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Nell'ambito della tesi in restauro "La fontana del Moschi in piazza vasari a Firenze: problematiche di un bronzo esposto all'aperto che riacquista la propria funzione originale", discussa nel 2007 presso l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, è stato presentato l'intervento sull'opera "Fontana dei Puttini" di Mario Moschi (1952) [1]. La tesi, seguita dal Laboratorio Scientifico, affrontava una ricerca e valutazione su prodotti a basso impatto per l'operatore che garantissero una valida protezione per i bronzi esposti all'aperto. In tale occasione vennero eseguiti in laboratorio dei campioni su cui si testarono e confrontarono alcune tipologie di protettivi. La valutazione finale selezionò come alternativa al doppio strato standard, costituito da prodotti contenenti l'inibitore della corrosione benzotriazolo (BTA), considerato nocivo, un sistema a tre strati (cera-resina-cera) privo di inibitore ma che si presentava di efficacia promettente oltre che sicuro per l'operatore. Trattandosi di un lavoro svolto durante la tesi, la Direzione dei Lavori non concesse di applicare il sistema a tre strati in quanto non sufficientemente testato negli anni. La sua applicazione reale venne circoscritta a due zone con differenti esposizioni. Dopo cinque anni dalla ricollocazione della fontana in piazza Vasari a Firenze, avvenuta nel novembre 2008, una campagna diagnostica di controllo ha segnalato un'interessante risposta dei due sistemi protettivi [2]. A distanza di dieci anni dall'installazione in situ dell'opera, un nuovo controllo dello strato protettivo consente di monitorare lo stato conservativo e di porre nuovamente attenzione sul "sistema triplostrato".

Any protective treatment for cultural heritage applications should fulfil some specific requirements. Besides being transparent and colourless to maintain the original aspect of surfaces, they should be chemically and physically resistant to the degradation agents, possibly not toxic and removable without altering the underling patina and metallic substrate. For a better efficacy, in some cases protective coatings are applied in association with corrosion inhibitors. A crucial issue in the evaluation of new products is related to their long-term performances. Typically, this aspect is investigated carrying out accelerated ageing tests. However, this type of procedures rarely fully represent the complexity of real exposures. For this reason, when possible, it is advisable to perform also natural ageing, but this is rarely done because it is too time consuming. This research was aimed to investigate and compare the long-term efficacy of traditional and innovative coatings for outdoor bronze surfaces. Coatings were applied in single, double and triple layer and in combination, through blend or pre-treatment, with non-toxic corrosion inhibitors. The different treatments were applied on both patinated and non-patinated bronze specimens. The characterisation of the different treatments immediately after application was performed and reported on a previous work. A multi-analytical approach was adopted for the study of the long-term behaviour of the different tested treatments, including colorimetric, SEM-EDX, FTIR, LPR and EIS measurements. Natural and artificial ageing have been compared in order to investigate whether the artificial ageing process could be considered representative of the real effect of outdoor exposure.

The Basilica di Santa Croce (Basilica of the Holy Cross) is the major Franciscan church in Florence (Italy) and the largest Franciscan church in the world. The construction began in 1294 and the church was consecrated in 1442. Since the beginning the Basilica became one of the most important religious centers and the most prominent families in Florence had their chapel in the church sumptuously decorated with frescoes and glass stained windows painted by the masters of that time. In the church there are 22 stained glass windows. During the last ten years the Opera di Santa Croce started a restoration campaign of some of the stained glass windows. In this paper the archaeometric data collected from six of the most important stained glass windows are compared. According to stylistic studies the six windows belong to a period spanning from the first/second decade to the end of the fourteenth century.

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Negli anni '70 Pietro Pedeferri partecipò attivamente, insieme ad alcuni colleghi del Politecnico, alle ricerche scientifiche che a partire dalla fine degli anni '60 hanno accompagnato la storia conservativa della Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti. In quegli anni si stava ancora cercando di capire se fosse possibile mantenere questa preziosa opera in bronzo dorato nella sua posizione originale, nel Battistero di Firenze. Per valutare l'efficacia delle metodologie proposte furono realizzati dei "sensori galvanici" che simulavano il comportamento della Porta e permettevano, mediante la misura della corrente galvanica, il monitoraggio in continuo della velocità di corrosione. Nel 2008 il gruppo di ricerca del Laboratorio MaMeCH (Materials and Methods for Culural Heritage), tenacemente voluto da Pietro Pedeferri al Politecnico, è stato nuovamente coinvolto nella fase finale del restauro della Porta e attualmente partecipa al progetto di monitoraggio promosso dal Museo dell'Opera del Duomo, dove la Porta è attualmente esposta al pubblico. Partendo dai promettenti risultati ottenuti negli anni '70 e grazie ai preziosi consigli di Pietro, sono stati messi a punto dei nuovi sensori galvanici per lo studio e il monitoraggio di bronzi dorati. Tali sensori si sono dimostrati un potente strumento per lo studio di nuove metodologie conservative per la protezione di opere in bronzo dorato. Essi permettono il monitoraggio in continuo della corrente galvanica, fornendo quindi dati quantitativi sulla velocità di degrado. Nel caso della Porta del Paradiso è possibile monitorare la velocità di corrosione al variare delle condizioni microclimatiche all'interno della teca in cui la è conservata.

Il colore può essere misurato mediante l'impiego di colorimetri tristimolo e spettro-colorimetri (strumentazioni specifi che), oppure utilizzando strumentazioni non dedicate allo scopo. Queste strumentazioni possono essere progettate per effettuare misure di colore sia a contatto sia a distanza. Nel presente lavoro sono riportati i risultati ottenuti mediante l'uso di diverse strumentazioni su una serie di standard colorimetrici certifi cati. In particolare, sono stati impiegati uno spettro-colorimetro (Konica-Minolta modello CM2600d), uno spettrofotometro equipaggiato con sfera integratrice esterna (Perkin-Elmer modello lambda 19), uno spettroanalizzatore (Zeiss modello MCS501) e uno scanner iperspettrale del tipo Prism-Grating-Prism Im- Spector (SpecIm Ltd). Dal calcolo dei valori colorimetrici ottenuti mediante l'ausilio di queste diverse strumentazioni, operanti con differenti geometrie d'acquisizione, è emerso quanto sia importante poter effettuare confronti con lo standard di rifl ettanza (bianco di riferimento), al fi ne di comparare tra loro dati acquisiti con geometrie di misura e strumentazioni diverse. Inoltre, è stato confermato che, indipendentemente dal sistema di misura impiegato, è sempre necessario riportare gli errori sui dati colorimetrici come scarto massimo o deviazione standard.

An optimised laser methodology was devised to clean gilded decorations found on hair and robes of the Santi Quattro Coronati, marble sculptures by Nanni di Banco. The optimisation of laser parameters was achieved through comparative cleaning tests by employing Nd:YAG (1064nm) and Nd:YAP (1340 nm) lasers systems. The different cleaning results were characterised by microscopy, spectral reflectometry, and FT-IR analyses. In particular, high removal control was achieved by short free running (SFR) Nd:YAP and Nd:YAG lasers that allowed gradual cleaning levels. Conversely, a single cleaning level was possible by Q-switching Nd:YAG laser, which also induced an undesired yellowish-orange appearance of the cleaned surface. Following the analysis of these results the whole cleaning treatment of gilded areas was performed using SFR Nd:YAG laser.