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Nell'epoca dell'emergenza da coronavirus le modalità ordinarie con le quali ilculto dei defunti si celebra in tutte le religioni sono sottoposte alle medesime restrizioni imposte più in generale alla libertà religiosa dei cittadinifedeli; restrizioni che, diventate di giorno in giorno sempre più numerose e dettagliate, appaiono come uno degli aspetti più vistosi e al contempo scioccanti delle misure varate per contenere e arginare l’emergenza legata alla diffusione del coronavirus in Italia. Il contributo analizza le restrizioni imposte dall'ordinamento italiano al culto dei defunti alla luce delle categorie canonistiche e religiose che lo riguardano.

Il volume nasce con lo specifico intento di essere un supporto alla didattica nel quadro delle evoluzioni in atto nello studio del Diritto ecclesiastico comparato. Esso si compone di due parti. La prima (“Lezioni di diritto ecclesiastico comparato”) raccoglie gli interventi, in forma di seminari o di lezioni, che negli anni un gruppo di colleghi ha proposto nell’insegnamento di Diritto ecclesiastico italiano e comparato tenuto nel Corso di laurea magistrale in Giurisprudenza della sede piacentina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. La seconda parte (“Materiali di diritto ecclesiastico comparato”) raccoglie contributi che, sulla scorta delle tematiche emergenti nelle ricerche di diritto straniero e comparato, offrono un quadro variegato ed eterogeneo dei nuovi contenuti e del nuovo approccio metodologico della disciplina giuridica del fenomeno religioso in ordinamenti europei (Grecia, Albania e Paesi dell’Est) ed extraeuropei (Giordania e altri Paesi di area musulmana).

Il contributo ha l’obiettivo di condurre una riflessione di carattere sistematico sui contenuti, sulle ricadute concrete e sui limiti del principio di autonomia confessionale alla luce dei più recenti sviluppi degli assetti interordinamentali nei rapporti tra Stato e confessioni religiose e della riflessione sul sistema delle fonti di diritto ecclesiastico. La Carta costituzionale, con lungimiranza, attraverso la peculiare formulazione degli artt. 7 comma 1 (principio di sovranità e indipendenza della Chiesa cattolica) e 8 comma 2 (autonomia statutaria delle confessioni religiose diverse dalla cattolica) ha consentito, con una lettura sistematica, l’enunciazione del generale principio di autonomia confessionale che ha saputo reggere, fino ad oggi, all’affermarsi di un compiuto pluralismo religioso, contribuendo alla valorizzazione della comune cornice dell’eguaglianza nella libertà di tutte le confessioni e delle “proiezioni istituzionali” delle formazioni sociali di natura religiosa. A settant’anni dalla sua entrata in vigore la struttura dei limiti operativi di tale principio è oggi messa alla prova attraverso alcune novità legislative che finiscono col mettere in discussione i consolidati assetti del sistema delle fonti del diritto ecclesiastico. La recente riforma del Terzo settore, nel ridisegnare senso e ruolo degli “enti religiosi civilmente riconosciuti” attraverso la previsione per questi del ramo “Terzo settore” e “Impresa sociale” con la previsione della predisposizione di un cd. “Regolamento di ramo” impone una sorta di compliance che, spinta alle estreme conseguenze, si traduce in una verifica di compatibilità circa i limiti del riconoscimento dell’autonomia confessionale. Nella stessa direzione si è mosso l’ancor più impegnativo GDPR europeo sulla privacy che impone un riassetto addirittura delle norme circa la gestione “da parte confessionale” di dati personali di carattere religioso e non solo. Entrambe le discipline esigono, a ben vedere, si

1. Lo ius sepulchri al crocevia tra autonomia privata, intervento del diritto pubblico e autonomia confessionale - 2. Ius sepulchri, appartenenza confessionale e intervento del diritto pubblico - 3. Ius sepulchri, evoluzione della forma di Stato e tutela della libertà religiosa individuale tra autonomia privata e intervento del diritto pubblico - 4. Evoluzione della forma di Stato e tutela “multilivello” della libertà del culto dei defunti - 5. Il rapporto tra intervento pubblico e autonomia confessionale nella definizione pattizia delle regole di tutela della libertà religiosa nel post-mortem

Il contributo analizza l'istituto del "Regolamento di ramo" previsto dalla nuova normativa sul Terzo settore e l'impresa sociale, evidenziando i profili di interesse ecclesiasticistico nel collegamento tra questo istituto e i principi generali della materia. Oltre alla descrizione e al commento della disciplina che riguarda il Regolamento di ramo, sotto il profilo della forma, del contenuto e degli obblighi di iscrizione, il contributo si sofferma in particolare sulla ratio dell'istituto in rapporto al principio di autonomia confessionale e alla sua declinazione istituzionale nella clausola di salvaguardia del "rispetto della struttura e delle finalità" degli enti ecclesiastici.

Il contributo ha l'obiettivo di analizzare il valore cultuale e culturale dei cimiteri nell'ambito della disciplina sulla tutela e la valorizzazione dei beni culturali di interesse religioso in Italia.

La recente riforma del Terzo settore portata a compimento con l’approvazione dei decreti legislativi 117/2017 (Codice del Terzo settore), 112/2017 (Impresa sociale) e 111/2017 (5 X mille) ha disegnato per gli “enti religiosi civilmente riconosciuti” una “disciplina speciale” che li sottrae in parte dal regime comune previsto per gli Enti del Terzo settore e per l’Impresa sociale e li sottopone comunque ad obblighi e benefici propri della nuova disciplina. Il volume raccoglie i contributi del Convegno di studi “Enti religiosi e riforma del Terzo settore” organizzato nel maggio 2018 dal Dipartimento di Scienze giuridiche della sede di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro cuore e analizza gli aspetti più rilevanti della materia: impatto della riforma sull’attività degli enti delle confessioni religiose; definizione del concetto di “enti religiosi civilmente riconosciuti”, modalità di implementazione delle nuove regole e loro impatto sui principi generali dell’ordinamento canonico e nei rapporti tra Stato e confessioni religiose; “regime speciale” del ramo Terzo settore e impresa sociale degli enti religiosi civilmente riconosciuti.

This paper aims to outline the two main models of criminal protection of religion in Europe, through an analysis of their main characteristics and their evolution over time. Some national examples help you understand the aporias and difficulties of interpretation of these models, especially with reference to the actual effectiveness of the intervention of the criminal law to restrict offensive expressions of thought, in European contemporary societies, characterized increasingly by religious conflict, and Islamic terror alert.

The paper aims to analyse the evolution of the canon law about the cremation and the dispersion of faithful's ashes. Particularly, the paper comments the last document of the Congregation for the Doctine of the Faith "Ad resurgendum cum Christo", which introduces some important innovations in the canon law about that subject.

The purpose of the article is to analyze the impact the observance of religious dietary laws on the lives of individuals, in the twofold dimension of citizens-faithful and faithful-citizens. The article looks at the different ways in which contemporary Italian and European legal systems, offer protection to "religious dietary freedom", in various areas of society, such as schools, prisons, hospitals.

The paper analyzes the Enciclical of Pope Francesco "Laudato si'", within the framework of the principles and norms of canon law on the papal magisterium.

The paper aims to analyze the jurisprudence of the European Court of Human Rights concerning religious freedom in the field of dietary prescriptions. The paper highlights in particular the balancing criteria used by the court to protect the right of the faithful to observe their religious dietary requirements, highlighting the individual and collective aspect of that freedom.

The paper analyzes the English law on the protection of religious dietary requirements, focusing in particular on recent developments regarding religious market food and labeling of religious food products.

The review describes the volume of Miguel Rodriguez Blanco dedicated to the legal framework relating to cemeteries in Spain.

The paper examines the case-law of the European Court of Human Rights concerning the conflicts between freedom of religion and freedom of expression, through the analysis of reciprocal interactions between the contents of the two freedoms in judicial balancing of the judges of Strasbourg. The paper traces the evolution of case law in the approach to offenses against religion, which since 2005 are considered by the European Court, worthy of restriction mainly if dangerous to public order. It can therefore be noted a loss of importance of the protection of religious feelings and religious freedom in the solution of these disputes, and an increasing centrality recognized the need to protect public order and social peace. This transition is evident in the case-law concerning the crimes of religious hatred, in which the religious dimension of the offense is recessive with respect to the content conveyed by the expression of hatred. If such an approach symbolically indicates the actual severity of the manifestations of hatred and intolerance (however justified) in contemporary societies, it also poses a number of problems both in terms of the principle of legality in criminal matters, both in the profile related to the prevention and sanctioning response, that these criminal behaviors require.

The paper analyzes the principles and functions for the governance of religious freedom at local level.

The paper aims to analyze the legal framework for the protection of religious freedom of the faithful in terms of compliance with religious dietary laws. In particular, the paper examines the measures taken by municipalities in areas such as school canteens, hospitals and work-places, respond to religious dietary needs of those who use these services.

The paper aims to analyze the legal framework for the protection of the religious freedom of citizensn at the time of burial, through the study of unilateral and bilateral state regulations, and the study of municipalities rules that have the expertise in the cemetery and in the field of police mortuary. The study seeks to explore the particular means of protecting religious freedom of religious minorities in the light of the rules of burial of the individual belonging to religions other than Catholic.

The analysis of administrative acts issued on matters of religious interest by municipalities in the provinces of Cremona, Lodi and Piacenza highlights some interesting aspects of local management of citizens’ religious needs. First, it points out the potential areas of intervention with respect to municipal functions and powers: for example, the building of places of worship, the organization of school canteens, the legislation on cemeteries, the financial support for oratories and parishes etc. Second, it allows you to identify the forms in which the administrative action can occur: the «unilateral» one, made up of municipal regulations, resolutions and determinations, and the bilateral form, consisting of the Agreements and Accords, which are established at the local level between municipalities and the representatives of religious denominations that live in the area, regardless of the existence of their official recognition by the «central» State. From an overall analysis of these provisions it is possible to identify some strengths and weaknesses of the local management of religious diversity and, starting from these, to identify good practices to follow for an effective and efficient protection of the everyday problems of religious freedom in the diverse communities, who share the same territory. For a virtuous management of plural religious needs at the local level, it is required an integration between cultural, political and social tools, which can address the objectives of knowledge, participation and inclusion of different religious communities, and legal-administrative tools that, in accordance with the principles of impartiality and efficiency of public administration, may take advantage of the ductility of the action of the local authorities.

Il volume, attraverso un doppio percorso comparativo, analizza le forme di tutela penale della religione proposte da Italia, Francia e Regno Unito, incrociando l’analisi di questi tre case studies con la giurisprudenza in materia, della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La stretta correlazione tra sistemi di relazione Stato-Chiesa e modelli nazionali di tutela scandisce lo sviluppo del primo percorso, innovato, nella fase più recente, dall’affermarsi a livello nazionale ed europeo dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo. L’attività giurisprudenziale “armonizzatrice” della Corte di Strasburgo, come emerge dallo sviluppo del secondo percorso comparativo, ha favorito l’affermarsi di una nuova sensibilità che si va esprimendo nel nuovo modello di tutela penale dalla religione, attraverso la presenza sempre più frequente nelle legislazioni nazionali, europee ed internazionali di fattispecie penali contro l’odio razziale e religioso.

Il volume, attraverso un doppio percorso comparativo, analizza le forme di tutela penale della religione proposte da Italia, Francia e Regno Unito, incrociando l’analisi di questi tre case studies con la giurisprudenza in materia, della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La stretta correlazione tra sistemi di relazione Stato-Chiesa e modelli nazionali di tutela scandisce lo sviluppo del primo percorso, innovato, nella fase più recente, dall’affermarsi a livello nazionale ed europeo dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo. L’attività giurisprudenziale “armonizzatrice” della Corte di Strasburgo, come emerge dallo sviluppo del secondo percorso comparativo, ha favorito l’affermarsi di una nuova sensibilità che si va esprimendo nel nuovo modello di tutela penale dalla religione, attraverso la presenza sempre più frequente nelle legislazioni nazionali, europee ed internazionali di fattispecie penali contro l’odio razziale e religioso.

The path of secularization of religious Offences in England and Wales: between historical and comparative perspective In recent years in Italy and England some important reforms concerning the traditional criminal offences against religion have been introduced: in Italy, Law 85/2006 regarding crimes against religious denominations that has changed the offence of vilifying, without changing the blasphemy offence; in England and Wales, the Racial and Religious Hatred Act 2006, the repeal of the common law of blasphemy and blasphemous libel in 2008 and the offences of defamatory, seditious and obscene libel in 2009. The historical perspective allows us to contextualize the hallmarks by which the two nations deal with the problem of offences against religion. The historical path that led to the current British reforms, in fact, was characterized by the transition from the institutionalized model of protection under criminal law of the Church of England, as established Church, to the formal and substantive secularization of religious Offences, which finally led to their abolition, without questioning - at least formally - the general system of the Established Church of England. The differences between the two models of criminal protection of religion are rooted in that path and are reflected in the more general legal treatment of religion and in the state/churches/religions relations in the two countries

Il volume contiene l’analisi di una serie di documenti sul Rotary consultati nell’Archivio Segreto Vaticano. I documenti qui commentati e riprodotti (per gli anni che vanno dal 1922 al 1939) appartengono prevalentemente al fondo dell’Archivio della Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari (A.E.S), che è l’archivio privato di Papa Pio XI, sia durante il periodo in cui fu Segretario di Stato Pietro Gasparri (fino al febbraio1930) sia durante il periodo in cui fu Segretario di Stato Eugenio Pacelli (dal febbraio 1930), il quale ha lasciato un diario privato in cui annotava personalmente gli appunti dopo ogni udienza con Pio XI e con i diplomatici accreditati presso la Santa Sede. A riscontro ed integrazione delle fonti conservate nel fondo Affari Ecclesiastici Straordinari [periodo IV: 1922-1939; A.E.S., Stati Ecclesiastici, pos. 406 (P.O.) fasc. 286-289] sono stati consultati gli Archivi delle Rappresentanze pontificie (Nunziature) di alcuni Paesi (Bolivia , Ecuador , Jugoslavia , Madrid , Olanda , Stati Uniti , Svizzera , Venezuela ) i cui fondi sono aperti alla consultazione fino al 10 febbraio 1939. I documenti sono stati ordinati secondo uno schema che ha tenuto conto di quattro problemi principali: 1) il ruolo determinante della stampa cattolica e non, nel dipanarsi delle crisi, dei riavvicinamenti e delle rotture tra le due istituzioni; 2) la partecipazione degli ecclesiastici ai Rotary Clubs, che viene avvertito dalle gerarchie ecclesiastiche come primo e più urgente problema e occupa la gran parte della corrispondenza vaticana; 3) la correlata questione della partecipazione dei laici cattolici ai Rotary Clubs; 4) il ruolo del Santo Uffizio, che nel periodo di riferimento conduce indagini e inchieste con cautela, sollecitando impressioni e giudizi dalle Nunziature Apostoliche sparse nel mondo. A ciascuno di questi quattro aspetti è dedicato un capitolo, al termine del quale è inserita un’appendice con i più importanti documenti in copia origin

The paper examines the case Folgerø against Norway of the European Court of Human Rights in the context of the European pronunciations, which are employed to protect the right of parents to educate their children in conformity with their religious convictions and the prohibition of indoctrination by the State. These rights - enshrined in art. 2 of the Additional Protocol of the European Convention of Human Rights - should be read in conjunction with the first sentence of that article, which states in general the right to education, and with Articles 8, 9 and 10 of the Convention. The article critically examines the two problematic issues considered by the Strasbourg jurisprudence. The first issue concerns the difficult balance between the power of control of the European Court to the effective safeguarding of religious pluralism in education, and State autonomy in defining the content of the curriculum and how to implement it. These aspects are often influenced by the system of State / Church relations existing in a given country. The second issue concerns the argumentative process and criteria used by the Court to verify compliance with standards of educational pluralism and neutrality of education imposed on states by the settled judicial interpretation of the second sentence of Article 2 P1. The article argues that in the Folgerø case, the Court seems to have introduced a new limit, even in education, to consequences that the presence of an 'official religion' can determine on the organization of the school curriculum. The Court narrows the margin of appreciation of Norway and gives precedence to the European interpretation of the concepts of pluralism, objectivity and neutrality of the State.

Religious offences in Italy, as in many European countries, have a long and complex history that is intertwined with the events in the history of the relationship between church and state and the institutional and constitutional framework of a nation. This article is divided into three parts. The first part aims to offer some historical remarks concerning the rules on the contempt of religion and blasphemy in Italian criminal law from the end of the 19th century to the present day. The second part focuses on changes to the law on vilification introduced in 2006 and the third part deals with the recent developments in blasphemy law in the context of sport. The article shows that, on the one hand, reforms of the offences grouped under vilification of religion are anachronistic and do not stand up against the religious freedom of individuals, yet on the other, despite the traditional rules for the protection of religion being considered obsolete, they are applied in new areas of law, for example sport, and are used to curb bad manners and bad behaviour. The relationship between the new functions of these criminal rules and the traditional ones, however, remains uncertain and fluctuating, and reveals a moralistic approach to religious offences.

The contribution examines the rules concerning food and dietary religious practices issued by the UK legislation in several areas such as ritual slaughtering, religious diet in hospitals, prisons, school refectories and so on. In each area, the protection of users and workers’ religious dietary requirements raise a number of problems related to different competing interests. The measures adopted by the UK law strive to balance these heterogeneous interests and aim at valuing both the religious identity and the dignity of the faithful entitled to follow their religious dietary norms. The method adopted by the UK legislation is based on a constant dialogue between institutions, service providers and local religious leaders. This observation is confirmed both by the relevant normative sources (so-called Secondary Legislation, such as the Prison Service Orders and the Instructions) and by the codes of conduct often including information about the potential users’ religious habits. The cooperation between the political-administrative and the religious dimensions, in the absence of specific agreements between the State and the Churches, works through informal practices capable of influencing the resulting legislation. Therefore, in this context, collaboration with the representatives of religions is an essential element not only for the understanding of religious dietary laws but also for establishing and strengthening trust amongst the “faithful users” and the institutions and service agencies ensuring food supply and refectories management.

The contribution examines the rules concerning food and dietary religious practices issued by the UK legislation in several areas such as ritual slaughtering, religious diet in hospitals, prisons, school refectories and so on. In each area, the protection of users and workers’ religious dietary requirements raise a number of problems related to different competing interests. The measures adopted by the UK law strive to balance these heterogeneous interests and aim at valuing both the religious identity and the dignity of the faithful entitled to follow their religious dietary norms. The method adopted by the UK legislation is based on a constant dialogue between institutions, service providers and local religious leaders. This observation is confirmed both by the relevant normative sources (so-called Secondary Legislation, such as the Prison Service Orders and the Instructions) and by the codes of conduct often including information about the potential users’ religious habits. The cooperation between the political-administrative and the religious dimensions, in the absence of specific agreements between the State and the Churches, works through informal practices capable of influencing the resulting legislation. Therefore, in this context, collaboration with the representatives of religions is an essential element not only for the understanding of religious dietary laws but also for establishing and strengthening trust amongst the “faithful users” and the institutions and service agencies ensuring food supply and refectories management.