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Lyric after Pindar should be seen not as declining and petering out, but as developing in ways which radically question or play with the fundamentals of the genre (or “super-genre”). The stanza is a crucial feature of lyric up to Pindar, especially when seen textually; “modernist” expansion into huge astrophic entities (Timotheus, etc.) and “postmodern” reduction into stichic lines (Callimachus, etc.) both involve radical rethinking of the super-genre, and one is a reaction to the other. However, the most innovative postmodernists are the poets somewhat earlier than Callimachus and Theocritus (Simmias, Philicus, etc.); Callimachus and Theocritus continue their ideas with new twists and new point. And the stanza is not really dead: within Timotheus’ and Callimachus’ poems stanza-like structures are built up. The late-classical and Hellenistic development of lyric is as dynamic and thought-provoking as that of sculpture. On ne devrait pas considérer que la lyrique après Pindare décline et s’épuise, mais plutôt qu’elle se développe selon des voies qui questionnent radicalement ou jouent avec les fondements du genre (ou « super-genre »). La strophe est une caractéristique cruciale de la lyrique jusqu’à Pindare, surtout d’un point de vue textuel ; l’expansion « moderniste » en grandes entités astrophiques (Timothée entre autres) et la réduction « postmoderne » à des vers stichiques (Callimaque entre autres) impliquent toutes deux une remise en cause radicale du super-genre, et l’une est une réaction à l’autre. Cependant, les postmodernistes les plus novateurs sont les poètes un peu antérieurs à Callimaque et Théocrite (Simmias, Philicos entre autres) ; Callimaque et Théocrite prolongent leurs idées avec de nouveaux ajustements et de nouveaux objectifs. Mais la strophe n’est pas réellement morte : dans les poèmes de Timothée et de Callimaque se construisent des structures d’apparence strophique. Le développement tardif et hellénistique de la lyrique est aussi dynamique et stimulant que celui de la sculpture. Dopo Pindaro la poesia lirica non declina e non si esaurisce, ma si sviluppa in modi che mettono in discussione o giocano con i fondamenti del genere (o sopra-genere). La stanza è un aspetto cruciale della lirica fino a Pindaro, specialmente se considerata da un punto di vista testuale; un’espansione “modernista” in enormi entità astrofiche (Timoteo, ecc.) e una riduzione “postmoderna” in versi stichici (Callimaco, ecc.) implicano entrambe un totale ripensamento del sopra-genere e l’una è una reazione all’altra. Tuttavia, i postmodernisti più innovativi sono i poeti che collochiamo un po’ prima di Callimaco e Teocrito (Simmia, Filico, ecc.). Callimaco e Teocrico riprendono il loro pensiero con nuovi sviluppi e una nuova prospettiva critica. La stanza non è davvero morta. Con i poemi di Timoteo e Callimaco vengono costruite strutture simili alla stanza. Lo sviluppo tardo-classico e ellenistico della lirica è dinamico e stimolante come quello della scultura.

Nell’ambito degli studi archeologici, le ricerche hanno ampiamente trattato aspetti musicali dell’antichità attraverso l’iconografia delle ceramiche attiche e greche in generale. Manca da questa documentazione un’analoga trattazione della coroplastica con raffigurazioni musicali del mondo greco. Con questo progetto di ricerca si è inteso avviare l’elaborazione di corpora comprendenti lo studio di questo repertorio da organizzare per regioni, a partire dalla Sicilia. Sono stati individuati trentacinque siti di rinvenimento di statuette di suonatori, più frequentemente di suonatrici, singole o in gruppo, di aulos, tympanon, kymbala, kithara, arpa presso le aree sacre urbane ed extraurbane, gli abitati e le necropoli. La classificazione ha consentito di prendere in considerazione un insieme omogeneo di statuette legate dalla presenza del medesimo strumento musicale e, nell’aspetto formale, da analoghe caratteristiche riconducibili ad un modello comune e di individuare i maggiori centri di produzione di statuette con raffigurazioni musicali in Sicilia, la diffusione di analoghe figurine nella Magna Graecia e nel Mediterraneo di età greca. L’analisi dei contesti di rinvenimento ha permesso di determinare la ricorrenza delle associazioni e, nello stesso tempo, là dove possibile, un approccio al significato dell’ “offerta musicale” e alla eventuale relazione con i culti e i riti connessi agli specifici contesti votivi.