Search

Questa tesi offre l’analisi di alcuni racconti fantastici scritti da Dino Buzzati, giornalista, pittore e autore italiano che ha creato tante opere durante il Novecento. All’inizio della tesi vengono presentate caratteristiche particolari di quel periodo che hanno avuto influsso sulla produzione letteraria Poi, c’è un’introduzione teorica al fantastico come genere e modo letterario seguita dall’analisi di otto racconti trovati nell’autoantologia intitolata Sessanta racconti. Nella tesi, i racconti sono divisi attraverso i temi e i motivi principali con cui si occupano come la morte, la nostalgia, il passare del tempo e la natura. Nell’analisi si cerca di trovare diversi modi in cui Buzzati approfonde questi motivi usando elementi tipici per la letteratura fantastica. Ovaj rad predstavlja analizu fantastičnih priča Dina Buzzatija, talijanskog novinara, slikara i pisca koji je tijekom dvadesetog stoljeća napisao mnoga djela. Na početku rada iznose se pojedine karakteristike toga razdoblja koje su utjecale na književnu produkciju. Zatim se prelazi na teorijski uvod u fantastiku kao žanr i književnu formu nakon čega slijedi analiza osam kratkih priča koje su objavljene u antologiji pod nazivom Sessanta racconti. Priče su u radu podijeljene po glavnim temama i motivima kojima se bave poput smrti, nostalgije, prolaska vremena i prirode. Analizom priča nastoje se utvrditi različiti načini na koje Buzzati razrađuje te motive koristeći se elementima tipičnim za fantastičnu književnost. This thesis offers an analysis of selected fantastic stories written by Dino Buzzati, an Italian journalist, painter and author who produced many works during the twentieth century. The thesis begins with a description of characteristics particular for that period and ways in which they influenced literary production. Then, there is a theoretical introduction to fantasy as a genre and literary mode followed by the analysis of eight short stories found in the auto-anthology entitled Sessanta racconti. The tales are divided according to the main themes and motifs they deal with such as death, nostalgia, the passage of time and nature. The analysis seeks to find different ways in which Buzzati elaborates on these motifs using elements typical of fantastic literature.

Obiettivo del seguente contributo è stato mostrare come possa essere rilevata una certa continuità tematica nella rappresentazione della donna – inevitabilmente connessa ai concetti di attesa e assenza, ricorrenti in tutta l’opera buzzatiana – all’interno di Inviti superflui, racconto-monologo appartenente ai Sessanta racconti (1958), e all’interno del romanzo Un amore (1963). Le due figure femminili descritte nelle due opere, difatti, risultano accomunate non solo da caratteristiche psicologiche e comportamentali affini, ma anche da una forte tendenza alla privazione: appaiono, infatti, come figure ambigue, inafferrabili, oscure, lontane – tanto fisicamente quanto ideologicamente – dai rispettivi amanti.

Il tema di questa tesi sono i racconti fantastici di Dino Buzzati che fanno parte della raccolta Sessanta racconti. All’inizio della tesi si descrive la biografia di Buzzati che è diventato famoso come il Kafka italiano grazie al suo unico modo di scrivere. Dopo la biografia, si parla della teoria del fantastico dove sono elencati i procedimenti formali e i sistemi tematici spesso usati nella letteratura fantastica. Dopo che sono state descritte le caratteristiche del fantastico, si focalizza sul lavoro letterario appartenente al modo fantastico di Buzzati. La seconda parte della tesi contiene l’analisi degli elementi fantastici presenti nei racconti scelti: Il mantello, Gli amici, Ombra del Sud, La fine del mondo, Il borghese stregato, Una goccia, I topi ed Eppure battono alla porta. Tema ovog diplomskog rada su fantastične novele Dina Buzzatija koje čine dio zbirke Sessanta racconti. Na početku rada opisuje se biografija Buzzatija koji je postao poznat kao talijanski Kafka zahvaljujući svom jedinstvenom načinu pisanja. Nakon biografije slijedi kratka teorija fantastičnog gdje su izdvojeni formalni postupci i tematski sustavi često korišteni u fantastičnoj književnosti. Nakon opisanih karakteristika fantastičnog, naglasak se stavlja na Buzzatijev književni rad koji pripada fantastičnome. Drugi dio rada sadrži analizu fantastičnih elemenata prisutnih u odabranim novelama: Il mantello, Gli amici, Ombra del Sud, La fine del mondo, Il borghese stregato, Una goccia, I topi i Eppure battono alla porta. Tema ovog diplomskog rada su fantastične novele Dina Buzzatija koje čine dio zbirke Sessanta racconti. Na početku rada opisuje se biografija Buzzatija koji je postao poznat kao talijanski Kafka zahvaljujući svom jedinstvenom načinu pisanja. Nakon biografije slijedi kratka teorija fantastičnog gdje su izdvojeni formalni postupci i tematski sustavi često korišteni u fantastičnoj književnosti. Nakon opisanih karakteristika fantastičnog, naglasak se stavlja na Buzzatijev književni rad koji pripada fantastičnome. Drugi dio rada sadrži analizu fantastičnih elemenata prisutnih u odabranim novelama: Il mantello, Gli amici, Ombra del Sud, La fine del mondo, Il borghese stregato, Una goccia, I topi i Eppure battono alla porta.

L’adattamento cinematografico di "La famosa invasione degli orsi in Sicilia" di Dino Buzzati nel lungometraggio d’animazione di Lorenzo Mattotti, una coproduzione italo-francese uscita nel 2019, offre l’opportunità di analizzare le varianti linguistiche e le variazioni testuali rispetto al testo originario, la riscrittura musicata dei testi per canzone e delle filastrocche presenti nel libro illustrato per bambini, il dialogo tra l’immagine in movimento e i disegni buzzatiani, e permette quindi di affrontare una particolare lettura d’artista del lavoro buzzatiano. Infatti, la traduzione intermediale di un testo sincretico come LFIOS comporta degli interventi funzionali al linguaggio d’arrivo, ma tali interventi sono anche indicativi della lettura attuata da chi li ha effettuati. Sono infatti un parziale “tradimento” ma possono anche essere un “arricchimento” del testo originario, nonché eventualmente una sua “correzione” (in termini di coerenza e coesione testuale), quindi a tutti gli effetti una interpretazione.

Forse proprio di asfissia temeva di morire Dino Buzzati poco prima di scrollarsi di dosso le etichette che qualcuno insistentemente voleva appiccicargli, preferendo di gran lunga l’esser considerato fuori categoria. L’autore delleStorie dipinte, titolo più che eloquente, dimostrando che «dipingere e scrivere […] sono in fondo la stessa cosa», ribadisce una consonanza che è anche un invito ad abbandonare la sterile abitudine di collocare illustratori e scrittori in compartimenti stagni, senza presupporre tra di essi alcuna soluzione di continuità. Se proprio li si vuole immaginare chiusi i contenitori del sapere umanistico, bisognerà almeno attribuirgli un difetto di ermeticità tale da spiegare quel fervido e imperituro dialogointer artesdi cui Buzzati e tutti gli artisti poliedrici come lui costantemente si nutrono.

Submitted by Vanessa Matiola (vanessa.matiola@unesp.br) on 2020-08-17T19:40:02Z No. of bitstreams: 1 MATIOLA, Vanessa. O fantástico e o gótico nos contos de Dino Buzzati.pdf: 1552368 bytes, checksum: f4c3e1534e0e603e2fbe83b90df9a4d8 (MD5) Rejected by Carolina Lourenco null (carolinalourenco@fclar.unesp.br), reason: Boa tarde, Vanessa, para aprovação no Repositório Institucional da UNESP, serão necessárias algumas correções na sua dissertação. Solicitamos que realize uma nova submissão seguindo as orientações abaixo: *Na folha de aprovação: faltou a Universidade a que o professor CARLOS EDUARDO MONTE pertence; *Se possível, tente colocar as informações da folha de aprovação em apenas uma página; Em caso de maiores dúvidas, entrar em contato com as bibliotecárias da Seção de Referência (Elaine ou Camila) elaine.batista@unesp.br ; camila.serrador@unesp.br. Agradecemos a compreensão. on 2020-08-18T16:35:55Z (GMT) Submitted by Vanessa Matiola (vanessa.matiola@unesp.br) on 2020-08-18T20:46:26Z No. of bitstreams: 1 MATIOLA, Vanessa. O fantástico e o gótico nos contos de Dino Buzzati.pdf: 1551499 bytes, checksum: 024e491a62a63e37afb0e452591064a5 (MD5) Approved for entry into archive by Carolina Lourenco null (carolinalourenco@fclar.unesp.br) on 2020-08-19T16:32:58Z (GMT) No. of bitstreams: 1 matiola_v_me_arafcl.pdf: 1551499 bytes, checksum: 024e491a62a63e37afb0e452591064a5 (MD5) Made available in DSpace on 2020-08-19T16:32:58Z (GMT). No. of bitstreams: 1 matiola_v_me_arafcl.pdf: 1551499 bytes, checksum: 024e491a62a63e37afb0e452591064a5 (MD5) Previous issue date: 2020-07-20 Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES) O italiano Dino Buzzati declarava-se um escritor fantástico. Tendo se tornado mais conhecido no Brasil após o ensaio “Quatro esperas” (1993) de Antonio Candido, que menciona seu romance Il deserto dei Tartari (O Deserto dos Tártaros) (1940), Buzzati possui uma vasta obra que abrange diferentes produções artísticas. Alguns de seus temas caros são a angústia, o incontrolável passar do tempo, a espera, o medo da morte, a indiferença do destino, o inevitável, a viagem, a guerra, dentre outros. A vida quotidiana vista de diversos ângulos também é algo recorrente na obra buzzatiana, como é possível observar em contos nos quais gotas sobem ao invés de cair, ratos dominam um ambiente familiar e alienígenas conversam com um padre. Em seus contos e crônicas, já foram apontadas misturas entre as dimensões do real e do fantástico, de maneira que, às vezes, é difícil distinguir uma forma da outra. Considerando a presença de elementos fantásticos em produção literária, assim como de elementos sombrios, o presente trabalho se propõe a apresentar contos do autor sob as perspectivas do fantástico e do gótico. Para isso, foram selecionadas narrativas retiradas das coletâneas Sessanta racconti (Sessenta contos) (1958) e La boutique del mistero (1968), com os melhores contos de Dino Buzzati segundo ele mesmo. Italian author Dino Buzzati considered himself a writer of fantastic literature. Buzzati became better known in Brazil after Antonio Candido’s essay ‘Quatro esperas’ (1993), in which the novel Il deserto dei Tartari (The Tartar Steppe) (1940) is mentioned. Other than novels, Buzzati has a vast work that covers diverse artistic productions. Some of his dearest themes are anguish, the uncontrollable passing of time, waiting, the fear of death, Fate’s indifference, the inevitable, travels, wars, among others. Daily life seen from different perspectives is also a recurring feature of Buzzati’s work, as it can be noticed in short stories in which water drops rise instead of falling, rats dominate a domestic environment and aliens talk to a priest. It has already been pointed out that his short stories and chronicles present a combination of the dimensions of reality and fantasy, so that it is sometimes difficult to distinguish one form from the other. Considering the occurrence of fantastic elements in his literary production, as well as dark elements, this work aims to present the author’s short stories from a fantastic and gothic perspective. To this end, narratives taken from short story collections Sessanta racconti (1958) and La boutique del mistero (1968) were selected, in which Buzzati’s best short stories can be found, according to Buzzati himself.

Superati �novant?anni d?impazienza� e dopo un lungo periodo votato all?autocommento e all?esplorazione delle proprie intenzioni, Raffaele La Capria ha raccolto le sue opere in due Meridiani curati da Silvio Perrella. La Capria ne ha celebrato l?uscita nella prolusione inaugurale di Salerno Letteratura, poi confluita nel breve autoritratto narrativo "Introduzione a me stesso" (2014). In questa sede, l?autore � tornato su alcuni punti essenziali della sua riflessione sulla scrittura, come la relazione, reciproca e ineludibile, fra tradizione e contemporaneit�. All?epilogo del �romanzo involontario� di una vita, La Capria guarda retrospettivamente alla propria esperienza come ad un?autentica educazione intellettuale. Perci�, muovendo da un?intervista inedita del 2015, riportata integralmente in appendice, la tesi ha l?obiettivo di ricostruire l?apprendistato letterario di La Capria dai primi anni Trenta, quando l?autore ancora frequentava il ginnasio, fino all?inizio dei Sessanta, quando ottenne il premio che ne avrebbe assicurato il successo. Il percorso, che riesamina l?intera bibliografia lacapriana nella sua variet� e nella sua stratificazione, si articola in una serie di fasi interdipendenti: la partecipazione indiretta alle iniziative dei GUF (intorno alle riviste �IX maggio� e �Pattuglia�); l?incursione nel giornalismo e l?impegno culturale nell?immediato dopoguerra (sulle pagine di �Latitudine� e di �SUD�); l?attivit� di traduttore dal francese e dall?inglese (da Andr� Gide a T.S. Eliot); l?impiego alla RAI come autore e conduttore radiofonico (con trasmissioni dedicate a Orwell, Stevenson, Saroyan e Faulkner); la collaborazione con �Il Gatto Selvatico�, la rivista dell?ENI voluta da Enrico Mattei e diretta da Attilio Bertolucci; e le vicende editoriali dei suoi primi due romanzi, ?Un giorno d?impazienza? (1952) e ?Ferito a morte? (1961), fino alla conquista dello Strega. La rilettura dell?opera di uno scrittore semi-autobiografico come La Capria, attraverso il costante riscontro di fonti giornalistiche, testimonianze epistolari e documenti d?archivio che avvalorano e occasionalmente smentiscono la sua versione dei fatti, diventa allora un?occasione per immergersi nella sua mitografia personale e avventurarsi in territori finora poco esplorati: come la ricostruzione del suo profilo culturale, a partire dal milieu in cui La Capria vive e opera, o l?incidenza delle letture e delle esperienze giovanili sulla sua prassi letteraria.

Buzzati’s brief tale Il critico d’arte (1956), whose main character impatiently writes and rewrites his review of a painting exhibition, each time in a more obscure and nonsensical language, has generally been interpreted as a mere parody of the pretentious style of art critics. As a result, its narrative frame, characterised by a rhetorical crescendo known in Buzzati’s terms as progressione, has often been neglected. Nevertheless, the three drafts of the critic’s review scattered in the tale can itself be considered as part of the narrative progression. As a matter of fact, the three versions build an expressive climax, reproducing, on a microtextual level, the wider rhetorical crescendo of the tale.

As obras literárias do italiano Dino Buzzati são marcadas pela angústia que o autor insere em sua escrita. Seus contos geralmente são estudados como narrativas fantásticas por trazerem um elemento sobrenatural com frequência. Este elemento, por sua vez, é o que faz com que as personagens experimentem uma inquietação angustiante. Contudo, outro possível aspecto que se destaca nas narrativas curtas buzzatianas é o insólito enquanto desencadeador da angústia, uma vez que o é tudo aquilo que foge da realidade de um indivíduo. Ao passar por uma experiência insólita, um sujeito vê todas as suas verdades, componentes que formam a base do seu conceito de “real”, desaparecerem. A sua realidade sólida, portanto, se dilui, o que faz com que ele experimente a angústia provocada por algo estranho. Dado que o ensaio “Das unheimliche” (traduzido como “O estranho” e “O inquietante”), de Sigmund Freud, trata justamente do estranho e é uma das bases fundamentais para o estudo do insólito, este artigo procurará relacionar a teoria freudiana do estranho com o insólito e com o medo dentro do conto “Eppure battono alla porta”, do escritor italiano Dino Buzzati.

Submitted by Carlos Eduardo Monte (carlos.e.monte@unesp.br) on 2019-05-23T16:45:45Z No. of bitstreams: 1 Tese. O herói do romance e o protagonista inativo. Razões da inércia na construção de O deserto dos Tártaros, de Dino Buzzati. MONTE, Carlos Eduardo. Araraquara-SP. Unesp, 2019..pdf: 2360531 bytes, checksum: bd8be69809e32bff222e1a479a02f7e5 (MD5) Approved for entry into archive by Milena Maria Rodrigues null (milena@fclar.unesp.br) on 2019-05-23T19:12:02Z (GMT) No. of bitstreams: 1 monte_ce_dr_arafcl.pdf: 2360531 bytes, checksum: bd8be69809e32bff222e1a479a02f7e5 (MD5) Made available in DSpace on 2019-05-23T19:12:02Z (GMT). No. of bitstreams: 1 monte_ce_dr_arafcl.pdf: 2360531 bytes, checksum: bd8be69809e32bff222e1a479a02f7e5 (MD5) Previous issue date: 2019-04-22 Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES) Esta tese tem como objetivo principal demonstrar que o protagonista do livro O deserto dos Tártaros (1940), de Dino Buzzati, está inscrito como um dos heróis representantes do limiar entre o modernismo e o contemporâneo. Giovanni Drogo é o herói que, no momento seguinte em que veste seu uniforme de oficial, experimenta um vazio existencial que o faz, em resposta, replicar: “Que coisa sem sentido!”. Tomado desse sentimento, muitas vezes a inércia será a única resposta possível deste protagonista frente aos requerimentos cotidianos. A partir dessa premissa, articulando teoria literária, filosofia e contexto, arvoramo-nos em identificar as razões que fundam a heroicidade de Drogo. Após o prefácio, segue-se o capitulo de introdução, no qual tecemos algumas considerações acerca da figura do herói, procurando evidenciar como, nos séculos XVIII e XIX, esse conceito passa por perceptível modificação, graças à ascensão e sedimentação do romance, tal como hoje o conhecemos. Entremeiam a introdução e o capítulo final, três capítulos centrais que formam, em conjunto, a demonstração da tese defendida: de que as razões de Drogo respondem, necessariamente, a uma nova forma de se relacionar e conhecer o mundo. Resignação, recusa e renúncia associam-se em cada um destes capítulos, os quais se iniciam sempre a partir de uma cena fundamental, seguida de sua avaliação. Chegamos ao capítulo final com a possibilidade de identificar, não apenas a posição de Drogo como herói – atendendo, como um prógono, reivindicações que nas décadas seguintes viriam a se sedimentar – mas, também, com a possibilidade de lançar algumas aberturas teóricas à figura do protagonista e uma eventual heroicidade que o alçaria à condição de herói do epitáfio, resumidamente, daquele que está sobre (epi) o túmulo (taphos), pondo em evidência a estrutura metanarrativa que sustenta a guerra como acontecimento fundante. Abstract: This thesis has as the main objective to show that the protagonist of the book The Tartar Steppe (1940), by Dino Buzzati, is registered as one of the representative heroes of the barrier between modernism and what would be considered contemporary. Giovanni Drogo is the hero that, right after he puts on his officer’s uniform, experiments an existential emptiness that makes him, in response, state: “What a nonsense!”. Taken by this feeling, often the inertia will be the only possible answer this protagonist will offer while facing daily requests. Starting from this premise, articulating literary theory, philosophy and context, we stand up to identify the reasons that establish the heroism of Drogo. After the preface, the introduction chapter follows, at which we develop some considerations about the image of the hero, trying to demonstrate how, during the 18th and 19th centuries, this concept goes through a noticeable modification, thanks to the ascension and sedimentation of the novel, as we know it today. Between the introduction and the final chapter are three main chapters that shape, together, the demonstration of the defended thesis: that the reasons of Drogo respond, necessarily, to a new way to connect and to discover the world. Resignation, refusal and renouncement connect to each of these chapters, which start always from a fundamental scene, followed by its examination. We reached the final chapter with the possibility of identifying not just the position of Drogo as a hero – serving, as a pioneer, demands that, during the next decades, would come to consolidate – but, also, with the possibility of introducing new theoretical openings to the protagonist figure and an eventual heroism that would launch him to the status of epitaph hero; in short, of the one that is under (epi) the grave (taphos), exhibiting the meta-narrative structure that maintains war as a founding happening.

Nella tesi si studia il romanzo di Dino Buzzati Il segreto del Bosco Vecchio pubblicato nel 1935. Nell’analisi si mettono in risalto procedimenti narrativi e i temi più praticati dalla letteratura fantastica. L’indagine ci permette di illustrare le caratteristiche principali dell’allegorismo e del moralismo buzzatiano sottolineato soprattutto nelle dicotomie morte-vita, giovinezza-vecchiaia, città-campagna e innocenza-malvagità. Svrha ovog diplomskog rada je analiza romana Tajna Stare Šume Dina Buzzatija obljavljenog 1935. godine. U analizi naglasak je stavljen na fantastična sredstva i metode koje se mogu često naći u fantastičnoj literaturi. Istraživanje nam dozovoljava da predstavimo glavne karakteristike Buzzatijeve alegorije i moralizma koje se ponajviše ističu u dihotomijama smrt-život, mladost-starost, grad-selo, nevinost-zloća. Dino Buzzati’s novel The secret of the Old Woods published in 1935 is studied in this thesis. In the analysis, the emphasis is placed on the fantastic devices and methods mostly found in the fantastic literature. The research allows us to illustrate the main characteristics of Buzzati’s allegory and moralism principally underlined in dichotomies death-life, youth-old age, city-countryside, and innocencemalice.

Целью авторов статьи является привлечение внимания к современной итальянской рождественской прозе и творчеству Дино Буццати (в его творческое наследие входят порядка тридцати рождественских произведений). В статье доказывается возрождение литературного жанра рождественского рассказа в итальянской литературе после падения фашизма и окончания Второй мировой войны. На материале произведений крупнейшего итальянского писателя ХХ в. авторы статьи подробно анализируют трансформацию жанра. Произведения исследуются с учетом литературного процесса, стремительного изменения исторической обстановки. В статье выявлена авторская интерпретация жанра рождественского рассказа, заключающаяся в соединении элементов фантастики и реализма в рамках одного произведения. Дино Буццати не только продолжает, но и новаторски развивает диккенсовские рождественские традиции. В его рассказах выделяются темы, ставшие к этому времени традиционными для жанра, однако, как показывают авторы статьи, актуализируются и модернизируются, переносятся в современность именно диккенсовские образы, поднимаются проблемы современного общества. Таким образом, Рождество в творчестве Дино Буццати и других писателей представляется «зеркалом» мира, который находится в непрерывном развитии, поэтому дальнейший сопоставительный анализ особенностей жанра современного итальянского рождественского рассказа в творчестве других авторов является перспективным направлением для исследования., The authors’ goal is to attract attention to contemporary Italian Christmas themed prose and Dino Buzzati’s works in particular (approximately 30 Christmas stories and essays belong to the artistic heritage). The paper proves the rebirth of the literary genre of Christmas carol in Italian Literature after the fall of the fascism and the end of the WWII. The authors analyze in detail the genre transformation on the material of one of the greatest Italian writers of the 20th century. The paper examines the works taking into account both literary process and changing historical context. The article reveals the authors’ interpretation of the Christmas carol genre which consists in combining elements of fantasy and realism within a single work. Dino Buzzati not only continued, but also innovatively developed Dickens’ Christmas traditions. Buzzati’s stories highlight themes that have become traditional for the genre by that time. However, Dickensian images are actualized and updated, transferred to modernity, and problems of modern society are raised. Christmas in the works of Dino Buzzati and other writers seems to be the “mirror” of the world which is constantly developing. Therefore, comparative research, further analysis of the genre features of contemporary Italian Christmas story in the works of other authors proves to be a good perspective for further research.

In Buzzati sono costanti le inferenze fra scrittura e pittura: si pensi alle tavole de Il Babau e all’omonimo racconto de Le notti difficili (1971), oppure a Il Colombre, acrilico riecheggiante il racconto del 1966; oppure, si pensi a compresenze di pittura e scrittura, che, partendo da La famosa invasione degli orsi in Sicilia (1945), porteranno al Poema a fumetti (1969), ‘fumetto d’autore’ pienamente ascrivibile alla categoria del Graphic Novel. Il contributo intende analizzare sia gli elementi di discontinuità fra queste due opere, in relazione al rapporto quantitativo e qualitativo fra disegno e parola nonché ai diversi destinatari (bambini/adulti); sia quelli di continuità, che attraversano i sentimenti e le età della vita e individuano un nucleo dell’anima umana, dove ha sede la fantasia, che gli uomini devono custodire in opposizione ai loro tempi, sia che essa si celi dietro l’orso Tonio, sia che indossi le vesti di un Orfeo post-moderno, di nuovo disceso agli Inferi.

In questo ritratto scientifico si traccia un giudizio dell'attività di Maria Luisa Altieri Biagi, una storica della lingua di cui si analizzano i lavori, che si sono mossi dalla lingua medica di Due-Trecento a quella di Galileo, dalla lingua della medicina di Redi a Magalotti e di alri scienziati di Sei e Settecento, da Cellini a Dino Buzzati, dalla lingua del teatro agli interessi di didattica della lingua.

La sfida proposta dal volume di Carbone è ambiziosa perché intende analizzare all’interno dell’opera buzzatiana quattro macro-questioni che intrecciano scritture e immagini, dedicando a ciascuna di esse un preciso capitolo: Buzzati critico d’arte, Buzzati e le forme estetiche di massa, L’immaginario dipinto di Dino Buzzati, Buzzati disegnatore.

Ne "I miracoli di Val Morel" (1971) – una raccolta di immaginarie pitture votive originarie della valle bellunese e dedicate a Santa Rita – Dino Buzzati contrappone due tipi femminili: la peccatrice e la santa; la donna lussuriosa e la donna casta; la donna della tentazione e la donna della salvezza; la donna che espone il proprio corpo allo sguardo maschile e la donna pudica in abiti agostiniani. Le due figure femminili non costituiscono però una semplice contrapposizione tra due tipi ideali di donna, estetici o moraleggianti, ma la loro compresenza, nel testo verbale e visivo, si lega strettamente alle strategie di veridizione o, detto altrimenti, alla ricerca della verità, tema centrale dell’intera opera. In "I miracoli di Val Morel" (1971) - a collection of imaginary votive paintings from the Belluno valley and dedicated to Santa Rita - Dino Buzzati contrasts two female types: the sinner and the saint; the luxurious woman and the chaste woman; the woman of temptation and the woman of salvation; the woman who exposes her body to the male gaze and the modest woman in Augustinian clothes. The two female figures are not, however, a simple contrast between two types of ideal woman, aesthetic or moralizing, but their presence, in the verbal and visual text, is closely linked to the strategies of truth or, otherwise said, the search for truth, the central theme of the entire work.

Se è possibile ipotizzare che la tematica principale dei Miracoli di Val Morel di Dino Buzzati sia quella del credere, in realtà si tratta non soltanto dell’espressione di una fede cieca e incondizionata, ma di un allargamento della prospettiva in un credo universale, declinato in tutti i suoi aspetti, dalle verità religiose a quelle delle cronache, dalle verità della letteratura a quelle della pittura, dalle verità interiori basate sulla corporeità sensibile a quelle oggettive ricostruite in base alle documentazioni visive e verbali In particolare, Buzzati rappresenta non tanto il credere, nella sua accezione universale, quanto la crisi del credere, quel momento indecidibile in cui l’adesione alla verità è tanto più palesemente ostentata – gli ex voto sono la testimonianza del miracolo avvenuto – quanto fortemente criticata – innanzitutto attraverso un procedimento indiziario. Le diverse parti dell’opera sono utilizzate come una documentazione verbale e visiva messa al servizio dell’accertamento della verità gnoseologica oltre che religiosa. Il saggio si concentrerà sull’analisi della voce narrante delle didascalie, a metà strada tra realismo magico e letteratura folclorica, tra catalogo d’arte e raccolta di racconti brevi If it is possible to hypothesize that the main theme of Miracles of Val Morel by Dino Buzzati is that of belief, in reality it is not only the expression of a blind and unconditional faith, but an enlargement of the perspective in a universal belief, declined in all its aspects, from the religious truths to those of the chronicles, from the truths of literature to those of painting, from the inner truths based on the bodily sensible to the objective ones reconstructed on the basis of the visual and verbal documentation. In particular, Buzzati is not so much the belief, in its universal meaning, as the crisis of belief, that undecidable moment in which adherence to the truth is so much more ostentatious - the ex voto are the witness of the miracle occurred - how strongly criticized - first of all through an indicative procedure. The different parts of the work are used as verbal and visual documentation put at the service of the ascertainment of the gnoseological truth as well as religious. The paper aims on the analysis of the narrative voice of the captions, halfway between magical realism and folklore literature, between the art catalog and the collection of short stories.

L’articolo analizza il tema del conflitto e della guerra nell’opera di Dino Buzzati (1906-1972). Il corpus oggetto di studio comprende racconti e pagine diaristiche, cronache di guerra e testi per bambini (La famosa invasione degli orsi in Sicilia). A partire dalle dichiarazioni rilasciate dall’Autore a Yves Panafieu, si ricostruisce il profilo dell’ideologia buzzatiana, antimoderna e pre-novecentesca, ma anche l’idea di una guerra romantica e idealizzata, legata ai miti letterari dell’eroismo e della bella morte, riconoscibili sia nei testi narrativi (per esempio nel Deserto dei Tartari) sia nelle cronache di guerra degli anni Quaranta. Tale ideologia si arricchisce, specie dopo la fine della seconda guerra mondiale, di una visione più realistica e sofferta, che conduce alla constatazione dell’inutilità della guerra e, quindi, al suo esplicito rifiuto. Quanto alle dinamiche conflittuali, si mostra come esse siano ampiamente presenti nei racconti buzzatiani, così come nelle pagine riflessive e aforistiche, dove si configurano come «la vera essenza dell’umanità»: ne danno testimonianza racconti come Le aquile (sul conflitto tra mondo umano e mondo animale) e Non aspettavano altro (sulla dinamica conflittuale scatenata dall’incontro con lo straniero e il diverso). Il contributo offre inoltre un’analisi della novella La corazzata “Tod” che mette in luce la presenza di un ipotesto dantesco – il canto di Ulisse – da cui Buzzati riprende sintagmi, stilemi e intere sequenze narrative. Ne risulta un’interpretazione che sottolinea la centralità del testo dantesco, di cui la novella buzzatiana si pone come riscrittura o parafrasi. This article examines the different ways in which war is thematized in Dino Buzzati’s work (1906-1972). The corpus under investigation consists of his main work (Il deserto dei Tartari) as well as some of his minor works (from La famosa invasione degli orsi in Sicilia to Il mantello, a one-act short story written in 1960). Moreover, the article focuses on the diary pages collected in In quel preciso momento (1950) as well as on the war chronicles penned by Buzzati as a correspondent of the newspaper «Corriere della Sera». Starting from an anthropological reflection on the concept of versus as conflict dynamics, a romantic and idealized notion of war is found to resonate, one which is linked to such literary myths as heroism and beautiful death. However, by the end of the Second World War, Buzzati had changed his mind and gradually replaced his vision of war with a more realistic and painful one. This led him to dismiss any heroic myth, to realize the futility of war and to explicitly reject it. PAROLE CHIAVE Dino Buzzati; guerra; modelli eroici; dinamiche conflittuali; militarismo e antimilitarismo., Ticontre. Teoria Testo Traduzione, No 7 (2017)

Il tema di questa tesi è la rappresentazione dello spazio nei racconti di Dino Buzzati. I racconti fanno parte della raccolta intitolata Sessanta racconti. Nell'ambito di questa raccolta per analisi sono scelte cinque novelle, assocciate all'angoscia e alle dimenzioni spaziali: I sette messaggeri, Le mura di Anagoor, Sette piani, Direttissimo e L'inaugurazione della strada. Analizzando questi racconti, si può osservare che il loro tema comune è il viaggio interminabile verso una meta che non si potrà mai raggiungere. L'oggetto di questa tesi è di rapresentare lo spazio e di analizzare il motivo della progressione nello spazio. Attraverso la selezione dei racconti particolari e la loro analisi, si aveva l’intenzione di rappresentare le diverse funzioni dell’uso dello spazio nella produzione letteraria di Buzzati. L'autore colloca le sue vicende in due tipi di spazio, spazio aperto-senza confini e ignoto da qual deriva un sentimento d'angoscia e spazio chiuso, senza vita in cui si percepisce un senso di oppressione e di cattività. Nei testi buzzatiani è anche presente il dualismo alto-basso cioè l’opposizione tra le montagne e grandissimi edifici d’una parte, e tra le pianure e le città d’altra parte. La dimenzione del viaggio è molto importante nella produzione buzzatiana. Mentre in alcuni racconti il viaggio si può osservare nella sua dimenzione orizzontale, cioè si svolge da un punto fisso verso l’ambiente vasto, in altri questo viaggio ha la dimenzione verticale attraverso la metafora della discesa da un piano all’altro, simboleggiando la degradazione fisica e psichica del protagonista. Lo spazio letterario è connesso con la dimenzione del tempo che, per Buzzati, è una condizione mentale – il tempo dell’attesa, dell’angoscia, della vita, della morte e si considera la cifra più autentica della rappresentazione buzzatiana. The theme of this graduate thesis is the representation of space in the short stories of Dino Buzzati. The short stories are a part of the collection called Sixty tales. Within this collection, five stories associated with anxiety and spatial dimension were selected for analysis: The seven messengers, The walls of Anagoor, Seven floors, The express train and The road inauguration. By analyzing these stories, it was found they had a common theme of an endless journey to a destination to which one will never arrive. The aim of the graduate thesis is to represent the space and to analyze the reason of advancement in space. By chosing certain short stories and their analysis, it was intended to represent different functions of use of space in Buzzati's literary production.The author places the events in two types of space-open space, without limits and unknown from which the feeling of anxiety arises and closed space, without life in which we perceive a sense of oppression and slavery. In Buzatti's texts the dualisme high-low is also present, in other words the opposite between mountains and high buildings on one side, and between plains and towns on the other side. The dimension of journey is of great importance in Buzzati's production. While in some short stories the journey can be observed in its horizontal dimension, meaning it is happening from a fixed point towards a wider surroundings, in other short stories, this journey has a vertical dimension through the metafore of descent from one floor to the next symbolizing physical and psychological degradation of the main character. The literary space is connected to the space dimension which is, for Buzzati, a mental state - a time of waiting, torment, life and death, and is considered to be the most authentic characteristic in his opus. Tema ovog diplomskog rada je prikaz prostora u pripovijetkama Dina Buzzatija. Pripovijetke su dio zbirke pod imenom Šezdeset pripovijetki. U sklopu ove zbirke, za analizu je izabrano pet pripovijetki, povezane sa tjeskobom i prostornom dimenzijom: Sedam glasnika, Zidine Anagoora, Sedam katova, Brzi vlak i Otvorenje ceste. Analizirajući ove pripovijetke, ustanovilo se da im je zajednička tema beskonačno putovanje, prema odredištu do kojeg se nikada neće stići. Cilj diplomskog rada je prikazati prostor i analizirati povod napredovanja u prostoru. Odabirom određenih pripovijetki i njihovom analizom, namjeravalo se predstaviti raznolike funkcije uporabe prostora u Buzzatijevoj književnoj produkciji. Autor smješta događaje u dva tipa prostora-otvoreni prostor, bez granica i nepoznat iz kojeg proizlazi osjećaj tjeskobe i zatvoreni prostor, bez života u kojem se opaža osjećaj potlačenosti i ropstva. U Buzzatijevim tekstovima također je prisutan dualizam visoko – nisko tj. suprotnost između planina i visokih zgrada s jedne strane i između ravnica i gradova s druge strane. Dimenzija putovanja je od velike važnosti u buzzatijevoj produkciji. Dok se u nekim pripovijetkama putovanje može promatrati u svojoj horizontalnoj dimenziji tj.odvija se od fiksne točke prema širokom ambijentu, u drugim pripovijetkama ovo putovanje ima vertikalnu dimenziju kroz metaforu silaska s jednog kata na drugi, simbolizirajući fizičku i psihičku degradaciju glavnog lika. Književni je prostor povezan sa prostornom dimenzijom koja je, za Buzzatija, mentalno stanje – vrijeme čekanja, muke, života i smrti i smatra se najautentičnijom stavkom u njegovom opusu.