Search

Objective We aim to test the hypothesis that college students provide Democratic candidates with greater electoral support and whether this varies among federal, state, and local elections. We also test whether college students mobilized by presidential campaigns are more likely to abstain from voting for state and local elections. Methods To examine these questions, we employed OLS and difference-of-means tests to analyze the distribution of votes cast in competitive elections for the November 2008 elections in 86 precincts located on 42 college campuses across five states as compared to the distribution of votes cast in noncollege precincts. College precincts were identified by representatives from each community's local Board of Elections. Results In line with conventional wisdom, the results of the analyses indicate Democratic candidates for federal offices do consistently receive greater electoral support from precincts located on college campuses as compared to noncollege precincts. However, the analyses of state and local elections highlight substantial variation in the level of support that Democratic candidates receive from precincts located on college campuses. Moreover, we found many college students in 2008 cast their ballots for Obama, but chose not to participate in lower-level elections. Conclusion Republican fears regarding college students turning small towns on their heads via the ballot box are not supported by our analyses. On average, students vote more democratically than nonstudents but they are also more likely to simply choose not to vote for local candidates. By and large, they come to the polls to vote for national offices, not local ones.

Scopo: effettuare uno studio retrospettivo volto a valutare in maniera sistematica i dati relativi all’epidemiologia e alle caratteristiche peculiari dell’entropion anatomico nelle razze canine di maggiore diffusione nel nostro territorio, fornendo utili indicazioni per la correzione chirurgica più adeguata nelle differenti anomalie tipiche di ogni razza. Materiali e metodi: Sono state esaminate le cartelle cliniche relative ai casi di entropion anatomico riscontrati nel cane, dal gennaio 2000 al dicembre 2008, valutando, per ogni singola razza, l’esistenza di una predisposizione a contrarre tale affezione. E’ stata valutata, inoltre, la presenza di caratteristiche peculiari delle anomalie palpebrali in ciascuna razza e l’influenza di tali peculiarità sulla scelta dell’opzione terapeutica e i risultati della tecnica chirurgica attuata. Risultati: sono stati valutati 253 casi di entropion anatomico nel cane, evidenziando caratteri differenti nelle specifiche razze esaminate. La scelta della tecnica chirurgica si è basata sui caratteri peculiari delle anomalie palpebrali. L’approccio chirurgico è stato risolutivo in tutti i soggetti sottoposti a intervento. Conclusioni: nelle razze di maggiore diffusione nel nostro territorio è possibile individuare alcune peculiarità che caratterizzano l’entropion e che devono essere prese in considerazione nel trattamento chirurgico della patologia.

INTRODUZIONE: Nei cani giovani la papillomatosi orale può essere associata ad un interessamento oculare, mentre il coinvolgimento primario dell’occhio rappresenta un riscontro meno comune. Nella maggior parte dei casi l’asportazione chirurgica è risolutiva. Localizzazioni oculari di carcinoma squamocellulare sono rare nel cane e il trattamento chirurgico è associato ad un’alta percentuale di recidive. Nonostante sia stata descritta la progressione da papilloma a carcinoma in situ nel bovino, non sono note segnalazioni di tale modificazione sulle neoplasie oculari nel cane. CASO CLINICO: Un Bullterrier, maschio, di 8 mesi, è stato riferito per una neoformazione localizzata all’occhio destro, comparsa in seguito ad una papillomatosi orale. La massa vegetante biancastra si estendeva dalla congiuntiva della palpebra inferiore, fino a metà della superficie corneale. All’esame ecografico la lesione appariva ovalare appiattita, irregolare, solida, omogeneamente ipoecogena, scarsamente vascolarizzata; la transizione tra lesione e cornea/congiuntiva era breve, con una parete/capsula iperecogena e sottile vallo ipo-anecogeno. La neoformazione è stata asportata mediante cheratectomia superficiale e sottoposta ad esame istologico. Istologicamente si osservavano gradi diversi di iperplasia epiteliale, acantosi ed ipercheratosi con ipergranulosi e coilocitosi negli strati epiteliali superiori. A volte erano evidenti inclusioni intranucleari basofile. Fu posta, quindi, la diagnosi di papilloma congiuntivo-corneale virale. L’amplificazione mediante PCR di un frammento del gene LI, eseguita secondo Teifke, ha confermato la presenza del DNA del Canine Oral Papillomavirus (COPV). Dopo 30 giorni è comparsa una neoformazione delle dimensioni di 0,1 cm accresciutasi rapidamente in circa un mese fino alle dimensioni di 0,5 cm. La lesione è stata asportata e sottoposta ad esame istologico, evidenziando caratteristiche di anaplasia e sovvertimento cellulare maggiori rispetto alla prima neoformazione, supportando la diagnosi di carcinoma. A 5 mesi dall’intervento non si registrano recidiva locale o metastasi. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI: Questo caso è, a nostra conoscenza, la prima segnalazione nel cane di trasformazione carcinomatosa di un papilloma virus-indotto. L’asportazione precoce della lesione carcinomatosa, in assenza di coinvolgimento delle strutture stromali corneali profonde, ha consentito di ottenere il controllo della neoplasia preservando la funzionalità dell’occhio affetto.

La dislocazione del cristallino è un'affezione che si verifica comunemente nel cane e che può compromettere la capacità visiva. Esiste una considerevole divergenza di opinioni sia riguardo l'opportunità di interevenire chirurgicamente nei diversi casi, sia riguardo il momento più adatto in cui un cristallino instabile dovrebbe essere rimosso. inoltre, nonostante l'intervento di estrazione intracapsulare della lente sia una procedura comunemente realizzata per il trattamento della dislocazione del cristallino nel cane, esistono in letteratura pochi studi volti a valutare i risultati che conseguono a questa tecnica chirurgica in follow-up a lungo termine. Il primo lavoro pubblicato da Curtis su The Veterinary Record nel 1983 e un lavoro successivo di Glover su JAAHA del 1995 riportano un follow –up fino a 12 mesi dall’intervento. Una recente segnalazione al Congresso Americano di Oftalmologia riporta invece un follow-up medio fino a 18 mesi. Non è stato accertato se il distacco retinico che può conseguire all’intervento di ICLE sia una complicanza della procedura o semplicemente l’ingrandimento di una lacerazione preesistente. Abbiamo realizzato, pertanto, uno studio retrospettivo, esaminando le cartelle cliniche di 71 occhi affetti da dislocazione del cristallino. 12 casi sono stati trattati mediante intervento di estrazione intracapsulare. Prima dell'intervento, l'esame ecografico ha escluso in tutti i casi la presenza di distacco retinico evidenziando segni evidenti di degenerazione del vitreo. Dopo l'intervento, la vista era conservata nel 58% degli occhi 7 giorni dopo l'intervento. la percentuale è diminuita al 50% dopo 12 mesi e al 33% dopo 24 mesi. L'insorgenza di glaucoma, distacco retinico e degenerazione retinica sono risultate le cause principali di compromissione della vista. L’esame ecografico ha escluso la preesistenza di distacchi retinici parziali prima dell’intervento, per cui è possibile ipotizzare che la dislocazione del vitreo in seguito all’intervento e alla vitrectomia determini piccole trazioni sulla retina in cui può infiltrarsi del vitreo degenerato aumentando progressivamente i distacchi, in seguito anche ai processi organizzativi che seguono ai processi infiammatori postoperatori. Dalla nostra esperienza, infine, l’immediatezza dell’intervento non sembrerebbe essere in grado di scongiurare tali complicanze, anche se occorrerebbe valutazioni statistiche in merito.In conclusione, è possibile ipotizzare , quindi che una retinopessi profilattica in futuro potrebbe essere un valido ausilio nei cani sottoposti a ICLE, così come si rendono necessari ulteriori studi con follow-up adeguati, sui risultati ottenuti inserendo una lente protesica intraoculare.

We investigate the impact of the polling “bandwagon effect,” which is the tendency for people to modify their beliefs to conform to the majority opinion presented by a poll. While most research on the bandwagon effect centers on voters’ preferences for candidates, we study the impact of polls on public opinion for political issues. Drawing upon social identity theory, we hypothesize that the bandwagon effect impacts those individuals who seek to enhance their connection to their political and national groups. With three unique experiments, we find that strong partisans alter their attitudes to conform to those of their fellow Republicans or Democrats. Interestingly, Americans do not change their attitudes to conform to the opinions of their fellow Americans. We also find that people who change their attitudes appear to be unaware of the influence of the opinion poll.

Gene transfer experiments have defined limitations with regard to the ability of individual oncogenes to transform cultured cells to a tumorigenic state. The stable transformation of REF52 cells by either the ras or sis oncogenes requires the continuous expression of a second collaborating oncogene, such as adenovirus-5 E1A or SV40 large T-antigen. Our studies suggest that the function of the nuclear collaborators is to antagonize dominant growth controls which limit the ability of REF52 cells to proliferate in response to mitogenic stimuli.

SUMMARY: We describe the case of a patient with aseptic meningoencephalitis after intrathecal iohexol injection for myelography and review the previous literature on similar cases of contrast-induced neurotoxicity.

A systematic error exists in measurement of ultrasound speed in tissue with pulse methods. Frequency-dependent attenuation distorts the incident waveform as it passes through tissue causing an error in determination of speed when the time interval between fixed points on the incident and transmitted waveforms is measured. Two equations have been derived for a generalized pulse in a non-dispersive medium that enable calculation of this error when the peaks of the waveforms or the zero-crossings are used as reference points in the speed measurement. The errors have been calculated for measurement of speed in muscle, liver and fat for path lengths of 5, 10, and 15 cm for two incident pulse shapes. In general, the magnitude of this error is small compared to the biological variation, but may be significant compared to experimental error.

Eleven patients with an unusual, moth-eaten, destructive lesion in the humerus simulating a malignant neoplasm are presented. The radiographic changes developed over an extended period after trauma. This pattern of posttraumatic osteoporosis can easily be mistaken for a malignancy. An awareness of the entity helps one to make the correct diagnosis. Also, certain helpful hints are pointed out.

Two protein subunits (42,000 and 78,000 daltons) encoded by the fadAB genes form a multifunctional enzyme complex containing thiolase, 3-hydroxyacyl-coenzyme A dehydrogenase, crotonase , epimerase, and isomerase activities (S. Pawar and H. Schulz, J. Biol. Chem. 256:3894-3899, 1981). In an attempt to characterize the structural organization and regulatory properties of these genes, a 5.2-kilobase pair fragment containing the fadAB genes has been isolated. Plasmids containing this fragment (i) complement mutations in the fadAB genes; (ii) overproduce by 10- to 50-fold thiolase, 3-hydroxyacyl-coenzyme A dehydrogenase and crotonase ; and (iii) specify a 42,000- and a 78,000-dalton protein. The fadA gene, which encodes the 42,000-dalton protein, has been localized within the original clone to a 3.3-kilobase pair fragment. Thiolase activity, which is encoded by the 42,000-dalton protein, was not observed in the absence of the 78,000-dalton protein, suggesting that an intact complex is required for function. Transposon Tn5 insertional mutagenesis of the cloned fadAB genes has demonstrated that both fadA and fadB are transcribed as a single transcriptional unit with the direction of transcription from fadA to fadB . The molecular cloning and characterization of the fadAB region confirm the original genetic contention that the genes encoding the proteins for the multifunctional complex form an operon.

Il contributo si focalizza su alcune categorie di monumenti che contornavano in Campania il tragitto della più importante delle strade romane, la Via Appia.

Lipomas are common benign tumors of fat cells. In most cases surgical excision is curative and simple to perform; however, it require general anesthesia and may be associated with delayed wound healing, seroma formation and, nerve injury in deep and intramuscular tumors. Lipomas often grow after surgical excision. The objective of this study was to evaluate treatment of subcutaneous, subfascial or intermuscular lipomas using steroid intralesional injections in dogs. Fifteen dogs presenting a lipoma were selected for treatment with intralesional injection of triamcinolone acetonide, 40mg/mL. The procedure was ultrasound-guided. Nine subcutaneous and subfascial tumors showed a complete regression. The others lipomas decreased in diameter achieveing in some cases the remission of the pain and the regression of the lameness. Steroid injection was a relatively safe and effective treatment for lipomas in dogs, only six dogs showed temporary polyuria/polydipsia post treatment.

Scopo: effettuare una accurata disamina della bibliografia internazionale inerente il sequestro corneale o nigrum del gatto e riportare uno studio retrospettivo volto a valutare i risultati del trattamento chirurgico di tale affezione mediante cheratectomia focale e copertura con la III palpebra. Materiali e metodi: E’ stata analizzata una casistica compresa tra gli anni 2003-2010 relativa a 14 casi (15 occhi) di nigrum osservati nel gatto. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a trattamento chirurgico mediante cheratectomia lamellare. La sede dello stroma esposto veniva poi coperta con la terza palpebra fissata alla palpebra superiore per 7 giorni. I controlli erano effettuati a distanza di 7,14, 30 e 60 giorni dopo l’intervento. Il follow-up successivo è stato realizzato mediante controllo clinico ad un tempo variabile di 1-6 anni dall’intervento chirurgico. Risultati: La sede del sequestro è risultata assiale (86%) o parassiale ventro-mediale (14%). In 12 casi (86%) la lesione era associata ad entropion mediale della palpebra inferiore. Durante il decorso postoperatorio non sono mai state evidenziate complicanze e si è sempre ottenuta la guarigione con persistenza di una normale funzione visiva e mantenimento di una soddisfacente trasparenza corneale. In nessun caso è stata riscontrata al follow-up recidiva della lesione. Conclusioni: La cheratectomia lamellare con copertura con la nittitante, di facile esecuzione, poco invasiva e priva di complicanze, rappresenta una valida alternativa come supporto alla terapia chirurgica del nigrum corneale nel gatto.

The 2018 student debates of the Entomological Society of America were held at the Joint Annual Meeting for the Entomological Societies of America, Canada, and British Columbia in Vancouver, BC. Three unbiased introductory speakers and six debate teams discussed and debated topics under the theme 'Entomology in the 21st Century: Tackling Insect Invasions, Promoting Advancements in Technology, and Using Effective Science Communication'. This year's debate topics included: 1) What is the most harmful invasive insect species in the world? 2) How can scientists diffuse the stigma or scare factor surrounding issues that become controversial such as genetically modified organisms, agricultural biotechnological developments, or pesticide chemicals? 3) What new/emerging technologies have the potential to revolutionize entomology (other than Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats)? Introductory speakers and debate teams spent approximately 9 mo preparing their statements and arguments and had the opportunity to share this at the Joint Annual Meeting with an engaged audience., (© The Author(s) 2019. Published by Oxford University Press on behalf of Entomological Society of America.)