1. Valutazione delle catture accidentali di specie protette nel traino pelagico (BYCATCH III)
- Author
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Fortuna CM, Vallini C, De Carlo F, Filidei E, Lucchetti A, Gaspari S, Fossi MC, Maltese S, Marsili L, Bottaro M, Ruffino M, Scacco U, Giovanardi O, Mazzola A, Sala A, and Tunesi L
- Subjects
tartarughe ,Regolamento (CE) N. 812/2004 ,cattura accidentale ,cetacei - Abstract
La cattura accidentale è universalmente considerata una delle principali cause di mortalità prodotte dalla attività umana su specie di interesse conservazionistico. All'interno della Comunità europea, gli Stati membri sono tenuti a controllare e mitigare questo fenomeno, al fine di assicurare un uso realmente sostenibile dell'ecosistema marino. Tra maggio 2009 e settembre 2010, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha coordinato un programma di monitoraggio di catture accidentali di cetacei durante la pesca con il traino pelagico (BYCATCH III), finanziato in conformità con il Regolamento (CE) No. 812/2004. Partner di questo programma erano il Consorzio Interuniversitario per le Scienze del Mare (CoNISMa) e il CNR-ISMAR di Ancona. Nel periodo indicato otto osservatori indipendenti hanno monitorato 39 imbarcazioni per un totale di 528 giorni in mare e 2.254 cale osservate. La copertura di osservazione si è aggirata sul 2% dello sforzo di pesca nazionale. Tutti gli eventi di cattura accidentale sono stati registrati nel Mare Adriatico Settentrionale (GSA 17). Nessun'evento di cattura è stato registrato per i cetacei, mentre sono state catturate 37 tartarughe comuni (Caretta caretta) (tasso di cattura=0.022 ind/cala). Queste tartarughe sono state rilasciate vive dopo completo recupero. Il numero di tartarughe catturate accidentalmente in Adriatico settentrionale è stato stimato in 801 individui (CV=0.20, IC 95%=1,456-1,696). La zona a sud di Goro è stato confermato come hot spot per questa specie. Si sono anche stimate le catture accidentali totali annuali per un certo numero di specie di elasmobranchi. Lo spinarolo (Squalus acanthias), il palombo (in particolare Mustelus mustelus), lo squalo volpe (Alopias vulpinus), la verdesca (Prionace glauca), la vaccarella (Pteromylaeus bovinus), l'aquila di mare (Myliobatis aquila) ed il trigone viola (Pteroplatytrygon violacea) - due delle quali sono specie commerciali e vulnerabili - raggiungono stime piuttosto elevate che costituiscono una notevole biomassa sottratta all'ecosistema marino. L'analisi genetica su 104 campioni di pelle di delfini raccolti da tutto il Mar Adriatico, sembra indicare l'esistenza di una sottostruttura per questa popolazione. Per confermare queste indicazioni preliminari è fortemente raccomandato un prelievo supplementare nella parte meridionale del bacino. Infine, dato il tasso attuale di interazione tra le operazioni di pesca con traino pelagico a coppia e le specie protette e/o specie di interesse conservazionistico, c'è una reale urgenza di determinare se la scala di quanto osservato e stimato ed i relativi stress sono sufficienti a rappresentare una minaccia alla livello di popolazione.
- Published
- 2010