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This article reconsiders some aspects of the early medieval monastic settlement of Torba, starting from an established historiography and the very recent publication of new archaeological data. Focusing on the Monastery tower, which had been part of the late antique curtain wall of Castelseprio, the research has led to a new interpretation of the construction phases and functions. The contribution thus offers new hypotheses for interdisciplinary evaluation, particularly about the possibility that the monastic choir might have been installed in a space not consecrated. The mural paintings of both the tower and the church of Santa Maria remain to be reconsidered in detail, as well as the relationship with the monastic building leaning against the curtain wall. The results should later be compared with the updated research on female monastic settlements in the early medieval West., Building on established historiography and the very recent publication of new archaeological data, this article brings forth an alternative interpretation of the construction phases of the Torba tower as well as its use in the early stages of the monastic settlement. The contribution thus offers new hypotheses for interdisciplinary evaluation, particularly about the possibility that the monastic choir might have been installed in an unconsecrated space. The painted decorations of the tower and the church of Santa Maria remain to be reconsidered in detail, as well as the relationship with the monastic building leaning against the curtain wall. The results obtained should later be compared with the updated research on female monastic settlements in the early medieval West.

Considerazioni di sintesi sui contributi del volume sulla questione della "fine" delle ville e di ciò che accade "dopo" nei diversi territori dell'Italia centrale.

Dopo un primo volume, dallo stesso titolo, dedicato all'Italia settentrionale, l'attenzione sul tema della Villa dopo la villa si sposta alle regioni dell'Italia centrale, Toscana, Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise. L'obiettivo è quello di costituire una serie specifica che si concluderà con un lavoro dedicato alle regioni meridionali e alle isole mag- giori, Sicilia e Sardegna. La questione della fine delle ville, con le trasformazioni e i riusi successivi, nonostante sia stata molto discussa negli studi degli ultimi vent'anni, mantiene un ruolo centrale nel dibattito storiografico, ricevendo continue precisazioni dall'approfon- dimento delle indagini archeologiche e dalla revisione di dati già acquisiti alla luce di nuove metodologie e prospettive di ricerca. In questa sede, dunque, si propongono ulteriori rifles- sioni sulla resilienza strutturale e infrastrutturale delle ville, dopo la loro "fine" come edifici di carattere residenziale. I saggi presenti nel volume sono suddivisi, per metodo e scala geografica d'indagine, in due macro-categorie secondo l'ap- proccio analitico prescelto: anteprime e/o aggiornamenti di contesti archeologici significativi, da un lato; sintesi microre- gionali sul quadro generale del vivere per villas, dall'altro. Le ricerche, concentrate sui secoli IV-VII d.C., rivelano fenomeni comuni ai diversi territori, ma anche peculiarità specifiche di ciascuno dei contesti esaminati, a seconda delle fasi storiche e delle condizioni geografiche e socioeconomiche di riferimento, offrendo un contributo per la conoscenza dell'evoluzione sto- rica dei paesaggi culturali delle regioni dell'Italia centrale tra tarda Antichità e Medioevo.

Il "pulpito di Maviorano", custodito nella chiesa di S. Maria Assunta di Gussago, in provincia di Brescia, e un eccezionale monumento composto da pilastrini e da due lastre di epoca longobarda, e rappresenta una rarita nel panorama della scultura del secolo VIII per le complesse figurazioni e la presenza di un’ epigrafe sul prospetto maggiore. Dal 1911 a oggi, molteplici sono state le posizioni della critica riguardo datazione, collocazione e contesto di riferimento dell’ opera; tuttavia, permangono ancora divergenti le opinioni sul significato di alcuni simboli e dell’ iscrizione. Grazie ad un’ analisi delle fonti storiografiche, della superficie dell’ opera e dell’ iscrizione, il presente scritto mira a ridefinirne estetica, vicenda conservativa, significato e contesto chiesastico di riferimento.

The article, centred on stone architecture and the related issue of construction site organization, is divided into five paragraphs. The first comprises a synthesis of the main findings in these fields for the architecture of the 8th and 9th centuries, highlighting how the use of stone is mostly connected to the secular powers that used it mainly for symbolic purposes, employing a number of solutions aimed at evidencing a sort of regularity of the wall surface, also in relation to a general economy of the construction site, that required the adoption of specific choices in production cycles. The second paragraph addresses the case study of the site of Vetricella, the centre of an important royal court, in order to demonstrate that, as late as the end of the 10th century in secular structures, even at sites linked to high-status commissions, the use of wood or mixed materials was still not indicative of either cultural or social choices. In the third paragraph, the individual case study is compared with other examples from central and northern Italy, evidencing how, for much of the 11th century, especially in rural areas, the use of stone in civil constructions, although not stoneworking itself, served to mark out the general layout of sites, thanks also to their more complex design, and the more widespread construction of towers inside their precincts. In religious architecture, on the other hand, it was between the 10th and 11th centuries that the first experiments took place in carefully working more refined stone elements. The fourth paragraph contains a series of observations on a possible circuit of building sites linked to secular and religious structures established between the end of the 10th and the 11th centuries, and characterized by similar choices as well as construction organization. In the last paragraph, using the previously illustrated findings, a more circumscribed period which saw the resurgence of stone building is hypothesized, connected to the Ottonian Age and the policies implemented by the public authorities of the time, with special reference to the March of Tuscia. The fact that, from the second half of the 11th century, secular architecture fell into line with religious architecture, with the same choices regarding stone-working, in bare wall surfaces unadorned by plaster-work, can be seen as the result of the previous construction era, and can be interpreted in terms of the need to represent and project both power and wealth, on the part of the local signeurships.

La presente Tesi di Dottorato riguarda lo studio geoarcheologico condotto all?interno di un contesto territoriale della Toscana centro-meridionale compreso tra i rilievi delle Colline Metallifere, i bacini idrografici dei fiumi Pecora e Cornia, e l?area costiera tirrenica tra Piombino e Follonica (Toscana centro-meridionale). La ricerca si � svolta nell?ambito di un progetto ERC multidisciplinare riguardante la caratterizzazione storica, archeologica e ambientale del territorio sotto esame durante i secoli altomedievali (VII-XIII sec AD). Per gli scopi del progetto, la ricerca ha proposto l?integrazione di metodi geoarcheologici (analisi geomorfologica, Remote Sensing, sedimentologia, stratigrafia sia di superficie che di sottosuolo e analisi micromorfologica) in un approccio basato sull?analisi Multiscala (Macroscala, Mesoscala e Microscala). L?impostazione della ricerca su questi tre livelli di risoluzione ha permesso di selezionare un ampio spettro di dati utili per ricostruire, in alto dettaglio, sia la cronologia degli eventi occorsi nella modellazione del paesaggio fisico storico sia le complesse interazioni con le attivit� antropiche. Inoltre, questo approccio ha consentito di analizzare le dinamiche insediative ed i processi di formazione, occupazione ed abbandono del sito altomedievale di Vetricella, ubicato nella pianura costiera del fiume Pecora, e considerato un unicum nell?area di studio sia per la sua posizione sia per le sue caratteristiche insediative. In particolare, i risultati della Macroscala suggeriscono come, alla scala del singolo bacino idrografico e delle aree costiere, l?evoluzione delle dinamiche di modellazione del paesaggio fisico e biologico durante l?Altomedioevo non fosse influenzata dalle supposte variazioni climatiche, che pure sono contraddittoriamente note in letteratura per il periodo storico in analisi, ma sia piuttosto il risultato di profonde modificazioni delle dinamiche superficiali ad opera dell?azione antropica, determinandone l?assetto odierno. La definizione degli effetti sul paesaggio delle attivit� umane fornisce quindi nuove informazioni circa le capacit� gestionali e pianificatorie e tecnologiche del land use e quindi della loro importanza in ottica storica e socio-economica. Le analisi alla Mesoscala, invece, evidenziano come il sito archeologico di Vetricella fosse localizzato all?interno di un contesto dove la scelta dell?insediamento, e di conseguenza le sue funzioni, era stata pianificata allo scopo di mitigare la pericolosit� associata allo scorrimento delle acque superficiali e dei rischi associati. Infine, le analisi alla Microscala delineano un quadro in cui l?adattamento al contesto geomorfologico � stato frutto di una accurata e continua pianificazione di opere di costruzione/distruzione di piani d?uso e di sistemazioni idrauliche. In particolare, quest?ultime sono relative alla presenza di tre fossati concentrici i cui riempimenti restituiscono un record sedimentologico e stratigrafico che suggerisce il loro utilizzo per scopi diversi legati ad attivit� produttive, difensive e domestiche. Nel complesso, l?approccio Multiscala si � rivelato decisivo per definire un quadro di riferimento cronologico dell?evoluzione del paesaggio all?interno dei sistemi vallivi nonch� delle profonde modificazioni apportate dalle attivit� antropiche e delle loro relazioni con l?evoluzione a lungo, medio e breve termine degli ambienti umidi costieri. Per la prima volta, quindi, � stato possibile determinare come questi contesti, ritenuti per l?Altomedioevo difficilmente colonizzabili od esclusi dalla rete insediativa, fossero in realt� gestiti attraverso una precisa volont� di pianificazione delle opere di sistemazione idraulica e di sfruttamento delle risorse agricole e forestali.

The recent update of the catalogue of the early medieval churches in the Padua province allowed us to record more buildings built before the 10th century, across the course of the Adige river between the towns of Montagnana (Padua) and Brondolo (Chioggia, Venice) (see Brogiolo in this volume). This paper deals with 17 fragments of liturgical furniture, some previously unpublished; for some churches these pieces offer the only surviving proof of their early medieval foundation. This work is a preliminary study of the Corpus of Early Medieval Sculpture of the dioceses of Padua and Chioggia, under investigation by the author.