volume del tumore primitivo. I due volumi sono stati correlati utilizzando la regressione lineare locale tra i volume valutati nelle immagini della prima e quelli della seconda RM. Sono stati definiti i modelli di rischio proporzionale di COX per la valutazione del controllo locoregionale, la sopravvivenza libera da malattia e la sopravvivenza globale. La regressione lineare locale ha mostrato un buon valore predittivo per tutti i risultati di sopravvivenza nei modelli di rischio proporzionale di COX. I modelli predittivi per il controllo locoregionale di malattia e la sopravvivenza libera da malattia a 24 mesi ha mostrato una ottima discriminazione e capacità di previsione. La valutazione delle variazioni dei volumi dei tumori primitivi della testa e del collo dopo CI fornisce un esempio di modello che può essere facilmente utilizzato per altri approcci terapeutici. Una valutazione completa delle variabili nelle covariate è un prerequisito necessario per la creazione di modelli clinicamente attendibili.
- Published
- 2017
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12. Outcomes of interventional sialendoscopy for obstructive salivary gland disorders: an Italian multicentre study
- Author
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A. Gallo, P. Capaccio, M. Benazzo, L. De Campora, M. De Vincentiis, P. Farneti, M. Fusconi, M. Gaffuri, F. Lo Russo, S. Martellucci, F. Ottaviani, G. Pagliuca, G. Paludetti, E. Pasquini, L. Pignataro, R. Puxeddu, M. Rigante, E. Scarano, S. Sionis, R. Speciale, and P. Canzi
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Abstract
Sebbene le tecniche scialoendoscopiche abbiano assunto un ruolo fondamentale nel trattamento delle patologie ostruttive dei dotti salivari, in letteratura sono riportati pochi studi multicentrici sullargomento. Questo studio basato sullesperienza di 9 centri italiani è stato condotto su 1152 pazienti (553 donne, età media di 50 anni) per un totale di 1342 procedure scialoendoscopiche, il 44,6% delle quali a carico della ghiandola parotide. Il 12% dei pazienti è stato sottoposto a più interventi. I calcoli salivari sono risultati essere la principale causa di ostruzione (55%), seguiti dalle stenosi e altre malformazioni duttali (16%), dai tappi mucosi (14,5%) e dalla scialodochite (4,7%). La procedura endoscopica è stata portata a termine in 1309 casi mentre in 33 casi è stata interrotta, principalmente a causa della presenza di stenosi duttali complete (21 casi). Dopo una o più procedure il successo terapeutico è stato ottenuto nel 92,5% dei pazienti. Complicanze peri-operatorie e post-operatorie sono state riscontrate nel 5,4% dei casi trattati. La scialoendoscopia rappresenta quindi una procedura efficace e sicura nella diagnosi e nel trattamento delle principali patologie ostruttive dei dotti salivari.
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- 2016
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13. The role of masseter muscle EMG during DISE to predict the effectiveness of MAD: preliminary results
- Author
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M.R. Marchese, E. Scarano, G. Rizzotto, C. Grippaudo, and G. Paludetti
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Abstract
È noto che lapplicazione dellapparecchio per lavanzamento mandibolare (MAD) aumenta lattività del complesso muscolare temporomandibolare (TM) e del muscolo massetere (MM) con il rischio di ridurre laderenza al trattamento. Alcuni parametri clinici riconosciuti predittivi dellefficacia del MAD sono già utilizzati per la selezione dei casi e tra questi lavanzamento mandibolare (MA) simulato durante la sleep endoscopy è quello principale. Presentiamo qui i risultati della registrazione EMG del muscolo massetere in tre casi di pazienti normopeso affetti da OSAS non-severa (AHI < 30) sottoposti alla MA durante la sleep endoscopy e poi trattati con MAD. La poligrafia dinamica di controllo a distanza, documentava una significativa riduzione dellAHI. I due casi che avevano mostrato un incremento transitorio dellattività del MM durante la MA non riferivano effetti collaterali, laltro, che aveva dimostrato un incremento persistente del segnale, riferiva al follow-up un discomfort in regione TM senza alterazioni dellocclusione. LEMG del massetere potrebbe contribuire a migliorare la selezione dei casi suscettibili di trattamento con MAD.
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- 2016
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14. Ipoacusia e declino cognitivo: revisione della letteratura
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S. Fortunato, F. Forli, V. Guglielmi, E. De Corso, G. Paludetti, S. Berrettini, and A.R. FetonI
- Subjects
Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Abstract
La perdita dell’udito legata all’età o presbiacusia è un deficit correlato al processo irreversibile di invecchiamento che riconosce una patogenesi multifattoriale. Crescenti osservazioni hanno collegato la presbiacusia a una rapida progressione del declino cognitivo e incidentalmente con la demenza. Molti aspetti della vita quotidiana degli anziani sono stati collegati alle loro capacità uditive, mostrando che la perdita uditiva incide sulla qualità della vita, i rapporti sociali, le capacità motorie, gli aspetti psicologici, la funzione e la morfologia di specifiche aree cerebrali. Studi epidemiologici e clinici confermano l’ipotesi di un legame tra queste condizioni e questo lavoro ha lo scopo di fare il punto sui meccanismi patogenetici che sostengono tale associazione. Lo sforzo di un lavoro congiunto tra otorinolaringoiatri, audiologi, neurologi e cognitivisti è quello di chiarire gli aspetti comuni, le possibilità di diagnosi e di intervento precoce al fine di ridurre gli effetti dell’uno sull’altro di questi processi degenerativi. Le osservazioni sperimentali e cliniche si concentrano su differenti aspetti: in primo luogo la deprivazione uditiva per lungo tempo può avere un impatto negativo sulle prestazioni cognitive diminuendo la qualità della comunicazione che porta all’isolamento sociale e la depressione e quindi facilitare la demenza. Al contrario, le capacità cognitive limitate possono ridurre le risorse cognitive disponibili per la percezione uditiva, aumentando così gli effetti della perdita dell’udito. Inoltre, questa associazione può rappresentare la conseguenza di una ‘causa comune’ nella patogenesi del deficit uditivo e del sistema nervoso centrale. Infatti, molti dei fattori eziopatogenetici sono comuni, quali le cause microvascolari della malattia (es. diabete, aterosclerosi, ipertensione). La sfida di questi anni è quella di aumentare le conoscenze sui rapporti tra invecchiamento cerebrale e cognitivo ed ipoacusia, grazie anche ai progressi del neuroimaging. Sorprendentemente pochi dati sono stati pubblicati sull’utilità delle protesi acustiche nel cambiare la storia naturale di declino cognitivo. La protesizzazione e gli impianti cocleari possono migliorare le attività sociali e la sfera emotiva, la comunicazione e quindi più in generale la funzione cognitiva, con un globale impatto positivo sulla qualità della vita. Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire le informazioni attualmente disponibili in letteratura su rapporto tra declino cognitivo e deficit uditivo nell’anziano, fornendo nuovi spunti di ricerca per il futuro.
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- 2016
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15. Riduzione volumetrica dei turbinati inferiori con radiofrequenze: risultati clinici a lungo termine
- Author
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E. De Corso, G. Bastanza, V. Di Donfrancesco, M.L. Guidi, G. Morelli Sbarra, G. Passali, A. Poscia, C. de Waure, G. Paludetti, and J. Galli
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Abstract
Lo scopo del nostro studio è stato quello di valutare i risultati a lungo termine della procedura di riduzione volumetrica dei turbinati inferiori mediante radiofrequenze (RVTR). Abbiamo eseguito una valutazione prospettica longitudinale a lungo termine di 305 pazienti affetti da rinite (114 allergici e 191 non allergici) refrattari alla terapia medica e sottoposti a intervento di RVTR (gennaio 2004 - dicembre 2010). I pazienti sono stati seguiti per un Follow-up medio di 39,70±19,41 mesi (minimo-24, massimo-60 mesi) e sono stati valutati mediante la somministrazione del questionario NOSE-scale prima e dopo l’intervento a distanza di un mese e successivamente ogni anno per 5 anni. I pazienti sono stati considerati affetti da recidiva durante il periodo di follow-up in caso di ricomparsa dei sintomi con un aumento del punteggio totale del NOSE scale di almeno il 75% e necessità di riassumere trattamenti medici. La ricorrenza è stata valutata mediante analisi di sopravvivenza con il metodo di Kaplan-Meyer. Complessivamente abbiamo documentato una buona soddisfazione dei pazienti per quanto riguarda la procedura, con un elevato controllo del dolore e poche complicanze. Nel post-operatorio abbiamo avuto un significativo miglioramento di ostruzione nasale e respirazione orale vicariante (p < 0,05). Dopo 36 mesi abbiamo osservato un peggioramento dei sintomi, in particolare, dopo 36 mesi con un progressivo crescente tasso di recidive significativamente più elevato nei pazienti allergici rispetto a quelli non-allergici (p < 0,05). Abbiamo anche osservato una leggera diminuizione della soddisfazione generale dei pazienti. Il nostro studio conferma la buona tollerabilità da parte dei pazienti della procedura di decongestione dei turbinati inferiori con radiofrequenze con un basso rischio di complicanze. I nostri dati confermano inoltre una buona efficacia a lungo termine nella maggior parte dei pazienti per almeno 36 mesi dopo l’intervento con una probabilità di rimanere liberi da recidiva in questo periodo sempre superiore a 0,8. Nei mesi successivi si assiste a una progressiva riduzione del beneficio clinico in particolare nei pazienti allergici, con una differenza statisticamente significativa rispetto ai pazienti non allergici (p < 0,05).
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- 2016
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16. L’analisi della curva di apprendimento della chirurgia dell’otosclerosi può aiutare a predirre i risultati funzionali?
- Author
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B. Sergi and G. Paludetti
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Abstract
Il numero di interventi per otosclerosi è progressivamente diminuito nel corso degli ultimi 20 anni. Questa riduzione crea difficoltà sia al chirurgo esperto ma soprattutto a quello giovane che inizia il suo percorso di formazione. Abbiamo analizzato in maniera retrospettiva i risultati funzionali ottenuti dopo stapedotomia effettuati da un giovane chirurgo presso la Clinica Otorinolaringoiatrica del Policlinico “A. Gemelli” di Roma. La tecnica impiegata è quella della stapedotomia con laser COe utilizziamo una protesi in teflon e titanio. I risultati funzionali sono stati valutati come riduzione della ipoacusia trasmissiva sulle frequenze comprese tra 250 e 4000 Hz all’ultimo esame eseguito durante il follow-up. L’analisi dei dati non ha evidenziato un momento in cui la curva di apprendimento possa essere considerata conclusa poiché ottimi risultati con una riduzione pressoché completa della ipoacusia trasmissiva si sono alternati con altri i cui risultati funzionali non sono stati altrettanto ottimi. In nessun caso si è comunque registrata una coclearizzazione dell’ipoacusia. Questa analisi supporta l’esistenza di una curva di apprendimento della chirurgia dell’otosclerosi senza però individuare un punto dopo il quale si possa prevedere che i risultati funzionali saranno tutti ottimi. La chirurgia dell’otosclerosi non dovrebbe essere effettuata all’inizio della pratica della chirurgia otologica, data l’aspettativa funzionale che il paziente ripone nell’intervento e la mancanza delle capacità chirurgiche necessarie.
- Published
- 2016
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17. L’impatto della ricostruzione mediante lembo microvascolare nei tumori del cavo orale: la nostra esperienza su 130 casi
- Author
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G. ALMADORI, M. RIGANTE, F. BUSSU, C. PARRILLA, R. GALLUS, L. BARONE ADESI, J. GALLI, G. PALUDETTI, and M. SALGARELLO
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Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Abstract
Obiettivo del presente studio è stato valutare i risultati oncologici della nostra casistica di pazienti affetti da tumore del cavo orale trattati mediante chirurgia compartimentale radicale seguita da ricostruzione mediante lembo microvascolare. Abbiamo condotto un’analisi retrospettiva su 130 casi. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad una resezione chirurgica della neoformazione seguita da una ricostruzione immediata mediante lembo libero e, quando necessario, in accordo con la valutazione espressa dal nostro tumor board e con le linee guida internazionali, ad un trattamento chemioradioterapico adjuvante. Le curve di sopravvivenza specifica per malattia (DSS) sono state ottenute mediante il metodo di Kaplan-Meier. Il test Long Rank e il Wilcoxon sono stati utilizzati per investigare i più importanti fattori influenzanti la sopravvivenza specifica per malattia a 5 anni. Per calcolare l’HR e il RR per le singole variabili è stato utilizzato un modello di Cox. L’88,5% dei pazienti è risultato affetto da una neoplasia a istologia squamocellulare. Il campione è risultato essere composto da 46 (35,4%) donne e 84 (64,6%) uomini con un età media di 58,5 anni. Al termine del periodo di follow up, 36 pazienti (27,7%) erano deceduti, 3 dei quali per altre cause. Il DSS è stato del 67,8% (S.E. = 4,9%). All’analisi univariata secondo Kaplan-Meier ed alla analisi multivariata con regressione di Cox sono state individuate sette differenti variabili aventi una relazione significativa con il DSS: T (p = 0,026) ed N (p = 0,0001), lo staging clinico (UICC TNM Sixth Edition) (p = 0,007), i margini di resezione (p = 0,001), l’extracapsular spread (p = 0.005), la recidiva di malattia (p = 0,00002) e la modalità di trattamento (sola chirurgia o chirurgia + RT/CHT) (p = 0,004). In nostri risultati sono risultati in linea con le osservazioni in letteratura, e ci permettono di sottolineare come la chirurgia ricostruttiva mediante lembo libero microvascolare possa incrementare la sopravvivenza nei pazienti con tumore del cavo orale.
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- 2015
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18. Ruolo della sleep endoscopy nella selezione dei pazienti affetti da sindrome delle apnee ostruttive durante il sonno di grado lieve moderato candidati a terapia ortodontica con dispositivo di avanzamento mandibolare
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E. DE CORSO, G. BASTANZA, G. DELLA MARCA, C. GRIPPAUDO, G. RIZZOTTO, M.R. MARCHESE, A. FIORITA, B. SERGI, D. MEUCCI, W. DI NARDO, G. PALUDETTI, and E. SCARANO
- Subjects
Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Abstract
Il trattamento con dispositivi di avanzamento mandibolare (MAD) rappresenta un’efficace alternativa terapeutica per i pazienti affetti da roncopatia semplice, OSAS di grado lieve/moderato e in casi selezionati di OSAS grave con scarsa tollerabilità alla terapia ventilatoria con C-PAP. Pertanto è importante identificare dei criteri oggettivi per selezionare i pazienti che possono beneficiare del trattamento con i sistemi di avanzamento mandibolare (MAD). In letteratura sono stati descritti vari fattori predittivi sia antropometrici che polisonnografici, mentre esistono ancora controversie circa il ruolo della Sleep Endoscopy e della manovra di avanzamento mandibolare bimanuale durante lo stesso esame come fattori predittivi del successo terapeutico con MAD. In questo studio descriviamo la nostra esperienza nel management di pazienti affetti da OSAS lieve/moderata trattati con MAD e selezionati mediante “sleep endoscopy”. Abbiamo eseguito una valutazione prospettica longitudinale di una serie consecutiva di pazienti giunti alla nostra osservazione con diagnosi di OSAS lieve/moderata e sottoposti a sleependoscopy. Durante il sonno indotto farmacologicamente è stata eseguita una delicata manovra di avanzamento mandibolare con escursione inferiore ai 5 mm e abbiamo riscontrato che in 30 dei 65 pazienti (46,2%) lo spazio respiratorio non migliorava in modo significativo a livello dei siti di ostruzione osservati, mentre in 35 dei 65 pazienti (53,8%) si osservava un miglioramento significativo tale da poter indicare terapia con MAD. In 7 dei 35 pazienti venivano riscontrate condizioni che ostacolavano l’applicazione del MAD per cui 28 dei 35 pazienti sono stati sottoposti a terapia con MAD. Dopo 3 mesi di trattamento abbiamo documentato un miglioramento significativo dell’indice di Epworth medio [(7,35 ± 2,8 vs 4,1 ± 2,2 (p < 0.05)], dell’AHI medio [(21.4 ± 6 eventi per ora verso 8,85 ± 6,9 (p < 0.05) ] e dell’ODI medio [(18.6 ± 8 eventi per ora versus 7 ± 5.8 (p < 0.05)]. Abbiamo inoltre osservato che l’AHI migliorava di almeno il 50% rispetto al basale nel 71.4% dei pazienti selezionati mediante sleep endoscopy. In questo studio, la terapia con i dispositivi di avanzamento mandibolare è stata prescritta con successo sulla base non soltanto dell’indice di apnea/ipopnea, ma anche dei reperti della sleep endoscopy e della manovra di avanzamento mandibolare, ottenendo una visione diretta degli effetti della protrusione mandibolare sullo spazio respiratorio in corrispondenza dei siti di ostruzione, e ottenendo una buona ottimizzazione della selezione dei pazienti per il trattamento con MAD.
- Published
- 2015
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19. Diagnosi differenziale dei tumori parotidei: quali caratteristiche di risonanza magnetica considerare?
- Author
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T. TARTAGLIONE, A. BOTTO, M. SCIANDRA, S. GAUDINO, L. DANIELI, C. PARRILLA, G. PALUDETTI, and C. COLOSIMO
- Subjects
Otorhinolaryngology ,RF1-547 - Abstract
La finalità del nostro lavoro è di valutare le caratteristiche di risonanza magnetica (RM) tipiche dei tumori parotidei maligni e benigni. Questo studio retrospettivo si basa sulla valutazione di esami RM pre-chirurgici di 94 pazienti con tumori parotidei. I risultati istologici erano disponibili in tutti i casi; abbiamo analizzato 69 lesioni erano benigne (73%) e 25 maligne (27%): 44 adenomi pleomorfi, 18 tumori di Warthin, 7 tumori benigni di diverso istotipo, 6 carcinomi squamocellulari, 3 carcinomi ex-adenomi pleomorfi, 2 carcinomi mucoepidermoidi, 1 tumore adenoidocistico, 13 tumori maligni di diverso istotipo. Sono state valutate le seguenti caratteristiche RM: morfologia, sede, dimensioni, margini, intensità di segnale nelle sequenze T2-pesate e T1-pesate, impregnazione dopo mezzo di contrasto (mdc), intensità di segnale della porzione cistica, presenza o assenza di una capsula, diffusione perineurale, pattern di crescita extraghiandolare e linfoadenopatie laterocervicali. È stata effettuata un’analisi statistica per identificare le caratteristiche RM più indicative di malignità e per definire l’aspetto tipico degli istotipi più comuni. I parametri significativamente predittivi di malignità sono risultati i margini mal-definiti (p < 0,001), le linfoadenopatie (p < 0,001) ed il pattern di crescita infiltrativo (p < 0,001). Le caratteristiche tipiche dell’adenoma pleomorfo sono risultate l’iperintensità di segnale nelle immagini T2-pesate (p = 0,02), l’intensa impregnazione dopo mdc (p < 0,001) ed i margini lobulati (p = 0,04). Le caratteristiche tipiche del tumore di Warthin sono risultate le componenti iperintense nelle immagini T1-pesate (p < 0,001), la localizzazione nel processo parotideo inferiore (p < 0,001) e l’impregnazione post-contrastografica lieve/incompleta (p = 0,01). L’intensità di segnale nelle immagini T1-pesate e T2- pesate e l’impregnazione post-contrastografica si sono rivelate utili nella diagnosi differenziale tra adenoma pleomorfo e tumore di Warthin.
- Published
- 2015
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20. Madelung’s Disease and Upper Airway Involvement: A Case Report
- Author
-
Giovanni Addolorato, Gabriella Cadoni, G Paludetti, and Daniela Furno
- Subjects
medicine.medical_specialty ,business.industry ,Internal medicine ,General Engineering ,medicine ,Cardiology ,Disease ,Airway ,business - Published
- 2020
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21. Prevention of noise damage and therapies for the regeneration of hair cells
- Author
-
G Paludetti, Anna Rita Fetoni, Rolando Rolesi, and Fabiola Paciello
- Subjects
Noise ,Otorhinolaryngology ,Chemistry ,Acoustics ,Regeneration (biology) ,Surgery - Published
- 2021
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22. Retrospective epidemiological study of mandibular rotational types in patients with orthodontical malocclusion
- Author
-
Sabina Saccomanno, Cristina Grippaudo, Roberto Deli, G. Di Cintio, G Paludetti, and E. De Corso
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Male ,medicine.medical_specialty ,Adolescent ,Mandibular growth ,Settore MED/28 - MALATTIE ODONTOSTOMATOLOGICHE ,Otology ,Epidemiology ,Humans ,Medicine ,In patient ,Maxillo Facial and Plastic Surgery ,Child ,Retrospective Studies ,Orthodontics ,business.industry ,Retrospective cohort study ,Classification ,medicine.disease ,Sagittal plane ,Epidemiologic Studies ,stomatognathic diseases ,General Energy ,medicine.anatomical_structure ,Otorhinolaryngology ,Facial type ,Female ,Malocclusion ,business - Abstract
The primary aim of this study was to illustrate the prevalence of facial skeletal discrepancy in an Italian sample. Another aim was to evaluate the effectiveness of the sagittal skeletal discrepancy classification in order to establish a morphologic pattern of growth useful for diagnosis and prediction of therapeutic results. The authors considered a sample of 732 patients (426 females and 306 males) aged between 6 and 17 years old. Cephalometric parameters were evaluated in order to establish a relationship between sagittal skeletal discrepancy and the classification of facial rotations (Lavergne and Petrovic). Facial types with neutral mandibular growth direction were the most prevalent, and were most observed in classes I and II; the latter was more represented than others in our sample. Facial types with posterior mandibular growth direction were the most prevalent in class III. Sagittal skeletal discrepancy classification is not able to establish a specific facial type or predict an individual responsiveness to treatment.Studio retrospettivo epidemiologico delle tipologie rotazionali mandibolari in pazienti con malocclusione.L’obiettivo principale di questo studio è stato quello di definire la prevalenza delle asimmetrie cranio-facciali nella popolazione italiana. Obbiettivo secondario è stato quello di valutare l’efficacia della classificazione delle asimmetrie scheletriche sul piano sagittale al fine di stabilire il pattern morfologico di crescita, utile per la diagnosi e la previsione dei risultati terapeutici. Gli autori hanno analizzato retrospettivamente 732 pazienti (426 donne, 306 maschi), di età compresi tra 6 e 17 anni. Sono stati quindi effettuati i vari tracciati cefalometrici per stabilire i rapporti scheletrico sagittali e la classificazione delle rotazioni facciali sec Lavergne e Petrovic. Le tipologie con la più alta prevalenza sono risultate essere quelle con una direzione neutrale di crescita mandibolare. Tali tipologie sono state quelle più frequentemente osservate sia in classe I sia in classe II (la classe malocclusiva maggiormente rappresentata). In classe III, invece, è stata osservata la più alta prevalenza di tipologie facciali con direzione posteriore di crescita mandibolare. In conclusione la classificazione delle asimmetrie craniofacciali non è in grado di stabilire una specifica tipologia rotazionale e predire la risposta individuale al trattamento.
- Published
- 2018
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23. The increasing need of salvage and palliative surgery with microvascular free flaps for advanced head and neck cancers during COVID19 era
- Author
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S. Settimi, G. Almadori, E. De Corso, D.A. Mele, and G. Paludetti
- Published
- 2021
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24. PO-0788: Smell protocol:exclusive interventional radiotherapy in the treatment of nasal vestibule carcinomas
- Author
-
E. De Corso, G.C. Mattiucci, Gc Passali, Valentina Lancellotta, M.A. Gambacorta, G Paludetti, G. Di Cintio, Francesco Bussu, Bruno Fionda, Davide Rizzo, F. Deodato, V. Valentini, J Galli, Antonio Salvati, and Luca Tagliaferri
- Subjects
Radiation therapy ,medicine.medical_specialty ,medicine.anatomical_structure ,Oncology ,business.industry ,medicine.medical_treatment ,medicine ,Radiology, Nuclear Medicine and imaging ,Hematology ,Radiology ,Nasal vestibule ,business - Published
- 2020
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25. Post-COVID-19 global health strategies: the need for an interdisciplinary approach
- Author
-
Giulia Savera, Maria Assunta Zocco, F. Crudo, Simona Marchetti, Maurizio Sanguinetti, G. Giuseppin, Davide Moschese, Francesco Franceschi, Francesco Landi, Giulia Bramato, M. M. Lizzio, E. Tamburrini, C. Culiersi, Angelo Carfì, M. Santantonio, A. Lauria, Riccardo Calvani, G. C. Passali, A. Calabrese, Giovanni Addolorato, Delfina Janiri, S. Di Gianbenedetto, L. Catalano, Luca Petricca, Luca Santoro, Danilo Buonsenso, Paola Cattani, V. Popolla, Antonio Nesci, Elisabetta Rota, M. Modica, C. De Rose, Emanuele Marzetti, P. Valentini, Arturo Ciccullo, Anna Maria Martone, R. Murri, A. Santoliquido, A. Bizzarro, Francesca Ciciarello, Davide Pata, Antonio Gasbarrini, J. Galli, A. Cingolani, M. R. Lo Monaco, G. M. Cozzupoli, C. R. Settanni, Marcello Tritto, G. Natalello, Y. Longobardi, Roberto Bernabei, Matteo Tosato, Sara Rocchi, Andrea Salerno, R. Marano, G. Di Cintio, A. R. Larici, Dario Sinatti, A. Borghetti, L. Gigante, G. Gambini, L. Stella, Anna Picca, Stanislao Rizzo, C. Napolitano, Gabriele Sani, G. Mingrone, L. Richeldi, L. Natale, Massimo Fantoni, A. L. Fedele, E. Taddei, M. Molinaro, L. Tricarico, Elisa Gremese, M. C. Savastano, G. Paludetti, G. Ventura, Francesca Benvenuto, Francesco Pagano, F. Lombardi, and Annamaria Paglionico
- Subjects
Aging ,Coronavirus disease 2019 (COVID-19) ,Pneumonia, Viral ,Settore MED/10 - MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO ,Global Health ,Betacoronavirus ,Health care organization ,Global health ,Medicine ,Humans ,Viral ,Prospective Studies ,Point of View ,Lung ,Pandemics ,business.industry ,SARS-CoV-2 ,Settore MED/09 - MEDICINA INTERNA ,COVID-19 ,Pneumonia ,Public relations ,Personalized medicine ,Ageing ,Italy ,Geriatrics and Gerontology ,business ,Coronavirus Infections ,Post-acute care - Abstract
For survivors of severe COVID-19 disease, having defeated the virus is just the beginning of an uncharted recovery path. What follows after the acute phase of SARS-CoV-2 infection depends on the extension and severity of viral attacks in different cell types and organs. Despite the ridiculously large number of papers that have flooded scientific journals and preprint-hosting websites, a clear clinical picture of COVID-19 aftermath is vague at best. Without larger prospective observational studies that are only now being started, clinicians can retrieve information just from case reports and or small studies. This is the time to understand how COVID-19 goes forward and what consequences survivors may expect to experience. To this aim, a multidisciplinary post-acute care service involving several specialists has been established at the Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCSS (Rome, Italy). Although COVID-19 is an infectious disease primarily affecting the lung, its multi-organ involvement requires an interdisciplinary approach encompassing virtually all branches of internal medicine and geriatrics. In particular, during the post-acute phase, the geriatrician may serve as the case manager of a multidisciplinary team. The aim of this article is to describe the importance of the interdisciplinary approach––coordinated by geriatrician––to cope the potential post-acute care needs of recovered COVID-19 patients.
- Published
- 2020
26. Dysphagia and drooling in parkinson disease improved by sensory cues
- Author
-
J, Galli, primary, MR, Marchese, additional, C, De Canio, additional, M, Battaglia, additional, G, Gatto, additional, L, Santandrea, additional, and G, Paludetti, additional
- Published
- 2020
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27. IFN-γ and other serum cytokines in head and neck squamous cell carcinomas
- Author
-
Roberto Gallus, Francesco Bussu, G Paludetti, Alessandro Sgambato, J Galli, G. Di Cintio, A. Boninsegna, Giovanni Almadori, E. De Corso, A. Cittadini, C. Graziani, and M. Corbi
- Subjects
0301 basic medicine ,Oncology ,Adult ,Male ,medicine.medical_specialty ,Cell ,Inflammation ,Disease ,Nodal metastasis ,03 medical and health sciences ,Interferon-gamma ,0302 clinical medicine ,Immune system ,INF-y ,Otology ,Internal medicine ,Medicine ,Humans ,Aged ,Aged, 80 and over ,business.industry ,Squamous Cell Carcinoma of Head and Neck ,Head and neck cancer ,Head and neck SCC ,Cancer ,Middle Aged ,medicine.disease ,Serum cytokine ,030104 developmental biology ,General Energy ,medicine.anatomical_structure ,Otorhinolaryngology ,030220 oncology & carcinogenesis ,Cytokines ,Female ,Settore MED/31 - OTORINOLARINGOIATRIA ,medicine.symptom ,business ,Predictive factors ,Head and Neck - Abstract
Altered immune responses have been reported in head and neck cancer, and some of these responses have been associated with poor clinical outcomes. A multiple-array technology platform was used to simultaneously evaluate the levels of 25 cytokines. Pre-treatment serum levels were evaluated in 31 HNSCC patients and 6 healthy controls. The levels of 8 cytokines, specifically IL-1ra, IL-2, IL-5, IL-6, IL-8, IL-17, IFN-γ and IP-10, were significantly higher in patients than in controls. Among cancer patients we observed lower levels of IFN-γ and IL-7 in cases with nodal metastases compared to those with cN0 disease. We observed increases in the levels of some serum cytokines in HNSCC patients, as well as reductions in selected cytokines associated with regional progression. These findings provide an intriguing perspective on the development and validation of novel markers for follow-up evaluations and predictions of regional spreading in HNSCC patients.IFN-γ e altre citochine sieriche nei carcinomi squamocellulari della testa e del collo.È noto che nelle neoplasie della testa e del collo vi siano delle alterazioni della risposta immune, ed alcune di tali alterazioni sono state associate ad un peggioramento prognostico. Abbiamo utilizzato una piattaforma con una tecnologia multi-array per valutare simultaneamente i valori di 25 citochine nel siero di 31 pazienti, affetti da carcinomi squamosi della testa e del collo prima del trattamento, e di 6 controlli sani. I livelli di 8 citochine, IL-1ra, IL-2, IL-5, IL-6, IL-8, IL-17, IFN-γ ed IP-10, sono risultati significativamente più elevati nei pazienti che nei controlli. Tra i pazienti i casi con metastasi linfonodali mostravano livelli significativamentre inferiori di IFN-γ ed IL-7 rispetto ai casi cN0. Pertanto alcune citochine tendono ad essere più elevate nei soggetti affetti da carcinomi squamocellulari della testa e del collo, ma nel contesto di tale gruppo di pazienti si osserva un calo specifico di alcune citochine in caso di metastasi linfonodali. Tali dati aprono prospettive interessanti soprattutto ai fini di una miglior definizione del rischio di metastasi/recidive linfonodali con implicazioni sia in termini di impostazione terapeutica che di follow up.
- Published
- 2018
28. Transcranial direct current stimulation affects auditory cortex plasticity in normal-hearing and noise-exposed rats
- Author
-
M. Podda, F. Paciello, S. Cocco, R. Rolesi, D. Troiani, A. Fetoni, G. Paludetti, and C. Grassi
- Subjects
General Neuroscience ,Biophysics ,Neurology (clinical) ,lcsh:Neurosciences. Biological psychiatry. Neuropsychiatry ,lcsh:RC321-571 - Published
- 2019
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29. Retrospective epidemiological study of mandibular rotational types in patients with orthodontical malocclusion
- Author
-
Saccomanno, Sabina, Deli, Roberto, Di Cintio, Giovanni, De Corso, Eugenio, Paludetti, Gaetano, Grippaudo, Cristina, S. SACCOMANNO, R. DELI (ORCID:0000-0001-8983-8923), E. DE CORSO, G. PALUDETTI (ORCID:0000-0003-2480-1243), C. GRIPPAUDO (ORCID:0000-0002-9499-0556), Saccomanno, Sabina, Deli, Roberto, Di Cintio, Giovanni, De Corso, Eugenio, Paludetti, Gaetano, Grippaudo, Cristina, S. SACCOMANNO, R. DELI (ORCID:0000-0001-8983-8923), E. DE CORSO, G. PALUDETTI (ORCID:0000-0003-2480-1243), and C. GRIPPAUDO (ORCID:0000-0002-9499-0556)
- Abstract
SUMMARY The primary aim of this study was to illustrate the prevalence of facial skeletal discrepancy in an Italian sample. Another aim was to evaluate the effectiveness of the sagittal skeletal discrepancy classification in order to establish a morphologic pattern of growth useful for diagnosis and prediction of therapeutic results. The authors considered a sample of 732 patients (426 females and 306 males) aged between 6 and 17 years old. Cephalometric parameters were evaluated in order to establish a relationship between sagittal skeletal discrepancy and the classification of facial rotations (Lavergne and Petrovic). Facial types with neutral mandibular growth direction were the most prevalent, and were most observed in classes I and II; the latter was more represented than others in our sample. Facial types with posterior mandibular growth direction were the most prevalent in class III. Sagittal skeletal discrepancy classification is not able to establish a specific facial type or predict an individual responsiveness to treatment.
- Published
- 2018
30. Endoscopic Transsphenoidal Approach: A New Indication for Optic Gliomas?
- Author
-
Mario Rigante, Fabrizio Pignotti, Rina Di Bonaventura, Massimo Caldarelli, Elisabetta Peppucci, Luca Massimi, Gianpiero Tamburrini, Paolo Frassanito, and G Paludetti
- Subjects
medicine.medical_specialty ,business.industry ,Optic glioma ,Medicine ,Neurology (clinical) ,Radiology ,business ,Transsphenoidal approach - Published
- 2016
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31. Drug-induced sleep endoscopy as a selection tool for mandibular advancement therapy by oral device in patients with mild to moderate obstructive sleep apnoea
- Author
-
E, De Corso, G, Bastanza, G, Della Marca, C, Grippaudo, G, Rizzotto, M R, Marchese, A, Fiorita, B, Sergi, D, Meucci, W, Di Nardo, G, Paludetti, and E, Scarano
- Subjects
Sleep Apnea, Obstructive ,Polysomnography ,Snoring ,Osas ,Endoscopy ,respiratory tract diseases ,BMI ,Treatment Outcome ,stomatognathic system ,Obstructive sleep apnoea syndrome ,Drug-induced sleep endoscopy ,Mandibular advancement device ,Humans ,Prospective Studies ,Mandibular Advancement ,AHI - Abstract
Nowadays oral appliance therapy is recognised as an effective therapy for many patients with primary snoring and mild to moderate obstructive sleep apnoea (OSA), as well as those with more severe OSA who cannot tolerate positive airway pressure (PAP) therapies. For this reason, it is important to focus on objective criteria to indicate which subjects may benefit from treatment with a mandibular advancement device (MAD). Various anthropometric and polysomnographic predictors have been described in the literature, whereas there are still controversies about the role of drug-induced sleep endoscopy (DISE) and advancement bimanual manoeuvre as predictor factors of treatment outcome by oral device. Herein, we report our experience in treatment of mild moderate OSA by oral appliance selected by DISE. We performed a single institution, longitudinal prospective evaluation of a consecutive group of mild moderate patients with obstructive sleep apnoea syndrome who underwent DISE. During sleep endoscopy, gentle manoeuvre of mandibular advancement less than 5 mm was performed. In 30 of 65 patients (46.2%) we obtained an unsuccessful improvement of airway patency whereas in 35 of 65 patients (53.8%) the improvement was successful and patients were considered suitable for oral device application. Because 7 of 35 patients were excluded due to conditions interfering with oral appliance therapy, we finally treated 28 patients. After 3 months of treatment, we observed a significant improvement in the Epworth medium index [(7.35 ± 2.8 versus 4.1 ± 2.2 (p0.05)], in mean AHI [(21.4 ± 6 events per hour versus 8.85 ± 6.9 (p0.05)] and in mean ODI [(18.6 ± 8 events per hour to 7 ± 5.8 (p0.05)]. We observed that the apnoea/hypopnoea index (AHI) improved by up to 50% from baseline in 71.4% of patients selected after DISE for MAD therapy. In the current study, mandibular advancement splint therapy was successfully prescribed on the basis not only of severity of disease, as determined by the subject's initial AHI, but also by DISE findings combined with results of gentle mandibular advancement manoeuvre allowing direct view of the effects of mandibular protrusion on breathing spaces in obstruction sites, and showing good optimisation of selection of patients for oral device treatment.Il trattamento con dispositivi di avanzamento mandibolare (MAD) rappresenta un'efficace alternativa terapeutica per i pazienti affetti da roncopatia semplice, OSAS di grado lieve/moderato e in casi selezionati di OSAS grave con scarsa tollerabilità alla terapia ventilatoria con C-PAP. Pertanto è importante identificare dei criteri oggettivi per selezionare i pazienti che possono beneficiare del trattamento con i sistemi di avanzamento mandibolare (MAD). In letteratura sono stati descritti vari fattori predittivi sia antropometrici che polisonnografici, mentre esistono ancora controversie circa il ruolo della Sleep Endoscopy e della manovra di avanzamento mandibolare bimanuale durante lo stesso esame come fattori predittivi del successo terapeutico con MAD. In questo studio descriviamo la nostra esperienza nel management di pazienti affetti da OSAS lieve/moderata trattati con MAD e selezionati mediante "sleep endoscopy". Abbiamo eseguito una valutazione prospettica longitudinale di una serie consecutiva di pazienti giunti alla nostra osservazione con diagnosi di OSAS lieve/moderata e sottoposti a sleependoscopy. Durante il sonno indotto farmacologicamente è stata eseguita una delicata manovra di avanzamento mandibolare con escursione inferiore ai 5 mm e abbiamo riscontrato che in 30 dei 65 pazienti (46,2%) lo spazio respiratorio non migliorava in modo significativo a livello dei siti di ostruzione osservati, mentre in 35 dei 65 pazienti (53,8%) si osservava un miglioramento significativo tale da poter indicare terapia con MAD. In 7 dei 35 pazienti venivano riscontrate condizioni che ostacolavano l'applicazione del MAD per cui 28 dei 35 pazienti sono stati sottoposti a terapia con MAD. Dopo 3 mesi di trattamento abbiamo documentato un miglioramento significativo dell'indice di Epworth medio [(7,35 ± 2,8 vs 4,1 ± 2,2 (p0.05)], dell'AHI medio [(21.4 ± 6 eventi per ora verso 8,85 ± 6,9 (p0.05) ] e dell'ODI medio [(18.6 ± 8 eventi per ora versus 7 ± 5.8 (p0.05)]. Abbiamo inoltre osservato che l'AHI migliorava di almeno il 50% rispetto al basale nel 71.4% dei pazienti selezionati mediante sleep endoscopy. In questo studio, la terapia con i dispositivi di avanzamento mandibolare è stata prescritta con successo sulla base non soltanto dell'indice di apnea/ipopnea, ma anche dei reperti della sleep endoscopy e della manovra di avanzamento mandibolare, ottenendo una visione diretta degli effetti della protrusione mandibolare sullo spazio respiratorio in corrispondenza dei siti di ostruzione, e ottenendo una buona ottimizzazione della selezione dei pazienti per il trattamento con MAD.
- Published
- 2016
32. EP-1792: Nasal function after exclusive brachytherapy for primary SCCs of the nasal vestibulum
- Author
-
Gc Passali, G.C. Mattiucci, G. Di Cintio, V. Valentini, Giovanni Almadori, Francesco Bussu, Luca Tagliaferri, N. Dinapoli, J Galli, E. De Corso, and G Paludetti
- Subjects
medicine.medical_specialty ,Oncology ,business.industry ,medicine.medical_treatment ,Brachytherapy ,medicine ,Radiology, Nuclear Medicine and imaging ,Hematology ,Radiology ,business - Published
- 2017
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33. Oxidative stress in acoustic trauma: Cochlear and cortical responses following the increase of antioxidant defense
- Author
-
Fetoni AR, S.L. Eramo, R. Rolesi, F. Paciello, P. de Bartolo, C. Bergamini, D. Troiani, G. Paludetti, Fetoni, Ar, Eramo, S. L., R., Rolesi, F., Paciello, P., de Bartolo, C., Bergamini, D., Troiani, and G., Paludetti
- Published
- 2012
34. Minimally invasive surgical removal of an intracochlear schwannoma causing an intractable paroxysmal positional vertigo
- Author
-
B, Sergi, E, De Corso, D, Lucidi, and G, Paludetti
- Subjects
Surgical approach ,otorhinolaryngologic diseases ,Vertigo ,Humans ,Settore MED/31 - OTORINOLARINGOIATRIA ,Intracochlear schwannoma ,MR ,Hearing Loss ,Ear Neoplasms ,Neurilemmoma ,Cochlea ,Case Series and Reports - Abstract
Intracochlear schwannomas are rare tumours. Diagnosis is based on high-resolution MRI, which should be used for accurate determination of the location of tumours. We report a case of a cochlear schwannoma that presented with profound hearing loss and intractable paroxysmal positional vertigo, which was diagnosed with gadolinium-enhanced MRI and removed using a transcanal minimally-invasive transotic approach.I neurinomi intracocleari sono tumori rari. La diagnosi si basa sulla RM, che fornisce accurate informazioni sulla loro localizzazione. Descriviamo un caso di neurinoma intracocleare manifestatosi con ipoacusia profonda e una intrattabile vertigine posizionale: la diagnosi è stata effettuata con la RM con gadolinio e il tumore rimosso mediante un approccio mini-invasivo transotico transcanalare.
- Published
- 2015
35. Musical training software for children with cochlear implants
- Author
-
W, Di Nardo, L, Schinaia, R, Anzivino, E, De Corso, A, Ciacciarelli, and G, Paludetti
- Subjects
Male ,Speech perception ,Otology ,Cochlear Implantation ,humanities ,Music Test battery ,Cochlear implants ,Settore MED/32 - AUDIOLOGIA ,Humans ,Female ,Music perception ,Child ,Pitch Perception ,Children ,Music ,Software - Abstract
Although the voice in a free field has an excellent recruitment by a cochlear implant (CI), the situation is different for music because it is a much more complex process, where perceiving the pitch discrimination becomes important to appreciate it. The aim of this study is to determine the music perception abilities among children with Cis and to verify the benefit of a training period for specific musical frequency discrimination. Our main goals were to prepare a computer tool for pitch discrimination training and to assess musical improvements. Ten children, aged between 5 and 12 years, with optimal phoneme recognition in quiet and with no disabilities associated with deafness, were selected to join the training. Each patient received, before training period, two types of exams: a pitch discrimination test, consisting of discovering if two notes were different or not; and a music test consisting of two identification tasks (melodic and full version) of one music-item among 5 popular childhood songs. After assessment, a music training software was designed and utilised individually at home for a period of six months. The results following complete training showed significantly higher performance in the task of frequency discrimination. After a proper musical training identification, frequency discrimination performance was significantly higher (p0.001). The same considerations can be made in the identification of the songs presented in their melodic (p = 0.0151) and full songs version (p = 0.0071). Cases where children did not reach the most difficult level may be due to insufficient time devoted to training (ideal time estimated at 2-3 hours per week). In conclusion, this study shows that is possible to assess musical enhancement and to achieve improvements in frequency discrimination, following pitch discrimination training.Gli attuali impianti cocleari forniscono buoni segnali temporali e grossolane indicazioni spettrali. In generale queste proprietà sono sufficienti per la percezione di un discorso in condizioni di quiete e per l'acquisizione del linguaggio nei bambini piccoli. Tuttavia esse risultano essere inadeguate per la trasmissione della moltitudine di pitch della musica. Lo studio si propone come obiettivi la determinazione delle abilità di percezione della musica nei bambini portatori di impianto cocleare e la verifica dei benefici di un periodo di training musicale specifico per la discriminazione frequenziale. In particolare abbiamo proposto un allenamento alla discriminazione delle note musicali, secondo un metodo da noi sviluppato attraverso un supporto computerizzato. Sono stati inclusi nello studio 10 bambini portatori di impianto cocleare di età compresa tra i 5 e i 12 anni senza disabilità associate alla sordità. Tutti i soggetti avevano un'ottima comprensione dei fonemi in ambiente silenzioso. Ogni paziente nel periodo precedente al Training è stato sottoposto a due tipi di esame: un test di discriminazione del pitch, che consiste nel riuscire ad identificare come differenti due note musicali pur in condizioni di crescente difficoltà (da 1 ottava ad 1 semitono), e un Music Test costituito da due prove di identificazione, Melodica e Strumentale completa. Il materiale del Music Test era costituito dai 5 canzoni popolari per l'infanzia, sintetizzate con il software Finale 2008™ (Makemusic Inc. Eden Prairie, MN). I brani, ciascuno della durata di 30 secondi, erano simili per il ritmo e venivano presentati in due modalità differenti: una versione melodica suonata al pianoforte senza accompagnamento orchestrale e parole cantate, ed una versione completa della canzone, che include l'accompagnamento dell'orchestra e le parole cantate. Il Training consisteva in un allenamento guidato da un programma che veniva fornito su supporto informatico ad ogni paziente, della durata di 6 mesi con allenamento almeno bisettimanale. I risultati ottenuti evidenziano che tutti i bambini sono migliorati nel training di discriminazione frequenziale (p0,0001). Per eliminare la possibilità che questo progresso potesse essere dovuto al caso o ad altri fattori si è applicata un'analisi statistica t-Student ad una coda per dati appaiati per verificarne la significatività. Le prestazioni al test di identificazione di item musicali sia nella versione melodica che in quella completa sono risultate significativamente superiori al livello casuale con un p0,05. I risultati ottenuti mostrano performance significativamente superiori nel compito di discriminazione frequenziale successivamente all'esecuzione del Training. Infatti prima del training 2 bambini si posizionavano al 1° livello (discriminazione frequenziale di 12 semitoni), 3 bambini al 2° livello (discriminazione frequenziale di 10 semitoni), 4 bambini al 3° livello (discriminazione frequenziale di 8 semitoni) e 1 bambino al 5° livello (discriminazione frequenziale di 4 semitoni), mentre dopo il training, 2 bambini si collocavano uno al 4° e uno al 5° livello, 5 bambini al 6° livello e i restanti 3 bambini al 7° ed ultimo livello. Dal nostro studio emerge quindi come sia possibile, in seguito ad un allenamento specifico con materiale dedicato, ottenere dei significativi miglioramenti nella discriminazione frequenziale permettendo anche ai soggetti impiantati di apprezzare meglio il mondo della musica.
- Published
- 2015
36. Protective effects of Idebenone against a noise induced hearing loss
- Author
-
B. Sergi, G. Paludetti, D. Troiani, A. Ferraresi, P. Navarra, A. Mordente, Fetoni AR, B., Sergi, G., Paludetti, D., Troiani, A., Ferraresi, P., Navarra, A., Mordente, and Fetoni, Ar
- Published
- 2008
37. Cutaneous fistula is a rare presentation of Pott's puffy tumour
- Author
-
A. Pompucci, P. Magistrelli, M. Castagneto, G. Paludetti, L. Corina, E. Minutilli, and C. Anile
- Subjects
medicine.medical_specialty ,business.industry ,Cutaneous fistula ,Medicine ,Surgery ,Presentation (obstetrics) ,business ,Pott's puffy tumour - Published
- 2008
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38. P17 Clinical features and prognostic factors in patients with head and neck cancer – Results from a multicentric study
- Author
-
G. Cadoni, S. Boccia, E. Leoncini, L. Petrelli, V. Vukovic, R. Pastorino, D. Arzani, C. Bosetti, C. Canova, W. Garavello, C. La Vecchia, M. Maule, E. Pira, J. Polesel, L. Richiardi, D. Serraino, L. Simonato, W. Ricciardi, M. Pandolfi ni, M. Batti sta, G. Paludetti, and G. Almadori
- Subjects
Cancer Research ,Oncology ,Oral Surgery - Published
- 2015
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39. Top-down proteomics for the investigation of saliva during human development
- Author
-
T. Cabras, F. Iavarone, B. Manconi, E. Pisano, L. Huang, A. Olianas, M.T. Sanna, M. Sanna, M. Arba, A. D'Alessandro, C. Desiderio, C. Martelli, A. Vitali, C. Tirone, A. Lio, G. Vento, C. Romagnoli, M. Cordaro, A. Manni, A. Fiorita, E. Scarano, L. Calò, G.C. Passali, P. Picciotti, G. Paludetti, V. Fanos, G. Faa, I. Messana, and M. Castagnola
- Published
- 2014
40. Different activation of kinases responsible for salivary proteins phosphorylation during human development
- Author
-
I. Messana, F. Iavarone, T. Cabras, B. Manconi, E. Pisano, L. Huang, A. Olianas, M.T. Sanna, M. Sanna, M. Arba, A. D'Alessandro, C. Desiderio, C. Martelli, A. Vitali, C. Tirone, A. Lio, G. Vento, C. Romagnoli, M. Cordaro, A. Manni, A. Fiorita, E. Scarano, L. Calò, G.C. Passali, P. Picciotti, G. Paludetti, V. Fanos, G. Faa, and M. Castagnola
- Published
- 2014
41. External vs. endonasal dacryocystorhinostomy: has the current view changed?
- Author
-
G, Savino, R, Battendieri, S, Traina, G, Corbo, G, D'Amico, M, Gari, E, Scarano, and G, Paludetti
- Subjects
Epiphora ,Nasolacrimal duct obstruction ,Humans ,Endoscopy ,Endonasal endoscopy ,Nose ,Rhinology ,Dacryocystorhinostomy - Abstract
In past years, external dacryocystorhinostomy has been considered the gold standard in terms of functional outcome for treatment for nasolacrimal duct obstruction. In comparison, interest in the use of the recently developed endonasal dacyocystorhinostomy procedure has been rekindled because of advances in instrumentation. For the past 10 years, differences in the outcomes between the two techniques have been reduced; thus, currently, the choice of the type of surgery is associated with the experience of the surgeon, resources available in the healthcare system and patient preferences.In passato la dacriocistorinostomia per via esterna (EXT-DCR) è stata considerata il gold standard in termini di risultato funzionale nel trattamento delle ostruzioni del dotto naso lacrimale. L'innovazione della strumentazione ha recentemente incrementato l'interesse per la dacriocistorinostomia endoscopica per via endonasale (EES-DCR). Negli ultini 10 anni le differenze in termini di risultati tra le due tecniche chirurgiche sono andate riducendosi; la scelta del tipo di tecnica chirurgica è attualmente legata all'esperienza del chirurgo, alle risorse economiche del sistema sanitario e alle preferenze del paziente.
- Published
- 2013
42. Transmastoid Endoscopic Approach to a Petrous Apex Cholesteatoma
- Author
-
B. Sergi and G. Paludetti
- Subjects
medicine.medical_specialty ,business.industry ,Petrous Apex ,Medicine ,Cholesteatoma ,Neurology (clinical) ,Radiology ,business ,medicine.disease - Published
- 2012
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43. Cerebral Blood Flow Changes Following Acoustic Stimuli Monitored by Transcranic Doppler
- Author
-
W. Di Nardo, G. Paludetti, S. Di Girolamo, P. Cannizzaro, E. Formica, A. Albanese, m. Visocchi, MOTTA, SERGIO, W., Di Nardo, G., Paludetti, S., Di Girolamo, Motta, Sergio, P., Cannizzaro, E., Formica, A., Albanese, and M., Visocchi
- Published
- 2000
44. Role of biofilms in chronic inflammatory diseases of the upper airways
- Author
-
L, Calò, G C, Passàli, J, Galli, G, Fadda, and G, Paludetti
- Subjects
Adult ,Male ,Microscopy ,Adolescent ,Bacteria ,Respiratory Mucosa ,Middle Aged ,Electron ,Young Adult ,Biofilms ,Chronic Disease ,Disease Progression ,Microscopy, Electron, Scanning ,Humans ,Female ,Scanning ,Settore MED/31 - OTORINOLARINGOIATRIA ,Child ,Respiratory Tract Infections ,Follow-Up Studies - Abstract
The objective of our studies was to document the presence of bacterial biofilms in recurrent and chronic infectious diseases of the upper airways (UA) (adenoiditis, tonsillitis, chronic rhinosinusitis) and to assess the association between the presence of biofilm and the maintenance of a chronic inflammation.16 surgical samples of tonsils and adenoids from patients with UA infections and 24 samples of ethmoid mucosa from patients who underwent endoscopic sinus surgery for chronic rhinosinusitis (CRS) were cultured using conventional methods and subjected to scanning electron microscopy (SEM) to detect evidence of biofilm.Bacterial biofilms were observed in 57.5% of chronically infected UA mucosa; in 41.7% of ethmoid mucosa of CRS patients they were significantly (p0.001) associated with a marked destruction of ciliated epithelium.Our studies confirm that biofilm formation plays a role in UA infections, it not only explains the resistance of these infections to antibiotic therapy, but also represents an important element that contributes to the maintenance of a chronic inflammatory reaction.
- Published
- 2011
45. Regeneration of inner ear sensory epithelium using stem cells: state of art
- Author
-
G Paludetti and A R Fetoni
- Subjects
Pathology ,medicine.medical_specialty ,business.industry ,Regeneration (biology) ,Lecture presentation ,lcsh:Geriatrics ,Embryonic stem cell ,Neural stem cell ,lcsh:RC952-954.6 ,medicine.anatomical_structure ,otorhinolaryngologic diseases ,medicine ,Inner ear ,sense organs ,Geriatrics and Gerontology ,Progenitor cell ,Stem cell ,business ,Neuroscience ,Cochlea ,Adult stem cell - Abstract
Contemporary research efforts have provided new insight into the processes underlying common hearing impairments include aging, genetic defects, and environmental stress such as excessive noise (NIHL) or chemotherapeutic drugs. The primary cause of hearing impairment involves the death of sensory cells (hair cells) and neurons in the cochlea which are irreplaceable in mammmals. Rehabilitative measures have traditionally been based on technical solutions: hearing aids and cochlear implants that can minimize the social impact of impairment, however the challenge for a successful hearing rehabilitation is definitely the prevention of cell death or regeneration of the sensorineural cells and neurons after cochlear damage. Addressing experimentally the first issue, we have shown that noise exposure and ototoxic drugs lead to apoptosis and by using neurotrophic factors and anti-apoptotic drugs as well as antioxidants, we have developed several therapeutic approaches of protection thus limiting the damage to the inner ear [1-3]. One of the most exciting areas involving hair-cell regeneration concerns regeneration of hair cells with the use of stem cells. The discovery of both adult and embryonic stem cells in the cochlea and evidence that they can be converted into hair cells raise hope for the development of stem-cell based treatment regimes to regenerate damaged cochlear components. Potential cell sources for inner ear transplantation include fetal dorsal root ganglion cells, neural progenitor cells, stem or progenitor cells isolated from inner ear, immortalized auditory neuroblast cells, embryonic stem cells (ESCs) and their derived neuronal cells, and marrow stromal cells and finally stem cells arising from amniotic fluid and placenta and olfactory progenitors [3,4]. Principal obstacles for the clinical application remain the effects of immunosuppression, induced-carcinogenesis and teratoma formation observed in the experimental models [3,4].
- Published
- 2010
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46. Inner ear involvement in Anderson-Fabry disease: long-term follow-up during enzyme replacement therapy
- Author
-
B, Sergi, G, Conti, and G, Paludetti
- Subjects
Adult ,Male ,Time Factors ,Adolescent ,Labyrinth Diseases ,Otology ,Middle Aged ,Young Adult ,alpha-Galactosidase ,otorhinolaryngologic diseases ,Disease Progression ,Fabry Disease ,Humans ,Enzyme Replacement Therapy ,Female ,sense organs ,Aged ,Follow-Up Studies - Abstract
This study aimed to evaluate audiological and vestibular involvement in Fabry disease and the effects of enzyme replacement therapy with human alpha-galactosidase A. The study population comprised 20 patients (11 males, 9 females) aged 15-69 years (mean 39.7). Patients underwent a complete clinical and instrumental evaluation before starting and during enzyme replacement therapy. Median follow-up was 51.5 months (range 25-73). Nine patients (45%) complained of hearing symptoms (hearing loss, tinnitus); for six of them the onset and/or progression of the hearing loss were sudden. Vertigo or dizziness was reported by 6 patients (30%). Audiological evaluation showed a sensorineural hearing loss in 18 ears (45%; 10 in male patients, 8 in females). The hearing thresholds for 0.5, 1, 2 and 4 kHz frequencies ranged from 10 to 65 dB HL. Hearing loss was unilateral in 8 cases (40%; 4 in male patients, 4 in females). Also high frequency hearing loss for 4 and 8 kHz was evaluated. No signs of retro-cochlear lesions were observed by means of otoacoustic emissions and auditory brainstem response. Vestibular examinations showed a functional impairment in 7 ears (17.5%, all male patients). During enzyme replacement therapy the auditory function showed some degrees of worsening but no significant changes were observed at statistical analysis. In conclusion involvement of the inner ear is common in men and women with Fabry disease. In this study, a high incidence of cochlear hearing loss was found, which was typically unilateral and showed onset and/or progression by sudden episodes. Vascular or hydropic mechanisms could be hypothesized to explain audiological findings. Vestibular involvement showed a lower incidence and different pattern, thus suggesting that several patho-physiological mechanisms could play a role in determining inner ear damage in Fabry disease. Results obtained show that enzyme replacement therapy may stabilize hearing function; however, further studies on the physiopathology of the inner ear damage are needed.
- Published
- 2009
47. Contents, Vol. 141, 1991
- Author
-
M. Nicaise, Elisabeth M. Schraner, G. Venti, Ricardo Martinez-Murillo, Elena R. Andreeva, S. Andracchi, M.J. Daaod, S.K. Saidapur, Robert D. Yates, J. Sonoo, Kazuyoshi Higashi, E. Donti, S.B. Patil, John W. Hermanson, J.F. Escanero, Alexander N. Orekhov, G. Godlewski, T. Gomi, F.M. Tripathi, José M. López-Novoa, S. Rodriguez, Henri Lauwers, Guillermo Giménez-Gallego, Paul Simoens, H. Tsuchiya, K. Kishi, Peter J. Wild, B. Keller, V.K. Shukla, S.K. Pandey, Fernando Carceller, Maria Bodo, N. Arena, V.N. Smirnov, Shozo Sasa, M.T. Hegemann-Monachelli, A. Kimura, E. Becchetti, T. Baron, A. Caballero, G. Paludetti, C.B. Tripath, Pedro Cuevas, A.S. Ayettey, C.N.B. Tagoe, G.E. Korte, Y. Kikuchi, W.A. LaFramboise, and R. Gaubert-Cristol
- Subjects
Histology ,Anatomy - Published
- 1991
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48. EMBRYOGENESIS, ORGANOGENESIS AND PLANT REGENERATION FROM ANTHER CULTURE IN VITIS
- Author
-
G. Paludetti, Maria Maddalena Altamura, M. Crespan, and A. Cersosimo
- Subjects
Horticulture ,Genetic resources ,Regeneration (biology) ,Botany ,Embryogenesis ,Stamen ,Organogenesis ,Biology - Published
- 1990
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49. Biofilm formation by Haemophilus influenzae isolated from adeno-tonsil tissue samples, and its role in recurrent adenotonsillitis
- Author
-
J, Galli, L, Calò, F, Ardito, M, Imperiali, E, Bassotti, G, Fadda, and G, Paludetti
- Subjects
Male ,Tonsillitis ,Recurrence ,Biofilms ,Adenoids ,Palatine Tonsil ,Humans ,Female ,Child ,Infection ,Haemophilus influenzae - Abstract
Aim of the present study was to identify bacterial biofilms in tissue samples obtained from paediatric patients undergoing surgical treatment, for chronic and recurrent adeno-tonsillitis, not responding to repeated cycles of selective medical antibiotic and anti-inflammatory treatment and to assay the ability of Haemophilus influenzae strains, most frequently identified in the culture examinations, to grow as biofilm in vitro. Overall, 25 surgical specimens (15 adenoids, 10 tonsils) were examined from the upper respiratory tract, from 15 paediatric patients (mean age 6 years). All patients were affected by recurrent and/or chronic adenoiditis and adenotonsillitis unresponsive to selective antibiotic and anti-inflammatory therapy. Tissues were cultured using conventional methods and subjected to scanning electron microscopy for detection of biofilm. Haemophilus influenzae strains, were cultured on 96-sterile well polystyrene microtitre plates (CELLSTAR-greiner bio-one) and stained with 1% crystal violet to quantify biofilm production. Bacterial cocci attached to the tissue surface and organized in colonies, with a morphology consistent with bacterial coccoid biofilms, were observed in all adenoid (15/15) and in 6/10 tonsil samples. Haemophilus influenzae isolates from 12/25 (48%) of our tissue samples scored a percent transmittance (%Tbloc) > 50, displaying a high capacity to form biofilms (level 4). In conclusion identification of bacterial biofilms in chronic and/or recurrent paediatric upper airway inflammatory processes and the capacity to produce biofilm in vitro, demonstrated by Haemophilus influenzae (the most frequently identified bacteria in our samples), could be related to the aetiopathogenic role of biofilms in chronic inflammatory mucosal reactions and to the resistance of these infections to selective antibiotic therapy.
- Published
- 2007
50. GSTT1 and GSTM1 allelic polymorphisms in head and neck cancer patients from Italian Lazio Region
- Author
-
Ettore Capoluongo, Bruno Giardina, Francesca Vendittelli, Franco Ameglio, Concetta Santonocito, Paola Concolino, Francesco Bussu, G Paludetti, Giovanni Almadori, Cecilia Zuppi, J Galli, Capoluongo, E., Almadori, G, Concolino, P, Bussu, F, Santonocito, C, Vendittelli, F, Galli, J, Zuppi, C, Ameglio, F, Paludetti, G, and Giardina, B
- Subjects
Oncology ,Male ,medicine.medical_specialty ,Clinical Biochemistry ,Biochemistry ,Internal medicine ,Genotype ,medicine ,Humans ,Allele ,Risk factor ,Alleles ,Glutathione Transferase ,Polymorphism, Genetic ,business.industry ,Biochemistry (medical) ,Head and neck cancer ,Confounding ,General Medicine ,Middle Aged ,medicine.disease ,Head and neck squamous-cell carcinoma ,Lazio region ,Italy ,Head and Neck Neoplasms ,Cohort ,Female ,business - Abstract
Background The association between head and neck squamous cell carcinoma (HNSCC) and allelic variants of glutathione S-transferase M1 (GSTM1) and -T1 (GSTT1) is currently controversial. The present study investigates the prevalences of GSTT1 and GSTM1 polymorphism in a cohort of 100 head and neck cancer patients, 100 healthy donors and 200 controls with non-neoplastic head and neck diseases from Italian Lazio Region. Methods The patients with benign head and neck pathologies, as well as the healthy donors were matched for age, sex, cigarette smoke (yes/no) and alcohol consumption (yes/no). Molecular definition of GSTT1 and GSTM1 genotype has been performed by means of allele-specific PCR technique. Results A significant association between head and neck cancer and GSTM1 null genotype was observed both considering benign disease controls (p = 0.001, OR = 2.613; 95% C.I. = 1.48–4.62), and healthy donors (p = 0.0003, OR = 3.35; 95% C.I. 1.69–6.67) while no significant association was found with GSTT1 null genotype (p ≥ 0.14). No interactive association was observed when combining the different genotypes of the two polymorphisms. These results were confirmed after correction for daily number of cigarettes and period of tobacco exposure. Conclusions The present study confirms a role for genetic alterations of GSTM1 detoxifying enzyme as a risk factor for the development of HNSCC in patients from the Italian Lazio Region, independently of age, sex and other confounding variables.
- Published
- 2006
Catalog
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