Lo studio affronta un tema strettamente legato al progetto d'architettura – il rapporto fra nuovo ed antico – con particolare riferimento ai manufatti archeologici, i più segnati dall'azione del tempo che ha lasciato in essi segni estesi e spesso incolmabili. In un ambito di ricerca in cui l'individualità dei casi prende spesso il sopravvento sui caratteri di ricorrenza che pure esistono, lo studio non è stato affrontato con l'obiettivo di definire un repertorio di esempi o una semplice comparazione, ma con l'intento di comprendere quali opportunità si offrano al progetto contemporaneo e quali le strategie e gli strumenti più adatti allo scopo, anche attingendo da altri campi dell'arte in cui il lavoro creativo sui materiali residuali ha prodotto negli anni recenti risultati di grande interesse. Ciò ha presupposto la volontà di rivolgere uno sguardo nuovo nei confronti dei reperti del passato, considerandoli non più solo delle preziose testimonianze da tutelare e far conoscere, ma anche materiali utili per l'architettura che possono tornare a vivere attraverso il progetto. L'indagine si è soffermata, in particolare, sul concetto di architettura come testo e come forma di linguaggio, per analizzarne le strutture sintattiche e indagarne le questioni semantiche. Progettare in un contesto antico significa, infatti, stabilire un dialogo con i resti del passato sulla base di un linguaggio ed un senso comune e ciò pone inevitabilmente questioni di interpretazione, risemantizzazione, integrazioni. L'accostamento del progetto d'architettura alla semiologia e allo studio dei segni, ha consentito anche di orientare lo studio verso le possibili sintassi progettuali per individuare le più idonee in ambito archeologico. Contro l'idea che l'architetto debba solo preoccuparsi di garantire la sopravvivenza e la trasmissione delle testimonianze storiche, con interventi minimi, reversibili e riconoscibili, la tesi si è proposta, dunque, l'obiettivo di definire i capisaldi di un nuovo approccio al progetto nei contesti antichi che consenta di restituire alle rovine un nuovo valore estetico, culturale e d'uso.