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Il contributo si concentra sul fenomeno delle residenze creative, con riguardo a quelle correlate allo spettacolo dal vivo, sotto la lente della complessità, dell'ottica sistemica e delle manifestazioni emergenti

Il contributo analizza le competenze oggi necessarie nella gestione del patrimonio culturale in relazione alla complessità sociale, economica e culturale, che riguarda il contesto delle organizzazioni culturali, evidenziando la necessità di valorizzare quelle emergenti ed evolutive

Che cosa è la valutazione di impatto? Con quali metodi può essere condotta? Come progettare disegni di valutazione di impatto tenendo conto degli elementi di complessità che contraddistinguono le situazioni socio-educative? Muovendo da tali interrogativi il presente volume rende conto di un percorso di ricerca su un tema quanto mai attuale: quello della valutazione di impatto. Tale forma di valutazione, oggi sempre più richiesta e praticata, riporta all’attenzione una questione di fondamentale importanza per quanti finanziano, progettano o operano nei contesti educativi e formativi: comprendere “se, come e perché” le risorse investite generino gli impatti auspicati. Rendere disponibili evidenze su tali meccanismi permette infatti di soddisfare non solo un interesse conoscitivo, ma anche di porre le basi per trasformare e migliorare i contesti nei quali la valutazione è praticata. Con l’obiettivo di comprendere cosa sia la valutazione di impatto e come possa essere condotta, nella prima parte del volume l’attenzione è posta sulla disamina delle questioni concettuali e metodologiche; il quadro teorico-metodologico è poi arricchito con i risultati provenienti dall’analisi di 74 valutazioni di impatto selezionate a valle di una review condotta nel database ERIC e riferite al campo dell’education. Sono proposte infine alcune strategie per progettare disegni di valutazione di impatto coerenti con le caratteristiche dei contesti socio-educativi.

Nell’ambito del progetto MUSA (Multilayer Urban Sustainability Action), il paper presenta alcuni primi spunti derivanti dall’iniziativa di produzione di un podcast dedicato alla diffusione di ricerche e di progetti relativi alla sostenibilità urbana, evidenziandone il portato pedagogico. Dopo aver delineato la cornice progettuale e teorica di riferimento, l’articolo inquadra il podcast Sustainability and the city come strumento di raccolta e di disseminazione culturale di studi che ritraggono la sostenibilità nella sua complessità. Si offre poi un affondo specifico sulla sostenibilità sociale e sui possibili significati che di essa emergono da alcune ricerche raccontate nelle puntate della prima stagione. Un primo punto di interesse pedagogico di questo lavoro riguarda le potenzialità del podcast come mezzo con cui esplorare la sostenibilità, restituirla come materia complessa e veicolarla per creare cultura diffusa attorno ad essa. In secondo luogo, si rivelano significativi per il loro portato educativo i contenuti relativi alle dimensioni sociali della sostenibilità che le puntate selezionate consentono di approfondire.

Le intense trasformazioni che caratterizzano la contemporaneità evidenziano l’inadeguatezza dei paradigmi di sviluppo egemonici della società occidentale basati su binarismi e logiche disgiuntive, in favore di una prospettiva relazionale-sistemica in grado di cogliere le interconnessioni tra dimensioni naturali, sociali, culturali, economiche, politiche ed etiche. Questo processo vede fortemente implicati i professionisti dell’educazione rispetto alla possibilità di promuovere un cambiamento significativo delle soggettività nell’abitare la complessità, sostenendo i processi formativi degli individui e favorendo lo sviluppo di intelligenze collettive e connettive. In questo scenario, l’articolo approfondisce il contributo degli approcci sociomateriali nella formazione dei professionisti dell’educazione. La loro adozione favorisce lo sviluppo di competenze per riflettere criticamente sul posizionamento assunto e progettare creativamente il ruolo professionale, radicandolo nella complessità del tempo presente., The intense transformations of contemporary times highlight the inadequacy of the hegemonic development paradigms of Western society, which are based on binarisms and disjunctive logics, in favor of a relational-systemic perspective capable of grasping the interconnections between natural, social, cultural, economic, political, and ethical dimensions. This process closely involves education professionals in promoting a meaningful change of subjectivities in inhabiting complexity, supporting the formative processes of individuals and facilitating the development of collective and connective intelligences. In this scenario, the article explores the contribution of socio-material approaches in the training of educational professionals. Their adoption fosters the development of skills to critically reflect on assumed positioning and creatively design the professional role, rooting it in the complexity of the present time.

In the face of global climate change, the built environment is experiencing an increasing demand for energy to maintain indoor comfort conditions. Inspired by systemic thinking and biomimicry, adaptive architecture can give rise to complex building organisms that dynamically respond to environmental stimuli by modulating the physicality of their envelope, thereby reducing energy consumption for climate control. Illustrating a representative framework of projects and research highlights the role of modularity in adaptive architecture in terms of operational principles, control modes, response mechanisms, functional complexity, and structural complexity. This contribution underscores the centrality of modularity as a strategy to address the multidimensional complexity of technological systems for adaptive envelopes.   Article info Received: 08/09/2023; Revised: 14/10/2023; Accepted: 26/10/2023, A fronte del cambiamento climatico globale all’ambiente costruito è ascrivibile un crescente fabbisogno energetico per il mantenimento di condizioni di benessere indoor. L’architettura adattiva, ispirata al pensiero sistemico e alla biomimetica, può dar vita a organismi edilizi complessi che rispondono dinamicamente alle sollecitazioni ambientali attraverso la modulazione della fisicità del proprio involucro, riducendo il dispendio energetico per la climatizzazione. L’illustrazione di un quadro rappresentativo di progetti e ricerche evidenzia il ruolo della modularità nell’architettura adattiva in termini di principi di funzionamento, modalità di controllo, modalità di risposta, complessità funzionale e strutturale. Il contributo mette in luce la centralità della modularità quale strategia per affrontare la complessità multidimensionale dei sistemi tecnologici per l’involucro adattivo.   Info sull'articolo Ricevuto: 08/09/2023; Revisionato: 14/10/2023; Accettato: 26/10/2023

In the face of global climate change, the built environment is experiencing an increasing demand for energy to maintain indoor comfort conditions. Inspired by systemic thinking and biomimicry, adaptive architecture can give rise to complex building organisms that dynamically respond to environmental stimuli by modulating the physicality of their envelope, thereby reducing energy consumption for climate control. Illustrating a representative framework of projects and research highlights the role of modularity in adaptive architecture in terms of operational principles, control modes, response mechanisms, functional complexity, and structural complexity. This contribution underscores the centrality of modularity as a strategy to address the multidimensional complexity of technological systems for adaptive envelopes.   Article info Received: 08/09/2023; Revised: 14/10/2023; Accepted: 26/10/2023, A fronte del cambiamento climatico globale all’ambiente costruito è ascrivibile un crescente fabbisogno energetico per il mantenimento di condizioni di benessere indoor. L’architettura adattiva, ispirata al pensiero sistemico e alla biomimetica, può dar vita a organismi edilizi complessi che rispondono dinamicamente alle sollecitazioni ambientali attraverso la modulazione della fisicità del proprio involucro, riducendo il dispendio energetico per la climatizzazione. L’illustrazione di un quadro rappresentativo di progetti e ricerche evidenzia il ruolo della modularità nell’architettura adattiva in termini di principi di funzionamento, modalità di controllo, modalità di risposta, complessità funzionale e strutturale. Il contributo mette in luce la centralità della modularità quale strategia per affrontare la complessità multidimensionale dei sistemi tecnologici per l’involucro adattivo.   Info sull'articolo Ricevuto: 08/09/2023; Revisionato: 14/10/2023; Accettato: 26/10/2023

In this paper, I will ask about the role of documentary sources in the develop-ment of museum projects of a historical character, with a popular or didactic purpose. Documentary sources are primarily understood as the set of public or private documents attesting a legal fact or having a specific administrative purpose, usually kept in archival complexes. Particular attention will be paid to cartographic documentation, which as-sumes significant importance in exhibition projects that focus on a defined territory and have the ambition of proposing a narrative of the circumstances of its transformation over the centuries, starting from its geographical and landscape characteristics.The complexity of the documentation, largely of a juridical-administrative nature and therefore –especially for the medieval and early modern period– difficult for the public to access, questions the new methods of dissemination and interpretation of the documents, the possible intersections with narrative apparatuses and the ways of using multimedia supports, which are currently unavoidable in the design of museums specifically themed on local history. This obstacle also requires an encounter between the professional figure of the archivist and that of the designer/museographer.The article will be developed in three fundamental parts: in the first part, some experienc-es of exhibition design will be described in detail, also in comparison with other similar museographic projects; in the second part, the possible elements of encounter between the design of an exhibition space and the dissemination/interpretation of documentary sources will be highlighted, highlighting the problems that have emerged (also in terms of writing) and some possible working hypotheses; in a third part, the relationship with multimedia and with cartographic sources from archives will be discussed in more detail., Nell’intervento qui proposto, mi interrogherò sul ruolo delle fonti documentarie nellosviluppo di progetti museali di carattere storico, con finalità divulgativa o didattica. Per fonti documentarie si intende in primo luogo l’insieme di documenti pubblici o pri-vati attestanti un fatto giuridico o aventi una specifica finalità amministrativa, di norma conservati pressocomplessi archivistici. Una particolare attenzione sarà rivolta alla docu-mentazionecartografica, che assume un rilievo significativo in progetti espositivi che si focalizzano suun territorio definito e che hanno l’ambizione di proporre una narrazione delle circostanzedella sua trasformazione nel corso dei secoli, a partire dalle sue caratteri-stichegeografiche e paesaggistiche.La complessità della documentazione, in larga misura di carattere giuridico-amministra-tivo e dunque- soprattutto per l’epoca medievale e per la prima modernità- di difficile accessibilità da parte del pubblico, interroga sulle nuove metodologie di diffusione e in-terpretazione dei documenti, sulle possibili intersezioni con gli apparati narrativi e sulle modalità di utilizzo dei supporti multimediali, che sono attualmente imprescindibili nella progettazione di musei specificamente tematizzati sulla storia locale. Tale ostacolo neces-sità anche di un incontro fra la figura professionale dell’archivista e quella del progettista/museografo.L’articolo si svilupperà in tre parti fondamentali: nella prima saranno puntualmente de-scritte alcune esperienze di allestimento, anche nel confronto con altri progetti museogra-fici analoghi; in un secondo tempo, si metteranno in luce gli elementi di incontro possibili fra la progettazione di uno spazio espositivo e la divulgazione/l’interpretazione di fonti documentarie, evidenziando le problematiche emerse (anche in termini di scrittura) e alcune ipotesi di lavoro possibili; in un terzo ambito si ragionerà più nel dettaglio sul rap-porto con il multimedia e con le fonti cartografiche proveni, En este trabajo, me cuestionaré el papel de las fuentes documentales en el desarrollo de proyectos museísticos de carácter histórico, con una finalidad popular o didác-tica. Por fuentes documentales se entiende, en primer lugar, el conjunto de documentos públicos o privados que atestiguan un hecho jurídico o que tienen una finalidad administrativa específica, generalmente conservados en complejos archivísticos. Se prestará especial atención a la documentación cartográfica, que adquiere una importancia significativa en los proyectos expositivos que se centran en un territorio definido y tienen la ambición de proponer una narración de las circunstancias de su transformación a lo largo de los siglos, a partir de sus características geográficas y paisajísticas. La complejidad de la documentación, en gran parte de carácter jurídico-administrativo y, por tanto, –sobre todo para el período medieval y altomoderno– de difícil acceso para el público, cuestiona los nuevos métodos de difusión e interpretación de los documentos, las posibles intersecciones con los aparatos narrativos y las formas de utilización de los soportes multimedia, actualmente ineludibles en el diseño de los museos específicamente temáticos de historia local. Este obstáculo requiere también un encuentro entre la figura profesional del archivero y la del diseñador/museógrafo. El artículo se desarrollará en tres partes fundamentales: en la primera, se describirán con detalle algunas experiencias de diseño expositivo, también en comparación con otros proyectos museográficos similares; en la segunda, se destacarán los posibles elementos de encuentro entre el diseño de un espacio expositivo y la difusión/interpretación de las fuentes documentales, poniendo de relieve los problemas que han surgido (también en cuanto a la redacción) y algunas posibles hipótesis de trabajo; en la tercera parte, se profundizará en la relación con las fuentes multimedia y cartográficas de los archivos.

Il contributo, così come è strutturato il volume, interpreta la voce "incertezza" alla luce dell'esperienza del Festival Suq di Genova

Che cosa significa “conoscere” nel contesto contemporaneo? Confrontando i diversi modelli di conoscenza che sono stati proposti dall’età moderna ai giorni nostri, emerge l’insufficienza del paradigma che si è imposto con la nascita della scienza moderna e che si è rafforzato con il positivismo, ma che in seguito ha mostrato le prime crepe con la cosiddetta crisi dei fondamenti, da cui è derivata la necessità di elaborare una nuova proposta epistemologica che tenga conto della complessità del reale. A tale complessità si può fare fronte con un nuovo modello di conoscenza che, da un lato, privilegi un approccio sistemico – in grado di considerare non solo i fenomeni isolati, ma anche le loro relazioni – e, dall’altro, possa promuovere una prospettiva transdisciplinare che non esclude la specializzazione, pur favorendo il dialogo fra discipline diverse, fra le scienze e altre forme della cultura.

Il “sistema” è un insieme di elementi che interagiscono tra loro, e i sistemi complessi si distinguono per la numerosità degli elementi costitutivi e delle loro interazioni. Si possono riconoscere quattro principali caratteristiche: non linearità, per cui raramente i fenomeni osservati potranno essere spiegati da semplici relazioni causa-effetto; capacità di auto-organizzarsi, in maniera non sempre prevedibile; comparsa di comportamenti emergenti che non possono essere descritti come solo una somma delle componenti da cui scaturiscono; applicazione di poche e semplici regole locali che danno luogo a fenomeni complessi (1,2). Le cure palliative possono essere descritte come un sistema complesso, poiché il processo di cura deriva dall’interazione tra diversi elementi, come l’ambiente socioculturale, l’impostazione del sistema sanitario e il paziente (3). I framework concettuali possono essere un valido supporto per una rappresentazione di tali sistemi, e due esempi relativi alle cure palliative ci sono offerti dalla letteratura scientifica da Hodiamont e Pask (4,5). Due modalità con le quali si può “navigare” questo sistema complesso, e cioè interpretarlo ed affrontarlo al meglio, sono il coordinamento e la collaborazione. Per quanto riguarda il coordinamento, i meccanismi fondamentali ai quali fare riferimento sono: la supervisione diretta, la standardizzazione dei processi di lavoro, la standardizzazione degli output, la standardizzazione delle professionalità e l’adattamento reciproco (6). Anche per la collaborazione si possono enunciare cinque meccanismi: la condivisione di responsabilità, dati, valori ed interventi; l’intesa, per la costruzione di un rapporto costruttivo; il potere, cioè il rafforzamento simultaneo degli individui; l’interdipendenza, che porta all’attuazione di azioni collettive; il processo, cioè l’insieme delle attività volte al raggiungimento degli obiettivi comuni (7). Le leve che è possibile utilizzare sono molteplici, ed in qu

Il contributo restituisce un aspetto fondamentale della riflessione del maestro/filosofo/epistemologo della complessità Mauro Ceruti: la fraternità. Una questione su cui si confronta con due grandi protagonisti del nostro tempo: il sociologo Edgar Morin e Papa Francesco

Our society is called on to face challenges of planetary scope that are inevitably redefining the role of education, which has to reconsider the traditional model of anthropos in light of a conception of existence meant as project and Bildung. To this end, the categories of Problematicism, such as difference, the possible and the utopian, can be useful if reread through irony. This enables us to become aware of social conditionings and take that leap in quality that is indispensable for prompting change and giving sense and direction to our existence. Each subject will thus find him or herself wearing new lenses through which to observe and interpret the world, offering a glimpse of new places of the possible. This implies a change of perspective. As such, irony is an important pedagogical device whose potential can be grasped through critical and problematicist rethinking.

Il contributo si concentra sulla complessità della gestione delle arti e della cultura riferita alle evoluzioni che questo settore sta vivendo per i riflessi delle trasformazioni del contesto sociale, economico, culturale e tecnologico. Tali evoluzioni portano a cambiamenti importanti nella produzione e nella fruizione culturale, nella definizione di nuovi luoghi culturali e richiedono una diversa strutturazione del pensiero in termini di strategie e gestione.

The current pandemic crisis has highlighted the need for the adoption of a co-evolutionary approach in the interpretation of what is happening. The morbidity of the virus correlates with morphological, environmental, cultural, socio-economic factors; the pandemic challenges linear thinking and monocausal explanations. This contribution illustrates how this approach can help to interpret and - why not - to find a solution to the two major current crises: the pandemic and the ecological one.

Con riferimento alla VI Conferenza sulla ricerca educativa e pedagogica organizzata dal Dipartimento di Scienze umane dell’Università di Bergamo il contributo propone una rilettura del sapere pedagogico in relazione all’insieme dei saperi, per una presa di consapevolezza dei cambiamenti e delle sfide poste dalla complessità, in vista di un’educazione, un’istruzione e una formazione degli insegnanti che sfida la compartimentazione dei saperi, aiuta a costruire una riflessione educativa condivisa e transdisciplinare., With reference to the VI Conference on educational and pedagogical research organized by the Department of Human Sciences, University of Bergamo, 6-7 December 2021, the contribution proposes a reinterpretation of pedagogical knowledge in the relationship with the disciplines, for becoming aware of the complexity, changes and challenges, to elaborate an education that challenges the compartmentalization of knowledge, helps to build an educational reflection shared and transdisciplinary

L’educazione degli adulti rappresenta per il Paese e per le istituzioni una sfida sistemica che chiede risposte coordinate a livello micro, meso e macro, ritrovando le connessioni profonde tra apprendimento, educazione, istruzione e formazione. La prospettiva proposta è complessa e processuale: i sistemi evolvono in base alla propria auto-organizzazione, non a soluzioni calate dall’alto. L’educazione degli adulti ha radici sociali e culturali, da recuperare nella costituzione delle reti territoriali per l’apprendimento permanente. In esse, anche l’università ha un ruolo attivo da svolgere per sostenere cambiamenti che investono il piano culturale, politico e pratico.

Il contributo, scritto per i 100 anni del sociologo francese, restituisce un aspetto peculiare del pensiero di Edgar Morin, ossia la sua attenzione a coltivare nella sua vita e nelle sue riflessioni le oasi di fraternità. Queste ultime sono luoghi, ancora interstiziali e poco diffusi, abitate da relazioni calde, in cui si collabora e si pratica un nuovo umanesimo.

Uno scenario, già di per sé non privo di nodi critici e di sfide quello con cui la scuola italiana si è presentata alle porte del mese di marzo 2020, quando si è trovata a dover fare i conti con la necessità di ripensare, in modo improvviso, ed anche improvvisato, la struttura alla base di quella che, tutto sommato, poteva essere percepita come una rassicurante quotidianità, e di accelerare il ricorso ad alcuni strumenti, strategie, approcci didattici ed organizzativi appartenenti, fino a pochi giorni prima, solo ad immaginari ed orizzonti avveniristici. Tutto ciò che ne è seguito, e che si è inevitabilmente tradotto in un nuovo, significativo, capitolo della storia dell’insegnamento, tuttora ancora aperto, pare essere perlopiù noto. O forse solo in parte, se è vero, come alcuni ritengono , che ad oggi è possibile tracciare un bilancio parziale di quello che tutto ciò ha comportato, soprattutto per alcuni bambini e ragazzi, sul piano delle conoscenze e degli obiettivi didattici e, forse ancor più, delle competenze emotive, comunicative, relazionali e delle opportunità di crescita all’interno di un contesto sociale adeguato ed intenzionalmente predisposto

The paradigmatic transformations, rapid and in continuous acceleration, of the organization and communication of knowledge in contemporary reality make it necessary to reflect on the principles on which models and methods of the bibliographic tradition are based. This paper examines these topics: a) the elementary entities that constitute the “objects” of the representation of knowledge, from “books” to “data”; b) the description of some of the essential characteristics of the models of representation of these “objects”; c) the ways in which the perception of representations is carried out and communicated, through the recordings, giving rise to the different interfaces of bibliographic mediation, in the classic frame of the Bibliographic universe; d) the relational and holistic nature that characterizes the empirical phenomena referred to knowledge of objects, bibliographic and extra-bibliographic; e) the model profile of a possible Bibliographic multiverse; e) the general lines of a “point of view” with which to hypothesize the integration, following Michel Foucault, of “words” and “things”.

The paradigmatic transformations, rapid and in continuous acceleration, of the organization and communication of knowledge in contemporary reality make it necessary to reflect on the principles on which models and methods of the bibliographic tradition are based. This paper examines these topics: a) the elementary entities that constitute the “objects” of the representation of knowledge, from “books” to “data”; b) the description of some of the essential characteristics of the models of representation of these “objects”; c) the ways in which the perception of representations is carried out and communicated, through the recordings, giving rise to the different interfaces of bibliographic mediation, in the classic frame of the Bibliographic universe; d) the relational and holistic nature that characterizes the empirical phenomena referred to knowledge of objects, bibliographic and extra-bibliographic; e) the model profile of a possible Bibliographic multiverse; e) the general lines of a “point of view” with which to hypothesize the integration, following Michel Foucault, of “words” and “things”.

The paper re-evaluates, in the light of the socio-economic, cultural, political and health transformations of recent months, the importance of an education that teaches how to deal with change, through the adoption of new paradigms of thought capable of reading and understanding complexity. This is an essential challenge that can only be met by restoring centrality to education. It is necessary to start again from the idea of a new project of man and citizen that is able to open up to the future and unexpected, therefore to relate to what he does not know, starting from the questioning of himself. Irony in this sense represents an important pedagogical and formative category to inhabit postmodernism, which requires the subject to have a global and complex vision of the problems in order to reach new horizons of awareness.

Uno scenario, già di per sé non privo di nodi critici e di sfide quello con cui la scuola italiana si è presentata alle porte del mese di marzo 2020, quando si è trovata a dover fare i conti con la necessità di ripensare, in modo improvviso, ed anche improvvisato, la struttura alla base di quella che, tutto sommato, poteva essere percepita come una rassicurante quotidianità, e di accelerare il ricorso ad alcuni strumenti, strategie, approcci didattici ed organizzativi appartenenti, fino a pochi giorni prima, solo ad immaginari ed orizzonti avveniristici. Tutto ciò che ne è seguito, e che si è inevitabilmente tradotto in un nuovo, significativo, capitolo della storia dell’insegnamento, tuttora ancora aperto, pare essere perlopiù noto. O forse solo in parte, se è vero, come alcuni ritengono , che ad oggi è possibile tracciare un bilancio parziale di quello che tutto ciò ha comportato, soprattutto per alcuni bambini e ragazzi, sul piano delle conoscenze e degli obiettivi didattici e, forse ancor più, delle competenze emotive, comunicative, relazionali e delle opportunità di crescita all’interno di un contesto sociale adeguato ed intenzionalmente predisposto

Il contributo, scritto per i 100 anni del sociologo francese, restituisce un aspetto peculiare del pensiero di Edgar Morin, ossia la sua attenzione a coltivare nella sua vita e nelle sue riflessioni le oasi di fraternità. Queste ultime sono luoghi, ancora interstiziali e poco diffusi, abitate da relazioni calde, in cui si collabora e si pratica un nuovo umanesimo.

La pedagogia speciale è chiamata oggi ad affrontare, come è già accaduto del resto lungo il suo articolato cammino storico, sfide complesse che richiedono a tutti coloro che a diverso titolo operano in questo campo, la capacità di tenere insieme, da un lato, principi teorici ormai consolidati e, dall’altro, uno sguardo attento e vigile per intercettare le trasformazioni divenute sempre più repentine ed imprevedibili con inevitabili ricadute sul sistema educativo e formativo. Si comprende, pertanto, come sia cruciale il ruolo che riveste la formazione degli operatori per lo sviluppo di competenze specifiche e trasversali in grado di rispondere a scenari che hanno reso sempre più sfumati e meno netti i contorni entro i quali collocare la peculiarità delle diverse esigenze. Una formazione mirata che non tenda a sostenere nuove forme di iperspecialismi che rischierebbero di ingabbiare nuovamente la responsabilità e la capacità di gestione di situazioni complesse, ma al contrario che sappia sviluppare autonomia e dialogo tra tutti gli attori coinvolti nel processo inclusivo.

AUZZI, ROBERTO, open, This thesis focuses on the investigation of two broad research areas: non-relativistic field theories and holographic complexity. In the first part we review the general classification of the trace anomaly for 2+1 dimensional field theories coupled to a Newton-Cartan background and we also review the heat kernel method, which is used to study one-loop effective actions and then allows to compute anomalies for a given theory. We apply this technique to extract the exact coefficients of the curvature terms of the trace anomaly for both a non-relativistic free scalar and a fermion, finding a relation with the conformal anomaly of the 3+1 dimensional relativistic counterpart which suggests the existence of a non-relativistic version of the a-theorem on which we comment. We continue the analysis of non-relativistic free scalar and fermion with the heat kernel method by turning on a source for the particle mass: on this background, we find that there is no gravitational anomaly, but the trace anomaly is not gauge invariant. We then consider a specific model realizing a N=2 supersymmetric extension of the Bargmann group in 2+1 dimensions with non-vanishing superpotential, obtained by null reduction of a relativistic Wess-Zumino model. We check that the superpotential is protected against quantum corrections as in the relativistic parent theory, thus finding a non-relativistic version of the non-renormalization theorem. Moreover, we find strong evidence that the theory is one-loop exact, due to the causal structure of the non-relativistic propagator together with mass conservation. In the second part of the thesis we review the holographic conjectures proposed by Susskind to describe the time-evolution of the Einstein-Rosen bridge in gravitational theories: the complexity=volume and complexity=action. These quantities may be used as a tool to investigate dualities, and we investigate both the volume and the action for black holes living in warped AdS_3 spacetime, which is a, Questa tesi si focalizza sullo studio di due ambiti di ricerca principali: teorie di campo non relativistiche e complessità olografica. Nella prima parte riesaminiamo la classificazione generale dell'anomalia di traccia per teorie di campo 2+1 dimensionali accoppiate a una geometria di Newton-Cartan e revisioniamo anche il metodo dell'heat kernel, che è utilizzato per studiare azioni effettive a un loop e permette quindi di calcolare le anomalie per una data teoria. Applichiamo questa tecnica per estrarre i coefficienti esatti dei termini di curvatura dell'anomalia di traccia sia per uno scalare che per un fermione liberi e non relativistici, trovando una relazione con l'anomalia conforme della controparte relativistica in 3+1 dimensioni che suggerisce l'esistenza di una versione non relativistica del teorema a su cui commentiamo. Proseguiamo l'analisi dello scalare e del fermione libero e non relativistico con il metodo dell'heat kernel accendendo una sorgente per la massa delle particelle: in questa geometria, troviamo che non c'è anomalia gravitazionale, ma l'anomalia di traccia non è invariante di gauge. In seguito consideriamo un modello specifico che realizza un'estensione supersimmetrica N=2 del gruppo di Bargmann in 2+1 dimensioni con superpotenziale non nullo, ottenuto dalla riduzione dimensionale lungo una direzione nulla del modello di Wess-Zumino relativistico. Controlliamo che il superpotenziale è protetto contro le correzioni quantistiche come nella controparte relativistica, così trovando une versione non relativistica del teorema di non rinormalizzazione. Inoltre, abbia una forte evidenza che la teoria è esatta a un loop, a causa della struttura causale del propagatore non relativistico e a causa della conservazione della massa. Nella seconda parte della tesi revisioniamo le congetture olografiche proposte da Susskind per descrivere l'evoluzione temporale del ponte di Einstein-Rosen in teorie gravitazionali: la complessità=volume e la complessità=azi, No, open, Baiguera, S

Questa tesi si focalizza sullo studio di due ambiti di ricerca principali: teorie di campo non relativistiche e complessità olografica. Nella prima parte riesaminiamo la classificazione generale dell'anomalia di traccia per teorie di campo 2+1 dimensionali accoppiate a una geometria di Newton-Cartan e revisioniamo anche il metodo dell'heat kernel, che è utilizzato per studiare azioni effettive a un loop e permette quindi di calcolare le anomalie per una data teoria. Applichiamo questa tecnica per estrarre i coefficienti esatti dei termini di curvatura dell'anomalia di traccia sia per uno scalare che per un fermione liberi e non relativistici, trovando una relazione con l'anomalia conforme della controparte relativistica in 3+1 dimensioni che suggerisce l'esistenza di una versione non relativistica del teorema a su cui commentiamo. Proseguiamo l'analisi dello scalare e del fermione libero e non relativistico con il metodo dell'heat kernel accendendo una sorgente per la massa delle particelle: in questa geometria, troviamo che non c'è anomalia gravitazionale, ma l'anomalia di traccia non è invariante di gauge. In seguito consideriamo un modello specifico che realizza un'estensione supersimmetrica N=2 del gruppo di Bargmann in 2+1 dimensioni con superpotenziale non nullo, ottenuto dalla riduzione dimensionale lungo una direzione nulla del modello di Wess-Zumino relativistico. Controlliamo che il superpotenziale è protetto contro le correzioni quantistiche come nella controparte relativistica, così trovando une versione non relativistica del teorema di non rinormalizzazione. Inoltre, abbia una forte evidenza che la teoria è esatta a un loop, a causa della struttura causale del propagatore non relativistico e a causa della conservazione della massa. Nella seconda parte della tesi revisioniamo le congetture olografiche proposte da Susskind per descrivere l'evoluzione temporale del ponte di Einstein-Rosen in teorie gravitazionali: la complessità=volume e la comples, This thesis focuses on the investigation of two broad research areas: non-relativistic field theories and holographic complexity. In the first part we review the general classification of the trace anomaly for 2+1 dimensional field theories coupled to a Newton-Cartan background and we also review the heat kernel method, which is used to study one-loop effective actions and then allows to compute anomalies for a given theory. We apply this technique to extract the exact coefficients of the curvature terms of the trace anomaly for both a non-relativistic free scalar and a fermion, finding a relation with the conformal anomaly of the 3+1 dimensional relativistic counterpart which suggests the existence of a non-relativistic version of the a-theorem on which we comment. We continue the analysis of non-relativistic free scalar and fermion with the heat kernel method by turning on a source for the particle mass: on this background, we find that there is no gravitational anomaly, but the trace anomaly is not gauge invariant. We then consider a specific model realizing a N=2 supersymmetric extension of the Bargmann group in 2+1 dimensions with non-vanishing superpotential, obtained by null reduction of a relativistic Wess-Zumino model. We check that the superpotential is protected against quantum corrections as in the relativistic parent theory, thus finding a non-relativistic version of the non-renormalization theorem. Moreover, we find strong evidence that the theory is one-loop exact, due to the causal structure of the non-relativistic propagator together with mass conservation. In the second part of the thesis we review the holographic conjectures proposed by Susskind to describe the time-evolution of the Einstein-Rosen bridge in gravitational theories: the complexity=volume and complexity=action. These quantities may be used as a tool to investigate dualities, and we investigate both the volume and the action for black holes living in warped AdS_3 spacetime, which is a

Il contributo cerca di rispondere ad alcune domande: quali poteri sono esercitati con un progetto culturale? E quali poteri esercita il progetto indipendentemente dalla volontà dei progettisti? Quali sono le sue proprietà in una società oggi avvolta dalla ragnatela della complessità? E, quindi, quale deve o può essere il ruolo del progettista culturale? La tesi che viene affermata è che un progetto culturale è un sistema complesso, adattativo ed evolutivo, espressione contemporaneamente della pratica artistica e dell’agire sociale, in grado di produrre effetti che vanno oltre la sua dimensione costitutiva, determinando una capacità sociale trasformativa e, quindi, una responsabilità soggettiva (del progettista) e oggettiva (della società).

The conception of the contemporary scholar space requires a whole set of aspects that confront opposite scales, by increasing the complexity of achieving systemic, balanced and, most important, clear results. To both fulfil the most recent pedagogical ideals, the functional needs, the social aspirations, and the incorporation of the (new) legal demands, bearing in mind the public investment restraining policy, it becomes a challenge even bigger, from which the political responsibility cannot stand apart. So, through the intervention developed by Parque Escolar on the grounds of rehabilitation of the scholar buildings in Portugal, it’s important to comprehend the dialogue between different scales from distinct environments (programmatic, educational, social and infrastructural), defending this operation as a paradigmatic response to the multi-scale complexity., La concezione di uno spazio scolastico contemporaneo non può prescindere da aspetti che richiedono un confronto a scale diverse, aumentando così la difficoltà nell’ottenere risultati sistemici e soprattutto chiari. Soddisfare al contempo i più recenti studi pedagogici, bisogni funzionali e aspirazioni sociali, così come la richiesta di adeguamento alla nuova normativa e la contrazione degli investimenti pubblici, amplifica ulteriormente il livello della sfida dalla quale la politica non può esimersi. Attraverso gli interventi promossi dal Parque Escolar per l’adeguamento dell’edilizia scolastica in Portogallo, il contributo intende attivare riflessioni sul dialogo tra le diverse scale da punti di vista distinti (progettuale, educativo, sociale e impiantistico), ritenendo questa chiave di lettura una risposta paradigmatica e adeguata alla complessità dell’edilizia scolastica.

The multiscalar issue is interpreted here as an essential principle of the mechanics of the project. Each scale, even if taken individually, must be considered within a reference system that is coherent not only based on a series of quantitative and conventional starting principles but even more than a general logic composed of the totality of the scales involved. The contribution – focused on the structures of the European Organization for Nuclear Research (CERN) in Meyrin – aims to investigate the issue of ‘scales’ by looking at the multiscalar project as a creator of a ‘difficult unit’, composed through a ‘structure’ «[… ] as to how things become intelligible» (Forty, 2012, p. 283). CERN, an extraordinary inescapable machine, represents a paradigmatic case on the issue of the multiscalar project., Ciascuna scala, per quanto presa singolarmente, va considerata all’interno di un sistema di riferimento che è coerente non soltanto in base a una serie di principi quantitativi e convenzionali di partenza, ma ancora di più rispetto a una logica generale composta in presenza della totalità delle scale coinvolte. Multiscalare è, quindi, principio essenziale di qualunque meccanica del progetto. Il contributo – incentrato sulle strutture del Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire (CERN) a Meyrin – intende indagare la questione delle ‘scale’ guardando al progetto multiscalare in quanto produttore di una ‘unità difficile’, composta attraverso una ‘struttura’ «[…]  quale mezzo grazie al quale le cose diventano intelligibili» (Forty, 2004, p. 292). Il CERN, straordinaria macchina ineluttabile, rappresenta un caso paradigmatico sul tema della multiscalarità.

The multiscalar issue is interpreted here as an essential principle of the mechanics of the project. Each scale, even if taken individually, must be considered within a reference system that is coherent not only based on a series of quantitative and conventional starting principles but even more than a general logic composed of the totality of the scales involved. The contribution – focused on the structures of the European Organization for Nuclear Research (CERN) in Meyrin – aims to investigate the issue of ‘scales’ by looking at the multiscalar project as a creator of a ‘difficult unit’, composed through a ‘structure’ «[… ] as to how things become intelligible» (Forty, 2012, p. 283). CERN, an extraordinary inescapable machine, represents a paradigmatic case on the issue of the multiscalar project., Ciascuna scala, per quanto presa singolarmente, va considerata all’interno di un sistema di riferimento che è coerente non soltanto in base a una serie di principi quantitativi e convenzionali di partenza, ma ancora di più rispetto a una logica generale composta in presenza della totalità delle scale coinvolte. Multiscalare è, quindi, principio essenziale di qualunque meccanica del progetto. Il contributo – incentrato sulle strutture del Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire (CERN) a Meyrin – intende indagare la questione delle ‘scale’ guardando al progetto multiscalare in quanto produttore di una ‘unità difficile’, composta attraverso una ‘struttura’ «[…]  quale mezzo grazie al quale le cose diventano intelligibili» (Forty, 2004, p. 292). Il CERN, straordinaria macchina ineluttabile, rappresenta un caso paradigmatico sul tema della multiscalarità.

The conception of the contemporary scholar space requires a whole set of aspects that confront opposite scales, by increasing the complexity of achieving systemic, balanced and, most important, clear results. To both fulfil the most recent pedagogical ideals, the functional needs, the social aspirations, and the incorporation of the (new) legal demands, bearing in mind the public investment restraining policy, it becomes a challenge even bigger, from which the political responsibility cannot stand apart. So, through the intervention developed by Parque Escolar on the grounds of rehabilitation of the scholar buildings in Portugal, it’s important to comprehend the dialogue between different scales from distinct environments (programmatic, educational, social and infrastructural), defending this operation as a paradigmatic response to the multi-scale complexity., La concezione di uno spazio scolastico contemporaneo non può prescindere da aspetti che richiedono un confronto a scale diverse, aumentando così la difficoltà nell’ottenere risultati sistemici e soprattutto chiari. Soddisfare al contempo i più recenti studi pedagogici, bisogni funzionali e aspirazioni sociali, così come la richiesta di adeguamento alla nuova normativa e la contrazione degli investimenti pubblici, amplifica ulteriormente il livello della sfida dalla quale la politica non può esimersi. Attraverso gli interventi promossi dal Parque Escolar per l’adeguamento dell’edilizia scolastica in Portogallo, il contributo intende attivare riflessioni sul dialogo tra le diverse scale da punti di vista distinti (progettuale, educativo, sociale e impiantistico), ritenendo questa chiave di lettura una risposta paradigmatica e adeguata alla complessità dell’edilizia scolastica.

Il saggio evidenzia la necessità di sviluppare una capacità cognitiva nel settore dell'organizzazione culturale rispetto alla complessità dei linguaggi, delle pratiche, delle forme e dei modelli gestionali riferiti alla cultura e alle arti

L’autrice espone l’esperienza di tutoring formativo svolta attraverso il progetto “Politiche Attive” all’interno del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, con particolare riferimento al Corso di Laurea Magistrale in Scienze Pedagogiche (LM-85). Si intende evidenziare l’importanza di offrire agli studenti e alle studentesse un dispositivo di accompagnamento durante il loro percorso formativo, che li aiuti a vivere con consapevolezza la complessità dei contesti culturali e professionali in cui sono inseriti o si inseriranno.

A partire da un’ampia definizione di povertà educativa, l’autrice spiega come sia possibile interpretare questo fenomeno da una prospettiva specificatamente pedagogica. Ciò significa descrivere l’esperienza educativa come una situazione complessa, contingente e problematica (Palmieri, 2018), connessa alla nozione di dispositivo (Massa, 1987; 2003). L’articolo presenta i primi passaggi di uno studio di caso olistico (Yin, 2018), al fine di sostenere una lettura della questione secondo questi presupposti.

Oggi dobbiamo fare i conti con una realtà la cui comprensione sfugge alle regole della scienza moderna e attinge a forme di interpretazione che hanno come denominatore il costrutto della complessità, che condiziona anche i processi di crescita e di maturazione dei minori. E’ compito della scuola fornire chiavi di lettura che sappiano valorizzare gli elementi di bellezza e di umanità del mondo moderno, quali il rapporto con l’altro, la valorizzazione delle differenze interindividuali, il ruolo dell’inclusione. Essa si assume così la preoccupazione pedagogica di costruire ponti e alleanze relazionali, che consentano ai giovani di far proprie dinamiche di condivisione e di reciprocità.

Tra le espressioni più frequentemente utilizzate per analizzare gli scenari educativi e scolastici attuali, quella di complessità pare essere maggiormente esemplificativa di una realtà, oggetto e soggetto, negli anni, di significative trasformazioni che hanno contribuito a modificarne modelli ed assetti tradizionali. Non a caso, il nostro è stato definito, esso stesso, il tempo della complessità1, nel quale sembrano moltiplicarsi occasioni e possibilità in grado di dischiudere orizzonti secondo ritmi e modalità ritenuti impensabili anche solo nel recente passato, ma nel quale si delineano parallelamente nuovi rischi, si configurano logiche di pensiero e di azione a volte incomprensibili che rendono così arduo il tentativo di decifrarne i meccanismi sottesi. Tutto ciò non può non chiamare in causa il ruolo centrale che l’educazione assume nei confronti delle nuove generazioni e, più in generale, della condizione umana

Il saggio ricostruisce analiticamente il pensiero sociologico e la biografia di Edgar Morin, attraverso l'analisi completa e dettagliata della sua ampia produzione scientifica interdisciplinare.

The paper offers an epistemological and pedagogical basis for using objects in teaching at university, inspired by the experience-based research and practice of object-based learning, here reframed by complexity theory and enactive, symbolic, and reflexive pedagogy. The paper proposes a teaching method where different languages and forms of knowledge are composed in order to favor the transformation of the students’ perspectives of meaning. The paper itself is written in such a way to connect different forms of knowledge: narration of experience sustains theorization, looking for embodied and subjectivated thinking. Theoretical concepts are developed through the analysis of an object-based didactic experience and the students’ reflexive reinterpretation of their own learning. The outcome of this study is the articulation of a practical theory of transformation, as an antidote to the dominant reductionist and functionalist understanding of innovation in HE didactics.

L’articolo offre una base epistemologica e pedagogica per l’uso di oggetti nella formazione universitaria, ispirandosi alla tradizione di ricerche e pratiche di apprendimento esperienziale dell’object-based learning, re-interpretata alla luce della teoria della complessità e di una pedagogia enattiva, simbolica e riflessiva. L’articolo propone un metodo di insegnamento nel quale diversi linguaggi e forme del sapere sono composti per favorire la trasformazione delle prospettive di significato degli studenti. La stessa scrittura dell’articolo ricerca la connessione tra diverse forme del sapere: la narrazione dell’esperienza accompagna e sostiene la teorizzazione, alla ricerca di un pensiero incorporato e soggettivato. I concetti teorici sono sviluppati attraverso l’analisi di un’esperienza didattica basata sull’oggetto e della rilettura riflessiva elaborata dagli studenti sui propri apprendimenti. L’esito di questo studio è l’articolazione di una teoria pratica della trasformazione, come antidoto alla concezione dominante, riduzionista e funzionalista, dell’innovazione didattica nell’alta formazione, The paper offers an epistemological and pedagogical basis for using objects in teaching at university, inspired by the experience-based research and practice of object-based learning, here reframed by complexity theory and enactive, symbolic, and reflexive pedagogy. The paper proposes a teaching method where different languages and forms of knowledge are composed in order to favor the transformation of the students' perspectives of meaning. The paper itself is written in such a way to connect different forms of knowledge: narration of experience sustains theorization, looking for embodied and subjectivated thinking. Theoretical concepts are developed through the analysis of an object-based didactic experience and the students' reflexive reinterpretation of their own learning. The outcome of this study is the articulation of a practical theory of transformation, as an antidote to the dominant reductionist and functionalist understanding of innovation in HE didactics.

Architecture is facing a period of great challenges and possibilities, typical of all crises. In such periods, the paradigms we have taken for granted so far are the same ones that generated the crisis, therefore they should undergo a critical revision and new modes of thought and operation (driven by computation) can be actively explored and pursued. Instead of retreating to intellectual “safe houses”, architecture should open itself up to and be restructured by the accelerated pace of change imposed by reality, renouncing obsolete methods of anticipating and exerting control and welcoming a more proactive behaviour. It is therefore of primary importance to promote the exercise of projective imagination.

La complessità che caratterizza, a differenti livelli, la gestione della vita scolastica rappresenta oggi un dato diffuso ed incontrovertibile. Tale crescente difficoltà è validata dai risultati di recenti indagini che hanno contribuito non solo a sottrarre tale fenomeno al puro sensazionalismo, conferendovi oggettività scientifica, ma anche a connotarne i tratti e a definire, conseguentemente, possibili linee di intervento educativo e didattico.

4412, open, In this work, is considered the capacity of arguing as a key competence for citizenship. The development of this skill contributes to the realization of an active, participative and democratic citizenship. The incapacity of arguing, which means being unable to act in a public space to claim ideas, defend rights and propose a vision of the world, implies a disadvantage. The work starts with a historical analysis of the features of today’s world, in particular it focuses on the characteristics of complex Western societies, which are considered in their peculiar aspect of “societies of knowledge”. What follows is the individuation of the basis on which it is important to found XXI century education, bearing in mind the aim of favoring a global approach to the more and more interconnected problems faced by human beings. Is developed an analysis of the paradigm of citizenship in its historical, philosophical and juridical evolution in order to understand the origins and the necessity of an education oriented towards the acquisition of key competences for citizenship. It moves then to a scrutiny of the progression from rhetoric to argumentation. From the theory of argumentation it is possible to infer the features that make an argumentation valid and correct. On the other hand, from the same characteristics one can deduce the possibilities of manipulation by the means of fallacies. Finally, the formative potentialities of argumentation are examined in order to highlight its importance within a formation oriented towards a citizenship which is both deliberative and participative. In the part of the work dedicated to the argumentative education are listed the fundamental skills to acquire, the attitudes, the norms of conduct, and the conditions under whom the practice of the roles of language can help the assumption of responsibilities and favor actions and choices. Among the fundamental abilities above mentioned, a vital role is played by the development of social skills s, open, Limonta, Limonta, A

Il presente lavoro ha come obiettivo principale quello di tracciare l’evoluzione dei referenti epistemologici alla base dei cambiamenti nei modelli di matrice sistemica relazionale. Tale evoluzione rappresenta il filo conduttore grazie al quale leggere i mutamenti di prospettiva attraverso cui la clinica familiare ha osservato, significato e trattato il malessere nell’ambito della teoria e della scena terapeutica. I salti epistemologici considerati fondamentali e analizzati sono due. Il primo è il passaggio da un modello omeostatico a un modello evolutivo, passaggio che ha condotto i terapeuti a prendere in considerazione, oltre che le tensioni verso il mantenimento dell’equilibrio che caratterizzano i sistemi familiari (soprattutto quando vivono uno stato di malessere), anche i processi evolutivi alla base del loro funzionamento e dei loro cambiamenti. Il secondo è il passaggio dalla cibernetica di primo ordine a quella di secondo ordine, passaggio che ha consentito di concepire la relazione terapeutica come un processo di circolarità costruttiva tra osservatore e sistema osservato e che ha stimolato l’apertura verso nuovi modi di lavorare con le famiglie in terapia., El presente trabajo tiene como objetivo el delinear la evolución de las referencias epistemológicas que subyacen al cambio de los modelos de tipo sistémico-relacional. Tal evolución representa el hilo conductor gracias al cual leer las variaciones de perspectiva que ha experimentado la clínica familiar al observar, significar y tratar el malestar en el ámbito de la teoría y de la escena terapéutica. Son dos los saltos epistemológicos que se revelan como fundamentales. El primero es el paso de un modelo homeostático a un modelo evolutivo, paso que ha conducido a los terapeutas a considerar, además de las tensiones hacia el mantenimiento del equilibrio que caracterizan a los sistemas familiares (sobre todo cuando éstos atraviesan un estado de malestar), también los procesos de desarrollo que se hallan en la base del funcionamiento y de las transformaciones de tales sistemas. El segundo es el paso de la cibernética de primer orden a la de segundo orden, paso que ha permitido concebir la relación terapéutica como un proceso de circularidad constructiva entre el observador y el sistema observado y que ha estimulado una apertura hacia nuevas modalidades de tratamiento terapéutico familiar.

The foundation of nursing as science and the meaning of care gesture within the various paradigms of cure (saga) have been defined in previous article. In this second part the related connections with anthropology and ethnography will be explored. The investigated steps will be epistemology foundations of care gesture; the care gesture within the scientific thinking; anthropology and nursing: ethnography and initiation; nursing, anthropology and history: the memory of professional group foundation. These elements are structural parts of the mosaic that draws the modern nursing we know today., Dopo avere fondato l'infermieristica come disciplina ci occupiamo della relazione tra antropologia ed infermieristica. L'antropologia non solo ci avvicina alle esperienze “altre” ma ci consente di pensare ad una possibile etnografia del gesto di cura, proiettando così il gesto di cura in una dimensione socioculturale per conoscere il quale occorre conoscere le specifiche culture.

The foundation of nursing as science and the meaning of care gesture within the various paradigms of cure (saga) have been defined in previous article. In this second part the related connections with anthropology and ethnography will be explored. The investigated steps will be epistemology foundations of care gesture; the care gesture within the scientific thinking; anthropology and nursing: ethnography and initiation; nursing, anthropology and history: the memory of professional group foundation. These elements are structural parts of the mosaic that draws the modern nursing we know today., Dopo avere fondato l'infermieristica come disciplina ci occupiamo della relazione tra antropologia ed infermieristica. L'antropologia non solo ci avvicina alle esperienze “altre” ma ci consente di pensare ad una possibile etnografia del gesto di cura, proiettando così il gesto di cura in una dimensione socioculturale per conoscere il quale occorre conoscere le specifiche culture.

Project management standards are gradually moving to the direction where increasingly attention is put on cooperation and collaboration methods between different players involved in construction operation. Construction professionals and other experts i.e. in academia agree widely that this is essential. Construction business and its operations in general have not been isolated from the long term developments in different sectors such as outsourcing where core businesses is valued high and other operations are cut away. This has resulted in high number of specialized companies that on the other hand has increased the total number of partners in any kind of construction project.From the management viewpoint this is a different challenge and it has naturally provided the starting point for new kind of managerial tools and solutions. This paper provides discussion of the characteristics of modern construction and those as starting points for the development of new kind of construction management methods and tools.