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Flexible bronchoscopes are heat labile, complex and difficult to clean, and some nosocomial outbreaks related to bronchoscopy have been reported in literature. The aim of our study was to determine, through a systematic monitoring, whether bronchoscopes' cleaning and disinfection procedures have been correctly adopted by health operators.We conducted a 19 months-long prospective study in the Unit of Pulmonology at Careggi Teaching Hospital (Florence, Italy), analyzing endoscopes that were reprocessed through a high-level disinfection procedure. Samples collection was performed weekly by two trained operators. Results were organized in a database and then exported for descriptive and inferential statistical analysis.From February 2016 to September 2017 we collected 218 samples from bronchoscopes' valves (N=109) and from their inner channels (N=109). Staphylococci were found in 34 samples (15.69% of all samples). Pseudomonas was found in 11 samples (5.04% of all samples). Pseudomonas aeruginosa wasn't found in any sample.Our results came out to be better than similar studies in literature and demonstrated that a correct endoscopes' hygiene should be part of a more complex strategy of surveillance and control of healthcare-associated infections. However, a continuous monitoring of endoscopes could provide a wider view about this problem, and more reliable results.

In the food processing industry disinfectants should ensure the quality and microbiological safety of food without the risks for the human health or environment. One of the potential and alternative less toxic disinfectants is the ozone. It is highly effective and environmentally acceptable disinfectant applicable on several places of food production premises, e.g. on equipment and directly on food products., U prehrambenoj industriji dezinficijensi trebaju osigurati kvalitetu i mikrobiološku sigurnost hrane bez rizika za ljudsko zdravlje ili okoliš. Jedan od mogućih alternativnih i manje toksičnih dezinficijensa je ozon. Ozon je vrlo učinkovit dezinficijens i ekološki prihvatljiv na mnogim mjestima proizvodnje hrane, npr. na opremi i direktno na prehrambenim proizvodima, Die Aufgabe eines Desinfektionsmittels in der Lebensmittelindustrie besteht darin, die Qualität und mikrobiologische Sicherheit der Nahrung ohne Risiken für die menschliche Gesundheit und Umwelt sicherzustellen. Ozon zählt zu alternativen, weniger toxischen Desinfektionsmitteln. Es gilt als sehr effektiv, zeichnet sich durch eine geringe Toxizität aus und eignet sich ökologisch für zahlreiche Bereiche wie zum Beispiel offene (Reinigung offener Flächen) und geschlossene Flächen (Reinigung geschlossener Flächen), für Zubehör, unmittelbar an Lebensmitteln bei der Wasserdesinfizierung, für die Beseitigung von Gerüchen und Neutralisierung von Pestiziden., Nell’industria alimentare i disinfettanti devono garantire la qualità e la sicurezza microbiologica dei cibi senza alcun rischio per la salute umana e per l’ambiente. Uno dei disinfettanti alternativi e meno tossici è senz’altro l’ozono. L’ozono è un disinfettante molto efficace con un basso grado di tossicità e un basso impatto ecologico. È utilizzabile non solo sulle superfici aperte (trattamento igienico-sanitario delle superfici aperte COP) e sulle superfici chiuse (trattamento igienico-sanitario delle superfici chiuse CIP), ma anche sull’attrezzatura, direttamente sui prodotti alimentari, nel trattamento igienico-sanitario dell’acqua, nell’eliminazione dei cattivi odori e nella neutralizzazione dei pesticidi., En la industria alimentaria los desinfectantes deben asegurar la calidad y la seguridad microbiológica de la comida sin el riesgo para la salud humana y para el medio ambiente. El ozono es una de las posibles soluciónes alternativas y un desinfectante menos tóxico. El ozono es un desinfectante muy eficaz, de la toxicidad baja y ecológicamente aceptable en muchos campos como las superficies abiertas (saneamiento COP ) e interiores (saneamiento CIP) del equipo, directamente en los productos alimenticios durante el saneamiento del agua, en la eliminación del olor y en la neutralización de los pesticidas.

Nella realtà europea e italiana il branzino (Dicentrarchus labrax) è una delle specie marine con più elevato interesse per l’acquacoltura. Il branzino ed in particolare gli stadi giovanili di questa specie sono molto sensibili a vari agenti di malattie infettive che possono causare perdite economiche nell’intero ciclo di produzione. In particolare, attualmente, riveste una notevole importanza l’Encefalo-Retinopatia Virale (ERV) causata da virus del genere Betanodavirus, responsabile di sintomatologia nervosa e mortalità. La gestione della Nodavirosi rappresenta una criticità nell’allevamento del branzino in quanto, per questa come per altre patologie, non esistono al momento presidi sanitari utilizzabili. Scopo del presente lavoro è quello di descrivere la correlazione fra episodi di Nodavirosi nello stesso allevamento osservati in anni successivi al fine di comprenderne meglio l’epidemiologia e di individuare eventuali strategie di controllo, alternative a soluzioni di management aziendale, basate su trattamenti disinfettanti in vasca che possano contenere i danni durante i focolai. L’allevamento sottoposto ad osservazione riportava problematiche correlate a focolai di Encefalo-Retinopatia Virale con elevata mortalità (stimata attorno al 60%): in particolare nel 2007 è stato osservato un focolaio in avannotti di circa 10 g con una densità alla semina in vasca di 40 soggetti/m3. Nel 2008 a seguito della comparsa della sintomatologia in soggetti di circa 20 g si è proceduto ad un veloce diradamento dimezzando la biomassa iniziale di 26 soggetti/m3: in questo episodio la mortalità complessiva è stata stimata attorno al 5%. A fine aprile 2011 un numero di 52.000 avanotti del peso medio di 12 g è stato seminato (vasca coperta in cemento 50x20x1.5) con una densità di 35 soggetti/m3. Un campione di questi soggetti è stato testato per Betanodavirus prima della semina in vasca dando esito negativo. All’inizio del mese di settembre (peso medio di circa 85 g) si è manifestata una sintomatologia (nuoto superficiale incoordinato, melanosi, iperemia dell’estremità buccale, cheratite) attribuibile ad infezione da Betanodavirus: alcuni di questi soggetti sono stati campionati e sottoposti a ricerca per Betanodavirus sia tramite metodo colturale che tramite ricerca diretta con RT-PCR risultando positivi ad entrambe le prove. Al fine di valutare l’efficacia di soluzioni alternative al diradamento, applicabili anche in allevamenti intensivi, si è proceduto a metà settembre ad un unico trattamento utilizzando Virkon®S, disinfettante a base di sale di bis(perossimonosolfato)bis(solfato) di pentapotassio conforme alla Direttiva 98/8/CE relativa all’immissione sul mercato di biocidi e classificato sicuro in presenza di animali ai sensi della Registrazione MINSAL n. 15973, al dosaggio di 10 mg/l per un bagno prolungato di circa 4 ore. Questo prodotto era stato precedentemente oggetto di sperimentazioni in vitro ed in vivo che ne avevano evidenziato una potente attività virucida specifica contro Betanodavirus e che avevano individuato nei soggetti un dosaggio innocuo di 10 mg/l. Tale trattamento non ha determinato problematiche ai soggetti in vasca, i pesci non hanno mostrato segni di sofferenza. Il trattamento non ha determinato la scomparsa della sintomatologia ma si è continuato a registrare una mortalità giornaliera di circa 5-10 soggetti fino all’inizio dell’inverno. Nel periodo considerato (dall’inizio di settembre fino alla fine dell’anno) è stato possibile stimare una mortalità complessiva attorno al 5.5%. Vista la sovrapponibilità della maggior parte delle condizioni ambientali riscontrate nei focolai osservati nei vari anni e la similarità genetica dei ceppi virali coinvolti, sembra che la gestione del focolaio possa essere considerata il principale fattore responsabile della riduzione della mortalità osservata nel corso dei focolai del 2008 (riduzione della densità) e del 2011 (trattamento in acqua con un prodotto biocida) a dif...

Sulla base di dati relativi a sperimentazioni nazionali a piena scala viene affrontato e discusso il tema del riutilizzo delle acque reflue urbane trattate e distribuite sia attraverso sistemi di convogliamento e distribuzione dedicati sia mediante le reti irrigue esistenti. Con riferimento alle diverse legislazioni regionali vengono esaminati i parametri di qualità connessi al riuso a terra delle acque dolci recuperate. Si è infine valutata l'utilità di tale tecnica agarantire utilizzi di pregio dei corpi ricettori in territori particolarmente critici quali le zone costiere soggette a forte presenza turistica ove i trattamenti ordinari a fanghi attivi, applicati alle grandi portate domestiche estive, mostrano forti limiti di rendimento per le grandi variabilità giornaliere e settimanali delle portate in ingresso e gli effluenti vengono poi recapitati in acque di balneazione.

DESCRIZIONE E CONSIGLI SUI PRINCIPALI METODI DI: PULIZIA DEI FERRI CHIRURGICI, DISINFEZIONE E STERILIZZAZIONE UTILIZZATI IN CAMPO ODONTOIATRICO. CONSIDERAZIONI SUI PRODOTTI DISPONIBILI SUL MERCATO.

Vengono illustrate e discusse le più recenti tecniche di fitodepurazione a superficie libera quali "sistemi naturali ex D.Lgs 192/06 applicati al recupero a fini irrigui delle acque reflue urbane. Sono presentati i risultati di alcune sperimentazioni pilota condotte nei territori bolognese e ravennate che verificano i rendimenti di affinamento su acque urbane depurate provenienti da reti miste.

La razionalizzazione dello sfruttamento delle risorse naturali ed economiche e l'esigenza di protezione della salute pubblica hanno comportato , negli ultimi anni, un rinnovato interesse nei riguardi della potabilizzazione delle acque, anche in relazione alla crescente domanda dei consumatori e alla limitata disponibilità di fonti.

Viene descritto un caso clinico di paziente odontoiatra che contrae durante la sua professione l'infezione da M. pneumoniae, probabilmente dall'acqua del riunito.

Summary: Electrolyzed oxidizing water (EOW) has potential application as a residue free sanitizing agents for surfaces in contact with food. This study is aiming at evaluating its effectiveness in reducing microbial counts, including total bacterial count, Salmonella Typhimurium, Staphylococcus aureus, Listeria monocytogenes and Escherichia coli, on stainless steel, Teflon and ceramic. Data show a 8 Log10/ml reduction of all bacterial species inoculated in EO water and a significant reduction of total bacterial count, Salmonella Typhimurium, Staphylococcus aureus, Listeria monocytogenes and Escherichia coli after contact for 5 seconds on artificially contaminated surfaces. The authors discuss advantages of electrolyzed oxidizing water in order to use it as a valid alternative disinfectant.

Questo studio interdisciplinare tra medici, veterinari, epidemiologi, farmacisti e biologi prende in considerazione le principali patologie di carattere veterinario, specialmente quelle che colpiscono i paesi in via di sviluppo, con le relative crisi alimentari che ne derivano e alle zoonosi ad esse collegabili. Segue un esame critico dei vari disinfettanti applicati in medicina veterinaria. La materia è molto vasta, qui ci siamo limitati ad un’analisi generale che deve servire da stimolo per l’approfondimento dell’argomento.

Nel lavoro vengono illustrati i meccanismi di azione e l’efficacia germicida dei principali sistemi di disinfezione di acque reflue. Considerato il crescente interesse nei confronti di cicli di depurazione finalizzati al riutilizzo degli effluenti trattati, l’attenzione viene posta in particolare sulla capacità di in attivazione che gli agenti disinfettanti hanno non solo nei riguardi dei batteri, ma anche dei virus e dei protozoi. Dopo aver esaminato le cinetiche di processo ed i dosaggi richiesti per il raggiungimento di rendimenti compatibili con il riutilizzo nel caso di disinfezione con cloro gas, ipocloriti di calcio e di sodio, biossido di cloro, ozono, acido per acetico, e raggi ultravioletti, vengono fornite alcune indicazioni sulle modalità di produzione dei disinfettanti e sulle configurazioni impiantistiche normalmente adoperate. Viene inoltre discussa la possibilità di formazione di sottoprodotti e residui della disinfezione conseguenti all’uso degli agenti citati e vengono illustrati i vantaggi conseguibili con l’adozione di sistemi combinati. Viene inoltre fornito un sintetico quadro comparativo, basato sulle specifiche caratteristiche richieste ad un processo di disinfezione per acque reflue.

Il campo della potabilizzazione delle acque si caratterizza per la numerosità e variabilità delle cause di alterazione delle caratteristiche di qualità delle risorse idriche. Di seguito una breve considerazione sui processi di correzione più utilizzati a livello internazionale

Il lavoro presenta I risultati di una ricerca sperimentale condotta per investigare le possibilità di utilizzo di misure spettrofotometriche per il monitoraggio dei sottoprodotti della disinfezione di acque destinate a scopo potabile, nel caso di impiego di cloro ed ozono. Dopo una rapida disamina dei sottoprodotti normalmente individuati nei processi di disinfezione e dei presunti meccanismi di formazione degli stessi, viene mostrata l’esistenza di forti correlazioni tra l’assorbanza differenziale di luce ultravioletta e la concentrazione delle singole specie di composti alogenati volatili, nel caso della clorazione, nonché dei principali composti ossidati, in particolare delle aldeidi totali, nel caso dell’ozonizzazione. Viene altresì mostrato come tali correlazioni siano legate alla fenomenologia dei processi in gioco, tanto da poter considerare la misura dell’assorbanza differenziale quale parametro surrogato per conoscere la concentrazione delle diverse specie di sottoprodotti.

Vengono riportati i risultati di una ricerca sperimentale finalizzata a monitorare la formazione dei sottoprodotti della disinfezione in acque superficiali trattate con clorammine. Le concentrazioni e la tipologia delle singole specie individuate vengono analizzate per comprendere i possibili meccanismi cinetici di produzione dei diversi composti. I risultati ottenuti per acque di provenienza diversa caratterizzate da uno stesso valore di concentrazione di carbonio organico, vengono confrontati e discussi. Le modifiche indotte dal disinfettante sulla sostanza organica naturale in forma disciolta vengono seguite attraverso l’esame delle misure di assorbanza e fluorescenza.

At present, the prophylactic measures in trout hatchery are based on the use of formaldehyde. The purpose of this work is to set up an alternative system of prevention of saprolegniasis, using ozone. The experiment was carried out in two successive cycles. The first experiment lasted 46 days and five different treatments were applied on every second day on the same number of lots of 250 eggs each, of which three were treated with ozone (O3) in concentrations of 0.01, 0.03 and 0.2 ppm (10 min), one reference treatment with formaldehyde (1-2 ml/l, 15 min) and one as control, without any disinfectants. The second experiment, which lasted 60 days, consisted also of five levels of treatment on the same number of lots of 100 eggs each, to which 0.01 ppm O3 (10 min) was applied on every second day, while 0.01, 0.1 and 0.3 ppm O3 (10 min) were applied daily. The formaldehyde treatment was performed in the same way as the experiment 1 (exp. 1). From the results, it has emerged that the treatment with ozone is effective and the hatching eggs range from 42.6% to 49.1% dose of ozone from 0.01 to 0.2 ppm. As observed in experiment 2 (exp. 2), the dose of 0.3 ppm applied every second day seems to be over the threshold of toxicity.