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Il contributo al convegno vuole essere quello di riflettere sul rapporto tra architettura e città a partire dalla lettura dei fenomeni migratori. Questi ultimi, infatti, che investono l’intero Mediterraneo costituiscono un cambiamento soprattutto nei luoghi degli sbarchi come accade nelle coste siciliane, alcune considerate modelli di accoglienza e integrazione,. La Sicilia, un tempo luogo di transito delle migrazioni, è oggi diventata, infatti, luogo di arrivo di un flusso migratorio di uomini provenienti da aree geografiche con esperienze drammatiche alle spalle. Indispensabile, a nostro avviso, acquisire la consapevolezza del profondo cambiamento sociale, già avviato nel mondo occidentale da lungo tempo, ma che incide e inciderà profondamente in futuro nelle nostre città. “Le città sono organismi che sopravvivono alle culture che le hanno generate, producendo esse stesse una profonda cultura fatta di manifestazioni fisiche e metafisiche. Il loro aspetto è dunque, per gran parte, il frutto di questa cultura.Le città oggi vivono contemporaneamente identità e diversità come scrive Marc Augè “Nelle città-mondo esistono la violenza, l’esclusione, i ghetti, i giovani e i meno giovani, le diverse generazioni, gli immigrati, i clandestini: in una parola, tutta la complessità e la disuguaglianza presenti nel mondo.” (Augè, 2007). Il Mediterraneo, infatti, sede di flussi migratori, presenta notevoli complessità legate alle diverse identità in continuo movimento, a mobilità umane che hanno lasciato tracce nella molteplicità dei luoghi, che vedono intrecciarsi in un rapporto complesso paesaggio e architettura. L'attività di ricerca condotta in particolare in Tunisia e Siria dopo a Lampedusa e nelle città siciliane, ha inteso occuparsi del carattere della multietnicità. Questa premessa è importante per leggere lo spazio dell'abitare attraverso le diverse forme di esperienza e soprattutto la coesistenza di un abitare con l'altro per sperimentare nuove forme di vivere insieme. Attraverso i numerosi casi di studio delle città e del territorio sono state individuate le trasformazioni e le modificazioni dello spazio consolidato della città europea attraverso le diverse forme dello spazio privato e pubblico. Il Mediterraneo teatro di numerosi eventi descritti da F. Braudel: “Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose insieme…".In questo senso il mosaico mediterraneo può assumere prospettive nuove, attraverso percorsi tra le diverse sponde o rive ed occasioni, incontri e scambi atti a costituire, come sostiene Iain Chambers, “un mosaico di forme e di convivenza, dove possono confluire diversi saperi.” (Chambers, 2002). The contribution to the conference will be that of reflect on the relationship between architecture and city, starting from the reading of the migration phenomena. The latter, in fact, investing the whole Mediterranean constitute a change especially in places of the landings, some considered to be reception and integration models, as happens in the Sicilian coasts. Sicily, once a place of migration transit, became today, in fact, arrival place of a migratory flow of people coming from geographical areas with dramatic experiences behind. It’ s essential, in our view, acquire the consciousness of the deep social change, already initiated in the Western world long since, but which affects and profoundly in the future will affect our cities. "The cities are organisms that survive to the cultures that created them, producing themselves a deep culture made of physical and metaphysical manifestations. Their appearance is, therefore, for most the fruit of this culture". The cities now live simultaneously identity and diversity as Marc Augé writes "In the cities- world there are the violence, the exclusion, the ghettos, the young people and the not so young people, the different generations, the immigrants, the illegal immigrants: in a word, the whole complexity and inequality present in the world". The Mediterranean, in fact, place of migratory flows, presents significant complexities related to the different identities in continuous movement, to human mobilities that have left traces in the multiplicity of the places that see landscape and architecture intertwine in a complex relationship. The research activity that I conducted, in particular in Tunisia and Syria, then in Lampedusa and later in the Sicilian cities, has allowed me to know and rebuild a collective living mode based on the multi-ethnicity. From these premises, it’ s important to re-read the living space through thevalue recognition of the places, with their tracks, and the coexistence of a living space with each other, to experiment new forms of to live together. Through the many study cases, which have been involved by the urban phenomena, it will be important to check the city transformations, in the different spatial and architectural phenomena. The migratory phenomenon in the cities and in the territory, in some cases, starts transformations and modifications in some consolidated parts of the European cities, through various forms both of the private space and of the public space. The Mediterranean, so, is theater of manifold events and complex landscapes, as described by the same Fernand Braudell: "What is the Mediterranean? A thousand things together. Not one landscape but many landscapes". In this sense, the Mediterranean mosaic can assume new perspectives, through routes between the different sides or shores and occasions, meetings and exchanges suitable to constitute, as claimed by Iain Chambers, "a mosaic of forms and cohabitation, where they can convergedifferentknowledges”.The research on the architectures and on their role will enable us to verify the reception and integration forms in the contemporary city, often unfriendly to the reception of the migrants.