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2. Dare feedback individualizzato nel Faculty Development: l’esperienza della Statale di Milano
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Daniele, K., Eberini, I., Lazazzara, A., Papini, S., Porrini, M., Zannini, L., Antonella Lotti, Fabrizio Bracco, Maria Maddalena Carnasciali, Gloria Crea, Sara Garbarino, Micaela Rossi, Marina Rui, Erika Scellato, Daniele, K, Eberini, I, Lazazzara, A, Papini, S, Porrini, M, and Zannini, L
- Subjects
Settore M-PED/01 - Pedagogia Generale e Sociale ,Settore SECS-P/10 - Organizzazione Aziendale ,Faculty Development, formative feedback, junior facult, written feedback ,Faculty Development, formative feedback, junior faculty, written feedback ,Faculty Development ,formative feedback ,junior faculty ,written feedback - Abstract
Alla Statale di Milano dal 2019 è attivo un progetto di Faculty Development (FD) per gli RTDB neoassunti, appartenenti alle aree Scienze della vita (LS), Scienze umane (SH) e Scienze (PE) [1,2]. A oggi, sono state svolte 3 edizioni, ciascuna su progettazione, metodologie didattiche, valutazione; nelle ultime 2 edizioni, sono state effettuate esercitazioni sulla stesura dei learning outcomes (LO) e sugli strumenti di valutazione (SV) del proprio insegnamento (nell’edizione 2: costruire un MCQ; nella 3: partendo dalle modalità e strumenti attualmente utilizzati, proporre delle valide alternative). I docenti del FD hanno dato feedback [3,4] individualizzati agli RTDB sulla performance in entrambe le esercitazioni [5]. Obiettivi Rilevare la partecipazione degli iscritti al FD alle esercitazioni proposte; indagare la tipologia di feedback dato ai partecipanti; rilevare eventuali differenze rispetto all’area di appartenenza dei rispondenti e all’edizione (2 e 3). Metodi Sono stati raccolti dati riguardanti la frequenza di intervento per modulo (LO e SV) e la tipologia di feedback assegnato e si sono confrontati per area disciplinare ed edizione. Oltre a una statistica descrittiva, è stata effettuata un’analisi di contenuto dei feedback, creando le categorie: intervento di livello Basso (B), Medio (M) o Importante (I) (se B, l’RTDB aveva effettuato correttamente l’esercitazione). Risultati Partecipazione: hanno risposto alle esercitazioni sui LO circa metà dei partecipanti delle edizioni 2 e 3 (40/88; 31/59). L’area più partecipe è stata per entrambe le edizioni quella delle LS e PE; l’SH è stata quella meno rispondente. Per l’esercitazione sugli SV, la partecipazione nell’edizione 2 è stata molto bassa (8/88) rispetto alla 3 (30/59). I più partecipi nella 2 sono stati gli RTDB di PE, quelli meno gli RTDB di SH; mentre nella 3 gli RTDB di SH hanno risposto di più e hanno risposto meno quelli di LS. Feedback: per i LO, la maggior parte degli RTDB ha avuto feedback positivi nell’edizione 2; nella 3 parimenti feedback B e M; in entrambe le edizioni sono stati pochi i feedback di tipo I, ottenuti maggiormente da RTDB di SH. Per gli SV, in entrambe le edizioni la maggior parte dei rispondenti ha avuto un feedback B. Nella edizione 2, la maggior parte dei feedback B è stato ottenuto dagli RTDB di SH; mentre nella 3 da quelli di LS.
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- 2023
3. L’esperienza degli anziani autosufficienti durante il primo lockdown. Uno studio qualitativo con soggetti residenti in tre diverse Regioni italiane.
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Bernardelli, G, Dicuonzo, M, Daniele, K, Zannini, L, Bernardelli G., Dicuonzo M. G., Daniele K., Zannini L., Bernardelli, G, Dicuonzo, M, Daniele, K, Zannini, L, Bernardelli G., Dicuonzo M. G., Daniele K., and Zannini L.
- Abstract
In questo studio qualitativo descrittivo esploriamo l’esperienza del primo lockdown in alcuni anziani residenti in tre regioni italiane (Lombardia, Piemonte, e Puglia) diversamente colpite dalla pandemia. I dati sono stati raccolti con interviste semi-strutturate, analizzate con la content analysis. Gli intervistati, autosufficienti e con MMSE≥26, hanno mediamente 75,5 anni, sono soprattutto donne (14/18) hanno istruzione media/media secondaria, vivono con il coniuge/partner (9/18) o con altri familiari (5/18). Restituiscono un’esperienza dolorosa della pandemia, in cui si sono sentiti soli, hanno avuto paura e hanno vissuto la mancanza dei loro affetti. Al contempo, gli anziani hanno espresso emozioni positive e dimostrato atteggiamenti resilienti, come coltivare i propri hobby, mantenere le relazioni a distanza, fare movimento a casa, imparare a utilizzare le tecnologie, soprattutto al nord. Gli intervistati sembrano essersi impegnati per mantenere una loro progettualità, nonostante e oltre la pandemia., In this descriptive qualitative study, we explore the experience of the first lockdown in some older adults living in three Italian regions (Lombardy, Piedmont, and Puglia), which were differently affected by the pandemic. Data were collected through semi-structured interviews and analyzed with the content analysis. The interviewees, self-sufficient and with MMSE≥26, are on average 75,5 years old, are mainly women (14/18), have middle/high school education, and live with their spouse/partner (9/18) or with other family members (5/18). They report a painful experience of the pandemic, in which they felt alone, were afraid, and missed their beloved ones. At the same time, older adults expressed positive emotions and demonstrated resilient behaviors, such as cultivating their hobbies, maintaining long-distance relationships, doing movement at home, and learning to use technologies, mainly in the North. The interviewees seem to have committed themselves to preserving their life projects, despite and beyond the pandemic.
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- 2022
4. Building bridges between school and adolescents’ mental health: a qualitative research with teachers
- Author
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Daniele, K, Gambacorti Passerini, M, Zannini, L, Gambacorti Passerini, MB, Daniele, K, Gambacorti Passerini, M, Zannini, L, and Gambacorti Passerini, MB
- Abstract
Covid-19 has made the adolescents’ diffused discomfort more visible. The school is unanimously considered a prominent setting for mental health promotion (MHP) and for taking care of discomfort. Many MHP projects have been implemented in European schools, but they are rarely managed by teachers, who are students’ reference points. Based on the Interpretive Phenomenological Approach, our qualitative study purposefully involved 16 high school teachers/principals in Lombardy, Italy. From the analysis of the interviews, which lasted 45-90 minutes, 231 meaning units, 38 categories, and 9 themes emerged, including: “Adolescents’ MHP: Between teachers’ ordinary and extraordinary work at school”. Most participants see teaching as an occasion for promoting MH, thanks to both participatory teaching methodologies and the learning experience at school. Many recognize in laboratory/experiential activities, inside and outside the classroom, a great MHP potential; MHP outside the classroom is conceived as a synergistic opening towards the community opportunities/events and not just to external experts/projects. Other teachers underline the importance of transforming the school from a place of transition into a space generating relationships and a sense of belonging in the students. This qualitative research has revealed potential bridges between daily educational work at school and MHP, which are undervalued in Italy.
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- 2023
5. Il ruolo degli Ambassador nell’informal faculty development: l’esperienza dell’Università degli Studi di Milano
- Author
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Lazazzara, A, Eberini, I, Papini, S, Daniele, K, Porrini, M, Zannini, L, Alessandra Lazazzara, Ivano Eberini, Sabrina Papini, Katia Daniele, Marisa Porrini, Lucia Zannini, Lazazzara, A, Eberini, I, Papini, S, Daniele, K, Porrini, M, Zannini, L, Alessandra Lazazzara, Ivano Eberini, Sabrina Papini, Katia Daniele, Marisa Porrini, and Lucia Zannini
- Abstract
Quale ruolo può avere un “ambassador” in un programma di Faculty Development? Con il termine ambassador si identificano quei dipendenti che assumono, all’interno di programmi formali o anche informalmente, il ruolo di “agente del cambiamento”. Si tratta, cioè, di lavoratori che sono proattivi nel creare interesse, sperimentare e condividere le innovazioni promosse da un’organizzazione. Solitamente, i lavoratori che svolgono il ruolo di Ambassador sono motivati a impegnarsi in comportamenti promossi dall’organizzazione di appartenenza che risultano coerenti con alcuni aspetti salienti delle loro identità. Pertanto, di base c’è una identificazione con l’organizzazione e con quei valori e significati che vuole diffondere in quanto percepiti come parte integrante della propria identità. Da queste premesse nasce l’idea della costituzione di una rete interna di Faculty Development Ambassador (FDA) di Unimi che supporti la trasformazione dell’Ateneo verso una didattica maggiormente innovativa e student-centered. Di base, un FDA è dunque un docente che si identifica con questa sfida ed è appassionato di didattica. Possiede inoltre peculiari competenze ed è al centro di reti relazionali formali o informali, attraverso le quali si fa portavoce delle sperimentazioni sulle metodologie e modalità di didattica innovativa emergenti. Tale figura, si impegna, dunque, nel supportare il programma di FD sia mettendo in atto sperimentazioni e uno stile di insegnamento, coerente con questo fine, sia trasmettendo informazioni sulla didattica innovativa ai propri colleghi, anche raccogliendo i bisogni formativi della comunità accademica. Si tratta di attività di informal faculty development, legate alle community of practice, le quali possono avere un ruolo cruciale nel FD. Nel nostro contributo descriveremo fasi, risorse e strategie che ci hanno permesso di costruire un gruppo di circa 20 FDA, illustrando gli obiettivi che questo gruppo si è proposto.
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- 2023
6. Il significato dell’educazione nella cura e riabilitazione del paziente con disagio psichico: tra “fare” e “stare”
- Author
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Zannini, L, Daniele, K, Zannini, L, and Daniele, K
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- 2023
7. Dare feedback individualizzato nel Faculty Development: l’esperienza della Statale di Milano
- Author
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Antonella Lotti, Fabrizio Bracco, Maria Maddalena Carnasciali, Gloria Crea, Sara Garbarino, Micaela Rossi, Marina Rui, Erika Scellato, Daniele, K, Eberini, I, Lazazzara, A, Papini, S, Porrini, M, Zannini, L, Antonella Lotti, Fabrizio Bracco, Maria Maddalena Carnasciali, Gloria Crea, Sara Garbarino, Micaela Rossi, Marina Rui, Erika Scellato, Daniele, K, Eberini, I, Lazazzara, A, Papini, S, Porrini, M, and Zannini, L
- Abstract
Alla Statale di Milano dal 2019 è attivo un progetto di Faculty Development (FD) per gli RTDB neoassunti, appartenenti alle aree Scienze della vita (LS), Scienze umane (SH) e Scienze (PE) [1,2]. A oggi, sono state svolte 3 edizioni, ciascuna su progettazione, metodologie didattiche, valutazione; nelle ultime 2 edizioni, sono state effettuate esercitazioni sulla stesura dei learning outcomes (LO) e sugli strumenti di valutazione (SV) del proprio insegnamento (nell’edizione 2: costruire un MCQ; nella 3: partendo dalle modalità e strumenti attualmente utilizzati, proporre delle valide alternative). I docenti del FD hanno dato feedback [3,4] individualizzati agli RTDB sulla performance in entrambe le esercitazioni [5]. Obiettivi Rilevare la partecipazione degli iscritti al FD alle esercitazioni proposte; indagare la tipologia di feedback dato ai partecipanti; rilevare eventuali differenze rispetto all’area di appartenenza dei rispondenti e all’edizione (2 e 3). Metodi Sono stati raccolti dati riguardanti la frequenza di intervento per modulo (LO e SV) e la tipologia di feedback assegnato e si sono confrontati per area disciplinare ed edizione. Oltre a una statistica descrittiva, è stata effettuata un’analisi di contenuto dei feedback, creando le categorie: intervento di livello Basso (B), Medio (M) o Importante (I) (se B, l’RTDB aveva effettuato correttamente l’esercitazione). Risultati Partecipazione: hanno risposto alle esercitazioni sui LO circa metà dei partecipanti delle edizioni 2 e 3 (40/88; 31/59). L’area più partecipe è stata per entrambe le edizioni quella delle LS e PE; l’SH è stata quella meno rispondente. Per l’esercitazione sugli SV, la partecipazione nell’edizione 2 è stata molto bassa (8/88) rispetto alla 3 (30/59). I più partecipi nella 2 sono stati gli RTDB di PE, quelli meno gli RTDB di SH; mentre nella 3 gli RTDB di SH hanno risposto di più e hanno risposto meno quelli di LS. Feedback: per i LO, la maggior parte degli RTDB ha avuto feedback
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- 2023
8. L’esperienza degli anziani autosufficienti durante il primo lockdown. Uno studio qualitativo con soggetti residenti in tre diverse Regioni italiane
- Author
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Bernardelli G., Dicuonzo M. G., Daniele K., Zannini L., Bernardelli, G, Dicuonzo, M, Daniele, K, and Zannini, L
- Subjects
studio qualitativo ,resilienza ,solitudine ,Covid-19 ,persone anziane - Abstract
In questo studio qualitativo descrittivo esploriamo l’esperienza del primo lockdown in alcuni anziani residenti in tre regioni italiane (Lombardia, Piemonte, e Puglia) diversamente colpite dalla pandemia. I dati sono stati raccolti con interviste semi-strutturate, analizzate con la content analysis. Gli intervistati, autosufficienti e con MMSE≥26, hanno mediamente 75,5 anni, sono soprattutto donne (14/18) hanno istruzione media/media secondaria, vivono con il coniuge/partner (9/18) o con altri familiari (5/18). Restituiscono un’esperienza dolorosa della pandemia, in cui si sono sentiti soli, hanno avuto paura e hanno vissuto la mancanza dei loro affetti. Al contempo, gli anziani hanno espresso emozioni positive e dimostrato atteggiamenti resilienti, come coltivare i propri hobby, mantenere le relazioni a distanza, fare movimento a casa, imparare a utilizzare le tecnologie, soprattutto al nord. Gli intervistati sembrano essersi impegnati per mantenere una loro progettualità, nonostante e oltre la pandemia. In this descriptive qualitative study, we explore the experience of the first lockdown in some older adults living in three Italian regions (Lombardy, Piedmont, and Puglia), which were differently affected by the pandemic. Data were collected through semi-structured interviews and analyzed with the content analysis. The interviewees, self-sufficient and with MMSE≥26, are on average 75,5 years old, are mainly women (14/18), have middle/high school education, and live with their spouse/partner (9/18) or with other family members (5/18). They report a painful experience of the pandemic, in which they felt alone, were afraid, and missed their beloved ones. At the same time, older adults expressed positive emotions and demonstrated resilient behaviors, such as cultivating their hobbies, maintaining long-distance relationships, doing movement at home, and learning to use technologies, mainly in the North. The interviewees seem to have committed themselves to preserving their life projects, despite and beyond the pandemic.
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- 2022
9. Quali sono le caratteristiche del tirocinio nei Corsi di Laurea Magistrale delle professioni sanitarie? Una survey nazionale con la Classe della Riabilitazione [What are the characteristics of internships in Health Professions Master's Degree Programs? A national survey with the Class of Rehabilitation]
- Author
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Bernardelli, G, Molatore, K, Daniele, K, Zannini, L, Bernardelli, G, Molatore, K, Daniele, K, and Zannini, L
- Subjects
tirocinio, survey ,Italia, lauree magistrali in scienze riabilitative delle professioni sanitarie - Abstract
Questo studio indaga il tirocinio della Laurea Magistrale (LM) in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie (SRPS) nel contesto italiano, attraverso un sondaggio condotto con un questionario somministrato telefonicamente ai Coordinatori. Sono stati coinvolti tutti i 22 corsi attivi nell'AA 2018/19; 15 hanno partecipato (68%). Il tirocinio è un corso annuale obbligatorio, non sempre di 30 CFU, come da normativa italiana, distribuiti in modo diverso tra gli anni di corso e nei piani studi. Nel 73% dei casi, è consentita una formazione autonoma e non strutturata; nel 33%, gli studenti possono andare all'estero, prevalentemente per progetti di ricerca. I tirocini della LM in SRPS hanno differenti modelli organizzativi (esperienza supervisionata/non supervisionata; sede assegnata/scelta autonomamente), spesso combinati uno con l'altro. Sono frequentemente previsti momenti di feedback con il tutor e viene effettuato un esame finale di tirocinio caratterizzato da disomogeneità delle prove e della Commissione. I risultati stimolano la riflessione sulla difformità dei tirocini nelle LM coinvolte, evidenziando la necessità di sviluppare linee guida comuni. Ciò appare particolarmente auspicabile in considerazione dell'imminente revisione dei curricula delle LM delle professioni sanitarie italiane, che non dovrebbe ignorare le innovazioni nella formazione sanitaria guadagnate grazie alla pandemia.
- Published
- 2022
10. Fragilità, compassion fatigue e burnout negli operatori in salute mentale. L’importanza della formazione alla cura della vita emotiva. [Frailty, compassion fatigue and burnout in mental health professionals. The importance of educating to care for the emotional life].
- Author
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Zannini, L, Daniele, K, Zannini L., Daniele K., Zannini, L, Daniele, K, Zannini L., and Daniele K.
- Abstract
Il lavoro in salute mentale viene svolto dai professionisti principalmente attraverso la re-lazione, che suscita emozioni e sentimenti, a volte molto intensi e destabilizzanti. Possonopertanto insorgere problemi di burnout e compassion fatigue, soprattutto in chi, come glieducatori, sono a stretto e costante contatto con gli utenti. Questa fatigue comporta la ri-duzione della capacità da parte del professionista di essere empatico o di con-dividere lasofferenza dell’utente. Di contro, fattori che impattano sulla soddisfazione dell’operatoresono, secondo la letteratura, la qualità percepita delle riunioni, la formazione e la perce-zione di una assenza/riduzione di rischi per il futuro. Gli interventi per prevenire/con-trastare il burnout la compassion fatigue rientrano in gran parte nella sfera dellaconsapevolezza e della ricerca di senso. Quest’ultima viene perseguita anche e soprattutto attraverso la narrazione e la scrittura, che sono strategie fondamentali della formazione alla cura di sé degli operatori sanitari., Professionals provide patients with mental health care mainly through the relationship, which some-times elicits very intense and destabilizing emotions and feelings. Burnout and compassion fatigue can therefore occur, especially in those who, as the social workers, are in close and constant contact with patients. Compassion fatigue involves reducing the ability of the professional to be empathetic or to stay connected with the patient’s grief. On the other hand, according to the literature, per-ceived quality of meetings and training, in addition to perception of an absence/reduction of risks for the future, seem to be the main factors that influence professionals’ satisfaction. Interventions to prevent/reduce burnout and compassion fatigue largely fall within the sphere of awareness and the meaning making process. The latter is mainly pursued through storytelling and writing, which are fundamental strategies in training healthcare professionals to self-care.
- Published
- 2020
11. La formazione degli educatori
- Author
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Centro Studi Riccardo Massa, Palmieri, C, Bucchi, A, Guida, D, Marcialis, P, Rossini, G, Zannini, L, Zannini, L., Centro Studi Riccardo Massa, Palmieri, C, Bucchi, A, Guida, D, Marcialis, P, Rossini, G, Zannini, L, and Zannini, L.
- Abstract
Ripercorrendo uno stralcio tratto dal testo di Riccardo Massa "Saggi critici sullo scoutismo" (Fiordaliso, 2001), il saggio riprende concetti divenuti poi fondamentali nella comprensione del lavoro educativo e quindi nella determinazione delle competenze degli educatori.
- Published
- 2020
12. Educational interventions to promote adolescents’ mental health: A scoping review
- Author
-
Daniele, K, Gambacorti Passerini, M, Palmieri, C, Zannini, L, Gambacorti Passerini, MB, Daniele, K, Gambacorti Passerini, M, Palmieri, C, Zannini, L, and Gambacorti Passerini, MB
- Abstract
Background: Adolescents often experience discomfort due to individual experiences and the influence of their environment. This discomfort sometimes leads to mental health problems. Education is pivotal in promoting adolescents’ mental health through dedicated prevention interventions and through everyday educational practice, both at school and in the community. Objective: To develop an overview of the types of educational interventions aimed at promoting the mental health of adolescents and young adults, providing helpful guidance and insights to teachers/educators. Methods: We conducted a scoping review developed through searches in the CINAHL, Eric, PsycINFO and PubMed databases. We summarised data using descriptive analysis, grouping educational interventions category according to their goals and purposes. Results: Of the initial 704 articles identified, 19 met the study inclusion criteria. Consistent with Dewey’s educational theory, most of the interventions reported in the selected studies can be viewed as genuine ‘educational’ interventions, in that they involved experiential and interactive activities such as discussion groups, role-play and art-based activities. Fewer interventions involved less participatory and more ‘information-based’ activities, such as lessons. However, in many interventions, the role of teachers/educators in promoting young people’s mental health was underestimated; indeed, in only a few cases were they the providers/co-providers of the activities described, and rarely was there continuity/alignment between the interventions and everyday school activities. Conclusions: Conducting a greater number of formal/informal educational interventions to promote adolescents’ mental health is imperative, especially in the current socio-historical context, but this enterprise must acknowledge, value and support the important role of teachers/educators as leaders and participants in this endeavour.
- Published
- 2022
13. Incontri e disincanti con la differenza: riflessioni e pratiche di cura
- Author
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Bruzzone, D, Zannini, L, Augelli, Alessandra, Augelli, Bruzzone, D, Zannini, L, Augelli, Alessandra, and Augelli
- Abstract
Nei processi di cura dell'altro si incontrano, non di rado, cornici culturali differenti: le rappresentazioni e i significati legati al prendersi cura cambiano da un contesto culturale all'altro e i professionisti della cura non possono non considerare questi cambiamenti e tenerne conto nelle dinamiche relazionali. Si offrono, nel contributo, orientamenti teorici e spunti pratici per la formazione dei professionisti della cura sulle dimensioni interculturali.
- Published
- 2022
14. Quali sono le caratteristiche del tirocinio nei Corsi di Laurea Magistrale delle professioni sanitarie? Una survey nazionale con la Classe della Riabilitazione = What are the characteristics of internships in Health Professions Master's Degree Programs? A national survey with the Class of Rehabilitation
- Author
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Bernardelli, G., Molatore, K., Daniele, K., and Zannini, L.
- Subjects
MSs ,Settore M-PED/01 - Pedagogia Generale e Sociale ,rehabilitation sciences ,Italy ,internship ,survey ,Settore MED/48 -Scienze Infermie.e Tecniche Neuro-Psichiatriche e Riabilitattive - Published
- 2022
15. SPAZI DELLA PSICHIATRIA TRA PASSATO E PRESENTE: IMPARARE A RIFLETTERE SULLE STORIE DI CURA CHE RACCONTANO [SPACES OF PSYCHIATRIC CARE BETWEEN PAST AND PRESENT: LEARNING TO REFLECT ON THE CARING STORIES THEY TELL]
- Author
-
Gambacorti Passerini, MB, daniele, K, Zannini, L, Gambacorti Passerini, M, Daniele, K, and Zannini, L
- Subjects
education ,Archeological approach ,caring ,M-PED/01 - PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE ,psychiatric service ,healing space ,[ - Abstract
In our perspective, a reflection on education and caring in the psychiatric services cannot ignore their past, where spaces and times of care were completely different from those that character- ize the healthcare system today. Many signs, traces, implicit and explicit fragments of that past can be found in current services. According to an “archeological” approach, we believe that those spaces have not been completely overcome and somehow, they are still part of our way of caring in psychiatric services. Hence, what traces of the past are left in those services? How and where can we find them? What should we preserve from the past and what should we overcome? In our work, we will try to find some of the traces and stories that could have contributed to shaping education and care in pre- sent day Italian psychiatric services. These developed as isolated spaces and places of confinement and oppression and are trans- forming into open places and healing spaces, aimed at promoting mental health.
- Published
- 2021
16. How prefrail older people living alone perceive information and communications technology and what they would ask a robot for: Qualitative study
- Author
-
Daniele, K, Marcucci, M, Cattaneo, C, Borghese, N, Zannini, L, Daniele K., Marcucci M., Cattaneo C., Borghese N. A., Zannini L., Daniele, K, Marcucci, M, Cattaneo, C, Borghese, N, Zannini, L, Daniele K., Marcucci M., Cattaneo C., Borghese N. A., and Zannini L.
- Abstract
Background: In the last decade, the family system has changed significantly. Although in the past, older people used to live with their children, nowadays, they cannot always depend on assistance of their relatives. Many older people wish to remain as independent as possible while remaining in their homes, even when living alone. To do so, there are many tasks that they must perform to maintain their independence in everyday life, and above all, their well-being. Information and communications technology (ICT), particularly robotics and domotics, could play a pivotal role in aging, especially in contemporary society, where relatives are not always able to accurately and constantly assist the older person. Objective: The aim of this study was to understand the needs, preferences, and views on ICT of some prefrail older people who live alone. In particular, we wanted to explore their attitude toward a hypothetical caregiver robot and the functions they would ask for. Methods: We designed a qualitative study based on an interpretative phenomenological approach. A total of 50 potential participants were purposively recruited in a big town in Northern Italy and were administered the Fried scale (to assess the participants' frailty) and the Mini-Mental State Examination (to evaluate the older person's capacity to comprehend the interview questions). In total, 25 prefrail older people who lived alone participated in an individual semistructured interview, lasting approximately 45 min each. Overall, 3 researchers independently analyzed the interviews transcripts, identifying meaning units, which were later grouped in clustering of themes, and finally in emergent themes. Constant triangulation among researchers and their reflective attitude assured trustiness. Results: From this study, it emerged that a number of interviewees who were currently using ICT (ie, smartphones) did not own a computer in the past, or did not receive higher education, or were not all young older peo
- Published
- 2019
17. La ricerca qualitativa può avere un impatto sulle policies? Il caso virtuoso dello studio del processo di recovery nell’ambito della salute mentale
- Author
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Gambacorti-Passerini, M, Palmieri, C, Daniele, K, Zannini, L, Gambacorti-Passerini M. B., Palmieri C., Daniele K., Zannini L., Gambacorti-Passerini, M, Palmieri, C, Daniele, K, Zannini, L, Gambacorti-Passerini M. B., Palmieri C., Daniele K., and Zannini L.
- Published
- 2019
18. Studio esplorativo sulla percezione di attività motorie mediate da tecnologia in un gruppo di anziani
- Author
-
Bernardelli, G, Daniele, K, Mari, D, Borghese, N, Zannini, L, Bernardelli G., Daniele K., Mari D., Borghese N. A., Zannini L., Bernardelli, G, Daniele, K, Mari, D, Borghese, N, Zannini, L, Bernardelli G., Daniele K., Mari D., Borghese N. A., and Zannini L.
- Published
- 2019
19. La formazione degli educatori
- Author
-
Palmieri, C, Bucchi, A, Guida, D, Marcialis, P, Rossini, G, Zannini, L., Centro Studi Riccardo Massa, Palmieri, C, Bucchi, A, Guida, D, Marcialis, P, Rossini, G, and Zannini, L
- Subjects
formazione degli educatori, educazione, metodo, esperienza educativa ,M-PED/01 - PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE - Abstract
Ripercorrendo uno stralcio tratto dal testo di Riccardo Massa "Saggi critici sullo scoutismo" (Fiordaliso, 2001), il saggio riprende concetti divenuti poi fondamentali nella comprensione del lavoro educativo e quindi nella determinazione delle competenze degli educatori.
- Published
- 2020
20. Fragilità, compassion fatigue e burnout negli operatori in salute mentale. L’importanza della formazione alla cura della vita emotiva. [Frailty, compassion fatigue and burnout in mental health professionals. The importance of educating to care for the emotional life]
- Author
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Zannini L., Daniele K., Zannini, L, and Daniele, K
- Subjects
burnout, compassion fatigue, formazione, professionisti della salute mentale, vita emotiva ,burnout, compassion fatigue, education, emotional life,mental health professionals - Abstract
Il lavoro in salute mentale viene svolto dai professionisti principalmente attraverso la re-lazione, che suscita emozioni e sentimenti, a volte molto intensi e destabilizzanti. Possonopertanto insorgere problemi di burnout e compassion fatigue, soprattutto in chi, come glieducatori, sono a stretto e costante contatto con gli utenti. Questa fatigue comporta la ri-duzione della capacità da parte del professionista di essere empatico o di con-dividere lasofferenza dell’utente. Di contro, fattori che impattano sulla soddisfazione dell’operatoresono, secondo la letteratura, la qualità percepita delle riunioni, la formazione e la perce-zione di una assenza/riduzione di rischi per il futuro. Gli interventi per prevenire/con-trastare il burnout la compassion fatigue rientrano in gran parte nella sfera dellaconsapevolezza e della ricerca di senso. Quest’ultima viene perseguita anche e soprattutto attraverso la narrazione e la scrittura, che sono strategie fondamentali della formazione alla cura di sé degli operatori sanitari. Professionals provide patients with mental health care mainly through the relationship, which some-times elicits very intense and destabilizing emotions and feelings. Burnout and compassion fatigue can therefore occur, especially in those who, as the social workers, are in close and constant contact with patients. Compassion fatigue involves reducing the ability of the professional to be empathetic or to stay connected with the patient’s grief. On the other hand, according to the literature, per-ceived quality of meetings and training, in addition to perception of an absence/reduction of risks for the future, seem to be the main factors that influence professionals’ satisfaction. Interventions to prevent/reduce burnout and compassion fatigue largely fall within the sphere of awareness and the meaning making process. The latter is mainly pursued through storytelling and writing, which are fundamental strategies in training healthcare professionals to self-care.
- Published
- 2020
21. Meaning making as a psychoeducational intervention to sustain families struggling with mental health issues
- Author
-
Zannini, L, Daniele, K, Zannini, L, and Daniele, K
- Abstract
In the psychiatric field, since the first decades of the XX century, some phenomenologically-oriented authors pointed out the importance of gathering patients’ experience of illness and meaning making. In the current literature, a few interventions for people suffering from mental illness and their families/caregivers, aimed at supporting them in making meaning, are available. Yet, also relatives have to confront with the “loss” of mental health in their family, just like patients themselves. Relatives could therefore perceive the need to make meaning through narrating that loss. In this paper, we will report a few narrative-based interventions for relatives of patients suffering from mental health problems. We will conclude with some reflections, guided by phenomenological-existential pedagogy, which considers search for meaning as a fundamental educational practice, when caring for a wounded existence.
- Published
- 2021
22. SPAZI DELLA PSICHIATRIA TRA PASSATO E PRESENTE: IMPARARE A RIFLETTERE SULLE STORIE DI CURA CHE RACCONTANO [SPACES OF PSYCHIATRIC CARE BETWEEN PAST AND PRESENT: LEARNING TO REFLECT ON THE CARING STORIES THEY TELL]
- Author
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Gambacorti Passerini, M, Daniele, K, Zannini, L, Gambacorti Passerini, MB, daniele, K, Gambacorti Passerini, M, Daniele, K, Zannini, L, Gambacorti Passerini, MB, and daniele, K
- Abstract
In our perspective, a reflection on education and caring in the psychiatric services cannot ignore their past, where spaces and times of care were completely different from those that character- ize the healthcare system today. Many signs, traces, implicit and explicit fragments of that past can be found in current services. According to an “archeological” approach, we believe that those spaces have not been completely overcome and somehow, they are still part of our way of caring in psychiatric services. Hence, what traces of the past are left in those services? How and where can we find them? What should we preserve from the past and what should we overcome? In our work, we will try to find some of the traces and stories that could have contributed to shaping education and care in pre- sent day Italian psychiatric services. These developed as isolated spaces and places of confinement and oppression and are trans- forming into open places and healing spaces, aimed at promoting mental health.
- Published
- 2021
23. Dare feedback individualizzato nel Faculty Development: l’esperienza della Statale di Milano
- Author
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Daniele, K, Zannini, L, Lazazzara, A, Papini, S, Eberini, I, Porrini, M, Daniele Katia, Zannini Lucia, Lazazzara Alessandra, Papini Sabrina, Eberini Ivano, Porrini Marisa, Daniele, K, Zannini, L, Lazazzara, A, Papini, S, Eberini, I, Porrini, M, Daniele Katia, Zannini Lucia, Lazazzara Alessandra, Papini Sabrina, Eberini Ivano, and Porrini Marisa
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- 2021
24. Quali pratiche formative e rappresentazioni riportano i ricercatori RTDb all’inizio di un programma di Faculty Development? : Indagine esplorativa presso l’Università degli Studi di Milano
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A. Lotti, G. Crea, S. Garbarino, F. Picasso, E. Scellato, Zannini, L, Lazazzara, A, Papini, S, Porrini, M, Daniele, K, L. Zannini, A. Lazazzara, S. Papini, M. Porrini, K. Daniele, A. Lotti, G. Crea, S. Garbarino, F. Picasso, E. Scellato, Zannini, L, Lazazzara, A, Papini, S, Porrini, M, Daniele, K, L. Zannini, A. Lazazzara, S. Papini, M. Porrini, and K. Daniele
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- 2021
25. L'educatore alla prova tra esperienza pandemica e narrazione con gli anziani
- Author
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Giuliodori, C, Musaio, M, Vaccaro, C. M, Zannini, L, Daniele, K, Bernardelli, G, Cadei, L, Deluigi, R, Bobbo, N, Mariani, V, Crotti, M, Castiglioni, M, Vigorelli, P, Fontana, V, Guglielmi, M, Marchesi, F, Onni, P, Gerola, R, Belloni, V., Marisa Musaio, Belloni, Valentina, Valentina Belloni (ORCID:0009-0008-4070-1721), Giuliodori, C, Musaio, M, Vaccaro, C. M, Zannini, L, Daniele, K, Bernardelli, G, Cadei, L, Deluigi, R, Bobbo, N, Mariani, V, Crotti, M, Castiglioni, M, Vigorelli, P, Fontana, V, Guglielmi, M, Marchesi, F, Onni, P, Gerola, R, Belloni, V., Marisa Musaio, Belloni, Valentina, and Valentina Belloni (ORCID:0009-0008-4070-1721)
- Abstract
Il contributo propone una riflessione sul ruolo dell’educatore all’interno di una residenza sanitaria per anziani, narrando dimensioni della relazione educativa di aiuto con gli ospiti e i famigliari in un periodo complesso come la pandemia da Covid -19., The contribution proposes a reflection about the educator’s role in a residential healthcare for the elderly. With reference to the narrative methodology the contribution faces the educational relationship of help for elderly and family members in the difficult period of Covid- 19 pandemic.
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- 2021
26. L’esperienza della pandemia per gli anziani: tra vecchi e nuovi bisogni di cura
- Author
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Musaio, M, Zannini, L, Daniele, K, Bernardelli, G, L. Zannini, K. Daniele, G. Bernardelli, Musaio, M, Zannini, L, Daniele, K, Bernardelli, G, L. Zannini, K. Daniele, and G. Bernardelli
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- 2021
27. L'istituzione che cura: copioni organizzativi e scritture professionali
- Author
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Bruzzone, D, Zannini, L, Castiglioni, M, Bruzzone, D, Zannini, L, and Castiglioni, M
- Abstract
Il saggio riporta lo studio di un caso di formazione - condotta dall'autrice del testo - in una storica Fondazione di Milano che eroga cure palliative domiciliari. Il fuoco della riflessione riguarda la non efficacia, se non perfino, la disfunzionalità dell'intervento di alcuni operatori intrappolati nella rigidità del copione istituzionale. Di qui, la riflessione sul nesso tra copioni organizzativi e copioni individuali che può generare malessere e vere e proprie criticità, a più livelli, qualora il gap tra i copioni sia consistente. Lungo questa direzione, l'autrice propone un percorso di formazione basato sulla teoria copionale di Berne e sulle scritture professionali.
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- 2021
28. Storie di vita dentro ai servizi sanitari e socio-sanitari: tra benessere e disagio
- Author
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Bruzzone, D, Zannini, L, Gambacorti Passerini, M, Palmieri, C, Gambacorti Passerini, MB, Bruzzone, D, Zannini, L, Gambacorti Passerini, M, Palmieri, C, and Gambacorti Passerini, MB
- Abstract
Chi lavora in contesti sanitari e socio-sanitari incontra quotidianamente una molteplicità di storie di vita e di malattia, una per ogni paziente o utente con cui si relaziona e che si rivolge al servizio per chiedere un’azione di cura per risolvere un “problema”. Proprio intorno alla risoluzione di questo problema, nelle sue declinazioni sanitarie e/o sociali, si incentra l’operato di chi professionalmente opera nei con-testi sanitari e socio-sanitari, che spesso fatica, per differenti ragioni che si andranno ad esplicitare, a considerare nella pratica quotidiana le storie di vita che stanno attorno ai problemi portati da pazien-ti/utenti. Ogni professionista operante in tali servizi è stato formato ed è abituato dalla pratica profes-sionale ad agire per prendersi cura del problema di ogni paziente/utente, con gesti e tecniche terapeuti-che (Gambacorti-Passerini, 2016). Una cura agita, dunque, e rivolta all’esterno di sé, verso specifici problemi dell’altro. Nell’incontro con le storie di utenti/pazienti, inoltre, si dimentica spesso che vi è in gioco anche la sto-ria di vita e professionale di ogni operatore, che, pur essendo polo importante della relazione terapeuti-ca, rimane ancor meno tematizzata, considerata e curata rispetto alle storie di chi si rivolge al servizio. Offrire spunti e occasioni per considerare anche la propria storia come forza agente nella pratica pro-fessionale, agendo cura verso se stessi in quanto operatori socio-sanitari, significa porre l’attenzione sull’aver cura di sé come professionisti e della propria pratica quotidiana. Perché questo cambio di direzione nelle pratiche di cura potrebbe essere importante e andare a miglio-rare ulteriormente la qualità degli interventi realizzati nei confronti dei pazienti, considerando le loro storie? E come agire per un tale cambio di rotta? Il contributo vorrebbe provare a rispondere e tematizzare questi interrogativi, offrendo in particolare lo strumento della scrittura di sé e della narr
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- 2021
29. Persone anziane e cura. Riflessioni pedagogiche e narrazioni nel tempo della pandemia
- Author
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Musaio, M (ORCID:0000-0003-1555-7314), Giuliodori, C, Musaio, M, Vaccaro, C. M, Zannini, L, Daniele, K, Bernardelli, G, Cadei, L, Deluigi, R, Bobbo, N, Mariani, V, Crotti, M, Castiglioni, M, Vigorelli, P, Fontana, V, Guglielmi, M, Marchesi, F, Onni, P, Gerola, R, Belloni V, Musaio, Marisa, Musaio, M (ORCID:0000-0003-1555-7314), Giuliodori, C, Musaio, M, Vaccaro, C. M, Zannini, L, Daniele, K, Bernardelli, G, Cadei, L, Deluigi, R, Bobbo, N, Mariani, V, Crotti, M, Castiglioni, M, Vigorelli, P, Fontana, V, Guglielmi, M, Marchesi, F, Onni, P, Gerola, R, Belloni V, and Musaio, Marisa
- Abstract
Esito interdisciplinare di riflessioni e scambi tra professionisti medici, consulenti pedagogici e operatori della cura e dell'assistenza, il volume affronta la condizione della persona anziana nell’attuale quadro pandemico, proponendo una pedagogia degli anziani orientata al compito della cura e della responsabilità verso le persone nei diversi ambiti di cura, assistenza e accompagnamento., Interdisciplinary outcome of reflections and exchanges between medical professionals, pedagogical consultants and care and assistance operators, the volume addresses the condition of the elderly person in the current pandemic framework, proposing a pedagogy of the elderly oriented to the task of care and responsibility towards people in the areas of care, assistance and accompaniment.
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- 2021
30. Introduzione
- Author
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Giuliodori, C, Musaio, M, Vaccaro, C. M, Zannini, L, Daniele, K, Bernardelli, G, Cadei, L, Deluigi, R, Bobbo, N, Mariani, V, Crotti, M, Castiglioni, M, Vigorelli, P, Fontana, V, Guglielmi, M, Marchesi, F, Onni, P, Gerola, R, Belloni V, Musaio, Marisa, Musaio, M (ORCID:0000-0003-1555-7314), Giuliodori, C, Musaio, M, Vaccaro, C. M, Zannini, L, Daniele, K, Bernardelli, G, Cadei, L, Deluigi, R, Bobbo, N, Mariani, V, Crotti, M, Castiglioni, M, Vigorelli, P, Fontana, V, Guglielmi, M, Marchesi, F, Onni, P, Gerola, R, Belloni V, Musaio, Marisa, and Musaio, M (ORCID:0000-0003-1555-7314)
- Abstract
Il contributo introduce le finalità del volume "Persone anziane e cura: riflessioni pedagogiche e narrazioni nel tempo della pandemia", risultato interdisciplinare di riflessioni e scambi tra professionisti medici, consulenti pedagogici e operatori della cura e assistenza, per tendere verso una cura della persona anziana intesa come compito e responsabilità di accompagnamento., The contribution introduces the aims of the book "Elderly people and care: pedagogical reflections and narratives in the time of the pandemic", as interdisciplinary result of reflections and exchanges between medical professionals, pedagogical consultants and care and assistance operators, to tend towards care for the elderly person. as a task and responsibility of accompaniment.
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- 2021
31. Fragilità e cura della persona anziana: una rilettura pedagogica
- Author
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Giuliodori, C, Musaio, M, Vaccaro, C. M, Zannini, L, Daniele, K, Bernardelli, G, Cadei, L, Deluigi, R, Bobbo, N, Mariani, V, Crotti, M, Castiglioni, M, Vigorelli, P, Fontana, V, Guglielmi, M, Marchesi, F, Onni, P, Gerola, R, Belloni V, Musaio, Marisa, Musaio, M (ORCID:0000-0003-1555-7314), Giuliodori, C, Musaio, M, Vaccaro, C. M, Zannini, L, Daniele, K, Bernardelli, G, Cadei, L, Deluigi, R, Bobbo, N, Mariani, V, Crotti, M, Castiglioni, M, Vigorelli, P, Fontana, V, Guglielmi, M, Marchesi, F, Onni, P, Gerola, R, Belloni V, Musaio, Marisa, and Musaio, M (ORCID:0000-0003-1555-7314)
- Abstract
Il contributo affronta il nesso tra persona anziana, fragilità, cura, una triade centrale nelle scienze mediche, umane e della formazione, tanto sul piano della riflessione quanto delle pratiche che hanno attinenza con la cura nei contesti sanitari, sociali, educativi e formativi., The contribution addresses the connection between elderly person, fragility and care, a central triad in the medical, human and educational sciences, both in terms of reflection and in terms of practices that have relevance for the care in the health, social, educational and formative contexts.
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- 2021
32. EXPLORING LONELINESS IN AN ITALIAN GROUP OF PRE-FRAIL OLDER PEOPLE: A SECONDARY ANALYSIS OF DATA FROM A QUALITATIVE STUDY ON THE ROLE OF TECHNOLOGY IN SUPPORTING OLDER PEOPLE LIVING ALONE
- Author
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Daniele, K, Cattaneo, C, Alberto Borghese, N, Bernardelli, G, Zannini, L, Katia Daniele, Cesarina Cattaneo, Nunzio Alberto Borghese, Giuseppina Bernardelli, Lucia Zannini, Daniele, K, Cattaneo, C, Alberto Borghese, N, Bernardelli, G, Zannini, L, Katia Daniele, Cesarina Cattaneo, Nunzio Alberto Borghese, Giuseppina Bernardelli, and Lucia Zannini
- Abstract
Loneliness is one of the factors that affect quality of life and mental health of older people, especially when they live alone. However, literature seems to focus mainly on “measuring” loneliness in older people, and less on studying their perception of it. We designed a qualitative study on the role of technologies in supporting pre-frail elders, in order to continue living at home, even if alone. Within it, we explored the participants’ experience of loneliness and loss; data were gathered through 25 individual semi-structured interviews and analyzed with the Interpretative Phenomenological Approach. Findings showed that loneliness characterized the interviewees’ life and it was mostly associated with the loss of a beloved one. Although some participants perceived negatively loneliness and its consequences, others emphasized the importance of having space/time for themselves in their lives and loneliness was almost perceived as a conquest. Some interviewees seemed not to want to surrender to solitude, and they showed to have developed some strategies to face it, such as helping others and maintaining hobbies/interests. More details will be reported in our presentation, where we will reflect on the factors that seem to empower pre-frail older people when facing loneliness, with particular attention to digital literacy.
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- 2021
33. La forza di un’epistemologia debole: verso un approccio integrato alle cure
- Author
-
Bruzzone D., Zannini L., Musi, Elisabetta, Musi Elisabetta (ORCID:0000-0003-0484-5679), Bruzzone D., Zannini L., Musi, Elisabetta, and Musi Elisabetta (ORCID:0000-0003-0484-5679)
- Abstract
Il saggio riferisce di un percorso di formazione rivolto a professionisti di cura dell'ospedale di Reggio Emilia e incentrato sulla medicina narrativa. Questa permette di prestare ascolto non solo alle storie dei pazienti ma anche ai vissuti emotivi del personale sanitario. L'esperienza fornisce l'occasione per riflettere su due approcci alla malattia e alla cura - evidence based e narrative based - da intendere non in modo antitetico e contrapposto, ma proficuamente integrato.
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- 2021
34. La ricerca qualitativa può avere un impatto sulle policies? Il caso virtuoso dello studio del processo di recovery nell’ambito della salute mentale
- Author
-
Gambacorti-Passerini M. B., Palmieri C., Daniele K., Zannini L., Gambacorti-Passerini, M, Palmieri, C, Daniele, K, and Zannini, L
- Subjects
recovery ,qualitative research ,mental health - Published
- 2019
35. Collecting stories of illness experience: an undergraduate medical curriculum to develop connectedness and togetherness with patients
- Author
-
Zannini, L, Gambacorti Passerini, M B, Garrino, L, Bruschi, B, Zannini, L, and Gambacorti Passerini, M
- Subjects
illness experience ,soft skill ,M-PED/01 - PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE ,medical education ,life storie - Abstract
In Western culture, medicine is currently conceived as a complex discipline (Berlin et al., 2017), based both on biological and human aspects, related respectively to hard and human sciences. All of these aspects are considered crucial, when caring for a patient (Zannini, 2008). The development of Western medicine (Foucault, 1963) has progressively emphasized the biological and “hard” component of medicine, focusing physicians’ competencies on identification and management of physical disease, namely on the sick part of the patient’s body. Soft skills, related to the ability of setting up a relationship with patients, were often relegated to the personal characteristics and private background of the physician. Consequently, those competencies useful to create togetherness and connectedness with patients and other professionals. In the last decades, a renovated interest for human aspects of medicine has been registered (Cowen et al. 2016): developing “soft” skills is currently considered crucial in the medical education literature. Diverse pedagogical strategies could be chosen to develop those skills, including both emotional and cognitive elements. Enhancing the consideration of patients’ life stories and their illness experience can be a way to develop soft skills in medical students and therefore the competencies useful to develop connectedness (Charon, 2014; Arntfield et al., 2013). Moreover, training narrative abilities (West et al., 2007) will help future doctors give meaning to their experience (Bruner, 1990), without losing human aspects in clinical practice (West, 2001). The contribution will present a curriculum for 2nd year medical students (University of Milan, San Paolo Teaching Hospital), specifically oriented to develop soft skills during the preclinical years. During the second year, students are requested to go to the ward and gather a patient’s story of his/her illness experience. This paper will comment and discuss the students’ learning emerging from this writing experience, highlighting how it can contribute in creating connectedness with patients.
- Published
- 2019
36. Studio esplorativo sulla percezione di attività motorie mediate da tecnologia in un gruppo di anziani
- Author
-
Bernardelli G., Daniele K., Mari D., Borghese N. A., Zannini L., Bernardelli, G, Daniele, K, Mari, D, Borghese, N, and Zannini, L
- Subjects
attività motoria mediata da tecnologia ,M-PED/01 - PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE ,INF/01 - INFORMATICA ,ricerca esplorativa ,anziani ,interviste qualitative ,MED/48 - SCIENZE INFERMIERISTICHE E TECNICHE NEURO-PSICHIATRICHE E RIABILITATIVE - Published
- 2019
37. Promuovere benessere e prevenire il disagio mentale nei giovani (16-24): una sfida per le pratiche educative
- Author
-
Gambacorti Passerini, MB, Palmieri, C, Zannini, L, Elia, G, Polenghi, S, Rossini, V, Gambacorti Passerini, M, Palmieri, C, and Zannini, L
- Subjects
ricerca qualitativa ,prevenire disagio mentale ,M-PED/01 - PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE ,pedagogia e salute mentale ,pratiche educative a scuola ,promuovere benessere mentale - Abstract
Considerando l’importanza del contributo pedagogico nell’area della salute mentale, il contributo vuole discutere i primi risultati di un progetto di ricerca qualitativa che intende esplorare la pratica dei professionisti educativi nel promuovere benessere e prevenire disagio mentale nei giovani (16-24), con particolare attenzione al mondo scolastico. L’intervento si concentrerà su due contesti scolastici indagati, un centro di formazione professionale e un liceo delle scienze umane siti nell’hinterland milanese, mettendo a tema alcuni nodi emersi durante le interviste coi professionisti.
- Published
- 2019
38. The use of metaphors in General Practice. A Phenomenological Interpretative Analysis in an Italian setting
- Author
-
D'Oria, M, Milano, M, Zannini, L, Zannini, L., D'Oria, M, Milano, M, Zannini, L, and Zannini, L.
- Abstract
Background. The metaphor is defined as «an expression which describes a person or an object, by referring to something that is supposed to have similar characteristics» (Cambridge Academic Content Dictionary, 2017). Since the 90s, metaphors were studied in General Practice (GP) as communication phenomena with positive and negative effects on patients. Literature showed a dualistic representation of metaphors as useful or dangerous tools, while no research is available on clinicians’ deliberate use of these expressions. Summary of work. The research question “what is the representation of metaphor provided by professionals who work in a GP group, and eventually its perceived utility?” arose from a gap in the literature, the design was qualitative. The Interpretative Phenomenological Analysis (IPA) (Smith, Flowers & Larkin, 2009) was selected as methodology. The research aimed to understand the representations of physicians, nurses, and administrative assistants in a GP group. Fifteen participants (10 physicians, 3 administrative assistants, 2 nurses) (10 females, 5 males) was recruited with a purposeful sampling. Fifteen semi-structured interviews were conducted about the use of metaphors by participants and their patients. After a month, in-depth interviews were conducted to saturate data. Summary of results. Five categories emerged from the analysis: 1) representing metaphors differently when referring to professionals or patients (e.g. professionals’ metaphors are patient-tailored explanations, patients’ metaphors are symptomatic characteristics); 2) recognizing the clinical value of metaphors; 3) highlighting the strengths of metaphors; 4) underlining the limitations of metaphors; 5) explaining unintentionally issues through metaphors (e.g. the effects of clinical language). Discussion & Conclusions. Metaphors help to educate patients especially in difficult conversations. To overcome the dualism in the literature, this study suggests that a metaphor is an episte
- Published
- 2018
39. Collage-making as a chance for educational research with health professionals
- Author
-
Hannes, K, Dierckx de Casterl, B, Heylighen, A, Truyen, F, Gambacorti Passerini, M, Zannini, L, Gambacorti Passerini, MB, Zannini L, Hannes, K, Dierckx de Casterl, B, Heylighen, A, Truyen, F, Gambacorti Passerini, M, Zannini, L, Gambacorti Passerini, MB, and Zannini L
- Abstract
The contribution aims at providing a reflection on the use of “collage practice” in educational research involving health professionals. The use of collage has been highlighted in some recent literature related to qualitative inquiry in the social and educational field, especially in visual research (Banks, 2007), in arts-based and arts-informed methods (Knowles and Cole, 2008). Within this framework, this paper seeks to explore the use of collage as an investigation strategy in connection to narratives, referred to an arts-informed perspective (Knowles & Cole, 2008) of using art in research. Using images, as a source for creating meaning in the form of metaphor, referent is made to Ricoeur’s perspective (Ricoeur, 1976), his idea of metaphor as an instrument to reconstruct meaning. This is what can allow a new comprehension of the world, based on imaginative functions. Similarly, the narrative is a paradigmatic way for creating comprehension of the world, using metaphors. For this reason, the use of collage can be a valid research instrument especially when participants involved are adult professionals, in order to break the “fixed versions” of their stories, built during their lifetimes and working experience: the collage will be an instrument to introduce something unexpected that allows them to re-think their stories, producing different narrations (Biffi & Zuccoli, 2016). The paper will discuss the collage technique, proposed as an instrument that can help participants to go deeper into the meaning’s construction, before, after or beyond narrations related to lived experiences, as usually done in narrative (Connelly & Clandinin, 2000), and biographical research (Merril, West, 2009). With particular reference to health contexts, collage, accompanied by narration (Zannini, 2008), can be an instrument to allow professionals to reflect and give meaning to their everyday complex practice with patients. In order to clarify this issue, different examples of qualitative
- Published
- 2018
40. Come valutare le ricadute dell’ECM sul comportamento professionale degli operatori? Una scoping review
- Author
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Daniele, K, Devercelli, M, Terreno, G, Zannini, L, Katia Daniele, Mariangela Devercelli, Gregorio Terreno, Lucia Zannini, Daniele, K, Devercelli, M, Terreno, G, Zannini, L, Katia Daniele, Mariangela Devercelli, Gregorio Terreno, and Lucia Zannini
- Abstract
Premessa: L’ECM è cruciale nell’accrescimento/aggiornamento delle conoscenze, abilità e competenze del professionista della salute; risulta pertanto necessario valutarne le ricadute nella pratica lavorativa. Obiettivo di questo lavoro è indagare gli strumenti riportati in letteratura per la valutazione delle ricadute degli interventi ECM, focalizzando le modalità di valutazione del cambiamento del comportamento nella pratica professionale (terzo livello del modello di valutazione di Kirkpatrick). Materiali e metodi: È stata condotta una scoping review in PubMed e CINAHL, combinando le seguenti parole chiave: behavior change, effect, rebound, outcome, consequence, evaluation, assessment, continuing medical education, continuing professional development. Risultati: Sono risultati eleggibili 19 studi singoli, una revisione sistematica e un saggio. Gli strumenti di valutazione emersi dagli studi singoli sono prevalentemente dei questionari di auto-valutazione creati ad hoc, non validati. In pochi studi sono stati coinvolti altri “attori” nella valutazione, come i coordinatori dei servizi dei partecipanti o i pazienti. Oltre a questionari, sono state utilizzate scale validate, come anche focus group e/o interviste a partecipanti o responsabili. Pochi sono gli studi nei quali è stata effettuata una valutazione “oggettiva” delle ricadute ECM, come l’analisi pre-post corso delle cartelle cliniche compilate dai partecipanti. La maggioranza degli studi è disallineata rispetto alle raccomandazioni della revisione sistematica e del saggio. Conclusioni: L’analisi delle ricadute della ECM sui comportamenti dei professionisti viene prevalentemente effettuata con questionari di auto-valutazione. Sarebbe altresì auspicabile l’utilizzo di strumenti “oggettivi”, incluse analisi di documenti, come quelli usati negli audit. La valutazione dovrebbe inoltre essere condotta da altri stakeholders (coordinatori, colleghi, pazienti/utenti).
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- 2020
41. La laurea magistrale impatta sulle conoscenze, l’occupazione e l’upgrading professionale? Una survey nel CLM in Scienze Riabilitative dell’Università di Milano [Does the Master’s degree impact on healthcare knowledge, employment and professional upgrading? A survey in the MSc in Rehabilitation of the University of Milan]
- Author
-
Bernardelli, G, Daniele, K, Amenta, E, Alberti, E, Delle Fave, A, Zannini, L, G. Bernardelli, K. Daniele, E. Amenta, E. Alberti, A. Delle Fave, L. Zannini, Bernardelli, G, Daniele, K, Amenta, E, Alberti, E, Delle Fave, A, Zannini, L, G. Bernardelli, K. Daniele, E. Amenta, E. Alberti, A. Delle Fave, and L. Zannini
- Abstract
Questa indagine esplora aspettative, percezione dello sviluppo delle conoscenze, situazione lavorativa, sviluppo professionale e upgrading in un gruppo di studenti e di laureati magistrali in Scienze Riabilitative (LMSR) dell’Università di Milano (UNIMI). Sono stati reclutati tutti gli studenti iscritti dall’A.A. 08/09 al 16/17 (n=213) e intervistati con tre questionari creati ad hoc e somministrati all’immatricolazione (T0), alla laurea (T1) e dopo un anno (T2). Gli intervistati sono stati arbitrariamente suddivisi in junior (età < 40) e senior (≥40). A T0-T1 ha risposto il 58.68% della popolazione; a T2, il 68.8%. Abbiamo rilevato: abbassamento dell’età media e maggiore differenziazione dei profili professionali degli iscritti alla LMSR, diminuzione dell’aspettativa dell’upgrading, percezione di incremento delle conoscenze a T1, soprattutto pedagogiche. Nella popolazione generale, l’occupazione passa dal 58 (T0) al 93% (T1) e secondo gli intervistati la LMSR ha avuto un ruolo rilevante. Il 96% è soddisfatto del percorso di studio. A un anno dalla laurea (T2), il 43% migliora/stabilizza la condizione lavorativa. L’autonomia decisionale passa dal 33% (T0) a 55% (T2). Il 19% prosegue gli studi (50% Master; 25% Dottorato). Ulteriore ricerca, anche in altre LM, è necessaria per comprendere come trasformare/migliorare la formazione post-base alla luce di bisogni e carriere degli studenti.
- Published
- 2020
42. SEL1L, the human homolog of C. elegans sel-1: refined physical mapping, gene structure and identification of polymorphic markers
- Author
-
Biunno, I., Bernard, L., Dear, P., Cattaneo, M., Volorio, S., Zannini, L., Bankier, A., and Zollo, M.
- Published
- 2000
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43. ‘My wig has been my journeyʼs companion’: perceived effects of an aesthetic care programme for Italian women suffering from chemotherapy-induced alopecia
- Author
-
ZANNINI, L., VERDERAME, F., CUCCHIARA, G., ZINNA, B., ALBA, A., and FERRARA, M.
- Published
- 2012
- Full Text
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44. Formare alla cura del fine-vita: il collage come strategia riflessiva per i partecipanti di un Master in Cure Palliative
- Author
-
Gambacorti Passerini, M, Destrebecq, A, Terzoni, S, Zannini, L, Zannini, L, D'Oria, M, Gambacorti Passerini, M, Destrebecq, A, and Terzoni, S
- Subjects
formazione riflessiva ,Buona morte ,collage-making ,M-PED/01 - PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE ,cure palliative - Abstract
Le Cure Palliative (cp) stanno conoscendo in Italia un rapido incremento (istat, 2012), a causa dell’aumento delle malattie neoplastiche e ad andamento cronico-evolutivo. I professionisti impegnati in questo settore rispondono ai bisogni di cura di tutta la persona, inclusi quelli psicologici, sociali, spirituali che il delicato momento del fine-vita chiama in causa (Kendall et al., 2007). I professionisti delle cp, dunque, dovranno acquisire una competenza trasversale e composita per poter rispondere al bisogno di cura globale del paziente e del nucleo familiare (sicp, 2013). Il core dell’apprendimento in cp è stato individuato dalla Società Italiana di cp (sicp, 2013) in un mix di saperi specialistici, organizzativi, di ruolo e impliciti, legati fortemente all’idea che ci si sta prendendo cura di un paziente che non potrà essere guarito. Alle competenze non deve pertanto essere attribuito un significato neutro, intendendole come semplici azioni da svolgere: a esse si deve accordare un’importante funzione di crescita e maturazione personale e professionale, considerando anche i processi profondi che rendono gli operatori capaci di attribuire un orizzonte di senso e di motivazione a tutte le azioni di cura in ambito palliativo (Landmark et al., 2004). Una formazione specifica per le cp è presente in Italia soprattutto attraverso Master di alta formazione (Legge n. 38, 2010). Il presente contributo vuole presentare una proposta formativa rivolta a 30 partecipanti (medici, infermieri, assistenti sociali) di un Master di primo livello in cp. Suddivisi in tre gruppi secondo il proprio profilo professionale, i partecipanti sono stati invitati a creare un collage (Butler-Kisber, 2010) che rappresentasse la loro idea di buona morte. In seguito a un momento di creazione individuale, i collage sono stati presentati e narrati da ogni singolo professionista al gruppo intero, con la presenza della conduttrice del gruppo. La proposta è stata pensata in chiave di ricerca, all’interno di un progetto più ampio, ma anche formativa, per attivare nei professionisti una riflessione utile a tematizzare i propri impliciti, i propri valori relativi alla morte e per attivare un pensiero circa le competenze necessarie per agire un ruolo professionale nell’accompagnamento verso il fine-vita.
- Published
- 2018
45. Dal team docente al gruppo di lavoro. Un’esperienza di ricerca-supervisione all’interno di una scuola potenziata
- Author
-
Palmieri, C, Zannini, L, Ulivieri, S, Binanti, L, Colazzo, S, Piccinno, M, Palmieri, C, and Zannini, L
- Subjects
ricerca-supervisione, gruppo di lavoro, scuola potenziata, inclusione ,working group ,inclusion ,M-PED/01 - PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE ,research and supervision ,special classe - Abstract
Il contributo presenta un percorso di ricerca-supervisione svolto con un gruppo di insegnanti specializzati nel sostegno ed educatori impegnati in un progetto di Scuola Potenziata, nonché da insegnanti di classe. Come è noto, la scuola potenziata rientra tra le sperimentazioni (ex legge 104/1992) finalizzate ad evitare rischi di grave emarginazione sociale. Il percorso, realizzato grazie alla collaborazione del Comune di Bergamo, del Centro Studi Riccardo Massa, delle cooperative sociali Ser.E.NA e Alchimia nell’ambito del progetto “Dalla scuola dell’autonomia a quella dell’inclusione: la qualità dell’esperienza scolastica”, è stato finalizzato alla ri-condivisione del senso di “fare scuola potenziata”, ripensando inclusione e personalizzazione degli interventi nei confronti di alunni/e in grave situazione di disabilità o con BES. A partire dalle pratiche didattico-educative quotidiane, si è quindi focalizzato sul rapporto tra modo di essere e fare gruppo e tipo di lavoro educativo effettivamente svolto. Il contributo intende evidenziare potenzialità e criticità di un approccio alla formazione in servizio che ha cercato di coniugare ricerca e supervisione. Ciò è stato possibile grazie ad alcune attenzioni metodologiche che hanno portato gradualmente i partecipanti ad assumere una postura di ricerca. Il progetto ha dunque permesso agli insegnanti di interrogarsi sulle questioni critiche del lavoro educativo quotidiano This paper introduces a research/supervision project that involved a group of teachers specialized in supporting students with disabilities, educators, and teachers of primary school, all of them working in a “Scuola Potenziata” (School with special classes) of Bergamo, Italy. This project, named “From the School of Autonomy to the School of Inclusion: the quality of school experience”, was developed by the Municipality of Bergamo, the Riccardo Massa Study Centre, and the social cooperatives Ser.E.NA and Alchimia. The project investigated the sense of making “Scuola potenziata”, re-thinking the process of inclusion and the personalization of the intervention for students living in serious conditions of disability or with special needs. Starting from everyday educational practices, the project focused on the relation between participants’ way of “being a group”, and the educational work actually carried on with students. The paper highlights both strength and critical aspects of our teachers’ training approach, which tried to combine research and supervision. This mix of research/supervision intervention has been realized thanks to some methodological choices. Accordingly, participants were involved in a research process, and gradually assumed a researcher posture. Therefore, the project allowed teachers and educators to reflect critically on crucial issues of their everyday work
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- 2018
46. The natural history and surgical outcome of patients with scimitar syndrome: a multi-centre European study
- Author
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Vida, Vladimiro L, Guariento, Alvise, Milanesi, Ornella, Gregori, Dario, Stellin, Giovanni, Zucchetta F, Zanotto L, Padalino MA, Castaldi B, Bosiznik S, Crepaz R, Stuefer J, de Maria Garcia Gonzales F, Castaneda AR, Crupi G, Agnoletti G, Bondanza S, Marasini M, Zannini L, Butera G, Frigiola A, Varrica A, Chiappa E, Pilati M, Carotti A, Matteo T, Prandstraller D, Gargiulo G, Giovanna Russo M, Santoro G, Caianiello G, Spadoni I, Murzi B, Arcieri L, Pozzi M, Porcedda G, Berggren H, Carrel T, Kadner A, Çiçek S, Zorman Y, Fragata J, Gordo A, Hazekamp M, Sojak V, Hraska V, Asfour B, Maruszewski B, Kozlowski M, Metras D, Pretre R, Rubay J, Sairanen H, Sarris G, Schreiber C, Ono M, Meyns B, Van den Bossche K, Tlaskal T, Lo Rito M, Joon Yoo S, Van Arsdell GS, Calderone C, Iwamoto Y, Leon-Wyss J, Di Filippo S, Leconte C, Mulder BJ, Ebels T, Arrigoni S, Valsangiacomo E, Hitendu D, Konstantinov IE, Gamillscheg A, Gabriela D, Herberg U, Dulac Y, Edmerger J, Zarate Fuentes A, Miguel Gil Jaurena J, Bo I, Ghez O, Rigby ML, Bacha EA, Kalfa D, Speggiorin S, Bu'Lock F, Al-Ahmadi M, Di Salvo G, Surmacz R, Yemets IM, Mykychak YB, Lugones I, Cameron DE, Vricella LA, Troconis CJ, Thiene G, Angelini A, Zanotto L., Vida, Vladimiro L, Guariento, Alvise, Milanesi, Ornella, Gregori, Dario, Stellin, Giovanni, Zucchetta F, Zanotto L, Padalino MA, Castaldi B, Bosiznik S, Crepaz R, Stuefer J, de Maria Garcia Gonzales F, Castaneda AR, Crupi G, Agnoletti G, Bondanza S, Marasini M, Zannini L, Butera G, Frigiola A, Varrica A, Chiappa E, Pilati M, Carotti A, Matteo T, Prandstraller D, Gargiulo G, Giovanna Russo M, Santoro G, Caianiello G, Spadoni I, Murzi B, Arcieri L, Pozzi M, Porcedda G, Berggren H, Carrel T, Kadner A, Çiçek S, Zorman Y, Fragata J, Gordo A, Hazekamp M, Sojak V, Hraska V, Asfour B, Maruszewski B, Kozlowski M, Metras D, Pretre R, Rubay J, Sairanen H, Sarris G, Schreiber C, Ono M, Meyns B, Van den Bossche K, Tlaskal T, Lo Rito M, Joon Yoo S, Van Arsdell GS, Calderone C, Iwamoto Y, Leon-Wyss J, Di Filippo S, Leconte C, Mulder BJ, Ebels T, Arrigoni S, Valsangiacomo E, Hitendu D, Konstantinov IE, Gamillscheg A, Gabriela D, Herberg U, Dulac Y, Edmerger J, Zarate Fuentes A, Miguel Gil Jaurena J, Bo I, Ghez O, Rigby ML, Bacha EA, Kalfa D, Speggiorin S, Bu'Lock F, Al-Ahmadi M, Di Salvo G, Surmacz R, Yemets IM, Mykychak YB, Lugones I, Cameron DE, Vricella LA, Troconis CJ, Thiene G, Angelini A, Zanotto L., Cardiology, APH - Personalized Medicine, APH - Aging & Later Life, ACS - Heart failure & arrhythmias, Cardiothoracic Surgery, Zucchetta, F, Zanotto, L, Padalino, Ma, Castaldi, B, Bosiznik, S, Crepaz, R, Stuefer, J, De Maria Garcia Gonzales, F, Castaneda, Ar, Crupi, G, Agnoletti, G, Bondanza, S, Marasini, M, Zannini, LUIGI PIERO, Butera, G, Frigiola, A, Varrica, A, Chiappa, E, Pilati, M, Carotti, A, Matteo, T, Prandstraller, D, Gargiulo, G, Giovanna Russo, M, Santoro, G, Caianiello, G, Spadoni, I, Murzi, B, Arcieri, L, Pozzi, M, Porcedda, G, Berggren, H, Carrel, T, Kadner, A, Çiçek, S, Zorman, Y, Fragata, J, Gordo, A, Hazekamp, M, Sojak, V, Hraska, V, Asfour, B, Maruszewski, B, Kozlowski, M, Metras, D, Pretre, R, Rubay, J, Sairanen, H, Sarris, G, Schreiber, C, Ono, M, Meyns, B, Van Den Bossche, K, Tlaskal, T, Lo Rito, M, Joon Yoo, S, Van Arsdell, G, Calderone, C, Iwamoto, Y, Leon-wyss, J, Di Filippo, S, Leconte, C, Mulder, Bj, Ebels, T, Arrigoni, S, Valsangiacomo, E, Hitendu, D, Konstantinov, Ie, Gamillscheg, A, Gabriela, D, Herberg, U, Dulac, Y, Edmerger, J, Zarate Fuentes, A, Miguel Gil Jaurena, J, Bo, I, Ghez, O, Rigby, Ml, Bacha, Ea, Kalfa, D, Speggiorin, S, Bu'Lock, F, Al-ahmadi, M, Di Salvo, G, Surmacz, R, Yemets, Im, Mykychak, Yb, Lugones, I, Cameron, De, Vricella, La, Troconis, Cj, Thiene, G, Angelini, A, Zanotto, L., and University of Zurich
- Subjects
Male ,Pediatrics ,medicine.medical_specialty ,Time Factors ,Natural history ,610 Medicine & health ,Congenital heart defect ,Multi-centre study ,Surgery ,030204 cardiovascular system & hematology ,Asymptomatic ,2705 Cardiology and Cardiovascular Medicine ,03 medical and health sciences ,0302 clinical medicine ,Interquartile range ,Scimitar syndrome ,medicine ,Humans ,Registries ,Cardiac Surgical Procedures ,Retrospective Studies ,business.industry ,Incidence (epidemiology) ,Incidence ,Scimitar Syndrome ,Infant, Newborn ,Infant ,Retrospective cohort study ,Odds ratio ,medicine.disease ,Pulmonary hypertension ,Echocardiography, Doppler ,Europe ,Survival Rate ,Stenosis ,Treatment Outcome ,030228 respiratory system ,10036 Medical Clinic ,Pulmonary Veins ,Child, Preschool ,Female ,medicine.symptom ,Cardiology and Cardiovascular Medicine ,business ,Follow-Up Studies - Abstract
Aims Treatment decisions in patients with scimitar syndrome (SS) are often challenging, especially in patients with isolated SS who are often asymptomatic and who might be diagnosed accidentally. We queried a large multi-institutional registry of SS patients to evaluate the natural history of this condition and to determine the efficacy of surgical treatment in terms of survival and clinical status. Methods and results We collected data on 485 SS patients from 51 institutions; 279 (57%) patients were treated surgically (STPs) and 206 (43%) were clinically monitored (CMPs). Median age at last follow-up was 11.6 years (interquartile range 4-22 years). Overall survival probability at 30 years of age was 88% [85-92% confidence intervals (CI)] and was lower in patients with associated congenital heart disease (CHD) (P
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- 2018
47. Collage-making as a chance for educational research with health professionals
- Author
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Gambacorti Passerini, MB, Zannini, L, Hannes, K, Dierckx de Casterl, B, Heylighen, A, Truyen, F, Gambacorti Passerini, M, and Zannini, L
- Subjects
qualitative inquiry ,Collage-making ,educational research ,M-PED/01 - PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE ,Collage making, educational research, health professionals ,health professional - Abstract
The contribution aims at providing a reflection on the use of “collage practice” in educational research involving health professionals. The use of collage has been highlighted in some recent literature related to qualitative inquiry in the social and educational field, especially in visual research (Banks, 2007), in arts-based and arts-informed methods (Knowles and Cole, 2008). Within this framework, this paper seeks to explore the use of collage as an investigation strategy in connection to narratives, referred to an arts-informed perspective (Knowles & Cole, 2008) of using art in research. Using images, as a source for creating meaning in the form of metaphor, referent is made to Ricoeur’s perspective (Ricoeur, 1976), his idea of metaphor as an instrument to reconstruct meaning. This is what can allow a new comprehension of the world, based on imaginative functions. Similarly, the narrative is a paradigmatic way for creating comprehension of the world, using metaphors. For this reason, the use of collage can be a valid research instrument especially when participants involved are adult professionals, in order to break the “fixed versions” of their stories, built during their lifetimes and working experience: the collage will be an instrument to introduce something unexpected that allows them to re-think their stories, producing different narrations (Biffi & Zuccoli, 2016). The paper will discuss the collage technique, proposed as an instrument that can help participants to go deeper into the meaning’s construction, before, after or beyond narrations related to lived experiences, as usually done in narrative (Connelly & Clandinin, 2000), and biographical research (Merril, West, 2009). With particular reference to health contexts, collage, accompanied by narration (Zannini, 2008), can be an instrument to allow professionals to reflect and give meaning to their everyday complex practice with patients. In order to clarify this issue, different examples of qualitative research, carried out by the authors (Gambacorti-Passerini, 2016; Gambacorti-Passerini et al. 2017) in health contexts will be presented and discussed. The search for visual and imaginative metaphors based on images and verbal narrations can create forms of meaning about everyone’s experience, which otherwise would not be discovered
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- 2018
48. Collecting stories of illness experience: an undergraduate medical curriculum to develop connectedness and togetherness with patients
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Gambacorti Passerini, MB, Zannini, L, Battezzati, PM, Gambacorti Passerini, M, Zannini, L, and Battezzati, P
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Medical education ,Narrative Medicine ,M-PED/01 - PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE ,Reflective writing - Abstract
In Western culture, medicine is currently conceived as a complex discipline (Berlin et al., 2017), based both on biological and human aspects, related respectively to hard and human sciences. All of these aspects are considered crucial, when caring for a patient (Zannini, 2008). The development of Western medicine (Foucault, 1969) has progressively emphasized the biological and “hard” component of medicine, focusing physicians’ competencies on identification and management of physical disease, namely on the sick part of the patient’s body. Thus, that development was based on separation of body from mind and on division of body in smaller and smaller parts. As a result, disconnection from emotions and therefore discontent were often registered in the medical practice. Soft skills, related to the ability of setting up a relationship with patients, were often relegated to the personal characteristics and private background of the physician. Consequently, in the Sixties, during the development of hard medicine, little attention was paid to the improvement of those competencies useful to create togetherness and connectedness with patients and other professionals, with evident consequences on patients’ and professionals’ discontents. For example, healthcare professionals’ burn-out and depression have been lately related also to their incapacity of remaining connected to the patients, the others, and themselves (McKenna et al. 2016). In the last decades, a renovated interest for human aspects of medicine has been registered (Cowen et al. 2016): developing “soft” skills is currently considered crucial in the medical education literature. Diverse pedagogical strategies could be chosen to develop those skills, including both emotional and cognitive elements. Enhancing the consideration of patients’ life stories and their illness experience can be a way to develop soft skills in medical students and therefore the competencies useful to develop connectedness (Charon, 2014; Arntfield et al., 2013). Moreover, training narrative abilities (West et al., 2007) will help future doctors give meaning to their experience (Bruner, 1990), without losing human aspects in clinical practice (West, 2001). Literature points out that remaining connected with personal and emotional experience is a key element to develop resilience (McKenna et al. 2016). The contribution will present a curriculum for 2nd year medical students (University of Milan, San Paolo Teaching Hospital). Started in 2009, the course is specifically oriented to develop soft skills during the preclinical years. During the second year, students are requested to go to the ward and gather a patient’s story of his/her illness experience, more similar to constructing an “illness biography” than “taking a history”. Then, they have to write the collected story using the first person: in this way, the biographical collection exercise is enriched by the effort of writing and identifying themselves with the patients, hopefully promoting empathy. Gathering illness stories is intended as a chance for students to gain an insight into patients’ world, experimenting a situation where they are requested to create togetherness with them (Engel, 2005). This paper will comment and discuss the students’ learning emerging from this writing experience, highlighting how it can contribute in creating connectedness with patients.
- Published
- 2018
49. Chronic Myeloid Leukemia patients’ life stories: finding a meaning in the illness experience and contributing to improve health-care quality
- Author
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GAMBACORTI PASSERINI, M, Palmieri, C, Zannini, L, GAMBACORTI PASSERINI, MARIA BENEDETTA, PALMIERI, CRISTINA, Zannini, L., GAMBACORTI PASSERINI, M, Palmieri, C, Zannini, L, GAMBACORTI PASSERINI, MARIA BENEDETTA, PALMIERI, CRISTINA, and Zannini, L.
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Every man/woman is actively constructing his/her unique life story that tells about life events and the way he/she has coped with them (Demetrio, 1996). Life stories are never fixed: adverse events (illness, grief, divorce...) sometimes happen and force us to reexamine our projects. To this regard, narration could be useful to take care of what has been experienced: it enables us to “name” experiences, reflecting on them and sometimes opening new perspectives (Zannini, 2008). In addition to the educational gain that can be experienced by the narrator (Chase, 2011), our intervention will present a project based on the hypothesis that what emerges from patients’ narratives could highlight useful directions for health professionals, to “take care” of patients’ life stories, offering a “global care”. The present project was aimed at collecting illness narratives of patients, members of the Italian Association of Chronic Myeloid Leukemia Patients (AIP-LMC). The proposal to re-think, while narrating, about one’s own experience, could represent for patients a chance to re-signify their illness story (Zannini et al., 2014). The project has a qualitative design, aimed at exploring participants’ illness narratives, intended as a powerful source of knowledge (Merrill & West, 2009). The method of Narrative Inquiry (Connelly & Clandinin, 2006) considers narration as an activity that allows to grasp the meaning of a lived experience. The project involved 11 patients selected on a voluntary basis. Each participant was involved in a narrative interview, to collect his/her illness story. The analysis of the interviews followed the Narrative Analysis model proposed by Lieblich, Tuval-Mashiach and Zilber (1998). Referring to literature (Guilhot et al., 2015) and to a holistic-content perspective, five common stages were found in the patients’ stories, even if each story was also analyzed considering its particular contents. The holistic analysis of form consented to individuate three
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- 2017
50. Formare alla cura del fine-vita: il collage come strategia riflessiva per i partecipanti di un Master di primo livello in Cure Palliative
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GAMBACORTI PASSERINI, M, Destrebecq, A, Terzoni, S, Zannini, L, GAMBACORTI PASSERINI, MARIA BENEDETTA, Zannini, L., GAMBACORTI PASSERINI, M, Destrebecq, A, Terzoni, S, Zannini, L, GAMBACORTI PASSERINI, MARIA BENEDETTA, and Zannini, L.
- Abstract
L’area sanitaria delle Cure Palliative sta conoscendo in Italia un rapido incremento (Istat, 2009), a causa dell’aumento delle malattie neoplastiche e ad andamento cronico-evolutivo. I professionisti impegnati in questo settore rispondono ai bisogni di cura di tutta la persona, inclusi i suoi bisogni psicologici, sociali, spirituali che il delicato momento del fine-vita chiama in causa (Kendall, 2007). Particolare attenzione è dedicata al dolore, interpretabile non solo nella sua componente fisica, ma nell'accezione più ampia di dolore globale, per l’importante impatto che produce sulla qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie. I professionisti delle cure palliative, dunque, dovranno acquisire una competenza trasversale e composita per poter rispondere al bisogno di cura globale del paziente e del nucleo familiare (SICP, 2012). Il core dell’apprendimento in cure palliative è stato individuato dalla SICP (2012) in un mix di saperi specialistici, organizzativi, di ruolo e impliciti, legati fortemente all’idea che ci si sta prendendo cura di un paziente che non potrà essere guarito. Alle competenze non deve pertanto essere attribuito un significato neutro, intendendole come semplici azioni e mansioni da svolgere: a esse si deve accordare un’importante funzione di crescita e maturazione personale e professionale, considerando anche i processi profondi che rendono gli operatori capaci di attribuire un orizzonte di senso e di motivazione a tutte le azioni di cura in ambito palliativo (Landmark et al., 2004). Una formazione specifica per le cure palliative è presente in Italia soprattutto attraverso Master di alta formazione (Legge n. 38, 2010). Il presente contributo vuole presentare una proposta di ricerca-intervento rivolta a 30 partecipanti (medici, infermieri, assistenti sociali) di un Master di primo livello in cure palliative. Suddivisi in tre gruppi secondo il proprio profilo professionale, i partecipanti sono stati invitati a creare un collage (But
- Published
- 2017
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