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Marco A Cimmino,1 Massimiliano Parodi,1 Francesca Barbieri,1 Stefano Bombardieri,2 Giuseppe Zampogna,1 Annamaria Iagnocco,3 Alberto Batticciotto,4 Luca Maria Sconfienza,5,6 Luigi Sinigaglia,7 Fabrizio De Benedetti,8 Fabiola Atzeni,9 Piercarlo Sarzi-Puttini10 1Research Laboratory and Academic Division of Clinical Rheumatology, Department of Internal Medicine, University of Genoa, Genoa, Italy; 2Rheumatology Unit, Santa Chiara Hospital, University of Pisa, Pisa, Italy; 3Academic Rheumatology Centre, Università degli Studi di Torino, Turin, Italy; 4Rheumatology Unit ASST-Settelaghi, Ospedale di Circolo – Fondazione Macchi, Varese, Varese, Italy; 5IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, Milan, Italy; 6Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano, Milan, Italy; 7Rheumatology Unit, G. Pini Hospital, Milan, Italy; 8Division of Rheumatology, IRCCS, Bambin Gesù Paediatric Hospital, Rome, Italy; 9Rheumatology Unit, University of Messina, Messina, Italy; 10Rheumatology Unit, L. Sacco University Hospital, Milan, ItalyCorrespondence: Piercarlo Sarzi-PuttiniReumatology Department, L. Sacco University Hospital, ASST Fatebenefratelli – Sacco, Via G.B. Grassi, 74, Milan 20157, ItalyTel +39 02 39042208Email piercarlo.sarziputtini@gmail.comObjective: This open-label study evaluated the effects of combined tocilizumab (TCZ) and disease-modifying antirheumatic drugs (DMARDs) on magnetic resonance imaging (MRI) changes in synovial membrane enhancement, bone marrow edema (BME), and erosions in the wrist and hand joints of rheumatoid arthritis (RA) patients inadequately responding to DMARDs alone.Methods: The efficacy of intravenous TCZ 8 mg/kg administered every four weeks for 48 weeks was evaluated on six occasions. The primary endpoints were the changes in the extent and degree of wrist synovitis as measured using the RA MRI Score (RAMRIS) and dynamic, gadolinium-enhanced 0.2T MRI (DCE-MRI). A number

La breve premessa ha il compito di riprodurre l’incisione di una scenografia di Ferdinando Bibbiena, presente come scenografo nel primo decennio del secolo al Ducale, per dar conto dello sviluppo della scenografia milanese di cui furono protagonisti i Fratelli Galliari, che qui crearono una vera scuola. Una pianta del Regio Ducal Teatro fornisce un’opportuna contestualizzazione al materiale analizzato nel catalogo

La mostra Festa, rito e teatro nella «gran città di Milano» nel Settecento e il relativo catalogo sono il frutto di una ricerca, svolta a partire dalla ricca raccolta di incisioni della Biblioteca Ambrosiana. Nell’introdurre il catalogo le autrici delle schede, responsabili anche della ricerca iconografica, espongono l’intento della mostra: ricostruire vari aspetti della teatralità milanese del Settecento, con particolare riguardo alla scenografia. Precisano altresì i criteri di selezione del materiale e di organizzazione delle sezioni, nonché le fonti documentarie usate. Evidenziano come la descrizione e l’analisi del materiale iconografico abbia preceduto la fase interpretativa anche nella stesura delle schede, tutte corredate da immagini e dati tecnici.

Le incisioni che si analizzano in questa sezione propongono una rassegna di varie pratiche di teatralità popolare: si tratta di documenti di diverse aree europee, ma possono tuttavia essere considerate testimonianze iconografiche anche della performatività popolare a Milano. Molto spesso nel contesto fieristico si inserivano spettacoli di saltimbanchi, giocolieri ed equilibristi, cantastorie, animali ammaestrati; la vendita assumeva i toni di un vero e proprio spettacolo; anche la cura delle malattie e dei denti diventava una sorta di esibizione pubblica. La commistione di ciarlatani, saltimbanchi, attori comici fu vitale sulle scene e sulle piazze milanesi nel XVIII secolo, come attestato da varie fonti

La mostra "Festa, rito e teatro nella «gran città di Milano» nel Settecento" e il relativo catalogo sono il frutto di una ricerca, svolta a partire dalla ricca raccolta di incisioni della Biblioteca Ambrosiana. Le schede relative alle incisioni e ai disegni ambiscono principalmente a tratteggiare tramite esempi e casi particolari il panorama della rappresentazione a Milano nel periodo asburgico del Settecento, rispettando l’intento che aveva animato la scelta dei materiali da esporre in mostra. Per la stesura delle schede si è proceduto dalla descrizione e dall’analisi del materiale iconografico; ci si è avvalsi altresì di altro materiale documentario, anche manoscritto, conservato soprattutto in Ambrosiana

Un indirizzo di ricerca già consolidato in Europa e negli Stati Uniti, ma acquisito più recentemente in Italia, prende in considerazione i diversi contributi che le teorie della costruzione culturale del maschile e del femminile possono offrire alle arti della scena. Il volume si inserisce in tale contesto di studi mettendo a fuoco il concetto di differenza che, come un sottile fil rouge, attraversa tanto il mondo del teatro quanto quello del femminile. Entrambi contraddistinti da una costituzionale alterità nei confronti di ogni categorizzazione univoca e settoriale, essi si pongono ai margini dei “generi” predominanti: la tradizione letteraria in senso stretto, da una parte, e il sesso maschile, dall’altra. Toccando alcune tappe significative della storia del teatro e delle arti performative, questo corpus di saggi analizza alcune modalità femminili di autorappresentazione, mettendone in luce il carattere liminare ed esaminandone, al tempo stesso, le ragioni e gli effetti nel proprio contesto socio-culturale di riferimento. Parallelamente, il progetto cerca di evidenziare la differenza espressiva del teatro attraverso le riflessioni e le opere di alcune letterate e filosofe, in particolare mostrando la capacità della scena di offrirsi quale chiave di lettura per la rappresentatività del linguaggio e per la struttura costitutivamente relazionale, e tragica, della realtà.

Nella seconda metà del Settecento Milano diventò un centro di riferimento per la scenografia a livello internazionale. La tesi studia l’evoluzione della spettacolarità e della scenografia in un periodo cruciale per la città (1765-1792) prendendo in esame non solo il teatro, ma anche gli aspetti connessi agli eventi festivi legati al potere. La ricerca è basata primariamente sulle fonti iconografiche, soprattutto disegni e incisioni, reperite negli archivi milanesi e nazionali; l’analisi di libretti, relazioni, periodici e altra documentazione ha inoltre offerto altri elementi utili alla delineazione dello scenario culturale di riferimento. In primo luogo, si prendono in esame eventi dinastici, quali i festeggiamenti nuziali, i passaggi e gli ingressi dei sovrani, le feste per nascita e le esequie. Sono inoltre considerati gli sviluppi della scenografia milanese prima al Regio Ducal Teatro e poi al Teatro alla Scala, con particolare riguardo all’opera di personalità di primo piano come i fratelli Galliari e Pietro Gonzaga. Ne emerge un quadro complesso che aspira a ricostruire la trama di rapporti che legano la scenografia all’universo della rappresentazione nella Milano del XVIII secolo., In the second half of the 18th century Milan became a very influent centre for the art of stage designing. This PhD thesis seeks to investigate the developments of the visual aspects of theatricality in a crucial period (1765-1792) for Milan. This study is based on iconographic sources, namely engravings and drawings. The analysis focuses on public and political events (wedding festivals, state funerals and royal entries) and, at the same time, on theatre. The research considers the development of stage design at the Regio Ducal Teatro and the Teatro alla Scala. It concentrates on the works of the most important scene-painters of the period: the brothers Fabrizio and Bernardino Galliari and Pietro Gonzaga. As a result, the study provides an analysis of the several components of visual representation and their features.

Offre molteplici spunti di interesse l’incisione di Marc’Antonio Dal Re dedicata a Violante Vestri, in occasione della sua esibizione nel Tigrane al Regio Ducal Teatro di Milano nel 1750: oltre al ritratto in scena, propone un esempio di sonetto encomiastico tipico dell’epoca, fornisce indicazioni sulla cantante, sull’opera rappresentata, la scenografia, i costumi, alcuni particolari del Regio Ducal Teatro, la fruizione del pubblico, la composizione dell’orchestra, la posizione del suggeritore, dei militari addetti all’ordine pubblico, la circolazione delle stampe. Si analizzano e si approfondiscono i singoli aspetti e si dà un’interpretazione del senso generale della stampa celebrativa

In occasione della traslazione del corpo di s. Carlo nel 1751, il governatore di Milano volle affiancare una serie di manifestazioni a carattere civile che concorsero a rendere più gioioso il clima festivo di quei giorni e allo stesso tempo diedero la misura della magnificenza con cui la corte partecipava all’evento religioso. L’incisione che realizzò Dal Re compendia gli eventi di quei giorni realizzati intorno al castello. L’analisi dell’incisione e l’ausilio di altre fonti documentarie permettono di ricostruire il ciclo festivo voluto dal governatore, dai giochi militari ai concerti; si chiarisce altresì il significato sociale e politico della festa

Il programma celebrativo messo a punto dalle Scuole di Dottrina Cristiana per il solenne ingresso dell’arcivescovo Carlo Gaetano Stampa prevedeva la rappresentazione dell’insieme delle Virtù Teologali, Cardinali e di quelle indicate nei Consigli Evangelici incarnate dall’Arcivescovo e da lui portate in dono alla città, sul modello del bottino di guerra nel trionfo romano. Si descrive in modo dettagliato la seconda «comparsa» che ha come protagonista l’Umiltà, che reca prigioniero il vizio della Superbia; si illustrano i vari personaggi, costumi, posture ed atteggiamenti. Si riportano le parti scritte, testi da recitare e didascalie esplicative. Si interpretano motti ed emblemi

Il codice cartaceo manoscritto del Trionfo delle cristiane virtù, quasi del tutto inedito, si caratterizza per le sue colorate, seppur ingenue, illustrazioni: esse riproducono i quadri allegorici che le diciannove Scuole della Dottrina Cristiana avevano animato nel corteo per il solenne ingresso dell’arcivescovo Carlo Gaetano Stampa nel 1739 a Milano. Si descrive il codice e, brevemente, la composizione di ogni singola ‘comparsa’, che rappresentava una delle virtù Teologali, Cardinali e di quelle indicate nei Consigli Evangelici possedute dall’arcivescovo; ogni virtù era seguita da un corrispondente contrario vizio in catene, nonché un corredo di geni e angioletti, che recavano stemmi e imprese. Si ricostruisce l’ordine con cui le virtù si presentavano, il clima, i colori dei costumi, le movenze della rappresentazione spettacolare, i versi che venivano recitati.

L’incisione di Giulio Cesare Bianchi illustra l’entrata trionfale, carnascialesca, della Badia dei Facchini del Lago Maggiore: si individuano le somiglianze con quelle di papi, vescovi e re. Si delineano la storia della celebre Badia e le caratteristiche mutate nei secoli. Si descrive la composizione del corteo e il costume dell’abate. Attraverso l’ausilio di altre fonti documentarie, un diario manoscritto e la Gazzetta di Milano, si ricostruisce la giornata festiva, fino al ricevimento a corte ed il ballo in teatro; si riferisce altresì dei privilegi concessi alla Badia.

Questa sezione del catalogo comprende tre schede con l’analisi di altrettante incisioni relative alle esequie per la regina di Sardegna Giovanna Polissena Cristina, tenutesi nel Duomo di Milano nel 1735. Con l’ausilio anche della relazione a stampa dell’evento e di altre fonti documentarie, si descrive il corteo funebre che si snodò dal palazzo Regio Ducale al duomo; si illustrano e analizzano gli apparati in facciata e all’interno del duomo, nonché il catafalco. Si chiariscono i significati di simboli e allegorie presenti, nonché dell'intero rito, in cui permangono seppur in modi più pacati, le tracce di quello che storici e antropologi chiamano ‘culto regale’

Questa sezione del catalogo comprende quattro schede con l’analisi di altrettante incisioni relative alle esequie per l’imperatore Carlo VI, tenutesi nel Duomo di Milano nel 1741. Con l’ausilio anche della relazione a stampa dell’evento e di altre fonti documentarie, si descrive il corteo funebre che si snodò dal palazzo Regio Ducale al duomo; si illustrano e analizzano gli apparati in facciata, opera dei fratelli Galliari. Della facciata si riproduce anche un disegno inedito dell’architetto Castiglione, responsabile di tutti gli allestimenti. Si descrivono e analizzano altresì gli apparati all’interno del duomo e il catafalco. Si chiariscono i significati di simboli e allegorie presenti, nonché dell'intero rito, in cui permangono seppur con accenti più moderni, le tracce di quello che storici e antropologi chiamano ‘culto regale’

L’interpretazione del sopranista Giovanni Manzoli in Arianna e Teseo, andata in scena nel 1762 al Regio Ducal Teatro di Milano, è celebrata da una stampa di Dal Re. Ad eccezione dei personaggi, Il disegno preparatorio dell’incisione fu opera di Fabrizio Galliari, che con i fratelli aveva realizzato le scenografie al Ducale. L’analisi della stampa consente dunque di delineare le caratteristiche della loro arte all’inizio degli anni ‘60; il confronto con i disegni di anni precedenti rivela differenze di stile e di composizione, a tutto vantaggio di un linguaggio più razionale ed equilibrato, incline allo stile neoclassico che stava avanzando e ad una maggiore aderenza fra scena e azione drammatica in chiave espressiva. Si rileva tuttavia l’assenza di rigore filologico, una caratteristica comune anche al disegno dei costumi. Si descrive l’abito del Manzoli e la caratterizzazione del Minotauro

Preziosa per gli studiosi è l’incisione del Regio Ducal Teatro di Milano che Dal Re realizzò in occasione della festa che il Ministro Plenipotenziario Gian Luca Pallavicini organizzò nel Maggio 1747 per la nascita di Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena, terzogenito di Maria Teresa. Attraverso l’analisi dettagliata dell’incisione e con il supporto di altro materiale documentario, si riscostruisce il programma celebrativo dell’evento e le sue implicazioni politiche; vengono esaminati gli elementi strutturali del teatro e le modifiche a cui fu sottoposto per il ballo, nonché la sua illuminazione; si descrive l’arredo, e i ricchi costumi della nobiltà che intervenne. Si approfondisce il significato de La gara dei Genj, l’azione drammatica rappresentata. Per approfondire lo studio del Regio Ducal Teatro si esaminano i disegni relativi alla sua pianta e a quella del Palazzo Regio Ducale: si individua la posizione nel palazzo e si descrivono i dati tecnici; particolare riguardo anche a quelli relativi al palcoscenico, con le guide per far scorrere le scenografie, The Regio Ducal Teatro of Milan’s engraving, realized by Dal Re on occasion of the feast organized by the Governor Gian Luca Pallavicini for the birth of Pietro Leodolpdo d’Asburgo Lorena, third born child of Maria Teresa, is a very precious document. By its detailed analysis and with the support of other documents, the event’ celebrative program as well as the political implications are reconstructed; furthermore, the theatre structural elements, the modifications made for the ballet, and the illumination are examined; also the furniture and the rich costumes of the nobles who attended the ceremony, are described. The Gara dei Genj significance and the dramatic action are deeply studied. To enrich the Teatro Regio Ducal study, its plan and that of the Palazzo Regio Ducale are examined. The theatre’s position in the palace is located and the theatrical features are described, in particular those of the stage with its slides to moves the scenes

Dal Re ci lascia una testimonianza iconografica significativa del solenne ingresso che l’arcivescovo Carlo Gaetano Stampa compì nel 1739: l’analisi dell’incisione consente di godere di un’interessante immagine delle contrade intorno alla Chiesa Metropolitana e della piazza antistante; si descrivono gli evidenti segni di come per l’occasione la città si sia voluta trasformare con una serie di apparati effimeri: l’asse viario percorso e piazza Duomo sono trasformati in un fondale scenografico articolato. Anche con l’ausilio di altre fonti documentarie, si illustrano gli elementi e gli apparati più salienti, si analizzano le caratteristiche e i simboli dell’intero rito; si ricostruiscono i precedenti storici cui questa entrata trionfale sembra rifarsi e i suoi significati antropologici

L’incisione di Dal Re mostra un momento del rito in Duomo per la traslazione del corpo di s. Carlo che si fece a Milano nel 1751. L’analisi della stampa offre lo spunto per approfondire l’evento, grazie all’ausilio di altre fonti documentarie manoscritte e a stampa. Si ricostruiscono fasi della preparazione, si descrivono gli apparati, il lungo corteo e momenti di rappresentazione durante il percorso. L’analisi dei vari elementi contribuisce a chiarire l’importante significato religioso e sociale della festa.