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La formazione continua degli insegnanti di scuola dell’infanzia rappresenta un elemento fondamentale per supportare lo sviluppo professionale e garantire la qualità del sistema scuola fin dalle prime età della vita (Consiglio dell’Unione Europea, 2019; Eurydice, 2019). A tal fine risulta centrale offrire dei percorsi formativi e di sviluppo capaci di generare nel docente un approccio riflessivo e tras-formativo (Mezirow, Taylor 2009, Mezirow, 2000; Schön, 1988) che consenta di operare nella complessità di contesti e situazioni. Il presente contributo intende presentare i dati emersi a seguito di un percorso di ricerca e formazione realizzato con gli insegnanti di scuola dell’infanzia del comune di Trieste che li ha portati ad avviare un processo di revisione riflessiva profonda rispetto alle premesse di fondo che caratterizzano l’agire professionale e le prassi educative.

Il contributo analizza il problema del disallineamento tra la concettualizzazione docimologica riguardante la funzione formativa della valutazione e l’evoluzione delle teorie dell’apprendimento; in particolare mostra come il concetto di "feedback valutativo" sia sottodimensionato rispetto al significato dell'atto discorsivo di valutazione in pratica.

Formare insegnanti specializzati per il sostegno è una sfida impegnativa, che interroga chi si appresta a organizzare i corsi sul come pianificare tali opportunità formative, che vorrebbero far sì che i futuri insegnanti specializzati fossero qualcosa di più che competenti conoscitori e riproduttori di conoscenze disciplinari, metodologiche e tecnologiche. Il fine è vederli professionisti capaci di immaginare il futuro dei propri studenti con disabilità, capaci di ipotizzarlo e di pianificare un pensiero e le pratiche per promuoverlo. In base a queste premesse, il presente contributo intende offrire una riflessione su un’esperienza svolta durante il corso del V ciclo di formazione insegnanti specializzati per il sostengo, cui hanno partecipato due giovani con disabilità, nella veste di relatori.