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La carità non solo è una virtù (teologale), la carità ha anche delle virtù, compresa quella di dialogare con lo sviluppo economico e sociale dei territori. Si tratta di un dialogo che coinvolge uomini e istituzioni, che fornisce servizi e movimenta risorse finanziarie, che alimenta dibattiti culturali di ampio respiro su aspetti riguardanti la poliedrica realtà dello scambio asimmetrico, richiamando concetti come quelli di dono, di condivisione, di gratuità .

La rilevanza economica della Chiesa rappresenta certamente per la storiografia italiana un dato acquisito della modernità ma, allo stesso tempo, un interrogativo, sia descrittivo che interpretativo, rispetto alle trasformazioni avvenute nella fase successiva. Per tali ragioni, la questione complessiva del rapporto tra Chiesa cattolica ed economia nell’Italia dell’età contemporanea è stata ripetutamente indicata dalla comunità scientifica nazionale degli storici economici come uno dei percorsi in prospettiva più fecondi ed innovativi della disciplina specialistica della Storia economica. All’interno della storiografia sul tema sopracitato, un nucleo tematico di grande interesse è certamente quello relativo alla gestione delle finanze vaticane. In merito al percorso che conduceva l’Amministrazione Pontificia per le Opere di Religione attraverso diverse trasformazioni, la ricostruzione storica è oggi ancora estremamente lacunosa: poco o nulla si conosce in merito agli specifici servizi da essa esercitati, i capitali amministrati e, soprattutto, le ragioni che imposero un progressivo ripensamento del suo funzionamento. Obiettivo di questo studio è quello di offrire un primo contributo in questa direzione ricostruendo il contesto, le problematiche e le riflessioni interne alla Santa Sede che, a inizio anni Trenta, spinsero verso l’introduzione di uno statuto e altri documenti cruciali per il funzionamento della citata Amministrazione.

La storiografia sulla carità ha tradizionalmente ricondotto la grande diffusione in ambito controriformistico dei legati pii di origine testamentaria alla questione della salvezza delle anime del Purgatorio. I legati, tuttavia, sono stati scarsamente indagati dal punto di vista socio-economico, nonostante questo aspetto e quello religioso fossero strettamente collegati. Ne sono state poco studiate anche le origini e la lunga storia, passata attraverso trasformazioni della loro forma giuridica, delle loro finalità e del loro funzionamento. Al centro del volume è il legato pio inteso come dispositivo, espressione di uno scambio singolare, anche perché asimmetrico, tra individuo e istituzione. Al tempo stesso, i legati sono analizzati quali creatori di contesto sociale: ancora oggi, abbiamo di fronte un panorama di ospedali, istituzioni assistenziali, opere pie che rappresentano il risultato storico di lasciti testamentari che si sono evoluti e arricchiti. Grazie ai contributi di diversi studiosi il volume getta dunque luce su un tema di cruciale importanza per comprendere la storia della Chiesa, della società e dell’economia.

La storiografia sulla carità ha tradizionalmente ricondotto la grande diffusione in ambito controriformistico dei legati pii di origine testamentaria alla questione della salvezza delle anime del Purgatorio. I legati, tuttavia, sono stati scarsamente indagati dal punto di vista socio-economico, nonostante questo aspetto e quello religioso fossero strettamente collegati. Ne sono state poco studiate anche le origini e la lunga storia, passata attraverso trasformazioni della loro forma giuridica, delle loro finalità e del loro funzionamento. Al centro del volume è il legato pio inteso come dispositivo, espressione di uno scambio singolare, anche perché asimmetrico, tra individuo e istituzione. Al tempo stesso, i legati sono analizzati quali creatori di contesto sociale: ancora oggi, abbiamo di fronte un panorama di ospedali, istituzioni assistenziali, opere pie che rappresentano il risultato storico di lasciti testamentari che si sono evoluti e arricchiti. Grazie ai contributi di diversi studiosi il volume getta dunque luce su un tema di cruciale importanza per comprendere la storia della Chiesa, della società e dell’economia.

El propósito de la presente investigación es determinar si la implementación de un Dashboard mejora la productividad de los Equipos y Analistas de una financiera, lo cual impactará en las colocaciones y crecimiento de cartera. Para ello, se ha realizado un estudio de la situación de la empresa antes de la implementación del Dashboard, así como el análisis de la línea base calculando la productividad de cada ejecutivo. El estudio partió de la hipótesis que la implementación de un Dashboard para el seguimiento y control de los equipos influye significativamente en la mejora de la productividad de cada uno de ellos y para probarla, se realizó y se puso a prueba el Dashboard en el cual se puede realizar un seguimiento y tomar decisiones con el fin de mejorar el desempeño de los ejecutivos. El estudio se trabajó con las carteras de un periodo de tiempo de dos años para ver la evolución de la cartera, la recolección de datos se realizó mediante un ETL que fue implementado para le extracción, transformación y carga, seguidamente se realizó el modelo dimensional y tabla de hechos, con ello se creó las medidas e indicadores de rendimiento o KPIs para el seguimiento correspondiente. Finalmente se trabajó con las carteras diarias y la organización actual de la empresa, se puso a prueba por aproximadamente un periodo de cuatro meses. Como resultado de la implementación de los sistemas de seguimiento y Dashboard en la institución, la productividad aumentó un 41%, generando un quiebre estructural en la tendencia de la productividad, estabilizando sus proyecciones a 12 meses alcanzando ratios de productividad por encima del 90% disminuyendo su volatilidad, impactando en la mejora de KPIs líderes de la institución mejorando la gestión comercial que en consecuencia aumentó la precisión de la toma de decisiones de la institución.

Valore e prezzo, lavoro e retribuzione, debiti e crediti. Non serve essere raffinati biblisti per accorgersi che il Primo e il Nuovo Testamento sono disseminati di riferimenti economici. Occorre invece una lettura più attenta e libera da intenti dottrinali per capire che tali riferimenti non hanno esclusivamente, né prevalentemente, una funzione allegorica, ma più spesso narrativa o esplicativa e quindi sono riportati nella loro concretezza “terrena”. La Bibbia, in altre parole, può essere letta anche come un robusto manuale di economia. Nel proporne una lettura in questa chiave, Tra terra e cielo unisce però diverse prospettive – storica, ermeneutica, filologica, esistenziale – che l’autore interseca senza forzature, anche quando li alterna a esperienze di vita personale o alle riflessioni di grandi figure della Chiesa di oggi, dal Cardinale Martini a Papa Francesco. Sempre attento a evitare la tentazione, da un lato, della lettura di carattere fondamentale e astorica e, dall’altro, dell’immediata traslazione del testo biblico nella vita corrente. Quella che prevale, invece, è sempre una visione dell’agire economico come generatore di equità e giustizia, la ricerca costante di “un modo di ragionare sui fatti economici e finanziari ontologicamente diverso da quello a cui siamo abituati”.

El propósito de la presente investigación es determinar si la implementación de un Dashboard mejora la productividad de los Equipos y Analistas de una financiera, lo cual impactará en las colocaciones y crecimiento de cartera. Para ello, se ha realizado un estudio de la situación de la empresa antes de la implementación del Dashboard, así como el análisis de la línea base calculando la productividad de cada ejecutivo. El estudio partió de la hipótesis que la implementación de un Dashboard para el seguimiento y control de los equipos influye significativamente en la mejora de la productividad de cada uno de ellos y para probarla, se realizó y se puso a prueba el Dashboard en el cual se puede realizar un seguimiento y tomar decisiones con el fin de mejorar el desempeño de los ejecutivos. El estudio se trabajó con las carteras de un periodo de tiempo de dos años para ver la evolución de la cartera, la recolección de datos se realizó mediante un ETL que fue implementado para le extracción, transformación y carga, seguidamente se realizó el modelo dimensional y tabla de hechos, con ello se creó las medidas e indicadores de rendimiento o KPIs para el seguimiento correspondiente. Finalmente se trabajó con las carteras diarias y la organización actual de la empresa, se puso a prueba por aproximadamente un periodo de cuatro meses. Como resultado de la implementación de los sistemas de seguimiento y Dashboard en la institución, la productividad aumentó un 41%, generando un quiebre estructural en la tendencia de la productividad, estabilizando sus proyecciones a 12 meses alcanzando ratios de productividad por encima del 90% disminuyendo su volatilidad, impactando en la mejora de KPIs líderes de la institución mejorando la gestión comercial que en consecuencia aumentó la precisión de la toma de decisiones de la institución.

El propósito de la presente investigación es determinar si la implementación de un Dashboard mejora la productividad de los Equipos y Analistas de una financiera, lo cual impactará en las colocaciones y crecimiento de cartera. Para ello, se ha realizado un estudio de la situación de la empresa antes de la implementación del Dashboard, así como el análisis de la línea base calculando la productividad de cada ejecutivo. El estudio partió de la hipótesis que la implementación de un Dashboard para el seguimiento y control de los equipos influye significativamente en la mejora de la productividad de cada uno de ellos y para probarla, se realizó y se puso a prueba el Dashboard en el cual se puede realizar un seguimiento y tomar decisiones con el fin de mejorar el desempeño de los ejecutivos. El estudio se trabajó con las carteras de un periodo de tiempo de dos años para ver la evolución de la cartera, la recolección de datos se realizó mediante un ETL que fue implementado para le extracción, transformación y carga, seguidamente se realizó el modelo dimensional y tabla de hechos, con ello se creó las medidas e indicadores de rendimiento o KPIs para el seguimiento correspondiente. Finalmente se trabajó con las carteras diarias y la organización actual de la empresa, se puso a prueba por aproximadamente un periodo de cuatro meses. Como resultado de la implementación de los sistemas de seguimiento y Dashboard en la institución, la productividad aumentó un 41%, generando un quiebre estructural en la tendencia de la productividad, estabilizando sus proyecciones a 12 meses alcanzando ratios de productividad por encima del 90% disminuyendo su volatilidad, impactando en la mejora de KPIs líderes de la institución mejorando la gestión comercial que en consecuencia aumentó la precisión de la toma de decisiones de la institución.

Il rapporto tra Chiesa ed economia rappresenta un tema di particolare interesse per la ricerca storica sia in ambito nazionale che internazionale. Ad essere oggetto, da tempo, di numerosi studi sono precipuamente le questioni finanziarie nelle loro molteplici declinazioni, soprattutto con attinenza al ruolo della Santa Sede in età contemporanea. Nonostante ciò, è pressoché assente una riflessione sugli aspetti finanziari delle diocesi italiane. Il presente saggio intende offrire un contributo alla ricerca scientifica avente per oggetto le casse diocesane ricostruendo e analizzando un nuovo caso studio, ancora non preso in esame dalla storiografia: il caso della cassa o, sarebbe più corretto dire delle casse di Napoli.

Spesso, investitori ed economisti si rivolgono alla teoria dei giochi per aiutarsi a prendere scelte ottimali, ma questa può spesso indurre ad errori. Infatti, la teoria dei giochi fa previsioni assumendo capacità cognitive illimitate, che sono implausibili dal punto di vista cognitivo, e che potrebbero specialmente essere fuorvianti laddove le nostre scelte dipendono da altri, che potrebbero non comportarsi in modo poi così strategico. Durante gli ultimi vent’anni, le neuroscienze e le scienze cognitive hanno dipinto un’immagine più psico-biologicamente plausibile di come ragionano e interagiscono gli esseri umani. Nella prima parte di questo capitolo, descriveremo come una rete cerebrale particolare, incentrata sulla corteccia mediale prefrontale, sembri giocare un ruolo particolare nella cognizione sociale (e non necessariamente nella cognizione “in generale”) e nella sofisticatezza del ragionamento strategico in un concorso finanziario ispirato da Keynes. Quest’area cerebrale potrebbe essere specializzata nel compiere inferenze sugli altri, mentre questi compiono inferenze su di noi. Nella seconda parte, illustreremo diversi modi in cui, la mente-cervello potrebbe aver tentato di “semplificare” i problemi decisionali, portandoci a restringere l’attenzione su alcune informazioni, a scapito di altre. Infatti, mostreremo come molte delle nostre decisioni potrebbero già essere racchiuse nel modo in cui analizziamo visivamente le informazioni a disposizione. Plausibilmente, una futura teoria delle decisioni riuscirà ad integrare la teoria dei giochi, con una teoria della mente.

Partendo dall’esame di alcuni contributi di Francesco Parrillo, compresi in un arco temporale che va dal 1983 al 1999, sul tema delle PMI (anche nei suoi riflessi finanziari), l’articolo propone una attualizzazione di quella riflessione per interpretare la realtà del sistema produttivo italiano nella seconda decade del nuovo millennio. I temi emergenti sono legati alla vitalità delle medie imprese, alla nuova manifattura digitale, ad una maggiore attenzione per la diversificazione delle fonti di finanziamento. A fronte di questi spiragli, permangono alcuni nodi critici strutturali come le difficoltà della maggior parte delle imprese, segnate dalla ridotta dimensione, la loro sottocapitalizzazione, i modelli superati di governance, che, a livello macroeconomico, comportano bassi livelli di produttività. Al riguardo viene condotta un’analisi econometrica per testare l’ipotesi che una “soluzione” possa venire da reti d’impresa che collaborano su progetti mirati di innovazione (e/o internazionalizzazione)., Starting from an accurate selection of contributions written, in the 1983-1999 period, by Francesco Parrillo on SMEs (also in its financial implications), the paper proposes to contextualize its analysis in recent times, in order to interpret the modern nature of the Italian productive system. Emerging relevant topics arerelated to the dynamism of Medium-sized firms, the new digital manufacture, and to the diversification of funding sources. However, critical issues still remain, such as small dimension, undercapitalization, outdated governance, which imply low productivity levels. In this regard, we propose an econometric analysis to test the hypothesis that a “solution” can come from business networks with firms that collaborate on targeted innovation (and/or internationalization) projects.

L'articolo descrive gli sviluppi regolamentari relativi alla finanza sostenibile in Europa e il ruolo delle banche centrali nel sostenere la transizione verso una economia sostenibile

La questione del rapporto tra Chiesa ed economia in Italia interessa da tempo la ricerca storica a livello sia nazionale che internazionale, tuttavia non era stata sinora svolta un’indagine sugli aspetti finanziari delle diocesi. Si tratta di una lacuna di non poco conto considerate le ricchezze possedute dalla Chiesa cattolica italiana, la sua rilevante influenza culturale e politica, nonché il suo radicamento storico e territoriale. Grazie a nuove scoperte documentarie emerse presso alcuni archivi vaticani, il libro recupera dall’oblio della storia un interessante soggetto attivo in ambito finanziario a livello diocesano: la Cassa diocesana – anche detta Promotoria o Cassa ecclesiastica –, mediante la quale venivano raccolti e amministrati capitali destinati a opere di carità e religione. Riccardo Semeraro ricostruisce la storia tra gli anni postunitari e la Seconda guerra mondiale di questi «endowment funds» diocesani, analizzandone la struttura, il funzionamento e la gestione finanziaria volta al perseguimento dei fini stabiliti dai legati pii. Fra i temi affrontati, emergono le strategie anticonfisca degli enti ecclesiastici, il dialogo tra Vaticano e diocesi e il rapporto tra Chiesa e capitalismo.

Il saggio ricostruisce il progetto di costituzione di un Credito fondiario ecclesiastico presentato alla Segreteria di Stato della Santa Sede da un agente di una importante società finanziaria internazionale. Facendo ricorso alle carte conservate presso l’Archivio Segreto Vaticano si offre un piccolo ma significativo spaccato dei rapporti che, agli inizi degli anni Trenta del Novecento, enti ecclesiastici – in particolare congregazioni religiose – instauravano con intermediari finanziari al fine di realizzare operazioni immobiliari e di investimento. Ad emergere è la non indifferente consistenza delle risorse che gli enti in questione amministravano, gli aspetti problematici e le opportunità legati alla loro relazionalità in ambito finanziario, il coinvolgimento che ne scaturiva per la Sede Apostolica.