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Il saggio ripercorre, attraverso materiali inediti conservati presso gli archivi della Fondazione Zeri di Bologna, gli studi dedicati da Federico Zeri al problema della produzione di nature morte all'interno della bottega del cavalier d'Arpino e al Maestro di Hartford, identificato dallo studioso come il giovane Caravaggio.

Il contributo, a partire da un esempio specifico, mira a mettere in luce il ruolo svolto dal pittore Louis Gauffier nella definizione di una nuova tipologia di ritratto alla fine del Settecento.

Attraverso la lettura di documenti inediti e materiali fotografici conservati presso la Fondazione Zeri di Bologna si commentano alcuni quadri attribuiti al Maestro di Hartford, facendo il punto sugli studi dedicati da Federico Zeri a questa personalità e alla sua possibile identificazione con il giovane Caravaggio.

Il testo ripercorre le problematiche attributive e iconografiche relative a una natura morta studiata da Federico Zeri, sottolineando come gli studi successivi abbiano confermato le intuizioni dello studioso.

Il testo affronta con proposte originale le problematiche relative alle tecniche di lavoro e alla datazione dei dipinti di paesaggio realizzati da Thomas Jones in Italia.

Il testo, attraverso l’analisi del ritratto del principe Augustus Frederick, poi duca di Sussex, mette in luce il contributo offerto da Luis Gauffier alla definizione di una nuova tipologia di ritratto. Formato ridotto, informalità e spontaneità della posa, ambientazioni personalizzate si discostano dalle caratteristiche del ritratto esemplare eroico di David e dell’epopea rivoluzionaria per dar vita a raffigurazioni più individuali e intime, che giungono ad influenzare la ritrattistica contemporanea e quella della successiva Restaurazione.

Attraverso un'indagine botanica del paesaggio dipinto da Poussin, viene messo in evidenza lo scarto fra la realtà dell' Agro romano nel Seicento (che, secondo le fonti, Poussin disegnava dal vivo spostandosi a piedi e cavallo) e la sua trascrizione in chiave morale e simbolica nei grandi dipinti della maturità di Poussin.

Scheda bio-bibiografica sull’artista. Il testo ricostruisce la vita e l’opera del pittore François-Marius Granet, dagli anni di formazione a Roma alla carriera come celebrato pittore nella Francia della prima metà dell’Ottocento. In particolare, il testo di sofferma sul duplice aspetto della sua produzione, quella pubblica di pittore di storia e quella privata di artista di paesaggi a olio e ad acquerello, caratterizzati, nell’erosione della forma e nella rarefazione narrativa, da una grande verità sentimentale e atmosferica.

Scheda bio-bibiografica sull’artista. Il testo ricostruisce la vita e l’opera del pittore Felice Giani, evidenziando in particolare la sua attività di decoratore e il contesto storico-culturale in cui questa si colloca.

Il ritratto del giovane lord Brudenell, con lo spartito musicale aperto sulle battute finali della Sonata n. 6, op. 5, di Corelli, permette di ridefinire tipologie e dinamiche della ritrattistica di Pompeo Batoni, pittore protagonista del Settecento romano.

Il testo pubblica il diario redatto dal pittore inglese Thomas Jones, in cui descrive il proprio soggiorno in Italia fra il 1776 e il 1783. Si tratta di una fonte unica per ricostruire il vissuto quotidiano degli artisti che visitavano la penisola a tali date, e le personalità che animavano il panorama culturale. Il testo è illustrato dalle opere dell'artista e corredato di un commento che, su basi storiche e filologiche, ricostruisce la vita e l'opera del pittore, e propone un'interpretazione nuova e originale dei dipinti e del personaggio, costituendo di fatto una prima monografia sull'artista.

Scheda bio-bibliografica sull’artista. Il testo ricostruisce la vita e l’opera del pittore di paesaggi Pierre-Henri de Valenciennes, focalizzando l’attenzione sull’evoluzione stilistica che si registra nei suoi dipinti, il modificarsi del suo approccio alla natura e il contesto culturale in cui questo avviene. In particolare, il testo analizza l’originalità dei suoi studi a olio su carta realizzati en plein air a Roma negli anni Ottanta del Settencento. Si tratta di un punto di riferimento essenziale per gli studi sul paesaggio nel Settecento, data l’assenza di una monografia aggiornata sul pittore.

Scheda bio-bibliografica sull’artista. Il testo ricostruisce la vita e l’opera del pittore di paesaggi Simon Denis, focalizzando l’attenzione sull’evoluzione stilistica che si registra nei suoi dipinti, il modificarsi del suo approccio alla natura e il contesto culturale in cui questo avviene. Si tratta di un punto di riferimento essenziale per gli studi sul paesaggio nel Settecento, data l’assenza di una monografia aggiornata sul pittore.

Scheda bio-bibliografica sull’artista. Il testo ricostruisce la vita e l’opera del pittore di paesaggi Abraham-Louis-Rodolphe Ducros, focalizzando l’attenzione sull’evoluzione stilistica che si registra nei suoi dipinti, il modificarsi del suo approccio alla natura e il contesto culturale in cui questo avviene. Si tratta di un punto di riferimento essenziale per gli studi sul paesaggio nel Settecento, data l’assenza di una monografia aggiornata sul pittore.

Il testo analizza le decorazioni realizzate da Felice Giani e dalla sua èquipe a Palazzo Laderchi, Faenza, negli anni Novanta del Settecento. Committente dei lavori i fratelli Laderchi, esponenti della borghesia filofrancese, membri del ceto dirigenziale della Repubblica Cisalpina. La cultura dei committenti si riflette nella decorazione progettata da Giani, ricca di riferimenti alla simbologia massonica, con richiami alchemici ed esoterici. Il saggio evidenzia la capacità dell’artista di tradurre in immagini sogni e ambizioni di una nuova classe sociale in ascesa, che, nel solco degli ideali della Rivoluzione Francese, esalta il temperamento e la cultura più che il rango e la ricchezza.

Scheda bio-bibiografica sull’artista. Il testo ricostruisce la vita e l’opera del pittore di paesaggi Jean-Joseph-Xavier Bidauld, focalizzando l’attenzione sull’evoluzione stilistica che si registra nei suoi dipinti, il modificarsi del suo approccio alla natura e il contesto culturale in cui questo avviene. Si tratta di un punto di riferimento essenziale per gli studi sul paesaggio nel Settecento, data l’assenza di una monografia aggiornata sul pittore.

Scheda bio-bibliografica sull’artista. Il testo ricostruisce la vita e l’opera del pittore di paesaggi Thomas Jones, focalizzando l’attenzione sull’evoluzione stilistica che si registra nei suoi dipinti, il modificarsi del suo approccio alla natura e il contesto culturale in cui questo avviene. In particolare, il testo analizza l’originalità dei suoi studi a olio su carta realizzati en plein air a Roma e Napoli negli anni Ottanta del Settencento. Si tratta di un punto di riferimento essenziale per gli studi sul paesaggio nel Settecento.

Il saggio costituisce uno dei contributi di apertura del testo dedicato al paesaggio in Italia nel Settecento. Il contributo si sofferma sulle caratteristiche delle opere realizzate da artisti italiani ed europei allo scadere del secolo, che mettono in luce il modificarsi dell’approccio alla natura da parte dei pittori. Un approccio nuovo, immediato, segnato dall’esperienza diretta en plein air, dall’esigenza di registrare direttamente quanto esperito dallo sguardo. Un approccio che sfocia in rappresentazioni che esulano dalle componenti aneddotiche e idealizzate per tradursi in composizioni più sintetiche, dirette, in cui l’obiettivo si stringe sul soggetto fino ad estrarne l’impronta documentaria ed essenziale. Riflesso dell’anima razionalista e scientista del secolo, queste immagini si colorano, avvicinandosi all’Ottocento, del sentimento dell’artista, saldando l’oggettività dello sguardo alla soggettività del sentimento individuale.

Scheda bio-bibiografica sull’artista. Il testo ricostruisce la vita e l’opera del pittore Louis Gauffier, dagli anni di formazione a Roma alla carriera come artista al servizio dei Grand Tourists a Firenze dopo il 1793. Autore di dipinto di storia, di paesaggi e di ritratti, il pittore rivela un approccio alle varie tematiche originale nel contesto in cui si muove, all’insegna di una vocazione intimista e sentimentale di sapore preromantico. Il testo costituisce un punto di riferimento essenziale per gli studi, data l’assenza di una monografia sul pittore.

Il saggio si focalizza sugli anni di formazione dell’artista, completata a Roma dal 1784 nell’ambito dell’Accademia di Francia e dell’esempio di David. Attraverso il recupero di due dipinti inediti, il testo evidenzia, già in questi primi anni, la propensione del pittore per una narrazione intimista e sentimentale, lontana dalla visione eroica ed esemplare della storia che impronta la cerchia davidiana dei francesi. Approccio già, seppur timidamente, preromantico, che si rivelerà pienamente nei ritratti e nei dipinti di paesaggio realizzati a Firenze dopo il 1793.

Il libro, che raccogliele le Academy lectures tenute alla Columbia University nel 1999, vuole offrire una nuova chiave d’accesso all’estetica neoclassica attraverso lo studio della pittura di paesaggio e della decorazione di interni. Tramite il confronto fra dipinti, disegni, e documenti poco noti e spesso inediti, il testo si sviluppa in tre percorsi: la riscoperta del mondo antico, l’analisi della decorazione delle dimore dell’aristocrazia e la nascita di un approccio al paesaggio in chiave ‘razionalista’; approcci diversi che mettono in luce le molteplici sfaccettatture dell’arte e della cultura degli ultimi anni del Settecento, culla del pensiero moderno.

Scheda bio-bibliografica sull’artista. Il testo ricostruisce la vita e l’opera del pittore Carlo Saraceni, focalizzando l’attenzione in particolare sulla produzione di paesaggi di piccolo formato che scandisce la prima attività del pittore, nel primo decennio del Seicento. A fianco di Adam Elsheimer, Saraceni applica al paesaggio quella ricerca naturalistica che costituisce uno degli assi portanti del Seicento moderno, prima di affermasi come pittore di storia nell’ambito del caravaggismo.

Il libro analizza le vedute di Roma e le raffigurazioni di paesaggio realizzate da alcuni artisti stranieri in Italia alla fine del Settecento, caratterizzate da una forte impronta razionalista nella composizione dell’immagine, nella sintesi delle forme e nella riduzione dei mezzi espressivi. Questi pittori danno vita a rappresentazioni della città e del paesaggio finalizzate alla ricerca di un’immagine esemplare e assoluta, composta da geometrie elementari ed archetipe, favorita dalla riscoperta dell’arte dorica e del culto primitivista di fine secolo. Attraverso il punto di vista meno frequentato della storia del paesaggio, il libro evidenzia alcuni dei caratteri portanti dell’arte e della cultura neoclassiche, culla del pensiero moderno.