L’“emergenza rifiuti in Campania” è da qualche tempo ormai agli “onori” della cronaca. Le ragioni di ciò sono numerose, ma forse la più semplice è che tale problema è giustamente considerato, allo stesso tempo, grave, assurdo e inspiegabile. Grave per le conseguenze che esso può avere per la società e l’economia dei territori e dei settori produttivi interessati; assurdo perché originato da eventi, tutti sotto il controllo umano, facilmente e banalmente preventivabili; inspiegabile perché, in un paese e in un continente che vengono normalmente considerati fra quelli più avanzati del mondo, non è facile darsi ragione delle cause che lo hanno determinato. Il settore agroalimentare della Campania, ossia di una delle aree più produttive d’Europa, è talmente coinvolto da questo problema da meritare ancora un minimo di attenzione per valutare, sia pure in via approssimativa, la natura delle sue origini e la portata delle sue possibili conseguenze. Nell’articolo vengono, pertanto, affrontati alcuni particolari aspetti che il problema riveste per le sole agricolture interessate, scorporandoli da quelli più ampi e gravi dell’intero sistema socio-economico. La discussione sarà limitata al solo settore agroalimentare nel tentativo di rendere più semplice la valutazione delle specifiche ricadute che lo interessano. Tuttavia, essa sarà. preceduta da una breve e generale descrizione dei fatti che hanno portato alla situazione che si intende discutere.