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La direction de la revue La Phalange a réuni, dans un numéro spécial dédié au voyage de Mussolini en Sicile en 1937, les contributions de nombreux intellectuels français, voyageurs passionnés en Italie. Ces exposants d’un certain conservatisme exaltent les archétypes mythiques que le Duce incarne selon eux, dans le but de resserrer les liens culturels de la latinité et de confirmer l’entente franco‑italienne contre la menace du rapprochement italo‑allemand. Par un discours fortement modalisé et autoritaire, en diffusion radiophonique, le Duce fait table rase des stéréotypes du passé et proclame l’existence d’une Italie neuve et jeune, il déclare l’importance de l’Axe Rome‑Berlin et destitue, par la polémique et le dénigrement, la SdN qui ne reconnaissait pas l’Empire italien en Afrique. Par ses avertissements à la France et aux opposants du fascisme, Mussolini légitime sa politique dans le bassin du Mare nostrum selon la notion de « méditerranéité », qui acquiert ainsi une valeur géopolitique stratégique. Le régime fasciste, par lequel le Duce non seulement souhaite dominer le territoire italien, mais surtout s’imposer à l’internationale, avait vidé de sens la notion de « sœurs latines », pour imposer son nouveau référent italien. La direzione della rivista «La Phalange» ha riunito, in un numero speciale dedicato al viaggio di Mussolini in Sicilia nel 1937, i contributi di numerosi intellettuali francesi appassionati viaggiatori in Italia. Questi esponenti di un certo conservatorismo esaltano gli archetipi mitici per loro incarnati dal Duce, allo scopo di rinsaldare i legami della comune latinità e confermare l’intesa franco-italiana contro la minaccia dell’avvicinamento italo-tedesco. Con un discorso fortemente modalizzato e autoritario, in diffusione radiofonica, il Duce aveva fatto tabula rasa degli stereotipi del passato e proclamato l’esistenza di un’Italia nuova e giovane, dichiarando l’importanza dell’Asse Roma-Berlino e destituendo, in tono polemico e denigratorio, la SdN che non riconosceva l’Impero italiano in Africa. Con i suoi avvertimenti alla Francia e agli oppositori del fascismo, Mussolini legittima la sua politica nel bacino del Mare nostrum secondo la nozione di mediterraneità, che acquisisce un valore geopolitico strategico. Il regime fascista, con il quale il Duce non solo aspira a dominare il territorio italiano, ma soprattutto cerca d’imporsi a livello internazionale, aveva svuotato di senso le comuni radici culturali delle «sorelle latine», per imporre il suo nuovo referente italiano. In a special issue dedicated to Mussolini’s trip in Sicily in 1937, the editor of the review La Phalange has gathered the contributions of many French intellectuals, passionate travellers through Italy. These exponents of a certain conservatism exalt the mythical archetypes that the Duce embodies, in order to strengthen the bonds of their common Latinity and confirm the French‑Italian understanding against the threat of a German‑Italian rapprochement. In an authoritarian and strongly modalized speech, broadcast over the radio, the Duce had made a clean sweep of the past stereotypes and proclaimed the existence of a young and new Italy. He had also stressed the importance of the Rome‑Berlin Axis and dismissed, in a polemical and disparaging tone, the League of Nations which had not recognized the Italian Empire in Africa. With his warnings to France and to the opponents of Fascism, Mussolini legitimizes his policy in the Mare Nostrum basin, based on the notion of “Mediterraneanità”, which now acquires a strategic geo-political value. The Fascist Regime, with which the Duce aspires not only to dominate the Italian territory, but also to impose himself internationally, had emptied of meaning the notion of “Latin sisters” in order to impose his new Italian referent.

Nel ricco volume Nicolas Veysman attraverso la storia delle idee evidenzia i cambiamenti del concetto di «opinione pubblica» nei sistemi di pensiero settecenteschi. L’indagine, sorretta da un aggiornato apparato critico, vaglia il senso dell’aggettivo public nel sintagma composto, distinguendo le valenze semantiche del referente unitario da quelle dell’epiteto postposto. Fondamentale appare l’opposizione tra l’identificazione dell’opinione con l’oscuro e inerte errore instillato dal clero ne...

Il volume analizza la figura del conte di Guibert, esemplare testimone di un periodo di mutazioni e confronti culturali, «grand seigneur de l’intelligence», conosciuto più come amico e destinatario epistolare di Mademoiselle de Lespinasse che come “filosofo militare” e storico, innovativo pensatore politico, annunciatore moderato dei fermenti rivoluzionari. Nel ricostruire l’arco esistenziale dell’uomo è indagata la diffusione dell’ opera per ottenere il plauso letterario; come dimostra l’aut...

Josiane Boulad-Ayoub ripercorre la complessa personalità dell’abbé Grégoire, coscienza morale e politica della Rivoluzione francese, ricomponendo in una forma agile ma densamente strutturata da riferimenti storici e riletture critiche, il lavoro dell’uomo di Chiesa che conciliava, senza contrasti, la sincera fede cristiana con l’attività di deputato, di senatore e di repubblicano convinto. Dopo il ritratto del religioso, attraverso il quale la studiosa mette in evidenza i tratti salienti del ...

È opinione diffusa che nel xviii secolo le memorie permettano all’«io» di farsi materia autobiografica sfruttando i meccanismi della finzione. Per Rétif de la Bretonne Monsieur Nicolas ou le cœur humain dévoilé è un’opera scritta in totale sincerità, con lo scopo di travasare il proprio destino in una specie di «livre vivant», sognato, vissuto, tenuto in gestazione dal 1783 al 1797. L’affermazione iniziale nel caso di Rétif, rurale acculturatosi e divenuto scrittore in piena stagione illumini...

Attualissima e determinante per il destino di molti Paesi, la scienza economica affonda le sue origini nel xviii secolo, quando si impose persino sulle dinamiche politiche. L’autrice di questo ponderoso volume ricostruisce con precisione il ruolo avuto da Montesquieu nel considerare l’economia una forma di sapere e non una scienza; il suo scopo è soprattutto investigare in quale modo uno dei maggiori filosofi politici del xviii secolo, più famoso per la teoria della distribuzione dei poteri e...

Eminente francesista, Liana Nissim ha dedicato la sua intensa attività di ricerca al XIX secolo, in particolare a Gustave Flaubert e Stéphane Mallarmé. I suoi studi si sono concentrati anche sulle letterature francofone dell’Africa Nera e del Québec, che ha contribuito a introdurre in Italia e a diffondere su scala internazionale. Questo trittico di volumi «La grâce de montrer son âme dans le vêtement». Scrivere di tessuti, abiti e accessori illustra e approfondisce in molteplici direzioni una tematica a lei cara e ampiamente presente nei suoi lavori. Tramite la ricchezza delle metodologie e delle prospettive critiche, la comunità scientifica che ha condiviso con lei la passione per la ricerca e la dedizione alla vita universitaria vuole renderle un omaggio riconoscente.

L’incipit de La maison d’Alexina de Mehdi Charef (1999) présente les personnages, les circonstances de lieu et de temps, la situation initiale; le narrateur trace deux niveaux expressifs: le niveau du discours et celui de la chaîne syntagmatique des signes linguistiques. De cette façon, il va repro-duire un sens littéral ou ‘factuel’ absorbé par l’énonciation narrative. Le récit domine les événe-ments, il en reconstitue en entier la logique et la structure, il révèle d’inexplicables éléments....

Résumé Villiers de d’Isle-Adam et Michel Houellebecq ont ciblé les tensions de leur société pour en dévoiler les tabous linguistiques et se rapprochent par le métalangage techniciste et la polyphonie du réel. Les lecteurs bourgeois de la Troisième République ont été troublés par la «chronique» de Villiers L’Etna chez soi illustrant le projet de leur extermination: l’écrivain avait manipulé l’«actualité sociale et politique» en exploitant surtout la propagande anarchiste. Par l’ambiguïté de sa posture d'énonciation — la volonté de rendre compte du réel selon le procédé morbide de l’écrivain-voyeur — et un engrenage descriptif rationnel, il a fait bousculer son lecteur entre le mécanisme fictionnel et celui de la véridicité scientifique. Peu apprécié à l’époque et critiqué encore de nos jours, ce récit visait à déstabiliser la solidité″ de la classe sociale responsable du système politique et qui continuait à sous-estimer la production de l’écrivain. Dans Soumission, Houellebecq projette — par le procédé dystopique et la spatialisation — «une société dans tous ses états» : en poussant ce nouveau réalisme jusqu’à ses extrêmes limites, il parvient à une subversion idéologique. En suivant l’existence de son protagoniste, sorte d’anti-héros célibataire et par l’émergence du malaise français quant à la question de l’identité nationale, on retrouve en filigrane la faillite de la laïcité, l’attitude opportuniste des autres personnages — les universitaires en particulier — face à une prétendue islamisation de la vie française: le sujet du roman a été jugé tantôt comme une sorte de science- fiction politique, tantôt comme une mise en perspective «polémiste» du système politique et social français. Les deux procédés ont posé la question de la liberté et de la responsabilité de l’écrivain et ont remis en discussion le pouvoir des media dans la vie politique et dans la formation de la pensée collective. Mots-clés: Manipulation auctoriale; peur; idéologie; pouvoir; intellectuels Villiers de l’Isle-Adam e Michel Houellebecq hanno preso di mira le tensioni latenti nella loro società facendone emergere i tabù linguistici. I lettori borghesi della Terza Repubblica hanno accolto con turbamento la cronaca di Villiers L’Etna chez soi che illustrava il progetto del loro sterminio: lo scrittore aveva “crudelmente” manipolato l’attualità sociale et politica sfruttando la propaganda anarchica. Con l’ambiguità della propria posizione enunciativa — la volontà di render conto della realtà con il procedimento morboso dello scrittore-voyeur — mantiene il lettore in sospeso fra il meccanismo della finzione e della credibilità scientifica in materia di esplosivi. All’epoca poco apprezzato e ancora criticato ai nostri giorni, il racconto mirava a destabilizzare la ″solidità″ della classe sociale responsabile del sistema politico che non riconosceva il valore delle opere di Villiers. In Soumission, Houellebecq proietta — con un procedimento distopico e un metaforico paradigma spaziale — le forme della sua società: spingendo all’estremo l’anticipazione realista dei risultati elettorali, ne prospetta la sovversione ideologica. Seguendo l’evoluzione del protagonista, una sorta di anti-eroe gravato dalla sofferenza fisica e ideologica “fine secolo” e con l’emergere del disagio francese riguardo alla questione dell’identità nazionale, in filigrana si ritrovano il fallimento della laicità e l’atteggiamento opportunista dei personaggi — in particolare dei docenti universitari come il protagonista, specialista di Huysmans — di fronte a una possibile islamizzazione della vita francese e, di lì a poco, europea: il soggetto del romanzo è stato giudicato sia come un esempio di fantascienza politica che come un’anticipazione polemica del sistema politico e sociale. Le due opere, ravvicinate dal procedimento tecnicistico e dalla rappresentazione polifonica della realtà, hanno posto la questione della libertà e della responsabilità dello scrittore e rimesso in discussione il potere dei media nella vita politica e nella formazione del pensiero collettivo. Parole chiave: Manipolazione autorale, paura, ideologia, potere, intellettuali, De Europa. European and Global Studies Journal, Vol 1, No 1 (2018)