19 results on '"Bibi Leone"'
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2. Attorno a una casa, e altro. intervista a Bibi Leone
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DAIDONE, Isabella and Daidone, I
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Architettura, Sicilia, Bibi Leone ,Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana - Published
- 2012
3. ADDIZIONE DI UNA PALESTRA ALLA SCUOLA ELEMENTARE 'DON PUGLISI'. ARCHH. BIBI LEONE E OLIVIA LONGO, BAGHERIA 2000-2002
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PANZARELLA, Marcello and Panzarella, M
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Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana ,Bibi Leone, Palestra scolastica, Bagheria - Abstract
Viene illustrata l'opera di addizione di una palestra scolastica a un edificio preesistente, rilevando la cura e i modi della sutura attuata nell'intervento; viene illustrata la strategia di collocazione anche in rapporto agli usi dell'immobile, da aprire alle attività sportive degli abitanti del quartiere, negli orari extra-scolastici.
- Published
- 2012
4. CULOTTA E LEONE. ARCHITETTURA CIVILE A PALMA DI MONTECHIARO
- Author
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SBACCHI, Michele, Rugino, S, and Sbacchi, M
- Subjects
urbanity ,Bibi Leone ,progetto urbano ,contratto di quartiere ,Palma di Montechiaro (AG) ,Culotta e Leone ,Pasquale Culotta ,Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana ,urban project ,abusivismo edilizio ,illegal housing ,urban design - Abstract
Il saggio descrive l'intervento di Pasquale Culotta e Bibi Leone a Palma di Montechiaro nel Quartiere Calvario Pizzillo. Si tratta di un opera poco nota degli architetti siciliani. Il saggio quindi mira a colmare una lacuna nella documentazione. Ma il saggio ha lo scopo principale di analizzare questa opera per le sue peculiarità. Per fare ciò affronta alcuni temi generali che vengono puntualmente messi in opera nel complesso intervento di Culotta e Leone: il progetto urbano, il valore civile dell'intervento architettonico, il "nuovo realismo" progettuale, i rapporti con l'edilizia illegale, le possibilità di un'architettura "low budget". La realtà di Palma di Montechiaro è infatti tragicamente segnata dall'essere uno dei centri del Mezzogiorno dove l'edilizia abusiva è più presente. Il saggio delinea lo scenario politico-sociale di Palma di Montechiaro a partire dal Dopoguerra; illustra i caratteri dell'insediamento; descrive l'intervento composto da 5 edifici, ne analizza la strategia nelle sue articolazioni. The urban project of Pasquale Culotta and Bibi Leone in Palma di Montechiaro in the area Calvario Pizzillo dates 2005-8. It is a rather misknown, yet remarkable, work by the 2 Sicilian architects. It a somewhat extended urban project, encopassing as many as 5 buildings and several external public spaces, including a parking area, a garden and a stairway system. Michele Sbacchi's essay not only fills an historiographic gap. It also clarifies the implications and the general attitude of the design. Palma di Montechiaro, and more particularly the area of construction, is a mostly illegal centre. Culotta and Leone propose an innovative realistic attitude that manages by means of a very low budget to make use existing conditions.
- Published
- 2018
5. Il contributo degli architetti siciliani ai concorsi per le nuove chiese italiane della CEI
- Author
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DI BENEDETTO, Giuseppe, Sciascia, A, Cuccia, G, Palazzotto, E, Sarro, A, and Di Benedetto, G
- Subjects
Sicilian architects, Italian Episcopal Conference, new Italian churches, Pasquale Culotta, Bibi Leone, Vincenzo Melluso, Marcello Panzarella, Andrea Sciascia, competition ,Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana ,nuove chiese italiane, Conferenza Episcopale Italiana, CEI, architetti siciliano, rinnovamento liturgico, Pasquale Culotta , Giuseppe Leone, Vincenzo Melluso, Marcello Panzarella, Andrea Sciascia, Sebastiano Triscari, Vito Corte, parrocchia di San Giovan Battista in Lecce, complesso parrocchiale di Gesù Maestro in Potenza, parrocchia di Santa Maria Roccella in località Roccelletta a Catanzaro, chiesa parrocchiale di Santa Maria del Carmine ad Avellino, complesso parrocchiale di San Giorgio Martire in Dresdano, parrocchia di San Giacomo Apostolo in Ferrara - Abstract
Il saggio analizza il contributo degli architetti siciliani ai concorsi per le nuove chiese italiane della CEI. Nell’ambito di tale lunga esperienza promossa dalla CEI, il contributo degli architetti siciliani alla realizzazione delle nuove chiese italiane appare particolarmente significativo e si distingue per una costante presenza in tutti i concorsi e per la qualità dei risultati raggiunti attraverso l’esplorazione di temi progettuali tutti interni al processo di rinnovamento liturgico e rituale. Pasquale Culotta e Giuseppe (Bibi) Leone sono i primi a esordire nell’iniziale concorso indetto nel 1998 con il progetto per la parrocchia di San Giovan Battista in Lecce. L’anno successivo, Vincenzo Melluso è invitato al concorso per il complesso parrocchiale di Gesù Maestro in Potenza. La terza serie dei “progetti pilota” voluti dalle CEI, indetta nel 2000 e conclusa nel 2001, vede coinvolti Marcello Panzarella e Vito Corte, con due diversi progetti, per la parrocchia di Santa Maria Roccella in località Roccelletta a Catanzaro. Nel 2006, per il progetto di concorso della chiesa parrocchiale di Santa Maria del Carmine ad Avellino, l’invito sarà rivolto a Sebastiano Triscari. La quinta serie dei concorsi vedrà impegnato ancora una volta Vito Corte, con il nuovo complesso parrocchiale di San Giorgio Martire in Dresdano, nell’interland milanese. Infine, Andrea Sciascia partecipa, con il progetto per la parrocchia di San Giacomo Apostolo in Ferrara, alla sesta e più recente edizione dei concorsi della CEI indetti nel novembre 2011. Non è difficile scorgere, in alcuni casi (Culotta e Leone, Melluso, Panzarella, Sciascia), pur nelle differenze e nell’autonomia dei contributi di ciascun progettista, dei nessi e delle riconoscibilità di appartenenza culturale e di “scuola” che vedono, proprio nella figura di Pasquale Culotta, un riferimento costante e non soltanto per il suo essere “maestro” carismatico e coinvolgente. The essay analyzes the contribution of the Sicilian architects in competitions for the new churches of the Italian CEI (Italian Episcopal Conference). In this long experience promoted by the CEI, the contribution of the Sicilian architects to the creation of the new Italian churches is particularly significant and it is characterized by a constant presence in all competitions and by the quality of the results achieved through the exploration of design within the process of liturgical and ritual renewal. Pasquale Culotta and Giuseppe (Bibi) Leone, are the first to debut in the first competition held in 1998 with the project for the parish of San Giovanni Battista in Lecce. The following year, Vincenzo Melluso is invited to the competition for the parish of Jesus Master in Power. The third series of pilot projects wanted by the CEI, started in 2000 and ended in 2001, involving Marcello Panzarella and Vito Court, with two different projects, for the parish of Santa Maria Roccella in Roccelletta, near Catanzaro. In 2006, for the competition project of the parish church of Santa Maria del Carmine in Avellino, the invitation will be addressed to Sebastiano Triscari. In the fifth series of competitions, Vito Court will be engaged in the new parish of San Giorgio Martire in Dresdano, in the hinterland in Milan. Finally, Andrea Sciascia participates, with the project for the parish of San Giacomo Apostolo in Ferrara, the sixth and latest edition of the CEI competitions organized in November 2011. It is not difficult to note in some cases (Culotta and Leone, Melluso, Panzarella, Sciascia), despite the differences and autonomy of the contributions of each designer, the links and the cultural belonging to a school, just in the figure of Pasquale Culotta, as a constant reference not only as the charismatic and fashinating “master”.
- Published
- 2015
6. Architetture di Culotta e Leone nel centro storico di Cefalù: piano, progetto e attuazione
- Author
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DI BENEDETTO, Giuseppe, GERMANA', Maria Luisa, Di Benedetto, G, and Germanà, ML
- Subjects
Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana ,Architectural Design, Architectural Theory, Historic City, Multiscalarity, Building Process, Pasquale Culotta, Giuseppe (Bibi) Leone, Cefalù, Historic Centre, plan, project, execution ,Processo edilizio, Progetto architettonico, Città storica, Multiscalarità, Teoria dell’architettura, Pasquale Culotta, Giuseppe (Bibi) Leone, Cefalù, centro storico, piano, progetto, esecuzione ,Settore ICAR/12 - Tecnologia Dell'Architettura - Abstract
Per gran parte del Novecento gli interventi architettonici nei contesti storici sono stati ricondotti entro i poli della conservazione e trasformazione. In Italia gli anni Ottanta hanno segnato una tappa decisiva nel percorso teorico, metodologico e operativo verso l’approccio richiesto dalle attuali e futuribili condizioni delle aree urbane di antico impianto: guidato da strategie a lungo termine; più responsabile; multiscalare e includente l’intera città contemporanea. L’esperienza di Culotta e Leone nel centro storico di Cefalù, pur costituendo un unicum per il loro ancoramento alla realtà sociale del luogo, fornisce un interessante esempio di continuità tra piano, progetto e attuazione che ha dato corpo a soluzioni progettuali in continuità evolutiva con le preesistenze storiche. Architectural interventions in historical contexts throughout most of the 20th century were inter-linked by the two extremes of conservation and transformation. In the 1980s, in Italy, an important step forward was taken along the theoretical and operational path towards the approach as demanded by the current and future conditions of historical urban areas: long-term strategy oriented; more responsible; multi-scale and including the entire contemporary urban settlement. The experience of Culotta & Leone in the Historic Centre of Cefalù may well constitute a unicum, as a result of their particular anchoring to the social context, and yet it offers an interesting example of continuity (between plan, architectural design and execution) that gave substance to architectural solutions which may be seen as an evolving continuity of the historical remains.
- Published
- 2016
7. Un sistema di relazioni: un 'rizoma' narrativo per Cefalù
- Author
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Giunta, Santo and Giunta, Santo
- Subjects
Path strategie ,Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana ,Spatial relation ,Strategia dei percorsi ,Scuola di Cefalù ,Cefalù school ,Relazioni spaziali - Abstract
Il saggio cerca di individuare, con tensione proiettiva, le relazioni significative fra architettura e luogo, e lo fa ripercorrendo il tema della strategia dei percorsi, affrontato negli ultimi decenni da più progettisti di Cefalù nei diversi interventi realizzati nel corpo della città compatta come già in quello della espansione più recente. Il caso di studio documenta le scelte di progetto esemplari di tre architetti siciliani – Pasquale Culotta (1939-2006), Giuseppe Bibi Leone (1936-2012) e Marcello Panzarella (1949) – che restituiscono la storia a noi contemporanea della “Scuola di Cefalù”. Le loro realizzazioni ci si svelano come epifanie del fare architettura; si tratta di opere capaci di interpretare il luogo attraverso un processo progettuale carico di significazione. Un dialogo fra percorsi, luoghi e spazi che rivelano, come in un diagramma “rizometrico”, il valore delle relazioni non solo spaziali. The essay tries to identify, with projective tension, the significant relationships between architecture and place, and it does so by retracing the theme of the route strategy, addressed in recent decades by several Cefalù designers in the various interventions carried out in the body of the compact city as already in that of the most recent expansion. The case study documents the exemplary design choices of three Sicilian architects - Pasquale Culotta (1939-2006), Giuseppe Bibi Leone (1936-2012) and Marcello Panzarella (1949) - who restore the contemporary history of the “School of Cefalù ". Their creations reveal themselves to us as epiphanies of making architecture; these are works capable of interpreting the place through a design process full of significance. A dialogue between paths, places and spaces that reveal, as in a “rhizometric” diagram, the value of not only spatial relationships.
- Published
- 2022
8. CASA E PAESAGGIO.
- Author
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Costi, Dario and Melluso, Vincenzo
- Abstract
The article evaluates the architectural design of various homes that are located in Sicily, Italy, and were designed by the architects Pasquale Culotta and Giuseppe "Bibi" Leone, including the Culotta House near the Madonie Mountains, The Leone House near the Aeolian Islands.
- Published
- 2015
9. Chiese e tessuti urbani. L'esperienza di Pasquale Culotta, dai riferimenti internazionali alle forme primarie
- Author
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SCIASCIA, Andrea, Florio, R, and Sciascia, A
- Subjects
Chiese e Città. Progettazione Architettonica. Pasquale Culotta ,Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana - Abstract
Pasquale Culotta, architect of churches, plays a leading role in this essay. This choice is pertinent to the theme of the conference on urban renewal, and allows recognizing some peculiar aspects of Culotta design activity, the largest part of which was carried out with Giuseppe (Bibi) Leone, who recently passed away. We can affirm that every architectural project by Culotta and Leone is always an urban project, in the sense that it’s founded on the fabric of old centers, or, as in the case of the churches built in the suburbs, has created new connections in urban areas previously characterized by shapeless asphalted spaces. Against random suburban spaces, the churches designed by Culotta and Leone, later on only by Culotta, are conceived as cores able to give meaning to existing qualities but most of the times invisible. However, the urban project in the experience of Culotta and Leone is something different from a condescending and mimetic attitude towards the built environment. Small and large “deviations”, some not to scale elements, underline, where it is possible, the inclusion of one of their buildings, able to reveal and give significance to what is next and to features of the place recognizable at a territorial scale. In the design of parish complexes, from Maria Santissima della Lettera in Finale di Pollina (Pa, 1967-70) to San Carlo Borromeo in Tor Pagnotta (Rome, 2005), we can see how some architectural and urban design issues identified in the first Sicilian experience have been kept and developed, while others, such as the relationship between art, architecture, and liturgy, have become more and more central, dictating a research practice compulsory for the topic of the project. Except for the restoration of Temple-Cathedral of the district Terra in Pozzuoli, all parish complexes are in the suburbs, and, comparing the as-built plan with the design plan, we can see how the Sicilian architects with great skill and sensibility, turn deteriorated areas without identity into urban places where churches return to be, in the style of Alberti, the most important ornamentation of the city.Sciascia lets us see, in the description that goes from the mid-sixties of XX century to mid-2000s, starting from the restoration project of the Temple-Cathedral in Pozzuoli and above all in the design of the parish complex of San Carlo Borromeo in Rome, the direction followed by Culotta, in the early 2000s, after the dissolution of a forty years long partnership with his close friend Bibi Leone. The conclusions of the essay demonstrate that the collaboration with the world-famous liturgist monsignor Crispino Valenziano, and artists like Michele Canzoneri and Mimmo Paladino, has guided Culotta far beyond the boundaries of contemporary architecture, letting him discover and put into practice a huge universe of references. He deeply investigated these references thanks to his boundless curiosity, which allowed him to find design methods and formal results which were new compared with those developed between the mid-sixties and the early 2000s. Therefore, the essay provides a specific contribution to the conference topic since the design of churches tends to regenerate or reshape the urban space completely, and, at the same time, it can represent the starting point for a new exploration of the intimate research undertaken by Culotta at a mature age and unfortunately prematurely interrupted.
- Published
- 2012
10. Possedere intimamente
- Author
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GIUNTA, Santo, PEDRO ANTÓNIO JANEIRO, AFONSO HENRIQUES NETO, ANA ESTEBAN MALUENDA, ANA LEONOR M. MADEIRA RODRIGUES, ARTUR SIMÕES ROZESTRATEN, BRUNO MARTINS DOS REIS, ENEIDA DE ALMEIDA, FERNANDO G. VÁZQUEZ RAMOS, FRANCESCA FATTA, LUÍSA SOL, MARIA DULCE LOUÇÃO, MARIA ONORINA PANZA, MYRNA DE ARRUDA NASCIMENTO, PAOLA RAFFA, PAULO MIGUEL MELO, SANTO GIUNTA, VALÉRIA CÁSSIA DOS SANTOS FIALHO/ DOUTORA, CENTRO UNIVERSITÁRIO SENAC/ RALF JOSÉ CASTANHEIRA FLORES/ GIORGIO GIORGI JR./ RICARDO LUIS SILVA., and Giunta, S
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Questioni, assetto spaziale, stupore ,Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana - Abstract
Questo scritto riflette sui luoghi dell’Edificio 14 del Campus dell’Università degli Studi di Palermo, opera di Pasquale Culotta, Giuseppe Laudicina, Bibi Leone, Tilde Marra, costruito come sede della facoltà di architettura. Alcuni docenti, nel corso degli anni più recenti, hanno scelto questo edificio come oggetto di attenzioni ed esercitazioni della loro didattica. Gli studenti, in questo modo, hanno potuto sperimentarlo come strumento di conoscenza da guardare con rinnovato stupore, alla scoperta delle forme e delle relazioni della sua architettura. Esso si è reso loro disponibile alla comprensione delle forme nello spazio, e anche a provocare stupore come virtù sua intrinseca, che coabita col suo complesso programma funzionale.Nel processo educativo, per lo studente di architettura – che è anche il fruitore principale di questi spazi – è fondamentale e significativa un’esperienza fisica dello spazio capace di comprendere come i luoghi della didattica sono composizioni di forme che vengono assunte nella loro essenza geometrica e ritmica fra rapporti interni, sistemi spaziali e strategia dei percorsi, interni, dall’esterno verso l’interno, dall’interno verso l’esterno.
- Published
- 2016
11. Oceano Mediterraneo : cardboard and plaster architectures
- Author
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Sciascia, A, Picone, A, and Sciascia, A
- Subjects
Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana ,Mediterraneo, Sicilia, Pasquale Culotta e Giuseppe Leone, Marcello Panzarella, locale/globale, casa Salem House, Kitchen House, architettura monomaterica e monocromatica ,Mediterranean, Sicily, Pasquale Culotta e Giuseppe Leone, Marcello Panzarella, local/global, Salem House, Kitchen House, mono-material architecture, monochromatic architetcture - Abstract
La riflessione si muove dal confronto fra due architetture diverse, eppure simili: la Casa Salem di Pasquale Culotta e Giuseppe Leone e la Kitchen House di Marcello Panzarella. La prima realizzata, tra il 1972 e il 1973, a Cefalù, in contrada Ogliastrillo; la seconda immaginata da Panzarella nel 2011, sul 38° parallelo, forse lungo la costa settentrionale della Sicilia, adagiata su un pendio rivolto verso il mare. Le due descrizioni sono i poli attraverso cui si dipana un ragionamento che trova una parziale e contraddittoria spiegazione nel titolo. Perché, pur nelle differenze, le architetture prese in considerazione costituiscono due modi per tenere insieme una appartenenza mediterranea e d’Oltreoceano, come si scoprirà, dichiaratamente americana. La riflessione si sofferma sulle ragioni di questa particolare duplice relazione. La doppia confluenza è, più che un’inspiegabile antinomia, una peculiarità della ricerca architettonica intrapresa in Sicilia da Pasquale Culotta e Giuseppe (Bibi) Leone. L’intervallo fra le due architetture potrebbe generare dei malintesi. Invece si dimostrerà, in conclusione, come il progetto di Panzarella possa essere pensato come l’anello di congiunzione tra le architetture americane, prese a riferimento, e la stessa Casa Salem. Our research starts from the comparison between two different and yet similar buildings: the Salem House by Pasquale Culotta and Giuseppe Leone and the Kitchen House1 by Marcello Panzarella. The first was built in Cefalù in contrada Ogliastrillo between 1972 and 1973 for a precise client, the second was imagined by Panzarella in 2011 on the 38° parallel, probably along the northern coast of Sicily, on a slope overlooking the sea between Termini Imerese and Cefalù. Its volumes respond to living needs of the same architect who is indeed the only demanding client. The Salem house is a five-level prism on a square base (7,20 m side), which rises a few meters from the sea on nine pilotis. A mono-material and monochromatic building, of an anthracite green from the ground up to the pitched roof, which appears as a fifth façade for those who come from above. The Kitchen House, which is also mono-material and monochromatic, has an articulated plant where the northern front overlooking the sea rises as a tower over other volumes: entrance, oven, bedroom and living room with swimming pool. The living area is a kind of large tail with a triangular section that closes the edifice to the south becoming a façade/roof in succession with the ground and generating a continuity between nature and artifice.
- Published
- 2016
12. Il piccolo nel grande, il grande nel piccolo. Gli adeguamenti liturgici di Culotta e Leone The small in the big, the big in the small. Culotta and Leone’s liturgical adaptations
- Author
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SCIASCIA, Andrea, Sciascia, A, Cuccia, G, Palazzotto, E, and Sarro, A
- Subjects
Pasquale Culotta, Giuseppe Leone, Liturgical adaptations, Ambo reshaping in Cefalù Cathedral, SS. Trinità alla Rocca, Cefalù, Presbytery in Pisa Cathedral, Piazza Armerina Cathedral, Mazara del Vallo Cathedral, Bergamo Cathedral, Trani Cathedral presbytery ,Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana ,Pasquel Culotta, Giuseppe Leone, adeguamento liturgico, chiese, architettura, città, ambone del Duomo di Cefalu, SS. Trinità alla Rocca in Cefalù, Presbiterio Cattedrale di Pisa, Cattedrale di Piazza Armerina, Cattedrale di Bergamo, presbiterio Cattedrale di Trani - Abstract
Una esplorazione degli adeguamenti liturgici di Pasquale Culotta e Giuseppe Leone conduce a comprendere in che modo la loro riflessione sulle architetture per il culto cristiano cattolico sia parte integrante della sperimentazione progettuale incentrata sul rapporto architettura-città. Nel saggio si specifica in cosa consista il lavoro di adeguamento rispetto alle indicazioni formulate nel Concilio Ecumenico Vaticano II (1963). Ci si sofferma sulle peculiarità della liturgia rinnovata: il valore "processionale" dello spazio ecclesiale e la relazione immanente-trascendente, a scala architettonica e urbana. In seguito si approfondiscono, "caso per caso", la riconfigurazione dell'ambone del Duomo di Cefalù, gli adeguamenti della SS. Trinità, del Presbiterio della Cattedrale di Pisa, delle Cattedrali di Piazza Armerina, di Bergamo, di Trani e il progetto dell'altare della Cattedrale di Mazara del Vallo. Il saggio mette in luce come la ricerca progettuale di Pasquale Culotta e Bibi Leone sugli adeguamenti liturgici, condotta con raro rigore, esplora il nodo di tale questione e si allarga a quell’intorno geografico che qui ha depositato l’essenza di un’idea dell’architettura incomprensibile senza la comprensione dei luoghi. Si tratta di un lavoro che pone ancora un problema irrisolto, quello della specificità dell’architettura siciliana, del perché della sua “diversità” e del suo vigore giovanile che molte opere recenti di architetti locali mostrano al massimo livello. Il loro modus operandi, sempre teso a porre in essere relazioni tra architettura e contesto, si è ulteriormente inverato nei progetti di chiese divenute, nei loro ragionamenti, degli straordinari fulcri urbani. Architetture indispensabili per la definizione di labili tessuti periferici, e per lo svelamento di interazioni fra parti di città contigue eppure, reciprocamente afone. Tale approccio, volto a connettere, ha costituito una costante fondamentale nella loro esperienza della progettazione. An exploration of the liturgical adaptations of Culotta Pasquale and Giuseppe Leone leads to understand how their reflection on architecture for the Catholic Christian worship is an integral part of the design experiment focused on architecture-city relationship. Above all if we read this exploration after the projects of the churches, it is possible a double level of considerations. The first is evident, and it concerns on the particular ability shown by Culotta and Leone successfully facing some even very complex projects of adaptation. The second is referred to the clues coming from the projects of the two ambo for Bergamo (2004) and Trani in order to understand which research direction the only Culotta had taken, in the last years of his life and after the conclusion of the association with Leone. We are going to peek out some hypothesis both for the first and for the second point, trying to understand if there is an ommon ground among them. As the project of the churches, also for the liturgical adaptations the figure of Valenziano is central, with its eye-opening hermeneutics able to explain the deepest meanings of the liturgy in the relationships between the architectural space and the eminent places. Given the privilege of Valenziano’s help, we suppose the two Sicilian designers found inside the churches the same relationships they usually employ in their architectures, obviously with totally new and different rules. Undertaking new churches projects and liturgical adaptations could be almost a natural destiny for them; called to deal with more and more dense project materials. The fact that the adaptations excursus starts in Cefalù, with the reshaping of the ambo of the Cathedral, around fif- teen years after the church in Pollina, shows something more and a link between the two architects and their principal action ground. It seems, instead, that there is a continuity between the confirmations and the exceptions done in the Cefalù urban knit or countryside and the very delicate operations made inside the churches. Some choices as moving the altar are operations about the limit, that is they are acting in the often very small field between the request of the renewed liturgy, the action range of the omphalos and the general features of the church space. While, inserting the ambo where there was not – in addition to the reconfiguration of Cefalù and to the translation of Pisa – forced and, at the same time, encouraged Culotta and Leone and then the only Culotta to go through less known paths. In this part of the research we can notice that the reference to the byzantine ambo – in its double meaning of double-scale element or high monument – gives place, in the last proposals, to something new. The reference to the high monument is both in Bergamo and in Trani. Nevertheless the dynamic component of resurrection and the strength of the Words match the centrifugal action typical of a lot of modern projects. This energy is able to make thousands-years-still shapes vibrate. Bergamo and Trani ambos are pitching into the nave, catching and re-interpreting the etymological mea- ning of the word ambo, letting Culotta find new ways for exploration in adaptations as well. The Bergamo (2004) and Trani ambo should be placed aside the project of Pozzuoli Temple-Cathedral, of Isernia Auditorium and of the squares of the historical centre in Benevento; all together they make another phase in Culotta architectural research. Just the ambos are the most important proofs of this new conditions, because they are exploration on the shape lead in places where a comprehensible caution tends to be prevalent on more daring behaviours. In the case of Culotta, the courage leverage on an aware- ness of his own means based on thousands of didactic and research projects. The ambos attracted by the nave, respecting liturgical reasons, are the result of the same sensitivity that had made the crowning element of Cefalù Town Hall inflect towards the Cathedral square or that had changed the EGV Centre of Via Roma into the urban joint between the railways station, at an higher level, and the city laid down. Architectures announcing other architectures, able to change isolated places into focuses of the urban pattern. A sensitivity finding into the liturgical adaptation projects an extreme condition useful to verify the results of many other projects. Bergamo and Trani ambos, dimensionally small architectures, are actually some of the biggest works in order to certify the value of one of the most significant Italian architectural researches between twentieth and twenty-first century.
- Published
- 2015
13. La Valle dei Templi tra città e mare
- Author
-
ACIERNO, Valentina, BIBI LEONE, and ACIERNO, V
- Abstract
Il testo è la sintesi di alcuni temi di ricerca sviluppati negli ultimi anni che riguardano la città contemporanea in generale come sistema complesso, e la città di Agrigento come campo applicativo nella didattica dei laboratori di progettazione da me tenuti presso la Facoltà di architettura di Agrigento, in particolare. Le questioni generali della città contemporanea, che si traducono in elementi circostanziati e precisi del territorio agrigentino sono riferite al sistema delle infrastrutture, a quello degli spazi ad uso collettivo, al paesaggio naturale della Valle dei Templi e della costa.
- Published
- 2007
14. Autostrade e templi
- Author
-
SBACCHI, Michele, BIBI LEONE, and SBACCHI M
- Published
- 2007
15. Convergenze
- Author
-
SBACCHI, Michele and SBACCHI M
- Abstract
Il volume è il primo della collana di testi sulla progettazione architettonica Il volo di Icaro diretta da Bibi Leone e Michele Sbacchi. In questo testo sono raccolte sette esperienze di progettazione architettonica svolte dal 1999 al 2005, fuori dalla didattica ufficiale dei corsi universitari. Si tratta infatti di sperimentazioni di vario tipo: workshop, concorsi di progettazione architettonica, mostre, collaborazioni con altre università – tutte comunque occasioni nelle quali sono stati elaborati, in gruppo od individualmente, progetti di architettura. Molto spesso si tratta di esperienze condotte da studenti di anni avanzati o prossimi alla laurea; inoltre in esse il gruppo docente – docente e giovani laureati, dottori e dottorandi di ricerca, tutor – ha avuto un ruolo molto più incisivo proprio nel “fare progettuale”. Si tratta quindi di esperienze ascrivibili più alla produzione di un gruppo di ricerca che non alla sfera della didattica, per quello che queste distinzioni possono significare. Temi ed aree dei progetti sono tra i più vari ma i risultati “convergono” verso principi comuni. L’avversione per l’immagine fine a se stessa ed il tentativo di coinvolgere l’ampio spettro dei materiali della città moderna sono tra i temi sui quali i progetti spesso ritornano. Da essi derivano sia la riflessione sulla dimensione architettonica delle grosse infrastrutture, sia il tentativo di lavorare con la “architettonicità” delle tecnologie, nuove od antiche che siano. Ancora, in vari progetti, affiora il tema dell’edificio complesso e quello dell’edificio a grande scala. Il progetto vincitore del secondo premio al Concorso per scuole di architettura della Quarta Biennale di Architettura di San Paolo del Brasile viene presentato nel Primo capitolo. Si tratta di un edificio di grande dimensione in un area della parte nuova della città di Palermo. Tre progetti di residenze universitarie, uno dei quali premiato, sono il frutto di un laboratorio condotto con studenti fuori corso in occasione del concorso Abitare da studenti bandito dalla Università di Bologna. Una grossa infrastruttura territoriale è protagonista dei progetti svolti in occasione del concorso The Global and the Local in your City of the Future a Vienna. Tra essi un progetto per l’area di San Giovanni degli Eremiti, vincitore della menzione speciale. Progetti per la Chimica Arenella e per un museo archeologico in Sicilia sono illustrati nei capitoli relativi a due collaborazioni svolte con il Royal College of Art di Londra e con la School of Architecture della University of Auckland. Il progetto Outlet City è stato svolto all’interno del workshop Aeroporto e dintorni organizzato da Villard. Il tema freudiano del perturbante anima i quattro progetti di “case inquiete” elaborati durante il workshop Futura – come abiteremo domani.
- Published
- 2005
16. La deriva urbana e il superamento dell'architettura
- Author
-
CARERI, FRANCESCO, BIBI LEONE, and Careri, Francesco
- Published
- 2002
17. Appena al di là della razionalità
- Author
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Santo GIUNTA and Giunta, S
- Subjects
Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana ,Progetto, didattica, luoghi - Abstract
Contributo scientifico sulla didattica di Bibi Leone
18. ReUSO 2018 : L'intreccio dei saperi per rispettare il passato interpretare il presente salvaguardare il futuro
- Author
-
AA. VV, Fabio Minutoli, AA. VV, and Fabio Minutoli
- Subjects
- Cultural property--Protection--Congresses, Architecture--Conservation and restoration--Co, Historic buildings--Remodeling for other use--, Cultural property--Protection--Italy--Congre, Architecture--Conservation and restoration--It
- Abstract
Le tematiche tipiche della filosofia dei Convegni ReUSO – sempre rivolti alla documentazione, alla conservazione, al recupero del patrimonio architettonico, nonché alla tutela paesaggistica e ambientale – coniugate con quelle emergenti del terzo millennio, offrono molteplici spunti di riflessione e dialogo a tutti gli studiosi che, nel proprio specifico disciplinare e in sinergia con i colleghi del medesimo o di altri settori, intendono contribuire a raggiungere gli stessi obiettivi generali: rispetto del passato, comprensione del presente, salvaguardia del futuro. Tali tematiche, sostanziandosi nei diversi “sistemi” della conoscenza, dell'azione e della comunicazione formano trama e ordito di un tessuto multiforme e articolato capace di rappresentare la complessità della s?da che tutti insieme dobbiamo cercare di vincere contro l'oblio, la perdita del sapere e i rischi di un domani destinato a rimanere incerto senza il nostro impegno.
- Published
- 2019
19. The Architecture of Luxury
- Author
-
Annette Condello and Annette Condello
- Subjects
- Luxury, Architecture and society, Architecture--Human factors
- Abstract
Over the past century, luxury has been increasingly celebrated in the sense that it is no longer a privilege (or attitude) of the European elite or America's leisure class. It has become more ubiquitous and now, practically everyone can experience luxury, even luxury in architecture. Focusing on various contexts within Western Europe, Latin America and the United States, this book traces the myths and application of luxury within architecture, interiors and designed landscapes. Spanning from antiquity to the modern era, it sets out six historical categories of luxury - Sybaritic, Lucullan, architectural excess, rustic, neoEuropean and modern - and relates these to the built and unbuilt environment, taking different cultural contexts and historical periods into consideration. It studies some of the ethical questions raised by the nature of luxury in architecture and discusses whether architectural luxury is an unqualified benefit or something which should only be present within strict limits. The author argues how the ideas of permissible and impermissible luxury have informed architecture and how these notions of ethical approval have changed from one context to another. Providing voluptuous settings for the nobles and the leisure class, luxury took the form of not only grand palaces, but also follies, country and suburban houses, private or public entertainment venues and ornate skyscrapers with fast lifts. The Architecture of Luxury proposes that in Western societies the growth of the leisure classes and their desire for various settings for pleasure resulted in a constantly increasing level of'luxury'sought within everyday architecture.
- Published
- 2014
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