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The paper is an exploratory attempt to make some considerations, based on recent concrete data, around the role that criminal law can play against forced marriage. This is a peculiar form of culture-driven violence against women, which (re-)emerged in the context of western multiethnical and multicultural societies as a result of immigration in the past decades. After framing the background and the phenomenon, as well as the international legal context and debate, the focus will be on the case of Italy, where an ad hoc offence has been introduced in 2019. In fact, this kind of legislation, especially in the field of culturally motivated crimes, is often criticised by scholars, who consider it to be merely “symbolic” and risking to submerge existing cases even more. However, the ministerial reports realised in Italy about the incidence of denounced forced marriages show an increase of them from a year to another. The objective of this article is thus to reflect on such evidence, also through a comparison with other empirical studies concerning female genital mutilations, arguing that criminalisation can actually have a concrete role of protection of human rights, specifically those of women, empowering victims and giving them a concrete instrument of opposition.

Il contributo analizza la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in materia di diritto di difesa, diritto alla prova e contraddittorio, nonché verifica la compatibilità del processo penale italiano ai principi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo

Il presente contributo esamina la più recente evoluzione del sistema di giustizia penale domestico, a seguito dell’entrata in vigore della l. 27 settembre 2021, n. 134 (c.d. riforma Cartabia), con specificoriguardo alle strategie negoziali e riparative. Dopo un inquadramento teorico della premialità, della giustizia negoziata e della restorative justice, i diversi modelli di risposta al reato, sia quelli più tradizionali sia quelli di nuovo conio, vengono analizzati da un punto di vista funzionalistico, allo scopo di individuare differenze ed interferenze tra gli stessi.

Il contributo analizza la giurisprudenza europea in tema di diritto al risarcimento in caso di errore giudiziario, verificando la compatibilità della disciplina italiana con i principi convenzionali

Human mesenchymal stromal/stem cells (hMSCs) are used in experimental cell therapy to treat various immunological disorders, and the extracellular vesicles (hMSC-EVs) they produce have emerged as an option for cell-free therapeutics. The immunomodulatory function of hMSCs resembles the resolution of inflammation, in which proresolving lipid mediators (LMs) play key roles. Multiple mechanisms underlying the hMSC immunosuppressive effect has been elucidated; however, the impact of LMs and EVs in the resolution is poorly understood. In this study, we supplemented hMSCs with polyunsaturated fatty acids (PUFAs); arachidonic acid, eicosapentaenoic acid, and docosahexaenoic acid, which serve as precursors for multiple LMs. We then determined the consequent compositional modifications in the fatty acid, phospholipid, and LM profiles. Mass spectrometric analyses revealed that the supplemented PUFAs were incorporated into the main membrane phospholipid classes with different dynamics, with phosphatidylcholine serving as the first acceptor. Most importantly, the PUFA modifications were transferred into hMSC-EVs, which are known to mediate hMSC immunomodulation. Furthermore, the membrane-incorporated PUFAs influenced the LM profile by increasing the production of downstream prostaglandin E2 and proresolving LMs, including Resolvin E2 and Resolvin D6. The production of LMs was further enhanced by a highly proinflammatory stimulus, which resulted in an increase in a number of mediators, most notably prostaglandins, while other stimulatory conditions had less a pronounced impact after a 48-h incubation. The current findings suggest that PUFA manipulations of hMSCs exert significant immunomodulatory effects via EVs and proresolving LMs, the composition of which can be modified to potentiate the therapeutic impact of hMSCs.

Mutations in PANK2 lead to neurodegeneration with brain iron accumulation. PANK2 has a role in the biosynthesis of coenzyme A (CoA) from dietary vitamin B5, but the neuropathological mechanism and reasons for iron accumulation remain unknown. In this study, atypical patient-derived fibroblasts were reprogrammed into induced pluripotent stem cells (iPSCs) and subsequently differentiated into cortical neuronal cells for studying disease mechanisms in human neurons. We observed no changes in PANK2 expression between control and patient cells, but a reduction in protein levels was apparent in patient cells. CoA homeostasis and cellular iron handling were normal, mitochondrial function was affected; displaying activated NADH-related and inhibited FADH-related respiration, resulting in increased mitochondrial membrane potential. This led to increased reactive oxygen species generation and lipid peroxidation in patient-derived neurons. These data suggest that mitochondrial deficiency is an early feature of the disease process and can be explained by altered NADH/FADH substrate supply to oxidative phosphorylation. Intriguingly, iron chelation appeared to exacerbate the mitochondrial phenotype in both control and patient neuronal cells. This raises caution for the use iron chelation therapy in general when iron accumulation is absent.

Nel riformare il sistema punitivo tributario con il d.lgs. 158 del 2015, il legislatore non ha avvertito l'esigenza e neppure il dovere di offrire un rimedio alla palese violazione del principio del ne bis in idem. In attesa delle pronunce della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, non resta che fare il punto sulla più recente giurisprudenza. All'infuori di qualche isolata pronuncia di merito, che ha risolto in via diretta il contrasto con il principio del ne bis in idem, la giurisprudenza di legittimità, pur ammettendo timidamente la violazione, pare avallare il doppio binario penale-amministrativo, attraverso tre diversi escamotage interpretativi

1. La crisi economica in Italia – 2. La giurisprudenza di merito: tra ‘rispetto della forma’ ed esigenze di ‘giustizia sostanziale’ – 2.1. I presupposti dell’obbligo fondante il reato omissivo proprio (tipicità) – 2.2. Stato di necessità (antigiuridicità) – 2.3. Mancanza di dolo e forza maggiore (colpevolezza). – 2.4. Rischio di impresa – 3. Le Sezioni Unite e la successiva giurisprudenza di legittimità sulla crisi di liquidità – 4. Crisi economica e categorie dogmatiche – 4.1. La “volontà” di omettere – 4.2. La differenza tra forza maggiore e vis immateriale – 4.3. L’‘inesigibilità’ del versamento tributario – 5. ‘Orsi e giardinieri’ del sistema penale. I presupposti dell’obbligo nei reati omissivi.

Il contributo ha a oggetto l’estensione del perimetro applicativo della confisca ante delictum (art. 24 d.lgs. n. 159 del 2011). Ormai “caduta in mani giurisprudenziali”, la confisca di prevenzione parrebbe orientata a finalità di repressione (post delictum) del fenomeno dell’evasione fiscale. L'Autrice si interroga sulle ragioni della torsione giurisprudenziale della confisca ante delictum e sull’opportunità di indirizzarne gli effetti ablativi verso un nuovo “tipo d’autore”: l’evasore fiscale socialmente pericoloso.

Nel contributo l'A. analizza due fondamentali profili dell'equità processuale, con particolare attenzione alle implicazioni relative al sistema di giustizia penale. Si tratta del diritto alla pubblicità dell'udienza e della sentenza e del diritto alla motivazione dei provvedimenti giurisdizionali. L'esposizione dei contenuti normativi della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali viene costantemente accompagnata dall'analisi delle pronunce della Corte di Strasburgo maggiormente rilevanti nelle suddette materie. Alla luce di tale analisi, infine, vengono poste in luce le possibili interferenze e gli eventuali contrasti ipotizzabili in riferimento alla normativa processuale interna rispetto al dettato convenzionale.

The article offers an overview of the U.K. regime of deferred prosecution agreements contained in the Crime and Courts Bill (2013), in light of the practice of pretrial diversion in the U.S. and the lessons learnt to date. The article furthermore invites to reflecting on the problem of corporate cooperation in investigations and corporate rehabilitation.

Oggetto di trattazione è l’analisi, in chiave comparata con i sistemi di common law, dei regimi di responsabilità “punitiva” degli enti collettivi, con particolare riguardo, anzitutto, ai principi e alle garanzie applicabili; in secondo luogo, al contenuto dell’addebito rivolto alla società; e, infine, ai profili processuali e sanzionatori. L’individuazione di nozioni autonome di “colpa” e di “rieducazione”, riferibili alla persona giuridica, è condotta attraverso la disamina dei procedimenti di giustizia negoziata e di mediazione penale di matrice anglo-americana.