The theoretical kernel of Karol Wojtyła’s philosophy of man is represented by the intrinsic nexus “nature-person”, deep-rooted in the hearth of Christian theology (and Christological meditation): the human person possesses its nature, but it is irreducible to its nature; therefore person can integrate nature, “personalizing” it through conscious operativity. Accordingly, a peculiar dramatic tension springs up between person and its nature: human experience and human act constitute the specific field of this drama. Experience, inscribed into the dynamic of meeting another person, also reveals the inner dialogue between self-knowledge and self-consciousness. The metaphysical subjectivity is investigated in the light of a hypostatic and communional ontology: the human person is originally inscribed into communio personarum and it is destined to the transformation in Christ, i.e. metanoia and divinisation of man (Theosis)., Il nucleo teoretico della filosofia dell’uomo di Karol Wojtyła può essere reperito nel nesso intrinseco “natura-persona”, profondamente radicato nel cuore della teologia cristiana (e della meditazione cristologica): l’uomo-persona possiede la sua natura, ma è irriducibile ad essa; egli pertanto può integrare la sua natura, “personalizzandola” attraverso l’operatività cosciente. In questa prospettiva tra persona e natura si innesca una tensione drammatica peculiare, il cui campo specifico è costituito dall’esperienza dell’uomo e dal suo atto. L’esperienza, inscritta nella dinamica dell’incontro con la persona e le persone, rivela inoltre il dialogo interiore tra l’autoconoscenza e l’autocoscienza. La soggettività metafisica viene indagata alla luce di un’ontologia ipostatica e comunionale: l’uomo in quanto persona è originariamente inscritto nella communio personarum e vede la propria umanità compiuta integralmente nella trasformazione in Cristo, lungo il cammino della metanoia e della divinizzazione (Theosis).