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Si affrontano gli aspetti essenziali della giustificazione dell'interpretazione delle clausole generali

Ri-leggere Basaglia a cent'anni dalla nascita è ri-scoprire il legame inscindibile tra cura e democrazia. La legge 180 infatti, introducendo per la prima volta il principio di volontarietà dei trattamenti sanitari, riconosceva alla persona la disponibilità del proprio corpo. Il malato non più come corpo-oggetto che si può internare o sottoporre al paternalismo del curante, ma come corpo-soggetto con una sua dignità e contrattualità.

Il libro presenta quattro capitoli su temi prevalentemente di diritto civile: l’interpretazione del contratto, il giudizio di meritevolezza degli interessi, l’abuso del diritto e il contratto in frode al terzo. Ogni testo intreccia aspetti filosofici e giuridici assumendo, fra le molte adottabili, la prospettiva della filosofia del diritto positivo. Quest’ultimo è una miscela di vari elementi: testi, significati, argomentazioni, prassi sociali; farne la filosofia significa, tra l’altro, individuare e discutere i problemi che la giurisprudenza e la dottrina sollevano, compiere riflessioni sugli strumenti di lavoro utilizzati dai giudici e dagli studiosi, segnalare differenti chiavi di lettura rispetto a quelle impiegate, rilevare l’eventuale assenza di chiarezza concettuale.

Può sembrare insolito parlare di un un saggio di epidemiologia cominciando da considerazioni di filosofia del diritto. Ma nel caso di “Guerra o salute. Dalle evidenze scientifiche alla promozione della pace” (Il PensieroScientifico Editore, Roma 2023), di Pirous Fateh-Moghadam, la scelta ha più di una ragione. Da molto tempo e attraverso numerosi scritti, Fateh-Moghadam si occupa di come la guerra sia in sé, e sia diventata con crescita esponenziale, un ambito di fondamentale interesse epidemiologico e uno dei fattori maggiormente decisivi per la salute individuale e pubblica mondiale. La rilevanza della filosofia del diritto, o più precisamente del collegamento tra epidemiologia e profili di diritto e policy, è peraltro suggerita dal titolo del saggio, che collega evidenze scientifiche e proposte di pace.

"Plato and Aristotle", the third volume of "Order and History", continues the analysis of the Greek order of the soul and of the polis started in vol. II, "The World of the Polis" and offers a comprehensive analysis of Plato's main 'political' dialogues and of Aristotle's "Politics" as specific achievements in the universal history of order. Plato's political thought represents a synthesis of metaphysical, ethical and epistemological dimensions and a steadfast perspective to include his whole philosophy. Aristotle's political philosophy is considered both on its own and in its relation to Plato's. The analysis focuses also on the issues of sovereignty and law, that have been crucial in Voegelin's endeavours since the beginning of his scientific path. The present edition is enriched with a critical apparatus.

La consapevolezza delle ragioni etiche e scienti!che che fondano il rispetto degli animali non-umani ha acquisito un signi!cato crescente nel diritto dell’Unione europea. Ciò che ha reso concretamente possibile l’adozione di misure vincolanti per tutti gli Stati membri in tema di animali sono state la convergenza e le reciproche interazioni tra ragioni etiche, principi di funzionamento delle istituzioni europee e conoscenze rese disponibili dalle scienze del benessere animale (animal welfare).

The editorial introduces and discusses the International Journal of Restorative Justice's special issue 'The evolving meaning of restorative justice: a discussion'. In fact, the special issue contains twelve texts by leading scholars and practitioners, a conversation and a series of book reviews that explore the concept, notion, boundaries, extension and possible development of the restorative 'idea'. The editorial discusses the main issues arising from the debate/discussion in the special issue and presents the guest editors' views on the topic. In particular, the two authors reflect on the notion(s) and field(s) of application of restorative justice in and outside of criminal matters, discuss the challenges for academic research and teaching arising from the expansion of the restorative idea, and look for common features of 'restorativeness' as a result of the transcultural and interdisciplinary discussion gathered in the special issue.

Il tema del rapporto tra scienza e potere si presta a molte letture. La prospettiva qui proposta riguarda la scienza come potere nei suoi rapporti con i poteri dello Stato, in particolare le istituzioni legislative e di governo. Scienza, politica e diritto sono entrati variamente in relazione fin dall’inizio dell’impresa scientifica e dello Stato moderno. Saperi e pratiche politico-giuridici hanno lungamente guardato alla scienza come ideale di metodologia per migliorare certezza e oggettività, e diminuire soggettività e spazi di arbitrio (1). Ma la situazione odierna è andata ben oltre il modello metodologico. Nelle società fondate sulla conoscenza, scienza, diritto e policy — termine con cui si fa solitamente riferimento ai processi di determinazione delle scelte pubbliche — sono sempre più interdipendenti nella vicendevole costruzione e legittimazione delle norme. Le knowledge-based societies sono le società in cui la conoscenza è parte fondante dei processi di legittimazione delle regole che organizzano la vita associata.

Si tratta di una Prefazione al volume di M. Q. Silvi, Filosofia dell'atto giuridico

Introduzione alla sezione speciale del fascicolo della Rivista che raccoglie gli atti di un ciclo di seminari dal titolo Dialoghi sulla morfologia delle fonti, tenutosi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nella primavera del 2022. Gli incontri si sono strutturati come veri e propri dialoghi. Gli ospiti sono stati invitati a discutere, tra loro e con gli organizzatori, attorno ad alcune domande, da una varietà di prospettive: dal diritto pubblico alla filosofia del diritto, sino ad altri settori delle scienze giuridiche, nonché ad aree afferenti altre scienze sociali (segnatamente la sociologia). Questa la domanda essenziale: come cambia il diritto per effetto del rifluire su di esso dei processi di mutamento sociale, in particolare in momenti segnati da situazioni di emergenza e orizzonti di incertezza conoscitiva (o, meglio, cognitiva). L'introduzione ripercorre i diversi seminari, inquadrandoli in un percorso teoretico unitario.

Già vent’anni prima della pandemia di Coronavirus, avevamo tutti gli strumenti concettuali per ripensare le politiche della scienza, il ruolo delle istituzioni di ricerca, il contributo dei cittadini alla produzione di conoscenza in direzioni molto differenti rispetto alle traiettorie delineatisi negli ultimi tre anni di emergenza sanitaria mondiale.

Public involvement, namely including the general public, for health regulations and policies has gained momentum and has been deemed increasingly relevant in the past few decades in most democratic societies. This chapter illustrates the meaning and the evolution of public involvement in xenotransplantation (XTx) from a science policy perspective—that is, how scientific knowledge and normative requirements merge in decision-making—and with an interest for the current changes as to how democratic societies think of themselves

Le principali sfide della contemporaneità – dal clima alla salute globale – hanno sia una dimensione sociale e politica sia una dimensione scientifica e tecnologica. I decisori politici non possono fare a meno del sapere specialistico, ma la scienza a disposizione è spesso ambigua, incompleta e multidisciplinare. Nico Pitrelli e Mariachiara Tallacchini propongono un nuovo approccio al rapporto fra il sapere scientifico e le regole comuni di convivenza, un’educazione civica alla scienza che tenga conto di ruoli, diritti e responsabilità dei cittadini, di chi fa ricerca e di chi prende decisioni. Perché la democrazia, oggi, è soprattutto un problema di conoscenza.

In questa riflessione sull'etica della ricerca si indicano le direzioni che l'etica della ricerca ha intrapreso nel dopo-Merton: sintesi degli obblighi di "diligenza scientifica" e richiesta di integrazione tra dimensioni etiche individuali e istituzionali.

Moving from Carnelutti’s philosophical-legal framework the paper offers a critical reading of his perspective, which emphasizes the methodological dimension and highlights the pattern of law elaborated by the Italian author. It is closely connected to a categorical horizon, rooted in the ideas of “system” and “legal order” and dating back to the classical notion of scientia juris. The analysis of some turning points (i.e. the nexus epistemology-law; the role of the methodological level; the model of theory of law), as well as the comparison with some theoretical orientations (i.e. Capograssi, Betti, Menogni), makes it clear the richness and fruitfulness of Carnelutti’s model also in order to understand in depth the current legal scenario based on the pair Government-Governance.

Il volume, che vede una pubblicazione parallela nella rivista Études Digitales, integra, anche introducendo un Focus dedicato alla nozione di relazione, l’analisi compiuta nel volume primo, interrogando il fondamento umanistico delle nuove tecnologie e precisandone il possibile valore per il rinnovamento della concezione didattica di classici filosofico giuridici. Trattando di un tema transdisciplinare come la tecnica e di un soggetto “indisciplinato” come il récit, si mettono così in luce da più punti di vista – ora giuridici, ora letterari, ora filosofici – forme diverse di normatività.

The chapter focuses on the interdependence of the concepts of dialogue, law and truth in Aristotle’s model of rhetoric. Taking some aspects of the new rhetoric and of the argumentation theory of Perelman, Alexy and Habermas as a starting point, it will be clarified that the Aristotelian and ancient idea of rhetoric involved a completely different pattern of reasoning. Our analysis will focus on Aristotle’s paradigm, in particular the aspects of dialogue, truth and justice, which highlight the complexity of his model and show how his approach differs from the new model of argumentation theory. The revival of aspects of the Aristotelian approach within the contemporary philosophical-legal debate demonstrates the enduring relevance of Aristotle’s theoretical framework and invites its use to analyze patterns of reasoning in the public debate on issues as equity and climate change.

The paper focuses on the wide range of sources of inspiration underlying the work of the jurist between politics and law. Starting from the relevant role played by literature within the legal dimension, which has been put in light by the so-called orientation Law and Literature, the analysis deals with the reference to “other” narratives through some examples related to the modernity as well as to the recent and contemporary scenario. Concerning the first one, the ambiguity of Hobbes’ legal-political perspective paradigmatically emerges in order to understand the implementation of the modern political-legal model. In the same way, the current scenario is deepened both in light of some obscure or contradictory aspects of the National Socialism and of some aspects concerning the “case Dugin” closely connected to the conflict Russia-Ukraina. In conclusion, the contribution focuses on the modern conceptual architecture of the political-legal sphere: moving from the relevant role played by “other” narratives, it allows the rethinking of some fundamental legal categories dating back to the origins of modernity.

Attraverso una reinterpretazione originale del pensiero di Carlo SIni, il lavoro intende proporre ed esercitare una prospettiva grafica, al fine di criticare la normatività teorica della filosofia del diritto. LA scientia iuris è qui colta come il precipitato di una tradizione di pratiche grafiche sterminate, di cui si mostrano gli effetti antropopoietici e normativi. In un esercizio genealogico, è dunque indagata la forma specifica della pratica teorica, la cui interno si inscrive il soggetto teoreticamente atteggiato. Ne emerge un paradosso, che bisogna saper abitare. La filosofia del diritto è un discorso critico sulla norma, che presuppone però la forma normativa della teoria. È precisamente questa maggiore esposizione al paradosso che fa della scientia iuris una prospettiva filosoficamente privilegiata.

This chapter focuses on the circular and complex relationship between science, technology, society, and law. The technology/society connection focuses on the democratic deficit issue. The democratic deficit would be a consequence of the lack of adaptability of western democracy to complex (information) societies, where technology (and the increasing access to data that it permits) is separating the connection between information and knowledge (as well as the classical legitimacy couple of democracy-truth) moving these societies towards a technocracy. On one hand, the technology-law circle deals with the progressive reduction of law to a normative technique (since the law is always late and uncomplete face to technology, there is a transition from hard law to soft law, from norms to rules, from government to governance) but, at the same time and on the other hand, the technology aims to be recognized as a legal framework based on new “net/web” relationships, applied to new spaces (cyberspace) and based on accountability instead of sovereignty. This new legal structure operates in the “net” society (interactive, dematerialized and based on database memory) where cognitive acquisition (hypertextualization of knowledge, cyberculture) conducts political deliberation to simple expressions of subjectivism and emotive decisions based on casual and contingent information. As a result, in highly technologized and mass societies there is a dislocation between information and knowledge, which no longer identifies each other.

Some contemporary issues (patterns of social development, crisis of the democracies, climate change) involve a rediscussion of the modern equation “human subject-subjective right”, which is based on the Cartesian scission “subject” (i.e. rational being)-“nature” (i.e. mechanistic world). The relevance tributed to non-human dimensions entails to rethink some philosophical- legal concepts: the pair subject-object, the role of law, the idea of responsibility and the relation human beings-nature.

From classical thought to modernity, Western reflection has thematized dignity as original dimension of the human according to different paradigms. A comparison of some of the junctures that connote the philosophical-legal line, including the growing role of law, and magisterial elaboration, reveals significant points of tangency. In a postmodern framework, they confirm the ineludible nature of the reference to dignity understood as “common human” by revealing its multiple faces.

The essay discusses the subject of Artificial Intelligence (AI) algorithms and the legal principles governing this matter. The functioning of the algorithms Turochamp, Stockfish, AlphaZero, used in the game of chess, is described in detail. Based on these examples, the differences between deterministic, non-strictly deterministic algorithms and self-training AI algorithms are analysed, up to the topic of opacity and black box, typical of deep-learning systems. Finally, the issue of the transparency and explicability required by jurisprudence for the use of AI algorithms in the public sphere and the compatibility of these legal principles with the functioning of these new technologies are addressed.

This contribution addresses the issue of the power of public authorities to resort to force-feeding if a prisoner on hunger strike is in danger of dying. This issue is analyzed from an ethical and legal point of view, with reference, on the one hand, to the principle of self-determination of the person and, on the other hand, to the rules established by Law no. 219/2017. The legal concept of “adequacy” of the DAT (“Disposizioni Anticipate di Trattamento”, Advanced Treatment Provisions) is also discussed. Finally, the use of force-feeding is examined in the light of the doctrine of the “criminal law of the enemy”, a controversial philosophical-juridical theory which states that some subjects, considered “enemies” of society and the State, are knowingly denied the protection and guardianship guaranteed by constitutional norms.

The idea of person belongs to the Western tradition. Matured in the Christian reflection in an ontological-creationist key and declined in a functionalist sense by modern thought, the personalist approach represents a peculiar qualification of the human. Interwoven with fundamental junctures of magisterial reflection, this tradition is reproposed in the context of complex societies, confirming the fruitfulness of the reference to the anthropological-philosophical dimension of the person

The essay addresses the question concerning the category of “code” (i.e. the “code-form”) within the current philosophical-legal debate. Through the scheme based on the concepts of modernity, postmodernity and hypermodernity, the contribution focuses on some theoretical passages: the nexus among the notions of system-method-code underlying the modern framework, the circle narration-performativity developed by the postmodern perspective and, finally, the hypermodern circuminsession among acceleration, new typologies of “code” and Governance. Moving from this analysis, some structural aspects of the modern-based idea of “code” are highlighted, also in order to grasp the distance from the jagged contemporary scenario. It is characterized by the continuum regarding the crisis of the “code” (i.e. decoding), the increasing “new codifications” and the current legal environments. In conclusion, the paper emphasizes the necessity to rethink the relation between the “legal form” and the contemporary and multiple patterns of knowledge as well as of social practices, in light of a deep rediscussion of the idea of “code” also in a future perspective.

The question on the question that Sini brought in philosophy aims to shake up the very foundations of the West’s rational thinking, that is, theory. A similar recursiveness is clearly visible, for example, in the method of cultural anthropology, linguistics and history. The paradoxical outcome does not invite a flat relativism; rather, it is an opportunity to exercise a new ethics of knowledge and a new figure of the subject: to force Remotti’s term, it is an anthropopoietic exercise. The truth of the world is configured in the threshold of meaning opened by its own practices: it exposes itself, thus, to its own error and catastrophe.

Si svolgono alcune riflessioni sul rapporto tra interpretazione e legalità penale a partire da due saggi di Vincenzo Maiello

The essay focuses on the rethinking of the conceptual circle normativity-truth-validity as regards its projection on the theory of law. Starting from the perspective of the “law in action”, that is to say by considering the experience/behaviour of the “common man”, the classical distinction between truth validity can be rediscussed. This perspective is based on the concept of “common sense”: it is a very complex dimension composed by different strata and entails a new meditation on the pair “deontic-psychological” also in light of some Edmund Husserl’s clues. Accordingly, it is possible to grasp the pair truth-validity “in action” (i.e. within the common legal experience), in order to propose some “open” conclusions concerning the dimensions of law as well as the legal theory.

This article tries to propose and exercise a graphical perspective as a critique of the theoretical normativity inherent in the philosophy of law. Philosophy of law is placed in a tradition or interweaving of graphic practices: writing, alphabet, text, grammar, etc. This ideal and potentially abysmal genealogy takes form as an exercise (Sini) aimed at grasping in each new practice the leap of perspective on the world, that is, the point of emergence of the world for man: what is here interpreted normatively. Through Ong, Havelock, Svenbro, Illich, Auroux a partial genealogy of our theoretical practice is exercised. The authors are then discussed with reference to the positivization of the norm and its retroversion: what allows a graphical critique of the oral/written, custom/law dichotomies. The normativity of practice is thus interpreted as a configuration (Robilant) of the world, that is, as its de-cision (Sini). Finally, the practise of philosophy of law – the critical and defining proceeding aimed at corresponding to the norm – is recognised as always already normed: what we propose to see as a nomic-graphical custom. In this nomic paradox of the philosophy of law we see a philosophical privilege.

Introduction to a focus dedicated to the question concerning the sources of law.

La recensione riguarda il libro di P. Portaluri, La cambiale di Forsthoff. Creazionismo giurisprudenziale e diritto al giudice amministrativo, Napoli, ESI, 2021, pp. 172.