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A CS is successful when the value of a portfolio of businesses is higher than the sum of the values of single businesses managed independently. This additional value is given by the synergies among businesses. This chapter describes distinct types of synergies and how they can be pursued, as well as when the risk of destroying value may arise. The approaches to CS are discussed at the end of the chapter.

Nella prima decade di questo secolo la responsabilità sociale, che gradualmente è stata sostituita dalla parola sostenibilità, ha smesso di essere un tema di nicchia, e ha guadagnato l’attenzione di un numero crescente di capi azienda. Nel secondo decennio abbiamo assistito all’esplosione del tema: oggi il capo di una grande impresa che non ha nella sua agenda i temi della sostenibilità è fuori dai giochi, è fuori dal mainstream. Il presente saggio è una testimonianza di una trasformazione epocale vista dagli occhi di chi non solo l’ha attraversata ma ne è stato protagonista.

Nella realtà sociale, politica ed economica italiana ed europea c’è una grande connessione dimenticata o, per lo meno, gravemente trascurata. Si tratta di una connessione evidente, multidimensionale, ad alto potenziale: quella tra Europa e Africa. Non a caso c’è chi parla di “continente verticale” per indicare il grande sistema di terre, acque e popoli che va dalla Scandinavia a Cape Town. Tra Europa e Africa c’è una vicinanza, una connessione strutturale che tuttavia è trascurata. Ma c’è l’altra faccia della medaglia: l’Africa è il contesto ideale per il leapfrogging. Passiamo dunque a considerare alcuni elementi di un possibile piano di connessioni sostenibili per il “continente verticale”. Quella alimentare, demografica, energetica ed economica. Per tutte queste ragioni sentiamo la necessità che un piano Europa-Africa esca dalla palude delle dichiarazioni d’intenti per diventare un sistema, sempre in evoluzione, di azioni. Ma nel frattempo, cosa fare? È a questo punto che indosso il cappello dell’imprenditore sociale. Dal 2010 sono impegnato nel progetto E4Impact, sorto in Università Cattolica, e divenuto Fondazione nel 2015, grazie al contributo di primarie imprese italiane . Esso ha una triplice missione: sviluppare imprenditori africani attenti alla sostenibilità; far crescere nelle università locali un approccio action-oriented sul binomio imprenditorialità-sostenibilità; incrementare le partnership tra imprese europee e africane.

Il contributo tratta dei temi di sostenibilità e di come questi possono essere integrati e possono modificare la Corporate Strategy di un'impresa. In particolare, il capitolo discute: - la varietà delle misure di natura socio-ambientale che possono essere adottate per introdurre in uno o più business la logica della sostenibilità; - l’economia circolare, come modello che propone di ripensare i processi aziendali o, nei casi più complessi, rivedere interamente uno o più business,; - lo sviluppo/acquisizione di un nuovo business a valenza sociale e/o ambientale. - la trasformazione dell’intero portafoglio business verso la logica della sostenibilità.

Entrepreneurs in developing economies try to cope with weak or absent formal institutions—often referred to as “institutional voids”—by relying extensively on intermediary organizations such as business incubators and development organizations or informal institutions such as political, kinship, or family relationships. However, in many African countries, intermediary support is limited and informal institutions are also unreliable, adding risks and costs to doing business and increasing the severity of institutional voids in the surrounding ecosystem. We investigate the practices followed by 47 commercial entrepreneurs in Kenya to “work around” these severe institutional voids to achieve their goals of business creation and growth. We find that severe institutional voids stimulate the hybridization of goals to include social value creation, create a need for a more strategic orchestration of business relationships, and motivate entrepreneurs to proactively cross- brace the institutional infrastructure around them. We contribute by unveiling the important role of entrepreneurs as microinstitutional agents in developing economies and by detailing how commercial and social goals become intertwined in the context of African entrepreneurship.

Il capitolo illustra l'evoluzione della finanza verso l'integrazione dei temi della sostenibilità e discute il cambiamento di competenze necessario per gli operatori del settore.

This chapter presents the research rationale underpinning the book. It addresses the intertwining challenges of food security and surplus food management, discussing recent data and literature. It also presents how social innovation is conceptualized in the book as the theoretical framework to analyse partnerships between business and nonprofit organisations in managing food surplus. The methodology of the research is also detailed, along with the book structure.

The chapter analyses the food recovery, management and redistribution system from the viewpoint of food charities, and it presents a model to analyse the constraints faced by NPOs as well as the enablers which help them to manage surplus food more efficiently. The model is built combining the literature on both non-profit organisations and food recovery management with the empirical evidence from 37 cases of NPOs across four European countries (France, Germany, Italy, Spain). For each dimension of the model, the cross-case analysis carried out here allowed identifying strenghts and weaknesses of the NPOs along the three stages of the food recovery process: collection, management and distribution.

This chapter presents the research rationale underpinning the book. It addresses the intertwining challenges of food security and surplus food management, discussing recent data and literature. It also presents how social innovation is conceptualized in the book as the theoretical framework to analyse partnerships between business and nonprofit organisations in managing food surplus. The methodology of the research is also detailed, along with the book structure.

Il tema della Misericordia ha avuto, per forza di cose, un’attenzione particolare anche in seno all’Università Cattolica del Sacro Cuore; fra le molte iniziative per l’anno giubilare, particolare rilievo ha avuto «La Misericordia e le sue opere», una serie di workshop organizzati a Milano per evidenziare i modi con cui l’Università contribuisce a materializzare la Misericordia. In particolare, fra le opere di misericordia corporali, la prima è: dar da mangiare agli affamati, che tuttavia non può essere unicamente il donare cibo a chi non ne ha, ma ancor più e meglio creare le condizioni favorevoli a che tutti possano produrre o guadagnarsi il pane. Anche per questo, la Chiesa propone una crescita economica diffusa in ogni paese della terra, affinché ogni uomo e donna possano vivere dignitosamente nella loro terra e non siano costretti a emigrare. L’Università Cattolica, che della Chiesa è parte, pur non avendo la mission, di intervenire materialmente nel portare cibo, ha in qualche misura quella di contribuire a rendere meno dipendenti le popolazioni povere, favorendo il loro autonomo affrancamento dal ciclo della povertà (sviluppo integrale e solidale). Con questo obiettivo, gli Istituti di Politica Economica e di Zootecnica e la Fondazione E4Impact, tutti dell’UCSC, hanno organizzato il 6 ottobre 2016 il workshop «Misericordia e sviluppo del Sud del Mondo».