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I. Resti archeobotanici 1. Introduzione La possibilità d’interpretare le fonti classiche che descrivono l’agricoltura e il paesaggio di epoca romana ha spesso fatto passare in secondo piano lo studio delle evidenze dirette prodotte dagli scavi di età arcaica e romana. Però, mentre le fonti rappresentano un riferimento di carattere generale per il loro contenuto informativo, i resti vegetali estratti dagli scavi costituiscono gli elementi fondamentali per un’analisi corretta delle condizioni m...

L'esplorazione sistematica del sito di Roccagloriosa intrapresa nel 1976 si poneva corne obbiettivo fondamentale lo studio della cinta fortificata e la effettuazione di saggi di scavo che permettessero di determinare la cronologia e la consistenza dei nuclei abitativi sia all'esterno che all'interno del muro di fortificazione. I dati ceramici e l'evidenza strutturale ben presto confermarono l'esistenza di un esteso agglomerato, in parte fortificato ed organizzato in vari nuclei abitativi, inquadrabile nel corso del IV secolo a.C. Inoltre, la scoperta di un'area di necropoli “monumentale” in località La Scala, di cui la fascia superiore è stata esplorata “a tappeto” nella campagna del 1978, documentandone la pianta e la varietà dei tipi di sepolture, rimuoveva ogni dubbio circa l'appartenenza dell'insediamento ad una comunità lucana. A tale ricerca fu pure affiancata l'esplorazione sistematica del territorio circostante mediante ricognizione di superficie con lo scopo preciso di ricostruire il “paesaggio agrario” dell'area circostante il sito agglomerato. Dopo uno studio topografico delle aree abitative poste immediatamente a ridosso della cresta dei Capitenali, effettuato nelle campagne 1982 e 1983, le operazioni di scavo sono State concentrate sul c.d. pianoro centrale, dove i primi saggi di scavo effettuati nel 1982 segnalavano l'esistenza di un nucleo abitativo includente edifici di notevole consistenza ed in ottimo stato di conservazione. Gli aspetti salienti del complesso di edifici sul pianoro centrale sono atti ad illustrare in dettaglio l'organizzazione ed il livello di strutturazione di un insediamento lucano in un momento cruciale del suo sviluppo. A parte i dati fondamentali, e sostanzialmente nuovi, sulle strutture di abitazione e materiali associati, la metodologia di scavo che ha posto fra gli obbiettivi fondamentali anche la raccolta dei dati relativi alle attività economiche primarie, ha permesso di studiare aspetti della cultura materiale solo episodicamente o assai sommariamente documentati in siti coevi. Per i nostri genitori

1. Quadro generale e impostazione della ricerca La lunga campagna del 1976-77 condotta dalla Soprintendenza Archeologica di Salerno si poneva come obbiettivo principale l’esplorazione dell’area fortificata a ridosso dei Capitenali mediante saggi di scavo sia al muro di fortificazione che nei vari nuclei abitativi identificati dallo scavo Napoli 1971 e dai sopralluoghi preliminari. Tuttavia, nel contesto di questo obbiettivo immediato è emersa ben presto la necessità di uno studio della relazi...

1. Premessa Nell’ambito di ricerche in corso sull'evoluzione geologica olocenica dell’Italia meridionale sono state rilevate e studiate le caratteristiche stratigrafico-strutturali, geomorfologiche e geologico-tecniche principali dei terreni che costituiscono la dorsale compresa tra le valli del F. Mingardo e del F. Bussento, su cui sono ubicati gli insediamenti urbani e rurali di età compresa tra il IV e III secolo a.C. (Gualtieri 1987; Fracchia et al. 1983), nei pressi di Roccagloriosa. Le ...

1. Sullo sfondo delle attuali conoscenze su insediamenti e modelli di occupazione territoriale delia Lucania preromana, l’evidenza dell’abitato di Roccagloriosa, descritta nei capitoli precedenti, rappresenta indubbiamente un caso privilegiato. Nonostante la limitatezza dell’area sinora esplorata rispetto alla superficie totale del presunto insediamento agglomerato ad ovest dei Capitenali e nonostante la notevole eterogeneità del valore documentario dei dati raccolti in un arco di dieci anni ...

1. Quadro generale La documentazione di attività cultuali in diversi ambienti del complesso di edifici sul pianoro centrale costituisce un aspetto notevole dell’evidenza archeologica raccolta nell’abitato all’interno del muro di fortificazione soprattutto quando si consideri che l’evidenza sinora disponibile sulla presenza di aree di culto all’interno di abitati di IV secolo a.C. è estremamente scarsa per i territori italici, in generale, e per l’area lucana in particolare. È stato ripetutame...

I. Tecniche costruttive 1.1. I resti di una imponente fortificazione in blocchi di calcare a secco, sul versante ovest della cresta dei Capitenali, costituiscono l’aspetto più vistoso dell’insediamento antico nell’attuale territorio di Roccagloriosa. Oggetto di numerose ricognizioni e descrizioni, a partire almeno da Corcia (1847), il muro di fortificazione è stato sterrato in alcuni tratti e parzialmente liberato dalla fitta vegetazione nel corso della esplorazione preliminare del 1971. La c...

1. Nonostante numerosi sopralluoghi e segnalazioni di eruditi e studiosi (in maniera preminente Corcia 1847 e La Genière 1964), una vera e propria esplorazione dell’area archeologica di Roccagloriosa inizia solo a partire dal 1971 con i saggi effettuati da M. Napoli (Napoli 1971). La messa in luce di alcuni tratti della cinta muraria e lo scavo di una vasta zona ‘abitativa’ nell’area all’esterno del muro di fortificazione, nonché alcuni dati topografici fondamentali acutamente evidenziati da ...

Alcuni saggi di scavo e la ricognizione intensiva di superficie hanno evidenziato che l’abitato fortificato costituisce solo una parte (quella più elevata e meglio difesa) dell’insediamento agglomerato nel suo insieme. Le strutture sinora rinvenute all'esterno del muro di fortificazione si estendono, sia pure secondo un modello di occupazione sparsa, adattata alla topografia della zona, su di una superficie complessiva di ca. 20-25 ettari, nelle aree pianeggianti immediatamente ad ovest del m...

1. Pottery All pottery excavated after 1981 has been quantified by ware, form and weight. All sherds with some distinguishing characteristic in form, decoration or clay color have been drawn and photographed: it is from those pieces that the selected entries of the various wares have been derived. In general, the material is very fragmentary, often the form is not clearly ascertainable and usually the paint or glaze has not been well preserved. Exceptions are noted in the descriptions. Even t...

A) Contesto archeologico 1. La compilazione dell’inventario generale dei reperti dall’abitato sul pianoro centrale nei mesi di novembre-dicembre 1986 ha portato alla identificazione di un oggetto di piombo sfuggito in un primo momento all’attenzione dello scrivente e della persona addetta ad una preliminare schedatura dei materiali e genericamente etichettato quale “frammento di oggetto di lamina di piombo”. La ispezione effettuata nel 1986 identificò immediatamente il pezzo quale laminetta d...

A) Il Pianoro Centrale 1. Lo scavo Lo scavo sistematico del pianoro centrale ha fornito una documentazione di eccezionale importanza sull’abitato di IV secolo a.C., periodo che corrisponde, in via generale, alla fase di uso della fortificazione. Allo stesso tempo, sono emersi dati rilevanti sulla presenza di una fase abitativa precedente la ‘monumentalizzazione’ dell’abitato e la costruzione del muro di fortificazione anche se, come verrà messo in luce dalla descrizione dettagliata dello scav...

International audience; In Alsace, there are several so-called “primitive” or “a-historical” high fortified sites. Very little informations about them are available, and there is a lot of questions about the fact that they could be dated from the beginning of the medieval period and about their function. Their rough construction had led researchers to sometimes consider them as protohistoric, sometimes as from the Ottonian period. However, some of these fortifications are clearly from the historical period, such as the site of Krueth-Linsenrain, where fragments of lime mortar have been found on the wall. In order to answer some of these problematics, an archaeological survey had been completed on the dry stone wall from the Bernstein castle. Until now, this wall was supposed to be dating from the 9th to the 11th centuries. The survey showed that the construction was dating at least from the beginning of the 14th century. These results show that a rough construction does not mean a chronological “primitivity”, but that there are other reasons, such as time or financial means, that led to this type of walls.; Il existe en Alsace plusieurs sites de hauteur fortifiés, qualifiés d’« anhistoriques » ou de « primitifs ». Peu documentés, leurs attributions chronologique au début du Moyen Âge et fonctionnelle en tant que formes anciennes de fortifications posent encore quelques questions. Leur mise en œuvre a tantôt incité les chercheurs à y voir des fortifications protohistoriques, tantôt ottoniennes, en raison du caractère « primitif » de l’appareillage. Certains sont toutefois clairement rattachés à la période historique, notamment l’enceinte de Krueth-Linsenrain, en raison de résidus de mortier observés sur des moellons de parement. C’est dans cette optique qu’un sondage archéologique a été réalisé sur l’enceinte en pierres sèches du château-fort du Bernstein. Jusqu’à présent, la datation supposée de cette structure se situait entre les IXe et XIe siècles, mais l’opération archéologique a mis en évidence que la construction du mur a probablement eu lieu au plus tôt au début du XIVe siècle. Ces résultats indiquent donc qu’une construction « grossière » ne signifie en aucun cas une « primitivité » chronologique, mais que la mise en œuvre devait répondre à des contraintes de moyens et/ou de temps.

International audience; Le « Mur païen » du Mont Sainte-Odile est situé en bordure du massif vosgien, à une trentaine de kilomètres au sud-ouest de Strasbourg (fig. 1). Désignée depuis le XIIe siècle de païenne, cette enceinte monumentale encore conservée par endroits jusqu’à 3 m de haut a suscité depuis toujours l’intérêt de la population et des savants en raison de son caractère singulier, tenant autant à ses 10 kilomètres de long qu’à son mode de construction en gros blocs de grès équarris, maintenus par un système de tenons en bois à double queue d’aronde (fig. 2). 1Le débat autour de sa datation, jamais clos, a été relancé il y a une quinzaine d’années par les analyses dendrochronologiques réalisées sur les tenons en bois, prélevés au XIXe siècle sur le Mur. Vingt-deux des quarante-six échantillons analysés ont pu être datés et contre toute attente, les bois employés se sont avérés tous avoir été abattus et utilisés entre les années 675 et 681 AD. 2 Ces datations laissaient donc supposer que le Mur païen avait été construit à l’époque mérovingienne, dans le dernier tiers du VIIe siècle, ou qu’il avait tout au moins subi une importante phase de réfection à cette période, portant sur la section de près de deux kilomètres de long qui a livré les tenons (fig. 3).

L’oppidum du Moulon, situé dans la moyenne vallée du Rhône entre Montélimar et Saint-Paul-Trois-Châteaux, présente la particularité de posséder cinq enceintes de pierres sèches qui englobent une superficie de 22 hectares. Les prospections et sondages effectués entre 1997 et 1998 permettent de dater quatre d’entre elles des VIIe – début du VIe siècles avant notre ère. La cinquième enceinte pourrait dater de la fin du Second âge du Fer. The oppidum of Moulon is located in the Middle Rhone Valley between Montélimar and Saint-Paul Trois Châteaux. It distinguishes itself through its five consecutive stone fortifications inclosing 22 hectares of land. Prospection and surveys done between 1997 and 1998 have shown that four of these walls can be dated between the 7th and the beginning of the 6th century BC. The fifth fortification may belong to the Second Iron Age.

Le colloque du Millénaire capétien a fourni l'occasion de cartographier l'état des connaissances sur les institutions religieuses, les sites fortifiés et les centres pré-urbains de l'an Mil. A partir de ces trois thèmes (dont deux illustrent cet article), il est prévu la réalisation d'un Atlas régional de la France de l'an Mil pour lequel il sera nécessaire d'allier les connaissances historiques et géographiques sur cette époque.

The colloquium held for the Capetian millenary has been the occasion to draw maps on what is known on religious institutions, fortified sites and pre-urban centres of the year one thousand. Investigating on these three themes (two of them are illustrated in the following paper) a regional Atlas of the year one thousand is planned which would require both historical and geographical knowledge of the epoch., Le colloque du Millénaire capétien a fourni l'occasion de cartographier l'état des connaissances sur les institutions religieuses, les sites fortifiés et les centres pré-urbains de l'an Mil. A partir de ces trois thèmes (dont deux illustrent cet article), il est prévu la réalisation d'un Atlas régional de la France de l'an Mil pour lequel il sera nécessaire d'allier les connaissances historiques et géographiques sur cette époque., El coloquio sobre el milenario capeto brindo la oportunidad de cartografiar el estado de los conocimientos a cerca de las instituciones religiosas, sitios fortificados y centros pre-urbanos del ano mil. A partir de estos très temas (dos de los cuales ilustran este articulo) se prevé la realizacion de un Atlas regional de la Francia del ano mil para el cual sera necesario aliar los conocimientos historicos y geogràficos sobre dicha época., Leuridan Jacqueline. La France de l'an Mil. In: Mappemonde, 1988/2. pp. 37-39.