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SAMBA YANO ARTI The unsuccessful returns from the Central Mediterranean Route in Velingara (Senegal)

Authors :
Masi, G
BELLAGAMBA, ALICE
MASI, GABRIELE MARIA
Masi, G
BELLAGAMBA, ALICE
MASI, GABRIELE MARIA
Publication Year :
2022

Abstract

I ritorni fallimentari dalla Rotta Centrale del Mediterraneo ha segnato un punto cruciale nella vita di migliaia di persone in Africa negli ultimi 10 anni. Attorno a questo evento, le vite delle persone e della loro rete familiare hanno riorganizzato le loro traiettorie, speranze e scelte quotidiane. Analizzando questo fenomeno dal punto di vista del dipartimento di Velingara (Senegal), il ritorno appare come un processo che si dipana nel tempo. Termini come "reinserzione” nascondono spesso una considerazione fondamentale: i viaggiatori delle rotte migratorie via terra (localmente denominate laawol ley) continuano a essere parte integrante del contesto locale attraverso diverse forme di comunicazione, trasferimento di denaro e lo sforzo collettivo per sostenere misticamente e finanziariamente il loro viaggio. Tra i Fulɓe Fulakunda, ritornare senza aver raggiunto ciò che ci si era prefissati al momento della partenza significa affrontare un cambiamento della propria posizione sociale, riattivare le necessarie connessioni sociali, ricostruire relazioni sia personali che professionali, mantenere un prevedibile atteggiamento di pudore/vergogna (hersa). Il ritorno è vissuto attraverso prospettive culturali: l'insieme dei valori morali e delle regole di condotta dell'antica classe nobile (ndimaaku); la necessaria fatica (tampere) della vita sociale (wondagol) e il desiderio di liberarsene (heɓtaare); le norme religiose islamiche e le minacce mistiche (bau) innescate dall'invidia e dal desiderio di abbassare il livello della competizione sociale; la percezione di un "ritardo" nella loro traiettoria di vita causato anche dai segni materiali del successo degli altri (case, veicoli, vestiti nuovi, ecc...). Le retrospettive dei migranti di ritorno ci offrono un'immagine della Rotta Centrale Mediterranea come un mondo in cui vengono meno le regole più elementari della vita sociale, lasciando spazio a un'estenuante resistenza fisica e psicologica. In quanto periodo di costant<br />The unsuccessful homecoming from the Central Mediterranean route has marked a pivotal point in the life of thousands of people in the last 10 years. According to this event, the lives of individuals and their family network have reorganized their trajectories, hopes, and daily choices. Analysing this phenomenon from the angle of the department of Velingara (Senegal), return appears as a process that unfolds over time. Terms as "reintegration" or "reinsertion" often hide a fundamental consideration: the travellers of the backway (locally also called laawol ley) keep on being an integral part of the local context through different forms of communication, money transfer and the collective effort to mystically and financially sustain their journey. Amongst the Fulɓe Fulakunda, coming back is about dealing with a change in one’s social position, reactivating necessary social connections, rebuilding both personal or professional relationships, keeping an expected attitude of hersa. Return is lived through inherited cultural perspectives: the set of moral values and rules of conduct of the ancient noble class (ndimaaku); the necessary fatigue (tampere) of the social life (wondagol) and the desire to free oneself from it (heɓtaare); the Islamic religious norms and mystical threatens (bau) trigged by the envy and the desire to lower the level of the social competition; the perception of a "delay" in their life trajectory also caused by the material signs of the success of the others (houses, vehicles, new clothes, etc...). Return migrants’ retrospectives offer us an image of the backway as a world where the most basic rules of social life fail, leaving room for exhausting physical and psychological endurance. As a period of constant anxiety, alertness and fear, the backway remains as a habitus and a way of being in the world which goes beyond the temporal boundaries of the adventure. Narrating is primarily a moral laboratory through which the subject makes sense of an intens

Details

Database :
OAIster
Notes :
English
Publication Type :
Electronic Resource
Accession number :
edsoai.on1364262248
Document Type :
Electronic Resource