6 results on '"Rossana Mancarella"'
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2. 201 cases of foreign body ingestion in a Surgical Emergency Unit A 16-year retrospective study
- Author
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Annalisa, Volpi, Rita, Laforgia, Annunziata, Panebianco, Anna, Paterno, Concetta, Lozito, Clelia, Punzo, Rossana, Mancarella, Rinaldo, Marzaioli, Claudia, De Giorgi, Gaspare, L'Episcopia, Annalisa, Rizzi, Michela, Della Porta, Giovanni, Tomasicchio, and Angela, Pezzolla
- Subjects
Eating ,Humans ,Emergency Service, Hospital ,Foreign Bodies ,Endoscopy, Gastrointestinal ,Retrospective Studies - Abstract
The aim of this study is to analyse clinical characteristics of FB ingestion and predictive factors for complications, in order to reduce mortality and morbidity.A retrospective study of emergency surgical consultation records has been carried out from June 2005 through June 2015 yielded 201 episodes with the diagnosis of ingestion of foreign objects at the Surgical Unit of the University of Bari.Natural Removal in 44,8% of cases; Endoscopic retrieval in 42,4%, Surgical Procedures 4,4%. Statistical analysis was based on multivariate analysis and the model R2 of the Naegelkerke value.First of all, the approach to ingestion should be endoscopic. The second approach is surgical in selected cases. The most frequent site of impaction were oesophagus, stomach and right colon. An EGD proved to be the most used procedure with a no morbidity and no mortality.The ingestion of foreign bodies is a frequent, complex and expensive condition to treat. Observation and endoscopy are the most appropriate procedures to be considered to manage the ingestion of FB in Emergency Surgery Unit.Emergency surgery, Foreign bodies, Ingestion.L’ingestione di corpi estranei è facilmente osservabile nei reparti di chirurgia d’urgenza. Nonostante questi casi si presentino più frequentemente in età pediatrica, con un picco di incidenza tra i sei mesi e i sei anni, l’ingestione di corpi estranei può avvenire anche nella popolazione adulta, distinguendo un’ingestione involontaria, che è più comune in pazienti con impianti dentali, disabilità mentali e nei tossicodipendenti e avviene durante l’ingestione di cibo ed una volontaria, che invece è più frequente nei pazienti psichiatrici e tra i detenuti. Schwarz nel 1976 ha stimato, negli USA, circa 1500 decessi per anno, dovuti all’ingestione di corpi estranei. Lo studio della American Society for Gastrointestinal Endoscopy (ASGE) non ha evidenziato alcun decesso tra gli 852 pazienti adulti ed ha riportato solo un caso tra i pazienti pediatrici. A volte l’ingestione di corpi estranei è seguita da complicanze potenzialmente pericolose per la vita del pz, come la perforazione o l’emorragia digestiva che richiedono un procedura chirurgica in regime di emergenza o urgenza. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi i corpi estranei passano attraverso il tratto gastrointestinale spontaneamente, il trattamento endoscopico è necessario nel 10-20% dei casi e quello chirurgico solo nel 1-14% dei casi. Obiettivo del nostro studio osservazionale è analizzare l’incidenza, le caratteristiche l’ingestione dei CE nell’ambito dei pazienti che afferiscono al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Bari ed al reparto di Chirurgia d’Urgenza nel periodo 2005- 2015 ed anche valutare eventuali fattori predittivi per eventuali complicanze per poter ridurre mortalità e morbilità. Lo studio dei registri delle consulenze chirurgiche d’emergenza ha evidenziato 201 episodi con diagnosi di ingestione di corpi estranei, occorsa in 194 pazienti esaminati presso la U.O. di Chirurgia di Urgenza dell’Università di Bari.La maggior parte dei pazienti sono adulti e solo 8 pazienti pediatrici sono stati ammessi in reparto per mancanza di letti o di endoscopisti nell’ospedale pediatrico locale. I dati demografici dei pazienti includono età, sesso, tipo, misura e posizione dei corpi estranei, scopo del ricovero, strumenti diagnostici, durata della degenza ospedaliera e trattamenti. L’iter diagnostico- terapeutico è basato sulle linee guida internazionali e sul management aziendale per cui è stata condotta una consulenza chirurgica dopo il triage e successiva identificazione e localizzazione radiografica dei corpi estranei. Molti pazienti sono stati sottoposti anche a diagnostica di II livello (TC) e a consulenze specialistiche ulteriori (consulenza otorinolaringoiatrica, psichiatrica, etc a seconda dei casi). Il chirurgo d’emergenza successivamente ha deciso per il trattamento chirurgico, endoscopico, entrambi o nessuno di questi. Dai risultati del nostro studio, si evince che l’ingestione dei corpi estranei è molto più frequente in alcune categorie di pazienti, definite a rischio: nei pazienti con patologie di vario tipo, come patologie esofago-gastriche o patologie da compressione ab estrinseco, che impediscono il passaggio del bolo attraverso il tratto gastrointestinale favorendone l’arresto; nei pazienti con patologie psichiatriche o tossicodipendenza: in questi casi l’ingestione di CE può essere spiegata da disturbi della personalità, psicosi p.d., pica e simulazione (malingering). Nel nostro campione 13 pazienti hanno rifiutato le procedure diagnostiche e di questi 5 psichiatrici. In questi casi quasi sempre l’ingestione non è reale e riferiscono di aver ingerito corpi estranei radiopachi per cui difficilmente obiettivabili. I detenuti di solito o simulano oppure reiterano il gesto. La procedura endoscopica si è rivelata quella più utilizzata. Sono state condotte 131 endoscopie, risolutive nel 65% dei casi, con bassa morbilità e assenza di mortalità. La complicanza più frequente risulta essere la perforazione gastrointestinale, avvenuta in 5 casi. L’indicazione all’intervento chirurgico c’è stata solo nel 4,9% dei pazienti. In conclusione, l’ingestione dei corpi estranei è frequente e compless da gestire. Osservazione clinica ed endoscopia rappresentano il primo approccio cui segue l’intervento chirurgico conducibile per via tradizionale o laparoscopica o in combinata laparo-endoscopica in casi selezionati. È mandatorio che sussista un’Unità di Endoscopia di Emergenza in un Presidio Ospedaliero per poter gestire questi pazienti anche per poter ridurre i costi ed il tempo di degenza.
- Published
- 2022
3. Post-stratification as a tool for enhancing the predictive power of classification methods
- Author
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Francesco D. d'Ovidio, Angela Maria D'Uggento, Rossana Mancarella, and Ernesto Toma
- Abstract
It is well known that, in classification problems, the predictive capacity of any decision-making model decreases rapidly with increasing asymmetry of the target variable (Sonquist et al., 1973; Fielding 1977). In particular, in segmentation analysis with a categorical target variable, very poor improvements of purity are obtained when the least represented modality counts less than 1/4 of the cases of the most represented modality. The same problem arises with other (theoretically more exhaustive) techniques such as Artificial Neural Networks. Actually, the optimal situation for classification analyses is the maximum uncertainty, that is, equidistribution of the target variable. Some classification techniques are more robust, by using, for example, the less sensitive logit transformation of the target variable (Fabbris & Martini 2002); however, also the logit transformation is strongly affected by the distributive asymmetry of the target variable. In this paper, starting from the results of a direct survey in which the target (binary) variable was extremely asymmetrical (10% vs. 90%, or greater asymmetry), we noted that also the logit model with the most significant parameters had very reduced fitting measures and almost zero predictive power. To solve this predictive issue, we tested post-stratification techniques, artificially symmetrizing a training sample. In this way, a substantially increase of fitting and predictive capacity was achieved, both in the symmetrized sample and, above all, in the original sample. In conclusion of the paper, an application of the same technique to a dataset of very different nature and size is described, demonstrating that the method is stable even in the case of analysis executed with all data of a population.
- Published
- 2021
4. Predictive factors for incidental gallbladder cancer (IGBC) in patients undergoing cholecystectomy for presumed benign disease. A single-center experience
- Author
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Annunziata, Panebianco, Rita, Laforgia, Annalisa, Volpi, Rossana, Mancarella, Giuseppe, Carbotta, Clelia, Punzo, Concetta, Lozito, and Rosaria, Tucci
- Subjects
Male ,Incidental Findings ,Gallbladder ,Gallbladder Diseases ,Gallstones ,Organ Size ,Middle Aged ,Conversion to Open Surgery ,Cholecystectomy, Laparoscopic ,Elective Surgical Procedures ,Risk Factors ,Humans ,Female ,Gallbladder Neoplasms ,Emergencies ,Aged ,Retrospective Studies ,Ultrasonography - Abstract
The incidence of incidental gallbladder cancer (IGBC) is estimated at 0.3-2.1%. The purpose of our study is to evaluate IGBC incidence in our department and to establish its predictive factors, considering patients' clinical characteristics and pre-operative ultrasound gallbladder features.From January 2012 to December 2015, 434 patients (225 females and 209 males) were enrolled in this retrospective observational study in our General Surgery Department. To analyze potential predictive factors, we divided all the patients into two groups: patients with and without histological diagnosis of IGBC. We focused our attention on the patients' clinical characteristics and preoperative ultrasound gallbladder measurements RESULTS: Seven cases were post-operatively identified as incidental gallbladder cancer (IGBC) and after histological examination an IGBC incidence of 1.6% was encountered.Considering the increasing numbers of video laparoscopic cholecystectomies (VLC) performed worldwide, cases of IGBC are appearing more frequently. In most cases of IGBC, a second surgical look will be necessary because of feasibility and safety procedures.There is no possibility to establish which risk factors might be predictive for IGBC because of a discordance in the literature and a statistical analysis with low sample size. An accurate surgical procedure needs to be performed to reduce the spread of neoplastic cells and, as a result, improve long-term outcomes.Incidental Gallbladder cancer, Laparoscopy, Ultrasound.Lo scopo del nostro studio è individuare l’incidenza di IGBC nella nostra U.O. ed i suoi eventuali fattori predittivi, considerando le caratteristiche cliniche e la valutazione ecografica della colecisti. Da gennaio 2012 a dicembre 2015, presso la nostra U.O. sono stati arruolati 434 pazienti (225 femmine e 209 maschi) sottoposti a colecistectomia e successivo esame istologico della colecisti. Criteri di inclusione: pz afferenti sia in regime d’urgenza (colecistite acuta, addome acuto, politrauma), sia in regime di elezione (colelitiasi sintomatica, ricorrenti episodi di colica biliare, esiti di pancreatite da calcolosi della colecisti). Criteri di esclusione: pz con sospetto preoperatorio di carcinoma della colecisti. Il consenso informato è stato ottenuto da tutti i pz arruolati. Nella fase pre-operatoria sono stati sottoposti ad Ecografia addominale mirata allo studio della colecisti (volume della cistifellea, spessore di parete, numero e dimensione dei calcoli). Successivamente sono statisottoposti ad intervento chirurgico che generalmente prevede una procedura laparoscopica (VLC); raramente, viene eseguita una Open Cholecystectomy (OC). Per l’analisi dei fattori predittivi è stata effettuata un’analisi statistica (test G2)che ha considerato numerose variabili: età, genere, regime di ricovero, approccio chirurgico, diagnosi d’ingresso, pregresso episodio di colica biliare, diagnosi istologica e caratteristiche ecografiche pre-operatorie. I dati ottenuti consentono di individuare una correlazione statisticamente significativa: la diagnosi d’ingresso di ittero ostruttivo e/o pancreatite aumenta di circa 8 volte il rischio di IGBC. Invece, l’assenza di una pregressa colica biliare riferita lo riduce di circa metà. Inoltre, nessun dato ecografico valutato può essere considerato fattore predittivo, in quanto non correlato da significatività statistica, contrariamente a quanto riscontrato in altri studi. Analizzando le diagnosi istologiche, si deduce che le più frequenti sono quelle di colecistite cronica (370 casi su 434), seguita da colecistite acuta (47pz), adenomioma (10pz) e incidentaloma (7pz). Dei 7 pazienti con IGBC, 4 (57,1%) sono adenocarcinoma in accordo con la letteratura, 1 (14,3%) carcinoma neuroendocrino a grandi cellule, 1 (14,3%) carcinoma squamoso ed 1 (14,3%) carcinoma adenosquamoso. Considerando le difficoltà di analisi e la non concordanza con la letteratura, non possiamo indicare con certezza quali siano i fattori predittivi di IGBC. Pertanto è opportuno promuovere l’esecuzione di procedure chirurgiche quanto più accurate possibile dal punto di vista tecnico, in modo tale da poter ridurre al minimo possibile il rischio di eventuale disseminazione di cellule tumorali in cavità addominale e, di conseguenza, migliorare l’outcome del paziente. Inoltre è necessario sottoporre ad esame istologico tutte le colecisti asportate poiché si potrebbe celare un IGBC.
- Published
- 2018
5. A Multivariate Analysis of the Quality of Public Transport Services
- Author
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Francesco Domenico D'Ovidio, Rossana Mancarella, Domenico Leogrande, Domenico Viola, and Andrea Schinzano
- Subjects
Multivariate statistics ,Knowledge management ,Multivariate analysis ,business.industry ,Computer science ,media_common.quotation_subject ,AMTAB ,impact ,General Engineering ,segmentation analysis ,Energy Engineering and Power Technology ,Survey sampling ,Context (language use) ,Public transport ,CatPCA factorial analysis ,Loyalty ,Quality (business) ,Marketing ,business ,Categorical variable ,passenger's satisfaction ,cluster analysis ,media_common - Abstract
The purpose of this study is to investigate what kind of observable and non-observable factors can influence passenger satisfaction on the quality of public transport services in a local context. Of course, these results can be used by the transport company in order to modify its business strategies and to improve its business performance. Relationships among latent dimensions (such as quality, satisfaction and loyalty) are first defined on the basis of a sample survey through suitable statistical measuring techniques (Factor Analysis with Categorical Principal Component Analysis). Then, multivariate methods of classification (Segmentation Analysis and Cluster Analysis), are used in order to explore the characteristics of the customers and their quality perception.
- Published
- 2014
6. Endothelial and metabolic function interactions in overweight/obese children: The role of high-molecular weight adiponectin
- Author
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Rossana Mancarella, Michele Gesualdo, Maria Felicia Faienza, Marco Matteo Ciccone, Paola Giordano, Maria Altomare, Monica Montagnani, Domenico Leogrande, Domenico Viola, Carmela Nacci, Annapaola Zito, Pietro Scicchitano, Federica Valente, and Francesca Cortese
- Subjects
Male ,medicine.medical_specialty ,030209 endocrinology & metabolism ,Enzyme-Linked Immunosorbent Assay ,030204 cardiovascular system & hematology ,Overweight ,Fibrinogen ,Carotid Intima-Media Thickness ,Childhood obesity ,Body Mass Index ,03 medical and health sciences ,chemistry.chemical_compound ,0302 clinical medicine ,Risk Factors ,Internal medicine ,Internal Medicine ,medicine ,Humans ,Obesity ,Child ,APAO ,Adiponectin ,business.industry ,Biochemistry (medical) ,Endothelial Cells ,Anthropometry ,medicine.disease ,Endocrinology ,Blood pressure ,Metabolism ,chemistry ,Original Article ,Female ,medicine.symptom ,Insulin Resistance ,Cardiology and Cardiovascular Medicine ,business ,Body mass index ,Biomarkers ,medicine.drug - Abstract
AIM: Although the underlined mechanisms are still unknown, metabolic/coagulation alterations related to childhood obesity can induce vascular impairments. The aim of this study was to investigate the relationship between metabolic/coagulation parameters and endothelial function/vascular morphology in overweight/obese children. METHODS: Thirty-five obese/overweight children (22 pre-pubertal, mean age: 9.52 ± 3.35 years) were enrolled. Body mass index (BMI), homeostasis model assessment index (HOMAIR), metabolic and coagulation parameters, [adiponectin, fibrinogen, high molecular weight adiponectin (HMW), endothelin-1, and vonWillebrand factor antigen] ultrasound early markers of atherosclerosis [flow-mediated dilatation (FMD), common carotid intima-media thickness (C-IMT), and anteroposterior diameter of infra-renal abdominal aorta (APAO)] were assessed. RESULTS: APAO was related to anthropometric (age: r = 0.520, p = 0.001; height: r = 0.679, p < 0.001; weight: r = 0.548, p = 0.001; BMI: r = 0.607, p < 0.001; SBP: r = 0.377, p = 0.026) and metabolic (HOMAir: r = 0.357, p = 0.035; HMW: r = − 0.355, p = 0.036) parameters. Age, height, and systolic blood pressure were positively related to increased C-IMT (r = 0.352, p = 0.038; r = 0.356, p = 0.036; r = 0.346, p = 0.042, respectively). FMD was not related to any clinical and biochemical characteristics of the pediatric population. Age, HOMAIR, fasting glucose levels, and HMW were independent predictors for APAO increase. Each unit decrease in HMW concentrations (1 µg/ml) induced a 0.065 mm increase in APAO. CONCLUSION: High molecular weight adiponectin is related to cardiovascular risk in overweight/obese children.
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