Search

International audience

Doing mathematics implies three levels of manipulation: manipulating the abstract, manipulating symbols and manipulating logic. Teaching mathematics therefore involves the teacher proposing situations in which pupils can explore a small part of mathematics through these manipulations. In doing so, the pupils work on both the heuristics enabling them to confront themselves with a real mathematical research and knowledge in construction. Through examples of didactic situations of problem solving, this article aims to show how problems can be drivers of mathematics learning., in Italian language

International audience

International audience

International audience

International audience

International audience; Lors du premier concile de Lyon, eut lieu la phase finale de la lente procédure de canonisation d’Edmund d’Abington en faveur de laquelle les Cisterciens s’étaient beaucoup investis. L’affaire avait plusieurs fois risqué ne pas aboutir et, à l’une de ces occasions, l’abbé de Clairvaux Etienne de Lexington se serait d’ailleurs désespéré de ne jamais parvenir à faire canoniser les saints de l’ordre en dépit de leurs mérites, au point de préférer renoncer à toute postulation. Et de citer le cas des moines de Longpont et de leur saint Jean de Montmirail. La difficulté à faire inscrire les cisterciens dans le catalogue des saints remontait en fait à Bernard lui-même et renvoyait à un changement radical dans la procédure de reconnaissance des cultes dont les implications ne manquèrent pas de se faire sentir sur les stratégies des ordres religieux, notamment leurs stratégies d’écriture hagiographique. Ce sont ces relations entre stratégies de canonisations et écriture hagiographique, désormais bien connues à propos de Bernard et des diverses versions de la Vita prima, que je souhaite explorer, notamment à la lumière du dossier hagiographique de Jean de Montmirail (BHL 4415), récemment renouvelé par l’analyse d’un nouveau manuscrit; All'epoca del primo Concilio di Lione si svolse la fase finale della lenta procedura di canonizzazione di Edmondo d'Abington, per la quale i cistercensi si erano molto impegnato. A più riprese si rischiò che l'affare non andasse a buon fine. In una di queste occasioni l'abate di Clairvaux, Stefano di Lexington, avrebbe espresso la sua disperazione di riuscire a far canonizzare i santi dell'ordine, nonostante i loro meriti, al punto da preferire di rinunciare a ogni postulazione. In quella occasione si sarebbe referito al caso dei monaci di Longpont e del loro santo Giovanni di Montmirail. La difficoltà di inserire i Cistercensi nel catalogo dei santi è riconducibile allo stesso Bernardo e rimanda a un cambiamento radicale nella procedura di riconoscimento dei culti, che ebbero numerose implicazioni sulle strategie degli ordini religiosi, in particolare nell’ambito della scrittura agiografica. Sono questi rapporti tra strategie di canonizzazione e scrittura agiografica, ormai ben noti per quanto riguarda Bernardo e le varie versioni della Vita prima, che intendo esplorare, in particolare alla luce del dossier agiografico di Giovanni di Montmirail (BHL 4415), recentemente rinnovato dall'analisi di un nuovo manoscritto

International audience

International audience

International audience

International audience

International audience

International audience; Agli inizi degli anni Duemila, Umberto Ecoa quel tempo direttore della Scuola Superiore di Studi Umanistici di Bolognadecise di inaugurare una serie di Lectiones Magistrales affidate ad alcune personalità nazionali e internazionali di rilievo. Lo scopo era quello d'aprire la pratica del sapere all'intera città di Bologna. Scompaginare i confini tra cultura accademica e divulgazione scientifica, allo scopo di offrire a chiunque lo desiderassecittadini, studenti, semplici curiosilezioni di alto livello atte a trasformarsi in incontri, modi per fare della conoscenza un pane necessario al nutrimento di tutti: un pane che non sfama, come suggeriva Bachmann, per desiderarne sempre di più. Questo è il preambolo. Poi accade che nell'autunno del 2020 il Professor Costantino Marmo, Direttore del Centro Internazionale di Studi Umanistici "Umberto Eco", scrive una mail alla casa editrice «e/o» per proporre a Elena Ferrante di tenere un piccolo ciclo di lezioni da inserire nella stessa rassegna. Tre corsi all'Università di Bologna dunque, aperti a specialisti e non-specialisti, nella perfetta tradizione delle Lectiones di Eco. Tre corsi sulla scrittura, sulla poetica, sulla sua attività di scrittrice: la carta è quasi bianca. E Ferrante accetta. Poi arriva il Covid, le chiusure, la sospensione della vita, gli sguardi murati dietro le finestre. Ma Ferrante scrive comunque, si prepara, abbozza e poi strappa: la sua attività quotidianalo scontro con la paginanon si arresta, e così le lezioni sono pronte. Andranno in scena grazie all'attrice Manuela Mandracchia che, nel novembre del 2021, le presta il corpo e la voce al Teatro Arena del Sole di Bologna (in collaborazione con ERT-Emilia Romagna Teatro). Ma ne I margini e il dettato c'è anche un ultimo capitolo. Un'ultima lezione scritta seguendo lo stesso slancio, tra l'accademico e il divulgativo, concepita sotto invito del Professor Alberto Casadei, presidente dell'ADIl'Associazione degli Italianistie letta poi dalla studiosa e critica Tiziana de Rogatis in occasione del convegno Dante e altri classici (29 aprile 2021). Testo inedito e di natura ibrida, I margini e il dettato è proposto dalle librerie nella sezione "Critica letteraria". A dimostrazione di come Ferrante continui nel suo lavoro di metaletteratura, di autrice che non smette di interrogarsi sulla propria opera e sugli ingranaggi della macchina narrativa. Trasportando sulla pagina le sue inquietudini di romanziera, Ferrante rivela un piglio ermeneutico già emerso ne La frantumaglia. La riflessione sulla lingua, sui limiti della narrazione, sugli oscuri ingranaggi dell'ispirazione prosegue qui, restando fedele a un meccanismo che spazia tra il romanzesco e il saggistico. Senza cessare di guardare al passato e alla tradizione, l'autrice interroga il coro delle tante voci letterarie e critiche (Caverero, Corti, Bachmann, Arendt solo per citarne qualcuna) capaci di nutrire la sua scrittura mettendola poi, rovinosamente, in questione. La sensazione è quella di un déjà-vu ch'eppure non smette di rinnovarsi, che si nutre di memorie intime e collettive, di scritture altre e di inciampi personali, di affetti trasformati in ispirazione, di oggetti capaci di trascendere il loro valore per farsi strumenti romanzeschi, quasi vittime di un bizzarro incantesimo. E noi, sempre noi, lettori spaesati e curiosi che avevamo amato Frantumaglia, penetriamo ancora nell'atelier di Ferrante in punta di piedi. Vorremmo saperne di più, ma conosciamo le regole. Quando ci sembra d'aver compreso, lei sfugge. S'arresta di colpo, sospingendoci a un passo dall'abisso. E lo fa seguendo l'identico movimento del padre di Delia ne L'amore molesto: l'uomo che, pure facendo male, si blocca prima dello scempio. Così, Ferrante dosa magistralmente la sospensione. Concede e poi ritrae la mano: la si può cogliere ma solo a tratti, solo di sbieco, nella sensazione caleidoscopica che la scrittura, quando riflette su se stessa, altro non può fare che avvitarsi, contorcersi, distorcersi. Come in

numerotation alternative : International Gramsci Journal No. 16 (2nd Series /Seconda Serie) Summer /Estate 2022; International audience; About developments in Gramsci studies in France over the last decade

International audience

International audience; La femme au Moyen Âge, parangon d'impureté?L'association entre féminité et pureté au Moyen Âge est-elle un oxymore, un paradoxe que seule la vierge Marie aurait pu miraculeusement résoudre? On sait qu'eut longtemps cours une assimilation entre sexualité et impureté, et inversement, entre virginité et pureté, et que cette dichotomie commanda une vision tripartite de la société en trois états féminins dès les débuts du christianisme: l'idéal de virginité avait été proposé comme un état volontaire et parfait, supérieur au veuvage continent lui-même supérieur au mariage, et une nouvelle veine littéraire vit alors le jour, sous forme de traités, sermons, homélies faisant l'éloge de la virginité. On sait aussi que dans le monde juif, la notion de nidda (impureté menstruelle) est centrale. On tâche donc ici d'abord de s'interroger sur les origines et la traduction de l'impureté prêtée au sexe féminin dans les mondes juif et chrétien; on se demande ensuite si les femmes seules étaient taxées ou passibles d'impureté, rituelle ou non; on tente pour finir d'appréhender le problème hors de la sphère religieuse, d'un point de vue social.

International audience

The aim of this article is to analyze how, through an auto-fictional perspective, Natalia Ginzburg proposes, in the short story Summer (1946), an «empathy of the imagination» (Donise, 2019) which, referring to the studies of Martha Nussbaum, insists on connection between narrative imagination and moral intention in literature. In this regard, we will analyze how Ginzburg's tale possesses a double value. Written as a gesture of gratitude towards a friend, the text opens to a meta-literary perspective. The deliberately fictional character of the text, combined with the autobiographical material and an implicit reflection on the civil value of literature, becomes the paradigm of a form of narrative empathy and at the same time capable of communicating with the reader. In fact, through autofiction Ginzburg establishes a dialogic relationship with the reader. The literary field becomes a contribution – to say it with Donise – «to the lexicon and topical of ethics». The creative effort to talk about a suicide attempt and the consequent friendship that healed him therefore, coincides with a phenomenology of real life. With this tale, the reader participates emotionally in Ginzburg's pain and enters into a sympathetic relationship with what for Nussbaum is «the concreteness of the human condition»., Vincere a due «la ripugnanza del cuore» Per un'empatia dell'immaginazione in Estate di Natalia Ginzburg Riassunto Scopo del presente articolo è analizzare come, attraverso una prospettiva auto-finzionale, Natalia Ginzburg proponga, nel racconto Estate (1946), un'«empatia dell'immaginazione» (Donise, 2019) che, rifacendosi agli studi di Martha Nussbaum, insiste sulla connessione esistente tra immaginazione narrativa e intenzione morale in letteratura. A questo proposito, analizzeremo come il racconto della Ginzburg possegga in sé una duplice valenza. Nato come gesto di riconoscenza verso un'amica, il testo apre a una prospettiva meta-letteraria. Il carattere volutamente finzionale del racconto, unito al materiale autobiografico e a un'implicita riflessione sul valore civile della letteratura, diviene paradigma di una forma d'empatia non soltanto raccontata, ma aperta al dialogo con il lettore. In effetti, attraverso l'autofiction Ginzburg permette a quest'ultimo di pensarsi all'interno della sua stessa scrittura, instaurando con lui un rapporto dialogico dove il campo letterario diviene contributoper dirlo con Donise-«al lessico e alla topica dell'etica». Lo sforzo creativo per raccontare del proprio tentativo di suicidio e della conseguente amicizia che lo ha guarito, coincide dunque con una fenomenologia della vita reale. Grazie al racconto, il lettore partecipa emotivamente al dolore della Ginzburg ed entra in una relazione simpatetica con quello che per Nussbaum è «la concretezza della condizione umana».

International audience

International audience; Trad. par G. Azzolini de: "Romain Descendre, L'État du monde,: Giovanni Botero entre raison d'État et géopolitique, Genève, Droz, Cahiers d'humanisme et Renaissance, 2009""In meno di dieci anni Giovanni Botero pubblica tre libri che eserciteranno una vasta e profonda influenza: Delle cause della grandezza delle città (1588), Della ragion di Stato (1589) e Le Relazioni universali (1591-1596).Oltre a inaugurare la letteratura della ragion di Stato, Botero elabora una teoria della crescita urbana e getta le basi della moderna geografia politica. Impegnato a ribadire il controllo dell’autorità ecclesiastica sugli Stati temporali, egli studia attentamente nuovi oggetti – come la circolazione delle ricchezze, la popolazione, il territorio, l’equilibrio di potenza – ed escogita adeguati strumenti di governo.Nella lettura di Romain Descendre, le pagine di Botero offrono un ritratto politico della prima globalizzazione, basato sull’idea che città, Stati o imperi si rafforzino non solo con l’arte militare, ma anche con la mobilitazione di saperi economici, demografici e geografici. Una lezione che questo importante libro, finalmente tradotto in italiano con l’aggiunta di una Nota dell’autore e una Prefazione del curatore, riscopre in tutta la sua attualità, restituendo a Botero il posto che merita nella storia del pensiero politico."

The thesis investigates upward social mobility among immigrants’ descendants, more precisely the presence of professional trajectories that lead to middle classes positions. The main goal is to understand whether and under which circumstances young people of foreign origin are able to move up the social ladder, considering both their individual agency and capabilities, and the effect of the integration context.Studying the social mobility pathways of “second generations” is relevant as it attempts to account for the progress of mobility processes regarding a now established group of our societies. Understanding if, and how, young people with a migratory background manage to access middle class positions and hence escape the so-called “3D” jobs (dirty, dangerous and demeaning), allows to acquire important information about social inclusion processes, as well as about the ways in which different constraints and resources act on them.The research adopts a comparative perspective, in order to increase the scope of the analysis and the results obtained. The study is therefore located in the cities of Turin and Lyon: on one hand, the main goal is to study a consolidated case in terms of foreign presence - Lyon precisely – and, on the other, to understand if and under what conditions pathways similar to the French experience are being carried out in Turin. Moreover, the thesis focuses on subjects with different origins and migratory backgrounds, since the primary intention is to investigate the presence of shared patterns in the analysed trajectories. In other words, the aim is to understand whether there are common resources and obstacles, and of what kind, in the mobility paths, leaving specific migratory chains and histories aside.The research employs a qualitative methodology, and it is based on in-depth interviews collected with a snowball sampling technique. Based on literature on both migrations and social mobility, the research considers five main analysis dimensions: family background and migration history, housing situation, networks and relationships, educational and work pathways, social status attained.To sum up, the research proves the impact of cultural capital in both context, pointing out differences and similarities in the educational paths in Turin and Lyon. It also shows the pivotal role playing by parents (and in some cases by siblings too), as well as the functioning – and influence – of various forms of social capital. The (positive) effect of institutional resources, much more present in Lyon, complete the trajectories’ analysis and explanation., La thèse analyse les parcours de mobilité sociale ascendante parmi les descendants des immigrés, notamment la présence de trajectoires professionnelles qui conduisent à occuper des positions des classes moyennes.Etudier les parcours de mobilité sociale des « fils (et des filles) de l'immigration » est important dans la mesure où cette opération essaie de rendre compte de l'avancement des processus de mobilité d’une des composantes stables et désormais nombreuses dans la société. Comprendre si, et comment, les jeunes avec un background migratoire arrivent à accéder à des professions de niveau « moyen » et à échapper aux soi-disant travaux des trois « D » (dirty, dangerous et demeaning), permet d’acquérir d’importants renseignements pour comprendre comment se structurent les parcours d'insertion et comment sur ceux-ci, les ressources et les obstacles agissent.La recherche adopte une perspective comparée, afin d’augmenter la portée de l’analyse et des résultats obtenus. L'étude est donc située dans les villes de Turin et Lyon : le but principal est celui d’un côté d'étudier un cas consolide en matière de présence étrangère - Lyon précisément – et de l’autre pour comprendre si et dans quelles conditions des parcours similaires à l’expérience française sont en train d’être réalises à Turin. D’ailleurs, la thèse se concentre sur des sujets avec des origines et des backgrounds migratoires différents, puisque l'intention primaire est d'essayer de découvrir la présence des patterns partagés dans les trajectoires analysées. Autrement dit, l'objectif est de comprendre s’ils existent des ressources et des obstacles communs, et leur typologie, dans les parcours de mobilité en examen, laissant à côte les chaînes et histories migratoires spécifiques.La méthodologie choisie est à vocation qualitative et la technique d'analyse privilégiée est celle de l’entretien en profondeur, en utilisant le soi-disant snow-ball échantillonnage. En s’appuyant sur la littérature consacrée aux études sur les migrations et à celle sur la mobilité sociale, la recherche examine cinq dimensions d’analyse principales : le background familial et l’histoire migratoires de la famille, la situation du logement (passée et présente), les réseaux et les relations, les parcours éducatifs et professionnels, le statut social atteint.En résumé, la recherche démontre l’impact du capital culturel dans les deux contextes, soulignant les différences et les similitudes dans les parcours éducatifs à Turin et à Lyon. Elle montre également le rôle central joué par les parents (et parfois aussi par les frères et soeurs), ainsi que le fonctionnement – et l’influence – de diverses formes de capital social. L’effet (positif) des ressources institutionnelles, beaucoup plus présentes à Lyon, complète l’analyse et l’explication des trajectoires.

Videoconference in Italian; International audience

International audience

International audience; Natural objects, geographical elements, sources of life, political borders, commercial routes, rivers are a fundamental presence in the world traced by Giovanni Botero in his famous works the Relazioni universali. For Botero, giving "full information" about the world also meant describing in detail the watercourses that flow through it, in their different physical qualities and interactions with the people who live along their banks. In the Relazioni universali, rivers constitute a kind of subset of the world that reflects all its variety. For historians, they can prove to be an object that allows us to go through the work transversally and to question the different operations that its author uses to observe in its entirety and complexity a world whose contours gradually extend and whose internal spaces become more precise. The analysis of their presence also makes it possible to reflect on the way in which knowledge from different fields, genres and origins are broken down and recomposed under Botero's pen, within epistemological and narrative strategies.The knowledge about rivers that the Relazioni universali produces and disseminates is examined here by crossing different analytical perspectives and attempting to construct a dialogue between the work, other pieces of Botero's production and some contemporary reflections on these rivers and their features.; Oggetti naturali, elementi geografici, sorgenti di vita, frontiere politiche, arterie commerciali, i fiumi sono una presenza fondamentale nel mondo tracciato da Giovanni Botero nelle sue celebri Relazioni universali. Dare «piena notizia» del mondo significa per Botero anche descrivere nel dettaglio i corsi d’acqua che lo attraversano, nelle loro diverse qualità fisiche ed interazioni con le popolazioni che ne abitano le rive. Nelle Relazioni universali, i fiumi costituiscono una sorta di sottoinsieme del mondo che ne riflette tutta la varietà. Per le storiche e gli storici, possono rivelarsi un oggetto che consente di percorrere trasversalmente l’opera e di interrogarsi sulle diverse operazioni di cui il suo autore si serve per osservare nella sua interezza e nella sua complessità un mondo i cui contorni si estendono progressivamente e i cui spazi interni si precisano. L’analisi della loro presenza permette anche di riflettere sul modo in cui saperi, conoscenze e informazioni di diverso ambito, genere e provenienza, si scompongono e si ricompongono sotto la penna di Botero, all’interno di strategie epistemologiche e narrative specifiche e in funzione delle preoccupazioni e degli obiettivi che gli erano propri. Il sapere sui fiumi che le Relazioni universali producono e diffondono sarà qui esaminato incrociando diverse prospettive di analisi e tentando di costruire un dialogo tra l’opera, altri tasselli della produzione boteriana e alcune riflessioni coeve su questi corsi d’acqua e le loro caratteristiche.

International audience; “Amor mi spira” (Purgatorio XXIV, 53): la famosa risposta di Dante a Bonagiunta non descrive soltanto la diversa ispirazione dei suoi versi dopo la “svolta della lode”. Dal momento in cui egli ha potuto liberarsi dal giogo del codice cortese, la stessa signoria d’Amore, rivelatasi fin dall’inizio del libello come tirannica anche se rispettosa della ragione (Vita Nuova, II), potrà trasformarsi e approfondirsi lungo un percorso poetico che condurrà il poeta sino alla percezione diretta di come sia lo stesso “amor che move il sole e l’altre stelle”.Il nostro contributo intende analizzare il modo in cui questa potente ispirazione giovanile si presenta come il punto originante da cui nasce la stessa critica matura a un potere distorto, che esso sia amoroso, politico o religioso.

Ce mémoire porte sur l’étude des figures italiennes de François et Claire d’Assise. En ayant conscience de la révolution aussi bien spirituelle que sociale que déclencha le Poverello, nous avons pu nous questionner quant à l’influence que Claire apporta avec son ordre des clarisses. L’enjeu est de montrer que la conception de la femme au sein du franciscanisme a offert à l’Église de nouvelles solutions pour lutter contre le problème des déviances hérétiques. Ces éléments sont en effet ancrés dans un contexte historique et religieux mouvementé des XII et XIIIe siècles en Europe, avec une Église secouée par des scandales et faisant face à un combat entre hérésie et sainteté. Notre recherche nous permet d’analyser la relation entre la Curie et les mouvements paupéristiques, et de démontrer que l’intérêt fut mutuel.

Partendo dalle condizioni materiali di esecuzione del testo del Cippo di Perugia e dalla sua “materialità”, l’articolo propone un metodo linguistico per mettere in evidenza la struttura sintattica del testo etrusco completo più lungo che si sia conservato. Starting from material aspects that impacted the execution of the text known as Cippus Perusinus (the longest complete Etruscan text documented), this study aims at proposing a linguistic method to highlight the syntactic structure of that text.

International audience; L’article porte sur la dimension illusoire de la représentation picturale du mouvement au sein de la théorie artistique de la Renaissance, notamment par le biais de l’analyse du De pictura de Leon Battista Alberti et du Traité de la peinture de Léonard de Vinci. Si, d’une part, les théories d’Alberti se trouvent scindées entre la nécessité de la mise en mouvement de la istoria picturale et la recherche d’une harmonie esthétique figée, d’autre part, le système imitatif conçu par le dernier Léonard constitue une véritable renonciation à la représentation naturaliste du mouvement. Ces « illusions perdues », étant le fruit d’une longue réflexion philosophique autour de la notion de « peinture », sont cependant le signe que la peinture elle-même est désormais considérée, aussi bien par Alberti que par Léonard, comme un art pleinement libéral.; L’articolo analizza la dimensione illusoria della resa pittorica del moto nella teoria artistica del Rinascimento attraverso l’analisi del De pictura di Leon Battista Alberti e del Libro di pittura di Leonardo da Vinci. Se, da un lato, le teorie dell’Alberti si trovano scisse fra la necessità della messa in movimento della istoria pittorica e la ricerca di un’armonia estetica fissa, dall’altro, il sistema imitativo teorizzato dall’ultimo Leonardo costituisce una vera e propria resa davanti all’impossibilità di una rappresentazione naturalistica del movimento. Queste “illusioni perdute”, essendo il frutto di una lunga riflessione filosofica attorno alla nozione di “pittura”, sono tuttavia il segno emblematico di come quest’ultima sia ormai considerata, tanto da Alberti quanto da Leonardo, un’arte pienamente liberale.

International audience; L'essai réalise une analyse approfondie des caractéristiques et des conditions de conservation de l'archive photographique d'Emilio Cecchi. Le corpus de photographies, comprenant environ 1200 exemplaires (négatifs et extraits de pellicule), occupe une partie considérable de l'archive d'auteur, auprès l'Archivio Contemporaneo "A. Bonsanti" del Gabinetto Vieusseux. Dans la première partie de l'essai l'autrice réfléchit, à partir de lettres inédites, cahiers et textes, sur le rôle de la photographie pour le critique - s'attardant notamment sur l'emploi des images prises lors des voyages des années '30 comme "cahiers photographiques", fonctionnelles à l'écriture des reportages pour le "Corriere della Sera", et sur les co-implications conséquentes entre images et écriture. La deuxième section présente les conditions archivistiques du corpus photographique. Enfin, sont exposées les méthodologies adoptées par l'autrice pour l'identification des photographies jusqu'ici dépourvues d'indications géographiques et chronologiques.; Il contributo traccia un'analisi approfondita della consistenza e delle condizioni di conservazione del fondo fotografico di Emilio Cecchi. Il corpus di fotografie, costituito da circa 1200 esemplari (fra negativi e spezzoni di pellicola cinematografica), occupa una parte consistente dell'articolato archivio d'autore, presso l'Archivio Contemporaneo "A. Bonsanti" del Gabinetto Vieusseux. Nella prima parte del saggio l'autrice riflette, sulla base di lettere inedite, taccuini e testi, sul ruolo della fotografia per il critico - soffermandosi in particolare sull'impiego delle immagini scattate nel corso dei viaggi degli anni '30 come "taccuini fotografici", funzionali alla scrittura dei reportage per il "Corriere della Sera", e sulle conseguenti co-implicazioni tra immagini e scrittura. Nella seconda sezione vengono presentate le condizioni archivistiche del corpus fotografico. Infine, sono esposte le metodologie adottate dall'autrice per l'identificazione delle fotografie finora prive di indicazioni geografiche e cronologiche.

International audience

International audience; In the Middle Ages, woman often passes for a model of impurity, both physical for her cycle and moral as a daughter of Eve; Leviticus was full of prescriptions on the need to purify the body after the expulsion of bodily flows such as blood, during menstruation and after childbirth, or semen; males too, therefore, had to undergo prohibitions or purification rites, particularly, but not limited to, in Jewish culture. This article seeks to recall that not only women were seen as ontologically or cyclically impure: in view of their sexual activity, according to their condition or the Christian calendar, or their professional activity, certain men could be viewed as unclean. Finally, it is recalled that entire groups, such as Jewish men and women, lepers, or prostitutes, considered impure by medieval societies, were progressively segregated from the social body by the authorities.

International audience

ITALIANO: Famosa per la rivolta del Tuchinaggio di fine Trecento, l’area del Canavese, nel Piemonte nord-occidentale, fornisce numerose informazioni relative al rapporto fra signori e sudditi su un arco cronologico molto più ampio. A partire dall’analisi di un ricco corpus di fonti (visite pastorali, cronache, fonti giudiziarie, notarili e statutarie), il saggio prende in esame la dialettica fra domini e homines nella prima metà del secolo XIV, individuando gradi differenti di consolidamento istituzionale comunitario nelle diverse vallate alpine del Canavese e collocando le vicende locali in un percorso di crescita delle comunità attestato in larga parte dell’arco alpino. / ENGLISH: Famous for the late 14th-century revolt known as Tuchinaggio, the Canavese area, in north-western Piedmont, provides significant information concerning the relationship between lords and subjects in a longer time span. By analysing a wide range of sources (pastoral visitations, chronicles, court and notarial records, statutes), the essay examines the domini-homines dialectic in the first half of the 14th century: in the Canavese Alpine valleys various degrees of institutional consolidation of communities can be outlined, identifying a process of growth common to communities in the entire Alpine Arc.

Il "neorealismo rosa" che emerge in Italia nel cinema degli anni 50 e 60 segna una fase di transizione e una rottura con il passato. Questo genere e i film che nascono dopo la seconda guerra mondiale si fanno specchio dei cambiamenti sociali, economici, identitari e di genere che vivono gli italiani in quel periodo. I registi come Luciano Emmer, Vittorio De Sica, Federico Fellini, Mario Camerini, Antonio Pietrangeli o Michelangelo Antonioni tendono a mostrare l’immaginario collettivo in cui si affermano le culture, le tradizioni, i valori, i modelli popolari, le aspirazioni e i sogni che caratterizzano la società italiana in quel periodo. In quel contesto, la spiaggia è utilizzata dai registi e nei film come topos comune rivelante di queste mutazioni antropologiche, sociali e storiche.

Ce mémoire propose une immersion dans la ville de Lyon au temps du fascisme. En effet, le Régime avait réussi à s'implanter dans la « Capitale des Gaules », en déployant tout un réseau d'institutions pour contrôler les immigrés italiens présents dans la région lyonnaise, afin de bloquer le processus d'intégration de ces familles. En effet, l'exploitation de très nombreux documents d'archives lyonnais (conservés aux Archives Départementales du Rhône) montre qu'il existait sur ce territoire les mêmes structures d'encadrement que celles alors en vigueur dans la péninsule, telles que l'Opera Nazionale Balilla (pour les enfants et adolescents) et le Dopolavoro (pour les adultes actifs). De même, les institutions fascistes de Lyon (le Consulat Général d'Italie et le « Fascio ») exerçaient une influence sur de nombreuses associations italiennes mais également lyonnaises, afin de contrôler au plus près les familles italiennes. Toutefois, cette même structure associative, exploitée par le régime fasciste pour étendre son influence, sera également un moyen pour les immigrés d'exprimer leur opposition à la dictature, puisque tout un réseau d'associations apolitiques ou antifascistes, capables de contrer cette emprise fasciste, maillait la région lyonnaise.

International audience