Search

The access to housing and accommodation constitute the primary objective in this review, but employment, health, education, social participation are also taken into consideration. This literature review is devoted to inclusion policies in France, Italy, Spain and Sweden, as they relate to civil rights, health, training, accommodation, and persistent barriers to inclusion. Migrant entrepreneurship initiatives and the impact of civil society initiatives on inclusion are also analysed in the literature. Finally, the role of the NGOs as well as the administration and the private sector are scrutinized.

Il n.2/2020 della rivista Educazione interculturale intende affrontare un tema ancora oggi scarsamente indagato che riguarda la presenza e l’integrazione di minori con disabilità provenienti da contesti migratori. Se ormai esistono ricerche e una vasta letteratura su adulti e minori di origine straniera e sull’integrazione delle persone con disabilità sono ancora poche, nel panorama italiano, quelle rivolte a conoscere le implicazioni che l’appartenenza culturale e la disabilità hanno nel processo di costruzione identitaria di tali persone (Goussot, 2010; Bolognesi, 2011; Caldin, 2012; Martinazzoli, 2012; Friso e Pileri, 2019). Questo numero monografico è volto, pertanto, a riportare l’attenzione a questo specifico tema che va considerato sia come un oggetto di ricerca, ma anche di intervento educativo, da approfondire e da diffondere non solo in ambito accademico, ma anche nei contesti scolastici, sociali, professionali e sanitari impegnati quotidianamente a costruire processi di integrazione e di inclusione., Educazione interculturale, V. 18 N. 2 (2020)

Il concetto di integrazione, termine polisemico che non permette una definizione univoca, è spesso utilizzato nella riflessione interculturale per descrivere un processo di reciproco cambiamento tra autoctoni e immigrati in cui è evidenziata la pari responsabilità di tutti i soggetti nella costruzione di una convivenza democratica. La definizione del concetto di integrazione, in ambito educativo, è particolarmente necessaria per poter individuare prassi e strategie volte a contrastare le varie forme di esclusione sociale e di marginalizzazione sempre più evidenti nei contesti scolastici multiculturali. The concept of integration, polysemic term that doesn’t allow an univo- cal definition, is often used in intercultural reflection to describe a reciprocal change among autochtonous and immigrants in which the equal responsibility of all the subjects is underlined in the construction of a democratic cohabi- tation. The definition of the concept of integration, in educational field, it’s particularly necessary in order to identify practices and strategies designed to counteract the various forms of social exclusion and marginalization increas- ingly in multicultural scholastic contexts.

Il dialogo rappresenta un principio educativo fondante la pedagogia interculturale e può essere rintracciato nella relazione che intercorre tra madri immigrate e inse- gnanti all’interno del contesto scolastico. Attraverso le loro parole e le ricerche svol- te in questo ambito emergono i tanti aspetti che caratterizzano la relazione scuola e famiglie immigrate talvolta contraddistinta da alleanza, da intenti e aspettative co- muni, talvolta da conflitti e incomprensioni reciproci. Il ruolo degli insegnanti, la loro consapevolezza delle dinamiche e della complessità dell’evento migratorio sono determinanti non solo per la costruzione di un’alleanza educativa, ma per la stessa riuscita scolastica e professionale dei loro figli, futuri cittadini italiani. Dialogue represents a founding educational principle of intercultural pedagogy and may be traced back to the relationship between immigrant mothers and teachers in school. Through their words and the research conducted in this field, many aspects characterising the relationship between school and immigrant fam- ilies emerge, at times marked by alliances, shared expectations and intentions and at other times by conflicts and mutual misunderstandings. The role of teachers and their awareness of the dynamics and complexities of migration are decisive not only for building educational alliances but also for the educational and pro- fessional success of the children, Italian citizens of the future.

Il testo intende offrire una riflessione pedagogica relativa ad alcune problematicità e conflitti che caratterizzano le attuali società multiculturali. A partire da un'analisi degli studi sul pregiudizio, sul razzismo, e sulla costruzione dell'identità, le autrici si propongono di definire i principi della pedagogia interculturale intesi come criteri utili per riconoscere e interpretare le criticità presenti nelle relazioni educative e per individuare possibili competenze e orientamenti teorici necessari a chi opera in ambito multiculturale.

Quali sono i processi e le strategie messe in atto dalla scuola per ri- spondere alla complessità sociale e culturale crescente al fine di sviluppare processi di integrazione e di dialogo? Gli studi e le ricerche in ambito pedagogico ci hanno descritto una scuola contraddistinta da una multi- culturalità in aumento, all’interno della quale sono stati attivati significati- vi processi di riflessione caratterizzati, in alcune realtà territoriali, da un impegno educativo e didattico rilevante. A questo scopo, nel presente contributo, sono presentate due ricerche empiriche. La prima è stata svolta in un gruppo di scuole dell’infanzia, la seconda in alcune scuole primarie; entrambi i gruppi sono collocati in territori contrassegnati da un elevato numero di ricongiungimenti familiari che hanno comportato un aumento significativo dei bambini iscritti.

This essay describes an action research realized with a group of italian schools with many migrant children. This project - which is part of the European project "Empae" (Engaging Migrant Parents and Children) - is aimed at promoting school success the school success of children with migrant backgrounds through the construction of a working model based on the involvement of families and on the development of training activities for teachers. In particular, the following actions were been activated: to promote actions addressed to immigrant families, to increase their expectations on the children’s schooling processes. The research team was be composed by researchers and teachers, and all the actions were been realized through observations, interviews and focus groups., Rivista Italiana di Educazione Familiare, n° 2 luglio-dicembre 2016

Il capitolo tratta il tema della costruzione dell'identità di bambine e bambini figli di genitori immigrati, con particolare riferimento alle seguente tematiche: la migrazione come evento potenzialmente traumatico; la cultura familiare come processo di tarsformazione culturale che interessa tutti i compenenti della famiglia a cui appartiene il bambino o la bambina; l'apprendimento della sconda lingua e dei linguaggi disciplinari appresi a scuola.

Nel capitolo sono descritti i processi di categorizzazione dello straniero in riferimento alla costruzione degli stereotipi e dei pregiudizi. In particolare gli stereotipi e i pregiudizi sono analizzati come prodotti di patiche discorsive che possono essere modificati in base agli scopi e alle circostanze presenti nelle interazioni verbali tra le persone. L'educatore, che fa propria la riflessione della pedagogia interculturale, acquisisce la consapevolezza di essere interprete attivo della costruzione dell'identità dell'altro e della sua cultura.

Le riflessioni presentate nel contributo propongono una lettura intepretativa di alcune testimonianze di madri immigrate che sono state raccolte all'interno di una ricerca pedagogica che aveva l'obiettivo di individuare e descrivere le problematicità e i possibili processi trasformativi presenti in contesti educativi multiculturali. Nell'analisi delle interviste sono stati rintracciati modi possibili di elaborare la propria differenza da parte di donne e madri che hanno vissuto l'esperienza della migrazione.

Nel saggio, a partire dai risultati di due ricerche pedagogiche, sono descritte le modalità di accoglienza e di progettazione rivolte a bambini e famglie di origini culturali differenti. In particolare sono analizzati i temi relativi alla relazione tra famiglie italiane e immigrate, l'accoglienza dei sinti e dei rom e la formazione del personale insegnante.

Il testo riporta una ricerca pedagogica che ha avuto l'obiettivo di descrivere e comprendere le dinamiche interne a un gruppo di scuole dell'infanzia in cui la presenza di famiglie e bambini di origine straniera è particolarmente rilevante. L'orizzonte teorico della Pedagogia interculturale ha condotto a dedicare particolare attenzione al tema dei pregiudizi, alla partecipoazione delle famglie alla vita della scuola, ai conflitti nelle relazione tra adulti che educano, alle prassi che possono sostenere l'insegnante nel quotidiano. All'interno di ognuno di questi temi sono state indicate riflessioni e prassi utili alla costruzione di modelli educativi sempre più interculturali.

Il nido d'infanzia rappresenta un servizio fondamentale per sostenere i genitori nei loro compiti educativi e di cura. Un servizio oggi non più sufficiente in seguito ai tagli della spesa pubblica e all'aumento delle richieste da parte delle famiglie, comprese quelle immigrate. In alcune realtà si sono accentuati i conflitti tra famiglie italiane e immigrate, dovuti al divario tra la richiesta e l'offerta di questo servizio. Nel contributo verranno esaminati i motivi di tali conflitti che, in realtà. dipendono da un welfare inefficiente e dalla mancanza di leggi a sostegno delle famiglie e dell'integrazione sociale degli immigrati.

A partire dalla documentazione, presente nella banca dati dell'Istituto degli Innocenti, è stata svolta dall'autrice una ricerca esplorativa attraverso interviste semistrutturate a testimoni privilegiati (coordinatori di progetto, dirigenti di servizi degli etni locali, assistenti sociali, referenti di cooperative, ecc.), volta a conoscere la loro valutazione su interventi e/o ai servizi rivolti a bambini e famiglie di origine straniera. In questa indagine, a carattere nazionale, sono stati selezionati quei progetti che presentavano aspetti di innovazione e di riflessione interculturale. I sette progetti analizzati attraverso le riflessioni degli intervistati, su un totale di 16 segnalati dalle città riservatarie, evidenziano diverse problematicità dovute da un lato dalle difficoltà nella costruzione di un dialogo interculturale tra i tanti soggetti coinvolti (bambini, genitori, insegnanti, agenti di polizia, ecc.) e dall'altro dalla presenza di contesti educativi e sociali caratterizzati sempre più da marginalità, dal disagio e dalla povertà. Il contributo rientra all'interno della presentazione della Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 28 agosto 1997, n. 285.

Nel contributo sono stati analizzati alcuni importanti principi della pedagogia interculturale in relazione alle prassi e alla progettazione interculturale nella scuola dell'infanzia. In particolare è stata considerata il momento della conversazione come metodologia altamente signficativa nella riflessione interculuturale con bambini di 3-5 anni.

I risultati di una ricerca svolta in alcune scuole dell'infanzia descrivono un contesto e prassi educative cambiate in seguito alla presenza di bambini figli di genitori immigrati. All'interno di questo specifico ambito sono stati individuati alcuni temi che hanno permesso di capire se la dimensione della multiculturalità, che sollecita la scuola dell'infanzia a modificare le proprie pratiche, si stia trasformando in un processo interculturale, cioè in un processo dialogico contrassegnato dal confronto e dallo scambio tra tutte le culture presenti, compresa quella della scuola.

L'accoglienza di un bambino disabile di origine straniera nei servizi per la prima infanzia implica un'alleanza educativa tra scuola, famigia e servizi socio-sanitari. Nell'articolo, a partire dai principi della pedagogia interculturale, sono enucleati alcuni aspetti da considerare per la costruzione di relazioni e di prassi educative che conducano alla valorizzazione e all'integrazione di tutti i soggetti coinvolti.

Il contributo riporta le riflessioni di un gruppo di lavoro educativo, composto da pedagogiste ed insegnanti, riguardo alla documentazione di progetti realizzati con bambini disabili di origine straniera iscitti in alcuni nidi e scuole dell'infanzia della Regione Emilia Romagna. Le documentazioni prodotte dai servizi sono state analizzate attraverso alcuni nuclei tematici, quali: il progetto migratorio della famiglia, la distinzione tra deficit e handicap, l'analisi della rappresentazione della disabilità della famiglia, il bilinguismo, i progetti didattici rivolti all'integrazione e alla valorizzazione delle differenze. Da una prima lettura è emerso che tutta la documentazione prodotta dai nidi e dalle scuole dell'infanzia è caratterizzata da un'elevata attenzione alla disabilità mentre l'appartenenza culturale è un dato che compare solo marginalmente.

Nel capitolo sono riportati i risultati di una ricerca finalizzato ad individuare alcuni dispositivi pedagogici volti a facilitare l’accoglienza e la relazione tra bambini, genitori ed educatrici appartenenti a gruppi culturali differenti all’interno di contesti educativi sempre più multiculturali, come i nidi d’infanzia della regione Emilia Romagna.

The segment of research led by the group of Intercultural Education and Cultural Anthropology, is aimed to identify pedagogic devices that can facilitate the reception and the relationship between children, parents and educators belonging to different cultural groups within the increasingly multicultural educational contexts, like the nurseries of Emilia Romagna., Il segmento di ricerca, condotto dal gruppo di Pedagogia interculturale e Antropologia culturale, è finalizzato ad individuare i dispositivi pedagogici volti a facilitare l’accoglienza e la relazione tra bambini, genitori ed educatrici appartenenti a gruppi culturali differenti all’interno di contesti educativi sempre più multiculturali, come i nidi d’infanzia della regione Emilia Romagna.

Sono analizzate le relazioni tra sinti, rom e gagè nell'atuale contesto storico e sociale con particolare riferimento alle istituzioni scolastiche e alle condizioni di vita e abitative di questa minoranza.

Biografia scolastica e successo professionale di tre giovani donne di origine rom. Nel contributo sono anlizzate e approfondite, dal punto di vista teorico, le espereinze scolastiche di queste tre donne che hanno completato gli studi e che svolgono professioni collegate al loro percorso scolastico.

The processes of building an identity in second generation immigrants are closely linked to intercultural pedagogy. Through reflections on the plurality of belonging, the discipline seeks methodologies and projects that are able to take into account the profound transformations that young children and adolescents of foreign origin are subject to., I processi di costruzione dell’identità delle seconde generazioni interessano da vicino la pedagogia interculturale che, ponendo al centro della sua riflessione la pluralità delle appartenenze, è rivolta alla ricerca di progettualità e metodologie in grado di tener conto delle profonde trasformazioni a cui sono soggetti bambini e adolescenti di origine straniera.

Analisi pedagogica dei dati regionali relativi alla presenza dei bambini con cittadinanza non italiana nei servizi per la prima infaniza. I dati dimostrano quanto questi servizi siano diventati dei contesti educativi multiculturali che necessitano di una riflessione e attenzione particolare da parte della pedagogia interculturale.

Nel contributo è riportato il punto di vista di un gruppo di madri immigrate che hanno conosciuto direttamente il modello educativo del nido e, attraverso le loro parole, sono analizzate alcuni importanti temi della pedagogia interculturale.

Il progetto descritto rappresenta un tentativo per affrontare la diversità del colore della pelle. La scelta educativa compiuta dalle insegnanti è stata quella di dare stimoli e far vivere esperienze utili a promuovere nei bambini la capacità di vivere creativamente la differenza, intesa come riconoscimento della specificità di ogni individuo e come rispetto di se stessi e dell'altro.

Analisi dei progetti interculturali svolti nelle scuole dell'infanzia della regione Emilia Romgana. I progetti presentati in questa monografia testimoniano come la riflessione pedagogica in ambito interculturale continui ad essere presenti nei servizi per la prima infanzia.

La ricerca, presentata in questo contributo, riporta esperienze e riflessioni di donne immigrate che, con la loro testimonianza, dimostrano l'esistenza di un processo di mediazione tra le culture familiari e la cultura del nido, presente nei servizi da loro frequentati.

Il testo, rivolto ad insegnanti della scuola dell'infanzi e della scuola primaria, si propone come strumento di riflessione e di operatività sui temi dell'educazione interculturale. I percorsi illustrati, nati da conversazioni e attività con alunni, genitori e bambini, testimoniano come le culture familiari, le culture scolastiche e quelle dell'infanzia possano conoscersi e confrontarsi all'interno di una quotidianità in cui bambine e bambini di origini differenti si avvicinano e si preparano ad una convivenza rispettosa.

Il contributo riporta una parte di una ricerca svolta nei nidi d'infanzia, utilizzando le voci delle madri immigrate per testimoniare come il nido possa essere considerato, nel momento attuale, un luogo di incontro e di scambio. All'interno di questo contesto educativo il personale insegnante e i genitori, italiani e stranieri, hanno la possibilità di conoscersi e di confrontare pratiche, relazioni e linguaggi utilizzati nell'educazione dei bambini piccoli.

Presentazione di una ricerca qualitativa, condotta il gruppo di ricerca del Diaprtimento di Sceinze dell'Educazione dell'Università di Bologna, svolta con un gruppo di madri immigrate che frequentano i servizi per la prima infanzia. Una parte della ricerca ha come ipotesi di partenza l'idea che il nido, nell'attuale contesto sociale, sia diventato un .uogo di inocntro e confronto tra culture familiari e modelli educativi, un luogo in cui è possibile avviare un dialogo e uno scambio tra pratiche, relazioni e linguaggi differenti utilizzati nell'educazione dei più piccoli.

Il testo nasce dalla necessità di coniugare tra loro consapevolezza teorica, esperienze e riflessioni sviluppate attraverso percorsi di formazione e di tutoraggio alla progettazione e alla pratica interculturale nei nidi d'infanzia. Contesti multiculturali: la progettualità interculturale nei nidi d'infanzia. La cura della relazione, la valorizzazione di diversità e somiglianze, il superamento di stereotipi e pregiudizi.

A scuola, al lavoro, per le strade, la convivenza di culture diverse è presente in tutti gli ambiti della vita sociale. Il testo intende portare una riflessione sulla necessità di imparare a vivere la diversità nel quotidiano, a partire dal compagno di banco e dal vicino di casa, nella ferma convinzione che avvicinarsi a una cultura differente non può che arricchire la propria.