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Il contributo prende le mosse dalla predicazione di Gesù di Nazaret, per poi soffermarsi sulla testimonianza apostolica di Paolo, con qualche breve cenno anche alla condizione di vita cristiana dei primi tre secoli, fino alle soglie dell'epoca di libertà religiosa sancita da Costantino. La novità evangelica di un regno di Dio portatore di pace e giustizia, così com'è predicato e testimoniato dalla persona di Gesù, si inserisce in un contesto di pax romana che aveva fatto del sopruso e dell'imposizione violenta una regola di governo. La testimonianza cristiana, almeno nei primi secoli, si è caratterizzata dalla volontà deliberata di non opporsi al malvagio, di non perpetrare la violenza subita e di offrire nuove vie di riconciliazione, attraverso il perdono e la non opposizione al malvagio. La percezione della presenza cristiana nel mondo era configurata da un comportamento, verso ogni forma di violenza, che si traduceva nell'accoglierla rifiutando categoricamente di perpetrarla su altri. La strategia politica di Costantino, ma soprattutto di Teodosio, cambieranno tale condizione, almeno in buona parte del mondo cristiano, assumendo l'idea che la pace dell'impero fosse anche realizzazione visibile della pace cristiana. [ABSTRACT FROM AUTHOR]

Fortunatianus's Gospel commentary was known only in short fragments till Lukas Dorfbauer discovered manuscript 17 of the Erzbischöfliche Diözesan- und Dombibliothek of Cologne in 2012. The text is divided in small chapters and appears as the oldest comment to the four Gospels known in Christian literature. Thanks to Gerolamus's news we were able to attribute the text to Fortunatianus bishop of Aquileia. He had an important role in the mid-4th century when the Nicene legacy was widely discussed in the eastern and western worlds and became a political instrument in the hands of the emperors coming after Constantine. An analysis of the Christological dictionary helps to get in touch with the position of Fortunatianus whose figures emerges as a leader to be rediscovered. [ABSTRACT FROM AUTHOR]

This contribution analyses the text of Acts 15 in order to outline the characteristics of the first assembly in Jerusalem which can be still currently used for a good synodal practice of the churches. After recalling the community character of the Christian mission and after analyzing the assembly antecedents, this paper examines: the terms "apostles and elders"; Peter's and James's speeches; the apostolic decree. According to Luke there are various mission typologies but there is an only one action of the Spirit working in history for the faith of all peoples. [ABSTRACT FROM AUTHOR]

L'articolo intende percorrere in senso diacronico il fecondo rapporto che il cristianesimo ha avuto con la formazione accademica delle scuole dei primi secoli cristiani. Se la fede cristiana non ha voluto identificarsi con una scuola in mezzo ad altre, tuttavia gli autori che maggiormente hanno contribuito allo sviluppo della teologia sono stati formati all'indagine critica applicata ai testi. Così è stato per Giustino martire a Roma, per Origene ad Alessandria, per i grandi dottori della cosiddetta «scuola» antiochena. Metodo filologico e pensiero filosofico sono stati gli strumenti privilegiati per elaborare le prime riflessioni teologiche su Cristo e su Dio. Facendo della Sacra Scrittura la base, l'anima e la sorgente di ogni discorso su Dio, non hanno mai trascurato il bisogno di confrontarsi con la cultura del loro tempo alla quale il Vangelo andava annunciato. [ABSTRACT FROM AUTHOR]

Il contributo intende prendere in esame alcuni episodi evangelici nei quali Gesù affida a dei gesti o a delle parole rituali la memoria di sé. La celebrazione eucaristica viene ricordata solo per brevi cenni dando più ampio spazio ad altri riti vissuti, assunti e istituiti da Gesù. L'inizio del ministero di Gesù prende le mosse da un gesto di penitenza: il battesimo dato da Giovanni Battista viene scelto come espressione della volontà di Dio di riconcialiarsi con gli uomini attraverso la solidarietà, frutto dello spogliamento di sè. Gran parte del ministero di Gesù, poi, viene affidato alla parola: egli perdona, guarisce, libera con la forza della sua parola alla quale anche i demoni obbediscono. Ai suoi discepoli chiede di non avere altra forza se non nella sua parola che li invia. Un terzo momento riguarda la continua volontà di Cristo di voler essere un tutt'uno con i suoi e con quanti sanno di aver bisogno dell'aiuto di Dio. [ABSTRACT FROM AUTHOR]