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Secondo Leslie Kern (2020) e altre autrici, storicamente gli spazi urbani sono stati il centro di relazioni di potere diseguali, di strutture socio-politiche oppressive e di pratiche discriminatorie. Nonostante alcuni progressi, le donne, le persone disabili, le persone razzializzate, le minoranze sessuali e di genere e i e le migranti sono ancora marginalizzati ed esclusi dai processi decisionali e politici. Questo modello sembra essere universale e potrebbe essere applicato anche all'esperienza delle aree metropolitane italiane. Anche a Bologna, città sedicente progressista, è difficile trovare dati e studi in grado di descrivere nel dettaglio le disuguaglianze e di supportare politiche basate sui dati. Per colmare questa lacuna di dati di genere e raccogliere dati utili per orientare la visione politica di una città femminista, abbiamo applicato l'approccio femminista ai dati già disponibili e alla raccolta di dati quantitativi e qualitativi mancanti sia nella sfera pubblica che nel processo di policy making. L'obiettivo della ricerca è avviare una riflessione aperta e suggerire ai decisori politici una nuova agenda politica locale basata sul contributo diretto delle cittadine, sui dati aperti e sull'approccio del femminismo dei dati. I dati sono stati raccolti con un sondaggio online nel novembre-dicembre 2020 integrato con sezioni più qualitative/aperte all'acquisizione di informazioni, costruito secondo una metodologia e un'epistemologia femminista che mette al centro la cura ma anche la possibilità di liberarsi di alcuni stereotipi come la dicotomia "lavoro produttivo vs lavoro di cura" come uniche attività rilevanti per le donne. La ricerca ha raccolto dati su due dimensioni principali: la vita privata e la vita pubblica. La prima, con un focus su come la pandemia abbia avuto un impatto sulle attività di cura, sul lavoro e sul tempo libero, riprendendo un sondaggio precedentemente distribuito. La seconda dimensione si concentra su come le donne percepiscono gli spazi cittadini (sicuri/non sicuri), esaminando potenziali fattori esterni e interni e quali temi prioritari l'amministrazione cittadina dovrebbe sviluppare per dare forma a una città più inclusiva, equa e paritaria. Conclusioni preliminari: per costruire politiche basate sui dati per città femministe, le donne e le minoranze devono essere ascoltate annualmente e i dati di genere devono essere raccolti e pubblicati in tutte le attività in cui sesso/genere sono rilevanti: alloggio, mobilità, lavoro, istruzione. Alcune delle tendenze emerse dagli intervistati sono legate alla grande consapevolezza della questione ambientale e alla richiesta di spazi all'aperto, verdi e gratuiti per praticare sport e altre attività sociali all'aperto; interventi negli spazi urbani percepiti come insicuri orientati a una trasformazione dei luoghi (migliore illuminazione stradale o vivacizzazione dell'area) piuttosto che alle misure di sicurezza pubblica tradizionalmente utilizzate (ad esempio, potenziamento delle pattuglie, TVCC o sorveglianza).

La città di Bologna può essere considerata pioniera nella sperimentazione di esperienze di rigenerazione dei beni comuni urbani e di governance collaborativa. Nonostante gli strumenti e le risorse sviluppate a livello cittadino per dare forma a queste esperienze, il rapporto tra istituzioni e comunità locali diviene negli anni sempre meno agile da gestire, svelando le numerose difficoltà dell’amministrazione di svolgere il ruolo di soggetto abilitante la partecipazione e di riuscire ad integrare nell’agenda politica della città, le istanze che si sviluppano sul territorio. Partendo dal caso studio di due processi partecipativi avvenuti nella città di Bologna - Bilancio Partecipativo e Laboratorio Spazi -, il contributo traccerà una riflessione sul ruolo degli attori sociali nella gestione partecipata di politiche urbane, nel tentativo di rileggere il loro protagonismo all’interno della pianificazione di una città capace di tenere insieme le voci dei territori e delle comunità che li abitano., Tracce urbane. Rivista italiana transdisciplinare di studi urbani, V. 8 N. 12 (2022): Sguardi critici sulla rigenerazione urbana dal basso. Pratiche, retoriche ed effetti di cambiamento per un’alternativa di città

This contribution is focused on the relationship between migrants, housing issue, and new technologies and is part of a broader reflection developed within the European Horizon 2020 project MICADO started in 2019 and ends in June 2022. In the first part of this contribution, we will show how the housing issue is crucial to the success of any integration process. But obtaining housing for migrants within the European context, as the literature has shown, calls into question contextual factors and individual characteristics that in many cases represent a major barrier to housing integration. Secondly, starting from the research material collected during the first two years of the project, we will focus on the case of Bologna, a city that was part of the four pilot cities involved in the project (together with Hamburg, Madrid and Antwerp). As we will show, the processes of facilitating the housing integration of migrants through the use of new technologies, however promising they may be, show structural limits, i.e. not attributable to the researchers’ choices and possibilities, but due to greater causes, such as the availability and ownership of data on available housing, which has an important impact on the possibility of updating them automatically, or the presence of strong forms of stigmatisation of migrant living and of real racist attitudes towards them; up to the issue of social housing, which sees a strong process of digitalisation of application procedures, procedures that clash with the not always sufficient level of technological skills of migrants applying.

Il contributo approfondisce l'analisi territoriale della città di Baltimora, che fa da sfondo alla serie tv The Wire, campo della ricerca. Le trasformazioni della città vengono analizzate da una prospettiva storica e sociologica, con particolare attenzione a tre dimensioni: sistema scolastico e socio-sanitario, disuguaglianze e criminalità e questione abitativa e dinamiche di segregazione razziale.

The European social and economic agenda sets digital inclusion and integration of disadvantaged groups as a fundamental goal for European policies. Migrants, as one of the most vulnerable and unprivileged populations, should have access and benefit from ICT usage in order to facilitate the integration process in the host country. The concept of integration also has an impact on service providers and city administrations that address migrants’ needs, being asked to coordinate their actions to guarantee an extensive approach to the integration process. Starting from interviews conducted in the MICADO project with service providers working with asylum seekers and refugees and local authorities in Bologna, this contribution focuses on obstacles to an effective digital integration while providing assistance, integration support and social services to migrants. In this article, we highlight some of the issues that arose during interviews such as data ownership, multiplicity of digital tools, internal conflicts between service providers, the political obstacles paradoxically linked to the fear of over attraction of services by disadvantaged populations and the manipulation of the migratory phenomenon by right-wing parties. Reflections, based on these topics, are provided to address some of these obstacles, aiming for positive effects of a digital integration process, both for migrants and for city services’ providers.

In the last few years we witnessed an increased use of co-creation processes in the design of services and design of public policies. Traditionally used in marketing and communication area, this approach has gained legitimacy and diffusion among areas of research and projects that address societal issues, such as migrant- related challenges. Co-creative methods advocate to involve a wide variety of stakeholders throughout the entire co-creative process. The active inclusion of this wide spectrum of stakeholders is based on the idea that 'everyone is an expert on one issue or another, first and foremost on their own life' (van Westen and van Dijk 2015, p.15). The aim of bringing different people (stakeholders) together to develop an idea is multifold: the involvement of the target group throughout the co-creative process is expected to increase transparency, support and contribute to build a cultural acceptance of the shared approach and increase the level of responsibility connected with the final outcome of the co-design process. In this scenario the co-creation process should be fully integrated into a wider participatory decision-making process where actors have the capacity to steer and build the outcome and monitor its effect, especially if in the presence of a discrepancy of power, knowledge and access to information, as often occur in migration research and policy making. Through a critical observation of preliminary results of 7 co-design process held in Bologna in 2019 with migrants, local authories and stakeholders involved in the integration policies, as part of the H2020 project MICADO, the paper tries to analyze the main characteristics of an effective co-creation methodology. Even if this methodology could actually represent an empowering space and tool for migrants and other actors involved in finding innovative strategies to address migrant-related challenges, everything depend given all the specific circumstances of the European Countries partner of the project.

Fiumi e città è tema antico e storico. Le città sono state fondate lungo i fiumi; poi alterne vicende, anche tragiche, hanno provocato un allontanamento, una separazione fra il tessuto urbano e i corsi d'acqua. Vicinanza e lontananza, fisica e simbolica, sono il tema centrale di questo primo volume, parte di una trilogia che inizia con i fiumi dell'alto Adriatico, per passare poi a quelli del centro e sud Italia. I casi sono 23 capoluoghi di provincia studiati secondo tre cliché: le formazioni sociali, i giochi di potere e i progetti di riqualificazione. Il contributo si concentra sul caso bolognese e l'evoluzione del suo artificio idrico.

Negli ultimi decenni si è assistito a una crescente interazione tra amministrazioni pubbliche e realtà organizzate del territorio che ha dato forma e consolidato modalità di progettazione e realizzazione di politiche pubbliche fortemente connotata da un approccio collaborativo e co-progettato. Dagli anni 2000 l’impostazione condivisa delle politiche pubbliche in vari ambiti del welfare ha incoraggiato il protagonismo di realtà del terzo settore per cui gli strumenti di attivazione e partecipazione sono stati sempre maggiori: si pensi ai Regolamento per l’amministrazione dei Beni Comuni che sono proliferati in tutto il Paese (Arena, Iaione 2012), al riconoscimento di forme di attivazione territoriale più o meno strutturate nei processi di innovazione sociale in ambito sociale e di inclusione che hanno costituito creazione di valore per le periferie urbane e per luoghi dismessi e sottoutilizzati (Ostanel 2017). Se questa struttura ha tenuto in tempi di normalità, favorendo processi di integrazione tra istituzioni e realtà del terzo settore - fino ad arrivare progressivamente ad un sempre maggiore impegno di queste ultime nella progettazione e realizzazione di servizi sociali, educativi, culturali e sanitari - l’emergenza Covid-19 e il conseguente regime di lockdown hanno accelerato dinamiche di inefficienza delle istituzioni pubbliche, incapaci di svolgere il ruolo di soggetti abilitanti la partecipazione, mettendo in luce la fallacia di strumenti e processi di attivazione civica. Sulla scorta di queste premesse, il presente contributo cerca di indagare le conseguenze prodotte dal Covid attraverso le seguenti domande di ricerca: 1) Quali sono stati gli impatti della pandemia su questi processi e strumenti di attivazione? 2) Qual è stata la risposta delle comunità che si sono trovate sguarnite della guida e del coordinamento delle istituzioni nella gestione dei nuovi bisogni delle comunità? 3) Possiamo considerare gli strumenti finora utilizzati sono ancora validi? Dal punto di vista metodologico, sono state condotte 15 interviste semi-strutturate di tipo esplorativo con testimoni privilegiati tra cui soggetti appartenenti a Cooperative, Onlus, Associazioni e gruppi informali della città di Bologna nelle fase conclusiva del lockdown e nella progressiva riapertura delle attività (fase 2 e fase 3). Attraverso i colloqui sono state esplorate le strategie e le modalità alternative di attivazione messe in campo per rispondere alle esigenze in costante mutazione espresse dalle comunità nonché la capacità responsiva delle amministrazioni. In aggiunta è stata approfondita la trasformazione della collaborazione e della reciproca legittimazione nei processi di governance e nella presa in carico dei bisogni sociali tra enti pubblici e realtà del terzo settore. I dati raccolti sono stati trascritti verbatim e analizzati mediante un’analisi del contenuto. L’analisi mostra come la sospensione di tutte le attività abbia generato attivazione di reti di solidarietà e di mutualismo dal basso che non sempre hanno visto proattivi e presenti enti dell’amministrazione nella comprensione dei bisogni impellenti che il lockdown ha accelerato. Questa problematicità si è altresì notata nella gestione delle risposte da garantire alla collettività e nel raccordo con le realtà del territorio. La pandemia ha evidenziato in modo molto netto la necessità di ripensare le modalità di costruire, agevolare e sostenere spazi di empowerment delle comunità e di presa in carico del bene pubblico, senza dover ridurre la complessità di esperienze innovative e atipiche di attivazione civica ai tradizionali canoni amministrativi e normativi, che non sempre si dimostrano efficaci e tempestivi.

The OPERANDUM project is designed to address major hydro-meteorological risks through the deployment and assessment of Nature-Based Solution (NBS). The project pursues a co-creation approach and sets up 7 Open Air Laboratories (OAL) in which a user-centric method, characterized by the active participation of the stakeholders, is promoted. Stakeholder engagement in co-designing, co-developing, and co-deploying NBS is becoming a prominent practice in environmental projects and a crucial part of the process is monitoring and impact evaluation of the engagement strategy and actions. Monitoring aims at providing information about the stakeholder engagement processes throughout the project and should not be seen as a separate part of the stakeholder engagement processes or an aim in itself but as a continuous and integral element of the co-creation process. The poster shows the results of preliminary empirical research conducted among the OALs in order to propose some key indicators useful to evaluate the process and the impact generated by the OPERANDUM co-creative approach. Starting from a theoretical framework, the research selected and discussed some crucial indicators in order to propose an action plan for the monitoring and impact evaluation of OPERANDUM strategy to involve and support the participation of stakeholders, with a specific focus on the tools used so far and those that are in the pilot phases (i.e Stakeholder Forum experimented in OAL Italy). Both qualitative and quantitative methods have been included in the evaluation for the engagement strategy outcome of the projects to be fully understood and, not secondarily, to identify a sustainability strategy beyond the conclusion of OPERANDUM to reinforce the social acceptance, the shared knowledge, and the upscaling of NBS at local, national and global level.

The work represents the results of the discussion among professionals and researchers attempting to conceptualize proposals for solutions to crucial problems affecting our cities. Commoning processes are taken as as parameters through which to question the ways in which cities activate processes of territorial regeneration, tracing some fundamental values on which to structure these transformative processes. In this approach, the main idea is that Commons are means of processes that enhance the network of actors in the public arena to redefine the collective value of resources.

Il contributo analizza i dati relativi all'impiego della mediazione penale in ambito minorile con riferimento alle pratiche del Tribunale per i Minorenni di Bologna.

The article aims to describe the rationale and the impact of the Juvenile Detention Alternative Initiative (JDAI) programs in decreasing the inmate juvenile population in New Jersey, which is considered a "Model State" in implementing this government initiative. Through the words of some juvenile justice professionals, this article intends to analyze the results achieved and to assess the next steps that need to be implemented in order to ensure every juvenile a fair and rehabilitationoriented process

Il volume riporta i risultati di una ricerca biennale, diretta da Costantino Cipolla, riguardante le implicazioni criminologiche e vittimologiche del gioco d'azzardo in Emilia-Romagna. Il contributo, nello specifico, intende concentrarsi su un'analisi delle politiche territoriali volte a contrastare gli effetti dannosi dell'azzardo,con riferimento ad alcuni servizi e strutture che sono presenti nel territorio oggetto di studio. Grazie all'analisi di interviste in profondità svolte a tutti gli attori coinvolti nelle dinamiche di recupero della ludopatia (giocatori e operatori presenti nei servizi) è stato possibile proporre alcune riflessioni in merito alle misure di contrasto e prevenzione al gioco d'azzardo patologico, con uno sguardo attento non solo al singolo giocatore ma alla sua comunità di riferimento e alle reti sociali in cui è inserito.

Il contributo propone, dopo una breve rassegna teorica sul concetto di stalking e cyberstalking, una analisi di alcuni progetti di prevenzione e di intervento in questo ambito. Comparando alcune iniziative realizzate nel nostro Paese e negli Stati Uniti si intende mettere in luce punti forti e criticità di queste progettualità, anche alle luce delle sfide che la società del web ci obbliga ad affrontare nella ricerca così come nell'operatività.

In the rich and complex framework that today define the debate about urban commons, our contribution focuses on the relations between commoning processes and urban regeneration. In the last 5 years, we can see emerging different experimental public policies and urban transformation processes that aim not only to give citizens the possibility to manage public properties in a common interest, but also to encourage private groups to take charge of the architectural transformation of public buildings. This paper focuses on the extents and limits of the comparison between two European countries, Italy and France, more precisely between the cities of Turin, Bologna and Grenoble. In the three cities we find similar case studies in terms of actors, stakes and urban impacts. To enquire on those similarities needs a methodology that can highlight the way in which those apparently sporadic cases challenge the existing knowledge on urban commons. Our objective is to question not only the impacts of commons on city governance, but also on how spaces are reshaped and redesigned by commoning practices.

Storia della presenza della mafia italiana in Olanda ed analisi della percezione delle attività mafiose in quella specifica zone dell'Europa

Sitografia ragionata del volume Perché non possiamo non essere eclettici : il sapere sociale nella web society / Costantino Cipolla / Milano : Angeli, 2013

Dopo aver passato in rassegna le principali teorie sociologiche sulle interpretazioni della devianza minorile, si analizzano gli strumenti a disposizione delle istituzioni deputate che intervengono in questo ambito, evidenziandone aspetti positive e criticità