L'uso più esteso del metano in autotrazione consentirà di contribuire alla riduzione dell'inquinamento atmosferico prodotto dal trasporto su strada, in particolare nelle aree urbane solitamente ad intenso traffico veicolare. In Italia esiste una vasta e consolidata esperienza nell'uso del metano come carburante per autoveicoli con realizzazioni che risalgono a più di cinquanta anni fa, quando motivi politici ne promossero l'uso come fonte di energia in quel tempo disponibile. L'emergenza imposta dall'inquinamento atmosferico ha rinnovato recentemente l'interesse per tale tipo di combustibile, considerando la enorme sua disponibilità attuale e futura, dovuta all'accertamento di riserve mondiali di analoga consistenza rispetto a quelle di petrolio, ma più uniformemente distribuite nelle varie aree geo-politiche. Molti Paesi europei hanno nel contempo realizzato vaste reti di distribuzione di metano (con uno sviluppo complessivo di oltre 130.000 km)incrementandone con ciò l'effettiva disponibilità per gli usi più diversificati. Attualmente in Italia il 20% circa dell'energia primaria consumata (limitatamente ai combustibili fossili) è ottenuta con il metano, ed è auspicabile che tale quota percentuale cresca ulteriormente, destinando tale combustibile pregiato a quei settori di impiego di maggiore significatività ai fini del contributo alla riduzione dell'inquinamento dell'aria. In tale ottica ben si inquadra l'iniziativa di estendere l'uso del metano quale combustibile per motori a combustione interna di autoveicoli, in particolare per quelli destinati ad azionare mezzi di trasporto collettivo nelle aree urbane ad intenso traffico, ove, anche per la disposizione degli edifici, èfavorito l'accumulo ed il ristagno delle emissioni inquinanti. L'uso del metano infatti consente in pratica di azzerare le emissioni di composti del piombo, di zolfo e di particolato e potrebbe comportare riduzioni nelle emissioni delle altre sostanze inquinanti, quali gli idrocarburi incombusti, l'ossido di carbonio e gli ossidi di azoto. L'impiego del metano sugli autobus urbani consente poi di minimizzare i previsti maggiori problemi di rifornimento, realizzando distributori "interni" affidati allo stesso personale delle aziende di trasporto, predisponendo in questo modo la gestione razionale dei tempi di rifornimento in relazione alle percorrenze ed alle autonomie connesse ai serbatoi di stoccaggio del combustibile a bordo. Con riferimento al solo particolato emesso dai motori diesel installati attualmente sugli autobus urbani, in relazione al parco complessivo circolante in Italia (circa 20.000 unità) con percorrenza annua complessiva di 800 milioni di chilometri (40.000 km/anno per ciascun veicolo), è stimabile una produzione globale di almeno 2.000 t/anno [1] di particolato, che si diffonde e ristagna in gran parte nei centri urbani, con una granulometria tale che, una volta raggiunti gli alveoli polmonari dell'uomo, può essere assorbito e quindi provocare danni all'organismo. Considerando poi i veicoli da trasporto merci e rifiuti circolanti nei centri urbani, nella quasi totalità azionati da motori diesel, è possibile prevedere una produzione totale di particolato ben più elevata di quella stimata per i soli mezzi pubblici. Il contributo all'inquinamento da polveri dei centri urbani dovuto al traffico veicolare complessivo, è stimabile intorno al 50% dell'apporto complessivo dovuto a tutte le fonti inquinanti. Pertanto un drastico intervento nel settore dei trasporti, limitando la circolazione dei veicoli privati nei centri urbani, ed incrementando quella dei veicoli pubblici, con l'adozione in questi ultimi di carburanti a più basso inquinamento, potrebbe ridurre considerevolmente il livello delle emissioni globali di particolato. L'intervento nei trasporti pubblici, è paticolarmente agevole per la sicura individuazione, in tal caso, delle effettive aree di esercizio e di influenza. L'uso del metano consentirebbe di associare inoltre alla riduzione del particolato un generale miglioramento dell'inquinamento delle aree urbane per la minore tossicità delle relative emissioni gassose. La prevista estensione della rete di distribuzione del metano per autotrazione in tutte le regioni di Italia potrebbe consentire di ampliare la utenza di tale carburante anche al settore privato, con prospettive ulteriori di contenimento delle emissioni dovute ai trasporti oltre alle prevedibili economie globali di esercizio per aziende di trasporto privato, aziende di distribuzione capillare di prodotti nel tessuto urbano, altri veicoli ad uso privato.