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Il saggio analizza il tema del controllo penale delle di droghe leggere, con particolare riferimento al contesto geografico del bacino del Mediterraneo. Combinando i risultati della ricerca criminologica con quelli l'analisi dei sistemi normativi di Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Germania, lo studio prende in considerazione pregi e difetti dei modelli normativi "antiproibizionisti" sia alla stregua degli argomenti di principio che possono essere richiamati a sostegno o contro la prospettiva di legalizzazione della cannabis e delle altre droghe leggere, sia con riguardo agli effetti che l'adozione di tali modelli potrebbe generare sul versante del contrasto al crimine organizzato.

Il commento all'art. 86 del Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti è volto a chiarire la portata applicativa dell'espulsione dello straniero condannato, quale misura di sicurezza.

Commento alla disciplina penale su stupefacenti e doping

Corte cost. n. 125 del 2016 (in tema di pene detentive brevi, sospensione dell’esecuzione, limiti per tipologie di reato e inclusione del furto con strappo nel novero dei reati ostativi), Corte cost. n. 109 del 2016 (in tema di coltivazione di piante di cannabis, selezione delle condotte sanzionate e architetture valoriali di sistema)

Nel lavoro viene sottoposta a critica la vigente legislazione in materia di stupefacenti. In particolare, viene analizzato il problema del bene giuridico e concluso per la tutelabilità del solo bene della salute. Successivamente si pone in evidenza, con l'ausilio di dati empirici, la diversa lesività delle varie droghe. Posta la differenziata lesività di alcune droghe per la salute, si esamina poi la legittimità della tutela penale dal punto di vista del diritto all'autodeterminazione individuale, pervenendo a soluzioni ulteriormente differenziate. Infine, si effettua una valutazione, empiricamente supportata, in termini di inefficacia della disciplina proibizionistica e vengono tratteggiate strategie alternative.

Gli Autori, in un commento ‘a prima lettura’ della sentenza della Corte costituzionale n. 32 del 2014, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di talune importanti disposizioni della legge cd. “Fini-Giovanardi”, ne indagano gli effetti immediati – consistenti nella ‘caducazione’ della fonte impugnata, inclusi gli effetti abrogativi di quest’ultima, e nella conseguente reviviscenza della disciplina previgente – e ne ripercorrono le implicazioni dal punto di vista intertemporale. L’analisi mette in luce, altresì, l’importanza della citata pronuncia nella sistematica della giurisprudenza costituzionale, evidenziandone in particolare la rilevanza sul versante della giustiziabilità del principio della riserva di legge in materia penale, anche alla luce degli obblighi di penalizzazione ‘eurounitari’.

Il contributo si sofferma sulle conseguenze dell'intervento della Corte costituzionale sulla legge in materia di stupefacenti

In questa nuova edizione del volume i principali aspetti della riforma della disciplina delle sostanze stupefacenti di cui alla legge n. 49/2006 vengono esaminati alla luce delle più recenti pronunce della giurisprudenza, con l'intento, da un lato, di evidenziare i profili tuttora problematici dischiusi dalla nuove disposizioni e, dall'altro, di fare il punto sugli orientamenti in via di consolidamento. Inoltre, l'opera di aggiornamento dei singoli capitoli tiene conto delle novità normative che hanno in vario modo riguardato la disciplina antidroga italiana negli anni successivi alla novella del 2006 e che annoverano, tra le tante, le modifiche apportate dal «pacchetto di sicurezza» , le disposizioni in materia di accesso alle cure palliative ed alla terapia del dolore, i recenti interventi di riforma della normativa antimafia. Il volume è inoltre arricchito dalla disciplina dei precursori di droghe, oggetto di costante interesse a livello sovranazionale, e dalle disposizioni in tema di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, fattispecie che, a fronte della sua inclusione tra i reati-presupposto della responsabilità di cui al d.lgs. n. 231/2001, si offre ora, tra l'altro, ad inedite ipotesi di corresponsabilizzazione degli enti collettivi.

Il contributo delinea brevemente una storia, di taglio socio-economico e socio-politico, del concetto di "stupefacente", delle sostanze considerate "stupefacenti" e del relativo commercio.

In questo capitolo ci proponiamo di analizzare l'andamento di lungo periodo e la situazione attuale della criminalità connessa al traffico di sostanze stupefacenti. Nella prima parte del capitolo analizzeremo il quadro generale delle violazioni delle leggi sugli stupefacenti, considerando quindi una molteplicità di indicatori: dai quantitativi di sostanze sequestrate al numero di persone segnalate all'autorità giudiziaria, dal tipo di reato commesso alla composizione per età dei denunciati. Vedremo inoltre come negli ultimi due decenni sia cambiata drasticamente la composizione della popolazione delle persone denunciate a seconda del tipo di sostanza che trafficavano. Questo ultimo dato, incrociato con quello relativo alle sostanze sequestrate, segnala un forte cambiamento del mercato degli stupefacenti in Italia. In particolare, si assiste a una drastica caduta del consumo e traffico di eroina, e a un forte aumento di quello della cocaina. Nella seconda parte del testo ci concentreremo sullo studio di come queste variazioni temporali nel tipo di sostanze stupefacenti si siano articolate a livello geografico.

Il contributo si sofferma su alcune delle principali fattispecie penali in tema di stupefacenti

Il contributo prova a ripercorrere i tracciati giurisprudenziali rilevabili nella breve ma copiosa produzione giurisprudenziale avutasi nei due anni successivi all’entrata in vigore della legge n. 49 del 2006, di modifica della normativa italiana antidroga, per individuare, ed esaminare, alcuni nodi risolti e talune questioni aperte in esito ad una riforma che ha avuto, e giornalmente ha, una incidenza fortissima sulla penalità "materiale" - e sul sistema punitivo in action - in tutta la sua escursione. Particolare attenzione viene dedicata alle ricadute ermeneutiche della parificazione del trattamento tra droghe pesanti e droghe leggere; alla questione della cessione di droga inoffensiva; al problema della coltivazione domestica; alla circostanza attenuante di lieve entità; ai riflessi in tema di concorso di reati nell’ipotesi di cessione (o detenzione a fini di spaccio) avente ad oggetto sostanze diverse; alla valenza da predicare nei confronti dei “nuovi” parametri che segnano il confine tra illecito penale ed illecito amministrativo.

Il contributo si sofferma sulla riforma in tema di stupefacenti

Nota a sentenza Trib. Rovereto, 5/12/06