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International audience; Comparaison des programmes de statistique bayesienne Oxcal et ChronoModel pour préciser la datation de l'éruption des ponces d'Avellino (Vésuve) Avellino Protohistoriques Dépôts éruptifs d'Avellino et protohistoriques sur le site de Croce del Papa 1)Programmation Diagramme "Phases" Chronomodel Définition en variables globales des datations des erruptions protohistoriques AP1 AP2 { Modèle d'Outliers Définition temporelle des Phases: Sigma_Boundary"....." Diagramme temporel de phases : mise en Séquence par ("Séquence Chrono") des différentes phases archéologiques ou éruptives

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International audience; Come Pompei, circa 2000 anni prima, in un momento avanzato dell'antica età del Bronzo, il primitivo cono vulcanico del Vesuvio, l'attuale monte Somma, si risvegliò con una forte eruzione che noi oggi chiamiamo delle "Pomici di Avellino" in relazione all'area di ricaduta principale dei prodotti vulcanici. Fu un’enorme catastrofe che cambiò profondamente il paesaggio e l'ambiente; molti abitati ed i circostanti terreni coltivati furono coperti dai materiali eruttivi e sono giunti a noi fossilizzati, conservando e preservando le testimonianze della vita delle popolazioni locali.Molto è stato scoperto in questi ultimi anni e vari siti sono in corso di analisi. Nola costituisce però un'area di studio di particolare eccellenza grazie alla fortunata scoperta del villaggio di Croce del Papa. Le capanne dell'insediamento non furono incendiate o abbattute dall'evento, ma furono inglobate e parzialmente conservate nelle piroclastiti. La popolazione in fuga lasciò tutti i propri beni (ceramiche, cibo, riserve alimentari, animali) al loro posto consentendo così la conservazione di un' eccezionale documentazione del sito nelle sue strutture abitative e di vita quotidiana.Questo volume, attraverso lo studio del villaggio di Croce del Papa, autentica finestra sulla preistoria dell' età del Bronzo, prende in esame tutti gli aspetti di questo particolare momento culturale che dal sito eponimo è oggi convenzionalmente noto come facies di Palma Campania.Vengono proposte datazioni radiocarboniche che migliorano la cronologia dell'evento. La necropoli di Montesano a San Paolo Belsito illumina alcuni aspetti della ritualità funeraria e offre per la prima volta un approccio alla craterizzazione anatomica dei volti di tre individui. Gli eventi successivi all'eruzione, come l'eventuale migrazione di alcuni gruppi verso territori risparmiati dalla catastrofe, sono solo accennati e lasciano sperare nuovi contributi da future scoperte.

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International audience; I reperti bronzei attribuiti al Bronzo antico, noti da tempo in Campania (Nocera 1 , Capri 2 , oggetti di provenienze campane principalmente nei Musei archeologici nazionali di Napoli 3 , di Perugia 4 e di Paestum 5), hanno visto il loro numero e la loro varietà notevolmente aumentati in questi anni a seguito degli scavi in abitati e necropoli condotti principalmente nelle provincie di Napoli e di Caserta: ad Aversa e a Gricignano, ad Acerra (loc. Gaudello) 6 , a Capua (loc. Strepparo e Cento Moggie 7)

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L'histoire des hommes en Campanie est indissociable des manifestations d'une terre toujours en travail. Ici, l'archéologue et l'historien doivent collaborer étroitement avec le volcanologue et le géophysicien pour reconstruire un passé sur lequel les phénomènes naturels — éruptions, séismes, bradysisme — ont imprimé leur marque indélébile. C'est un premier bilan de cette entreprise pluridisciplinaire que dresse ce volume : des chercheurs en Sciences Humaines du CNRS et des Surintendances Archéologiques Campaniennes, des spécialistes des Sciences de la Terre des Universités de Naples et de Pise se penchent, en une série d'enquêtes complémentaires, sur la zone vésuvienne et les Champs Phlégréens (Ischia comprise). La documentation archéologique et l'analyse géophysique se confortent mutuellement pour permettre de dater un certain nombre d'événements éruptifs et telluriques, depuis la Préhistoire jusqu'à l'Antiquité tardive (et, au-delà, jusqu'au seuil de l'époque moderne), d'évaluer l'ampleur et la périodicité de ceux-ci, d'en mesurer les conséquences sur les populations lorsque leur économie, leurs conditions de vie, leur culture, se trouvent, à l'improviste, ruinées par la catastrophe.

International audience; Il progetto per la creazione di un GIS di ambito archeologico della Penisola sorrentina-amalfitana, Past in Coast (www.past-project.eu) 1 , realizzato ed in corso di ampliamento, in collaborazione con il Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello, sta evidenziando sempre di più la ricchezza di questo territorio durante il periodo molto antico della storia dell'umanità. Ben conosciute sono le stazioni in grotte del versante amalfitano della penisola, risalenti al Paleolitico e al Mesolitico, individuate nel corso di esplorazioni condotte negli anni '50 e '60 del 1900 2. Si conferma invece la scarsità dei dati, che appaiono comunque finora concentrati sul lato sorrentino della penisola, relativamente al Neolitico (grotta delle Noglie) e al Calcolitico, se si escludono i noti scavi di Piano di Sorrento (1987-1990) 3. Fino a poco tempo fa erano quasi assenti le testimonianze dell'età del Bronzo, fatta eccezione dei reperti privi di contesto stratigrafico della grotta Nicolucci (Sorrento) 4 , pubblicati da R. Lorenzoni, e della grotta Santa Barbara (Agerola) 5 , rinvenuti da P. Parenzan ed il suo gruppo. Tuttavia, rinnovate indagini nell'area di Tramonti 6 e il recupero di materiali, purtroppo una vol-* Referenze delle illustrazioni (disegni: V. Miscelli; fotografie: V. Mascolo). Si ringraziano F. Belsito per l'aiuto nella sistemazione delle fotografie, F. Arcuri, A. Marzocchella e C. Belardelli per la rilettura costruttiva.

International audience; Nous n'avons pas en Campanie de données relatives aux cultes domestiques susceptibles de fournir des comparaisons significatives. Les illustrations iconographiques, les vases anthropomorphes ou autres manifestations cultuelles sont également absentes. L'exceptionnelle statuette (inv. 306872 ; fig. 1) trouvée dans la cabane 4 nous offre donc des

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L’edizione della monografia sulla necropoli di Cassibile a cura di Maria Turco segue, a pochi mesi di distanza, la pubblicazione del lavoro di Marco Pacciarelli sulla necropoli di Torre Galli (Torre Galli. La necropoli della prima età del ferro: scavi Paolo Orsi 1922-23, Soveria Mannelli, 1999 [IRACEB]). Questi due lavori, nati come tesi di laurea e successivamente approfonditi presso l’Università di Roma “La Sapienza”, ripropongono importanti complessi funerari esplorati all’inizio del secol...

Cette nouvelle publication du Centre Jean Bérard réunit les travaux de près d’une vingtaine de chercheurs (archéologues, architectes, géomorphologues et volcanologues) autour du thème : “Tremblements de terre, éruptions volcaniques et vie des hommes dans la Campanie antique”. A travers des approches de types et de contenus divers, ces travaux soulignent les apports complémentaires de la volcanologie, de la sismologie et de l’archéologie à l’histoire de la Campanie antique. L’intérêt et l’util...

Nella regione del Somma-Vesuvio si rinvengono i prodotti di due distinte attività esplosive intercalati a quelli delle eruzioni di Avellino e di Pompei (Lirer et al. 1973). I prodotti di queste ultime due eruzioni, come è noto, sono distribuiti su di una vasta area sotto forma di orizzonti uniformi di pomici bianche e grigie, verso N-NE in direzione di Avellino (Pomici di Avellino) e verso Sud in direzione di Castellammare di Stabia (Pomici di Pompei). Fino ad ora non vi sono state in lettera...

La terre « phlégréenne » que secouent les soubresauts d’une gestation sans fin, est, en fait, une région exclusivement volcanique. Les reliefs, terrasses et collines, les dépressions, conques et lacs, sont entièrement dus aux mouvements structuraux tecto-volcaniques (fig. 1). Sources chaudes, fumerolles, exhalations sous-marines, émissions de substances volatiles (mofettes et solfatares), toutes les manifestations les plus typiques sont conditionnées directement ou indirectement par le volcan...

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International audience; Il villaggio di Longola, le cui origini sono databili al XIV-XIII secolo a.C., occupava una depressione stagnosa ai margini del fiume Sarno. All'Età del Bronzo finale sembra risalire il parzialmente prosciugamento del bacino paludoso, quando la popolazione indigena dei Sarrasti edifica strutture abitative e di servizio, lungo il corso del fiume, su piattaforme arginate mediante l'allineamenti di pali. Le caratteristiche strutturali ricorrenti in tutti gli isolotti indagati sottendono un progetto unitario di bonifica dell'area umida, funzionale alla conquista di nuovi spazi di vita e di lavoro ed allo sfruttamento della via fluviale 1. Anche se al momento mancano dati idonei a fornire informazioni sulla struttura sociale dell'abitato, in questa fase storica già pienamente stabile, è possibile ipotizzare che la pianificazione e l'organizzazione dell'insediamento fossero guidate da gruppi emergenti, che, nella successiva documentazione archeologica, saranno identificabili attraverso le sepolture di guerrieri inserite in agglomerati funerari a carattere parentale definiti da strutture complesse con circolo-canale. All'inizio del IX secolo. a. C., un incendio parzialmente devastante e un innalzamento della falda costringono alla risistemazione degli isolotti e all'incanalamento delle acque con fitte palizzate lignee. Alla confluenza di due canali e certamente in comunicazione con il paleo-Sarno, viene collocata una darsena dove le piroghe scaricano legno, grano e materiale costruttivo, necessari all'insediamento e forse ad altri impianti vicini (inizio IX/889 a. C. secondo i dati dendrocronologici). A partire dalla prima metà VIII s. a. C. e per tutto il periodo dell'Orientalizzante antico e fino a 640 a. C. circa, l'insediamento si afferma come un centro artigianale altamente specializzato, dalle molteplici attività in contatto con i gruppi villanoviani della Campania, e successivamente con i Greci di Pithecusa e con territori più lontani (Daunia, Sardegna, Spagna). Questi rapporti accelerano lo sviluppo socio-economico della comunità locale, trasformando le caste di guerrieri in vere e proprie aristocrazie che controllano le risorse dell'habitat locale (cereali, legno, prodotti secondari e primari dell'allevamento), la viabilità, nonché i processi produttivi (lavorazione dei metalli, dell'ambra, ecc.) e l'organizzazione degli scambi verso l'interno e verso la costa. Difficile dire, in assenza di uno studio complessivo delle necropoli, se quest' aristocrazia supera la dimensione parenterale, assumendo, come pare, un carattere stabile e dominante. Nel periodo avanzato dell'Orientalizzante recente (fine VII-inizio VI secolo a. C. circa), forse a causa di una scarsa manutenzione della rete idrica e di un disastro ambientale che colpisce i monti di Sarno, i canali e la darsena vengono completamente interrati da apporti alluvionali di ghiaie e sabbie e da materiali antropici. Mutata la sua destinazione originaria, il sito declina rapidamente (prima metà VI secolo. a. C.) e i suoi abitanti, allo stesso modo di tutto le popolazioni della Valle del Sarno, tendono ad inserirsi nelle nuove realtà urbane (Pompei e Nocera in particolare), attratti dalle dinamiche culturali ed economiche emergenti del Golfo di Napoli.

Three Bronze Age settlements in Campania are examined and discussed here: Nola, Gricignano, and Afragola. All were affected in different ways by the Avellino Plinian eruption of Mount Vesuvius (355o± 2o BP, 1952–1778 cal BC 2σ). Nola and Afragola were destroyed, while in Gricignano, an older settle- ment already deserted when the eruption occurred, the agrar- ian structures were fossilised by the eruption.In Gricignano, the main axis of the settlement ran in a north-west/south-east direction, and the same orientation appeared again in the house structures. Most of the houses had a rectangular ground-plan with an apse, and were of vari- ous sizes (ranging from 1om or less to more than 2om). A sim- ilar typology appeared at Afragola and Nola, where tim- ber-built houses with a single nave, an apse at one end, and a ridge beam supported by internal posts were attested.Small, square or rectangular structures probably served either as storage facilities, possibly silos, or as stables. The three sites appeared to lack any defensive structures, a com- mon characteristic of Early Bronze Age settlements of the region (Palma Campania Culture). At Afragola, the eruption razed the village to the ground – both houses and ancillary structures. At Nola, the specific nature of the eruption (with a phreatomagmatic phase following the deposition of pumice) resulted in the creation of a layer of hardened ash, forming a natural negative mould that permitted the documentation of the structures to a height of 1.4 m. At Nola, it was also possible to investigate in detail the building construction techniques, the arrangement of domestic items (vessels and utensils found in situ in different rooms) and the methods of preser ving and storing foodstuffs, and to calculate the original height of the houses (3.75–7.5 m).Finally, the detailed analysis made it possible to model both the « horseshoe-shaped» dwellings typical of the region and the common metric unit upon which their construction was based, which was found to correspond exactly with the units of measurement used in Roman times., Ma communication prend en compte trois sites de la Plaine campanienne (Nola, Gricignano et Afragola), intéressés, mais de façon dissemblable par l'éruption plinienne dite des Ponces d'Avellino (355o±2o BP, 1952–1778 cal BC 2σ). Deux d'entre eux (Nola et Afragola) furent détruits par l'éruption; le village de Gricignano, plus ancien, était déjà abandonné au moment de la catastrophe. Toutefois sur son emplacement les structures agraires fossilisées par cette même éruption ont pu être étudiées.À Gricignano, la planimétrie du village dont l'axe majeur est orientée en direction nord-ouest/sud-est repropose l'orientation principale des habitations, qui ont principalement une forme rectangulaire absidée et sont de dimensions variées (de 1om ou moins encore, à plus de 2om). Une typologie semblable se repropose à Nola et à Afragola où sont attestées les mêmes formes de bâtiments à ossature de bois et à nef uniquepourvue d’une extrémité en forme d'abside, dont la poutre faîtière est tenue par des poteaux internes.Des constructions de petites dimensions, rectangulaires ou carrées, pourraient appartenir à des entrepôts (des silos peut être) ou à des étables. Les trois sites, comme en général les habitats du Bronze ancien de la région (Culture de Palma Campania),semblent être caractérisés par l'absence de structures défensives. À Afragola, l'éruption a rasé le village –habitations et structures attenantes. À Nola, la spécificité del'éruption (phase phréato-magmatique qui a suivi la phase de retombée des ponces) et le caractère du recouvrement qui a formé un moulage naturel en négatif de cendres durcies a permis la documentation des structures sur une hauteur de1,40 environ. Toujours à Nola il a été possible d’appréhender dans les détails les techniques de construction, de calculer la hauteur d'origine des maisons(3,75–7,5om), la disposition dumobilier domestique (vases et ustensiles en place dans les différentes pièces de l'habitation) et la modalité de conservation des denrées et leur rangement. L'étude détaillée a permis enfin de modéliser les habitations caractéristiques de la région en forme de « fer de cheval» et de retrouver le module métrique commun à la base de la construction et sa correspondance précise avec les unités de mesure utilisées à l'époque romaine.

International audience; The current study of the Palma Campania facies (Early Bronze Age) leads to a redefinition of thefacies itself in terms of chronology and geographical extension. Some excavations of the neighboringareas, especially the Posta Rivolta site (northern Puglia), give cultural features indicating substantiallinks with the Campania region during the height of the Early Bronze Age. At Posta Rivolta, theceramic artifacts belong to the cultural context of the Palma Campania facies. The chronological dataprovided by 14C dating confirm the contemporaneity of this occurrence with some villages of thePiana Campana destroyed by the Avellino eruption (3,550 ± 20 BP; 1,951-1,773 cal. BC 2σ), likeCroce del Papa (Nola). These features are mainly based on cultural similarities due to therelationships between Campania and the Tavoliere plain. The relationships are the result of thepastoral exploitation of these areas, which is confirmed by the latest discoveries discussed here.; La conquête de la montagne : des premières occupations humaines à l'anthropisation du milieu Éditions du Comité des travaux historiques et scientifiques Nouvelle lecture des rapports interculturels entre les communautés aux marges de l'Apennin méridional (régions Campania et Puglia, Italie) à partir de découvertes récentes New reading of intercultural relationships between communities on the margins of the southern Apennine

International audience; La fouille très fine d'un secteur de village du Bronze ancien final à Nola- Croce del Papa (Naples-Campanie) a permis de connaitre dans les moindres détails l’architecture d'un groupe de maisons sur poteaux plantés et avec "chevrons au sol". Cela a été rendu possible par la concomitance des phénomènes (pluie de ponces, de cendres, coulée pyroclastique, surge et lahar) qui ont caractérisé l'éruption des "Ponces d'Avellino" (3550+50 BP) dans le secteur de Nola. Ces produits pyroclastiques du volcan Somma-Vésuve ont réalisé un moulage naturel fidèle de la construction des maisons. Le recouvrement des enclos et d’autres structures liées à l’élevage et au battage des céréales par les ponces a restitué la topographie du village, tandis que les céramiques, les vanneries, les squelettes des animaux abandonnés au départ des habitants, les restes de végétaux fossilisés par les coulées pyroclastiques qui, à la fin de l’éruption, ont pénétré dans les maisons, illustrent divers aspects de la vie quotidienne. Sur la base de ces traces en négatif, les Auteurs décrivent les techniques utilisées pour l’édification des maisons et l’aménagement intérieur et comparent ce type de construction à d'autres habitations dans des sites contemporains (Gricignano, Afragola), mais aussi antérieurs (Oliva Torricella/Salerne) ou postérieurs (Ariano Irpino, San Paolo Belsito) à celui de Nola. Ils examinent d'autres contextes qui ont restitué des maisons dont le plan, est similaire («en fer à cheval») aux constructions campaniennes (Posta Rivolta-Pouilles).

Archaeological records from excavations of the last forty years in the Campania region (southern Italy) attest an intense human occupation from the Early Bronze Age (EBA) to the present day. Findings of the cultural sphereof the EBA, known asfacies of Palma Campaniain the southern Italy, have beenwidelyburied by the pyroclastic deposits of the Vesuvius Pomici diAvellino eruption (3945yrcalBP).Because of the exceptional importance and preservation of the relicsfoundin the excavation of the 1995in Balle/Pirucchi locationat Palma Campania (Naples),a detailed (micromorphological and chemical) soil study was carried out oni) avery deepsoil chronosequence (approximately 9 m), composed of soil and pyroclastic deposits dating from the Pomici di Mercato eruption (8890 yrcal BP) until the present day and ii) a wide (4500 m2) paleo-surface belonging to the EBA. As shown by the chemical (i.e. organic matter– OM, cation exchange capacity– CEC, pH, ammonium oxalate extractable Al and Fe–Alo+0.5Feo index, organic and inorganic phosphorous fractions – OP and IOP) and physical (i.e. particle size distribution - PSD) properties, allsoils of the sequence i) formed by weathering of volcanic materials,ii) satisfy the requirements for Andosolclassification,iii) are markedly different in terms ofdepth, degree of andic properties and chemical fertility, iv) show micromorphological features (e.g. clay and silty coatings, laminar features, iron segregations, weathering rims,ecc.) indicatingspecific weathering environments.Moreover, the comparison of selected soil properties, such as Alo+0.5Feo index(essential for Andosols) and OM,andthe estimated pedogenetic times (EPT), calculated on the basis of the volcanological markers,withthe climatic conditions by the literature,highlights a markedrelationship between the degree of development of those properties (i.e. their content) in the soils of Palma Campania and the humidity/aridity of the environment. These resultsencourage furtherapplications aimed to use these soil propertiesas proxy for the reconstruction of past climatic conditions in volcanic environments. The soil properties measured in the different areas of the EBA paleo-surface showed very consistent with both archaeological findings and reconstructed agricultural uses. Indeed, the very high OP content, along with the enrichment of OMin the soils of the North and Central sectors are in accordance with the pasture and agricultural activities, respectively,suggested by the numerous chaotically scattered animal track sand the parallel furrows of “strip” cultivation, while both OP and OM are markedly lower in the coetaneous soil analyzed along the soil chronosequence, where no anthropic or animal traces were found. Regarding to the controversial interpretation about the use of the South area, peculiar pedological features and chemical properties strongly suggest the anthropic genesis for the ancient micro-topography.Indeed, the presence of a broken soil structure, horizontal planar pores and vertical orientated laminar aggregates in a massive structure reveal a process of deeply mixing and strongly compacting soil horizons to form micro-relieves and micro-concavities. High O Pand OM content are found at 7-25 cm below the soil surface, probably as a consequence of manuring and ploughing. Further abandonment and waterlogging of the area are consistent with the presence of Phragmites footprints,previously found during the archaeological survey, and absence of a specific shape of ploughing traces.

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International audience; P.A.S.T. in COAST - Pre-protohistoric Archaeological Studies through new Technologies in Amalfi Coast est un projet de recherche archéologique systématique concernant le secteur des Monts Lattari-Péninsule de Sorrente-Amalfi (Campanie-Italie) . Il rassemblera les données de prospections et d'archives en vue d'un GIS et d'une consultation multimédiale.

International audience; In questi paesi si capisce come mai sia venuta all'uomo l'idea di lavorare la terra: qui dove il solco produce di tutto, dove si può sperar di fare da tre a cinque raccolti ogni anno. Dicono che nelle annate migliori han seminato tre volte il granturco nel medesimo campo.

RIASSUNTO – Influssi balcanici e genesi del Bronzo antico in Italia meridionale: la koinè Cetinae la facies di Palma Campania. Alcuni ritrovamenti in Campania, in parte anche molto recenti, che suggerisconoaffinità con la facies di Cetina, sollecitano una riflessione circa la problematica relativa al momento dipassaggio tra Eneolitico e Bronzo antico. La carta di diffusione dei siti di facies Cetina sul territorio italiano,mostra come essi si attestino prevalentemente nella metà orientale della penisola, nel rispetto della funzione dibarriera/confine esercitata dalla Catena Appenninica; una configurazione che risulta valida, oltre che per l’Italiacentrale, anche per l’Italia settentrionale, dove, pur mancando barriere fisiche che ostacolino il passaggio, letestimonianze Cetina, attestate nelle grotte del Carso triestino e nell’area pedemontana friulana, non oltrepassanoad occidente il Veneto, posizionandosi lungo la via di penetrazione fluviale costituita dal fiume Bacchiglionee, tramite il Monte Madarosa, giungono ad attestarsi in Trentino (Montesei di Serso). La dorsale appenninica,inoltre, sembra fare da base per la dislocazione di siti con elementi Cetina tra Emilia Romagna, Marche e Abruzzo,anche in aree interne, ma sempre su direttrici fluviali che collegano alla costa. L’area garganica altresì attestauna consistente presenza di rinvenimenti, tra cui anche due siti costieri strategici come Torre Mileto e RodiGarganico, in perfetta corrispondenza con la “testa di ponte” costituita dalle isole Tremiti-Palagruža-arcipelagodalmata che svolgono un ruolo fondamentale per la diffusione della facies di Cetina e la sua fortuna anche nellaparte centrale della regione pugliese, come rivelano altre presenze, tra cui la ben nota T. 3 di Laterza. Nuovirinvenimenti in Campania mostrano come il confine appenninico venga oltrepassato proprio in corrispondenzadello snodo Ofanto-Sele-Tanagro, per attestarsi nella parte settentrionale del Vallo di Diano a Caggiano (Sa) ea Fossa Aimone (Atena Lucana), affacciarsi sul Tirreno ad Oliva Torricella (Sa)e ad Agerola (Na), nella PenisolaSorrentina, e penetrare a nord nella Piana Campana [Acerra (Na), loc. Gaudello e Gricignano (Ce)]. I duesiti campani costieri di Oliva Torricella e di Agerola mostrano ulteriori rimandi alla facies di Zungri, presentesoprattutto sul promontorio di Tropea e in altri siti calabro-lucani, anche della costa ionica, dove è stata rinvenuta,e al momento resta ancora isolata, una brocca tipo Cetina nel sito costiero di Cariati (Cs). Le datazioniC14 disponibili per la facies di Cetina in area dalmata, nel Carso e in Campania a Fossa Aimone, ferme restandole differenze di cronologia interna corrispondenti a diversi momenti della facies, confrontate con le datazionidella facies eneolitica di Laterza e con quelle della facies di Palma Campania (Bronzo antico) nella sua fase noninoltrata, pongono la facies di Cetina, in modo evidente in Campania, in una fase intermedia tra le due, che siconnota quale momento cruciale di passaggio nel complesso processo di formazione dell’antica età del Bronzo,come testimoniato dai frammenti ceramici rinvenuti ad Oliva Torricella, in un contesto arcaico di facies PalmaCampania, recanti la tipica decorazione Cetina che sembra sopravvivere nei motivi a triangoli contrappostiexcisi ricorrenti su alcune forme tipiche della stessa facies di Palma Campania.

La facies di Palma Campania (Bronzo antico, Campania, Italia), fu individuata, com’è noto, a partire dal rinvenimento effettuato nel 1972 a Palma Campania (Na), di un cospicuo nucleo di materiale ceramico(Albore Livadie 1980) sepolto dall’eruzione delle “Pomici di Avellino”[3550±20BP(Passariello et al. 2009)]. Dal momento della scoperta ad oggi, aumentate notevolmente le circostanze di rinvenimento e la tutela dell’area interessata, risulta incrementato di conseguenza anche il numero di siti ritenuti appartenenti alla facies medesima e dunque, decisamente accresciute le conoscenze al riguardo. In particolare, le più recenti scoperte occorse nella Campania media [sito di Nola, Croce del Papa (in c.d.s.), Afragola (Na), e nel Salernitano (siti di Oliva Torricella, Picarielli, Ostaglio e Battipaglia, solo parzialmente editi)], arricchendo notevolmente questo quadro di conoscenze sulla facies in questione, suggeriscono alle scriventi, una ripresa della riflessione, (attraverso l’esame di materiale ancora inedito unitamente a quello noto di provenienza campana) già più volte operata in passato da altri (Cipolloni Sampò 1999; Cazzella 1999) circa i possibili rapporti intercorrenti tra la facies di Palma Campania stessa e le facies coeve caratterizzanti l’area medio-tirrenica , in particolare il Lazio nei territori intorno a Roma e le aree lucana e pugliese, in cui rinvenimenti recenti (Tunzi Sisto et al. 2012), sembrano comunque suggerire un rapporto più diretto con la facies di Palma Campania. Si intende dunque considerare i contesti di facies Palma Campania, che per il loro carattere di “complessi chiusi”, diversamente interessati e talora distrutti dall’evento catastrofico dell’eruzione delle Pomici di Avellino, si pongono come punti di riferimento cronologico per una possibile più puntuale correlazione con il materiale proveniente dalle regioni limitrofe, attraverso il confronto con i contesti più rappresentativi delle facies coeve nonché da eventuali nuove evidenze ad esse afferenti. L' Intento finale di questo lavoro vuole essere dunque il tentativo di individuare la possibilità dell’esistenza di “aree d’influenza culturale” più ampie rispetto agli ambiti più ristretti in cui le singole facies sono considerate, nelle quali rintracciare possibili percorsi di circolazione di modelli comuni o almeno, una comune “ispirazione culturale”.

en collaboration avec le CUEBC Ravello; International audience; Nel corso delle attività di ricerca e di prospezione svolte nell'ambito del progetto, si è individuato un nuovo sito protostorico ubicato all'interno del territorio di Scala. Il sito dello Scalandrone occupa un pianoro sub-pianeggiante posto a 550 m s.l.m., sul versante di una montagna la cui cima arriva a circa 1000 m di altezza (Santa Maria dei Monti). Il pianoro si apre sulla vallata sottostante in modo tale da offrire una visuale che abbraccia una vasta porzione dei monti circostanti e del Golfo di Salerno e della prospiciente costa Cilentana. La posizione risulta ottimale anche dal punto di vista della viabilità: un'antica mulatteria, arteria fondamentale per lo spostamento montano prima della costruzione delle infrastrutture moderne ed ancora oggi utilizzata, lambisce l'area occupata dall'insediamento protostorico.

International audience; Il Bronzo antico è un momento di grandi trasformazioni socio-culturali e tecniche. I reperti bronzei già noti (Nocera, Capri, vecchi ritrovamenti campani nei Musei archeologici di Napoli, di Perugia e di Paestum) attribuiti alla facies di Palma Campania (BA1-BA2A) e alla fase tardiva di tale facies (BA2B) hanno visto il loro numero notevolmente aumentato in questi anni, a seguito della scoperta dei ripostigli di Frattaminore e di Lago Patria, di rinvenimenti sporadici (Gricignano, Avella-loc. Vallone Serroncello) e degli scavi in abitati e in necropoli condotti in particolare ad Acerra (loc. Gaudello), a Capua (loc. Strepparo e Cento Moggie), a Gricignano, a Santa Maria a Vico, a Nola-Cimitile ed a Pompei S. Abbondio. Più di recente alcuni manufatti sono stati scoperti nel Salernitano (sepolcreto di Ostaglio-Fuorni e abitato di Oliva-Torricella). Si tratta di pugnali, di alabarde e di asce. I pugnali, di varie dimensioni, sono privi di manici, fatta eccezione di vecchi esemplari musealizzati (Nocera dei Pagani e "Cuma").Ricerca tipologiche e analisi con il radiocarbonio hanno permesso di scandire cronologicamente alcuni tra i principali siti e valutare le differenze di composizione tra i reperti trovati in contesti della fase non avanzata della facies di Palma Campania (Oliva Torricella-BA1), in siti ancora in vita al momento dell'eruzione vesuviana delle "Pomici di Avellino", avvenuta 3550 BP ± 20 (BA2A), e in quelli cronologicamente coevi alla fase post-eruzione (Nola-via Cimitile), ancora legata alla facies avanzata ma non terminale di Palma Campania (BA2B). Vengono presentati nel poster le analisi fatte presso il Dipartimento di Fisica dell’Università “Federico II” con il metodo della Fluorescenza X in riflessione totale (TXRF). Questa tecnica ha il pregio sia di evitare il contributo di un’eventuale patina, in quanto si effettua un prelievo dall’interno del reperto (5 mg), sia di rendere omogeneo il campione in fase di preparazione. Ciò rende la tecnica TXRF più affidabile rispetto alla XRF standard, dove occorre spatinare il campione ed esporne una larga superficie per ridurre gli effetti su menzionati. Qui siamo ricorsi a tale tecnica, benché poco utilizzabile su larga scala per gli elevati tempi di preparazione, causa la limitata quantità dei reperti e per l’impossibilità di spatinare alcuni di essi, sia per le dimensioni sia per la corrosione.L’analisi ha fornito indicazioni sulla metallurgia del periodo, attraverso la determinazione della composizione elementale sia per gli elementi maggiori sia per quelli in traccia.

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International audience; The Officina Memoriae cooperative (Torre Annunziata) carried out excavation work at the vast necropolis at Nola in via Polveriera known as "Le Torricelle" or small towers from 2000-2001. During the dig, in the southern area,sector α, QQ.C6-D6they found a tomb (fig. 3) where the body showed clear signs of cranial trephination. They noticed this when they uncovered the grave, as can be seen from the diaries recording the work. There were very few grave goods to be foundonly two jugs dating back to the Late Antiquity period. One of these was placed supine between the feet, and has a decoration on the front. The other was placed upright next to the left foot and in the bottom of it there was some carbon deposit with fragments of carbon measuring up to a few centimeters as well as an iron nail. The presence of iron nails at different levels of the grave leads us to assume that the body had been placed in a wooden coffin. It is therefore an earth burial in an empty space which is perfectly in line with the burial methods used for the other inhumations in this necropolis. A small terracotta lamp, fragments of glass and pieces of a cup which was most probably decorated and had only one handle. The carbon remains at the bottom of the jug are what is left of the ritual libation that accompanied the body and there was also a small animal bone belonging to the Gallus family (Gallus Gallus domesticus species), the domestic hen. This fits perfectly with the idea of a ritual libation and a funerary meal which would be eaten on the grave of the deceased after the burial. We must not forget the cultural and religious connotations of the hen with the afterlife and the gods that reigned there.

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Albore Livadie Claude. SANT'AGNELLO . In: Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle Isole Tirreniche, n°18, 2010. Siti : San Cesario sul Panaro - Siccomonte. pp. 172-174.

International audience; The Fusaro’s site in Avella documents an extended occupation since Late Neolithic (Serra d’Alto and Diana-Bellavista) to Apenine period and, maybe, until Late Bronze Age, with some interruptions due to some big volcanic eruptions (one of “flegree” origin: Agnano-Monte Spina and one of Somma Vesuvius: the Avellino eruption). The paper presents the finds coming from the levels that correspond to the frequentation phase of Appennic Age, located on top of the eruptive blanket that covered the previous installation of Early Bronze Age (Palma Campania’s facies) which has been described in a previous work; Il sito del Fusaro ad Avella documenta un’occupazione prolungata dal Neolitico recente (Serra d’Alto e Diana-Bellavista) fino al periodo appenninico e forse al Bronzo recente intercalata da eruzioni vulcaniche importanti (l’una di origine flegrea: l’eruzione d’Agnano-Monte Spina e del Somma-Vesuvio: l’eruzione delle Pomici di Avellino). L’articolo presenta i reperti rinvenuti nei livelli corrispondenti alla frequentazione di epoca appenninica individuata a tetto della coltre eruttiva che ha ricoperto il precedente insediamento del Bronzo antico (facies di Palma Campania) di cui si è dato notizie in un precedente lavoro.

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Les Auteurs, sur la base des données d’une fouille très fine, décrivent l’architecture légère de plusieurs maisons au toit de chaume sur poteaux plantés et avec « chevrons au sol », dégagées dans le village de Nola, la Pompéi de la Préhistoire. Grâce à la concomitance exceptionnelle de phénomènes éruptifs difficilement reproductibles, les parois des maisons se sont parfaitement conservées sur une hauteur de 1,30 m environ sous les ponces projetées par le volcan Somma-Vésuve, qui ont recouvert également les enclos et d’autres structures liées à l’élevage et au battage des céréales. Les vestiges matériels (mobiliers de céramique et de terre à bâtir, restes d’animaux et de végétaux) sont restés en place, fossilisés par les coulées de boue qui, à la fin de l’éruption, ont pénétré dans les maisons, formant un moulage fidèle de la construction. Les Auteurs, après avoir décrit les techniques utilisées pour l’édification des maisons et l’aménagement intérieur, examinent un certain nombre de sites archéologiques de la Campanie, qui ont restitué des maisons du Bronze ancien, dont le plan « en fer à cheval » offre des similitudes avec les constructions de Nola., Albore Livadie Claude, Castaldo Emilio, Castaldo Nicola, Vecchio Giuseppe. Sur l’architecture des cabanes du Bronze ancien final de Nola (Naples-Italie). In: Architectures protohistoriques en Europe occidentale du Néolithique final à l'âge du Fer. Actes du 127e Congrès national des sociétés historiques et scientifiques, « Le travail et les hommes », Nancy, 2002. Paris : Editions du CTHS, 2005. pp. 487-512. (Actes du Congrès national des sociétés savantes, 127)