Compromettibilità in arbitri dell'impugnativa di bilancio e abuso di maggioranza: nuovi spunti di riflessione

Traendo spunto da una pronuncia arbitrale, l’articolo affronta le seguenti questioni: a) la compromettibilità in arbitri dell’impugnativa di bilancio di esercizio; b) il conflitto di interessi nella delibera di reintegrazione del capitale sociale; c) l’abuso di maggioranza. Sub a): dopo avere dato conto dell’annoso dibattito sul tema, l’attenzione si concentra sulla modifica della disciplina arbitrale consistente nel riferimento diretto alla disponibilità dei diritti in luogo della transigibilità, quale requisito della compromettibilità. Al riguardo si aderisce all’orientamento che assegna una valenza sistematica a tale modifica, con due possibili soluzioni: (i) riferire la disponibilità ad ogni rapporto patrimoniale, estendendo la compromettibilità a tutte le controversie societarie; (ii) ricostruire una nozione di disponibilità in materia arbitrale autonoma da quella sostanziale, ciò che porta ad escludere l’arbitrabilità delle controversie definibili mediante un accertamento giudiziale ultra partes. Il favor verso l’ultima soluzione non esclude la deferibilità in arbitri delle impugnative di deliberazioni assembleari relative alle società c.d. «chiuse», in ragione delle specificità dell’arbitrato societario, solo alle quali si applica, rispetto a quello di diritto comune. Sub b): l’articolo nega la possibilità del conflitto di interessi nelle delibere di reintegrazione del capitale sociale, data l’impossibilità di scorgere il pericolo di danno nei confronti dell’interesse sociale, pure inteso in termini relativi. Sub c): l’articolo si inserisce nel filone di pensiero che individua nei principi della buona fede e della correttezza gli strumenti per sanzionare l’abuso di maggioranza; prospetta l’eventualità di subordinare l’impiego delle clausole generali nelle società c.d. «aperte» alla verifica in concreto di un «contatto sociale». Segue un’analisi circa gli elementi di prova da fornire in giudizio e la tipologia del controllo dell’autorità giudiziaria, quest’ultimo sfociante, per le deliberazioni di reintegrazione del capitale sociale, nella verifica della ragionevolezza in senso lato della decisione. L’articolo si chiude con una breve disamina dei profili rimediali, offrendo lo spunto per individuare nella tutela risarcitoria, invece che in quella invalidatoria, il rimedio più congruo a sanzionare ogni abuso del diritto di voto, sia di maggioranza che di minoranza, trattandosi di violazione di obblighi di comportamento.