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Per rendere omaggio a Carla Casagrande, desidero offrirle uno squarcio sull'insegnamento della teologia impartito in Italia settentrionale, durante la seconda metà del XIII secolo. La questione del soggetto di una scienza è, all'epoca, argomento di dibattito sia in teologia che in filosofia: ho dunque scelto di pubblicare due brevi testi su questo tema, testimoni della riflessione intorno allo statuto della scienza teologica e, di riflesso, filosofica, in un'area geografica che, pur non godendo della reputazione di Parigi, non è per questo meno importante 1. A Bombologno da Bologna ho già dedicato alcune ricerche, mentre, a proposito del commento tradito dal manoscritto Brescia, Bibl. Queriniana B.VI.2-a torto attribuito prima a Fishacre e poi a Bombologno 2-, avevo unicamente negato che si trattasse del commento di Bombologno 3. Si credeva 4 , inoltre, che il commento del ms. queriniano fosse identico al commento anonimo trasmesso dal ms. Parigi, BnF lat. 14557: alcune differenze redazionali da me rilevate preparando queste pagine inducono, invece, a riconsiderare la loro relazione. Questo commento anonimo sarà designato con il suo incipit, Quid est Sapientia. Attraverso lo studio del contenuto dei due articoli sul soggetto della teologia e l'analisi del metodo di lavoro comune ai due autori, intendo mettere in luce anche qualche aspetto delle loro tecniche di insegnamento e di redazione.

Bombologno da Bologna, l'Anonimo Quid est Sapientia e il soggetto della teologia nella seconda metà del XIII secolo Per rendere omaggio a Carla Casagrande, desidero offrirle uno squarcio sull'insegnamento della teologia impartito in Italia settentrionale, durante la seconda metà del XIII secolo. La questione del soggetto di una scienza è, all'epoca, argomento di dibattito sia in teologia che in filosofia: ho dunque scelto di pubblicare due brevi testi su questo tema, testimoni della riflessione intorno allo statuto della scienza teologica e, di riflesso, filosofica, in un'area geografica che, pur non godendo della reputazione di Parigi, non è per questo meno importante 1. A Bombologno da Bologna ho già dedicato alcune ricerche, mentre, a proposito del commento tradito dal manoscritto Brescia, Bibl. Queriniana B.VI.2-a torto attribuito prima a Fishacre e poi a Bombologno 2-, avevo unicamente negato che si trattasse del commento di Bombologno 3. Si credeva 4 , inoltre, che il commento del ms. queriniano fosse identico al commento anonimo trasmesso dal ms. Parigi, BnF lat. 14557: alcune differenze redazionali da me rilevate preparando queste pagine inducono, invece, a riconsiderare la loro relazione. Questo commento anonimo sarà designato con il suo incipit, Quid est Sapientia. Attraverso lo studio del contenuto dei due articoli sul soggetto della teologia e l'analisi del metodo di lavoro comune ai due autori, intendo mettere in luce anche qualche aspetto delle loro tecniche di insegnamento e di redazione.

Actes de la journée d'étude du 15 mai 2008, [Paris, Institut de recherche et d'histoire des textes]. - ISBN : 978-2503-53559-3. (Coll. Studia artistarum, ISSN 2032-1252 ; 24); Le Glossaire du latin philosophique est un fichier d'environ 230.000 à 260.000 fiches consacré au vocabulaire philosophique du moyen âge. Une équipe du CNRS, au départ sous la direction de Pierre Michaud-Quantin, y a travaillé durant de nombreuses années. Récemment, il a été transporté de la Sorbonne à l'Institut de Recherche et d'Histoire des Textes, où il est désormais consultable à la Section latine. A l'occasion de l'arrivée du Glossaire du latin philosophique à l'Institut de Recherche et d'Histoire des Textes et pour marquer un nouveau départ, une journée d'étude consacrée à ce fichier a eu lieu à l'IRHT, le jeudi 15 mai 2008, sous le titre " Les innovations du vocabulaire latin à la fin du moyen âge : autour du Glossaire du latin philosophique (philosophie, théologie, sciences) ". L'accent était mis sur la fin du moyen âge (XIIIe-XVe s.) parce que le vocabulaire philosophique de cette période n'est représenté que très partiellement dans les dictionnaires du latin médiéval et que nombre d'éditions récentes concernent cette période.

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Apres avoir verifie l’existence d’une « contemplation des philosophes » dans l’œuvre de Thomas, l’article se propose d’en etudier la nature et de la comparer avec celle de la « contemplation des saints », ici-bas et dans la patrie. La notion de contemplation est analysee comme acte de l’intellect speculatif en tant qu’il est choisi au prealable par la volonte : il s’agit de la contemplation qui « devient une affaire de vie » (contemplatio accipit rationem uite), pour le chretien comme pour « le paien et l’infidele ». Le role de l’amour dans la contemplation est structurellement identique chez les philosophes et chez les saints, bien que dans le premier cas il s’agisse d’un amour naturel et dans le second d’un amour surnaturel, la charite. L’etude attentive conduite sur les textes manifeste que, selon Thomas, l’homme, pour aimer Dieu plus que soi-meme et par-dessus tout, n’a pas un besoin absolu de la grâce sanctifiante, qui est necessaire seulement pour lui faciliter l’exercice de cette capacite naturelle (Ia-IIae, q. 109, a. 3). En revanche, l’amitie entre le sage paien et Dieu ne peut se realiser que par le don de la grâce sanctifiante. La contemplation des philosophes sert a Thomas pour expliquer l’articulation entre la philosophie et la theologie, et la notion du desir naturel de voir l’essence divine joue un role capital dans l’elucidation de cette articulation : l’article analyse de maniere detaillee les textes de Thomas sur ce sujet, sans negliger la litterature ancienne et recente.