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Il contributo propone un profilo della produzione libraria bresciana del XVII secolo, con particolare riguardo alle relazioni tra gli autori (personali o istituzionali) locali e le tipografie di volta in volta attive in città. Il panorama tende complessivamente a impoverirsi nel corso del Seicento, con una riduzione numerica significativa dei protagonisti. A fronte di ciò, tuttavia, l'editoria dell'ultima parte del secolo prepara le importanti pubblicazioni che vedranno la luce nel Settecento.

Il contributo propone un'attenta ricognizioni dei manoscritti conservati presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano che portano note di possesso di istituzioni bresciane o comunque sono riconducibili a Brescia. Il lavoro si concentra poi sui manoscritti del maestro Marco Picardi, di cui sono identificati e studiati nuovi testimoni (Ovidio, Fasti; Dante, Commedia).

Il contributo pubblica una importante lettera di Cencio Rustici a Francesco da Fiano in cui sono descritte le importanti scoperte di antichi codici compiute a San Gallo dall'autore stesso con gli amici Poggio Bracciolini e Bartolomeo Aragazzi. Diversamente dal racconto dell'amico Poggio, contenuto in una famosa lettera, qui il Rustici non nomina il ritrovamento del codice con Quintiliano integro, insistendo piuttosto sulla scoperta di autori fino ad allora del tutto ignoti.

Sono studiate le iscrizioni prodotte a Brescia nel sec. XIV e XV (sia quelle ancora conservate sia quelle trasmesse dai manoscritti)