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La forma di allevamento GDC (Geneva Double Curtain) è largamente diffusa nell’areale padano in relazione alla sua adattabilità ai terreni di pianura e pedecollinari con media e buona fertilità dove fornisce interessanti risultati produttivi sia in termini quantitativi che qualitativi. Alla base dell’efficace gestione di questo sistema di allevamento vi è il mantenimento di una netta separazione delle cortine che può essere garantita sia da una corretta potatura invernale che da un’adeguata pettinatura della chioma. La pettinatura, tradizionalmente eseguita manualmente, può essere resa più rapida ed efficiente con l’impiego di specifiche attrezzature. Nel corso del 2019 in un vigneto di Trebbiano romagnolo allevato a GDC in provincia di Ravenna, è stata effettuata una valutazione comparativa della pettinatura manuale, eseguita da due operatori collocati su una piattaforma mobile, rispetto alla pettinatura meccanica eseguita da un prototipo che, grazie all’azione di organi meccanici convogliatori e di un flusso d’aria che agisce sui tralci orientandone la posizione, consente di sostituire quasi totalmente l’azione dell’uomo nel posizionamento dei germogli nell’interfila. L’operazione meccanica è stata eseguita ad una velocità media di 3 km/h ottenendo una capacità di lavoro di 0,51 ha/h circa 5 volte superiore da quella garantita dal cantiere manuale, 0,1 ha/h. Conseguentemente, anche i tempi di impiego della manodopera sono stati nettamente inferiori con la pettinatura meccanica 5,8 h/ha rispetto a 23 h/ha richiesti nell’intervento manuale. Ipotizzando una superficie media di impiego di 20 ha e simulando i costi di richiesti per l’acquisto e la gestione del mezzo meccanico la pettinatura con il prototipo consente di ridurre il costo di intervento di circa il 40% (175 €/ha contro circa 300 €/ha per il cantiere manuale).

La conoscenza della variabilità spaziale delle caratteristiche vegeto-produttive di un vigneto è il presupposto per l’introduzione di tecniche di viticoltura di precisione come l’applicazione a rateo variabile dei nutrienti. In un vigneto non irriguo di Trebbiano romagnolo allevato a GDC sito nella Valle del Senio sono state effettuate, nel corso del 2018 e 2019, misure speditive del vigore vegetativo impiegando sensori prossimali attivi GreenSeeker® applicati su veicolo e misure della distribuzione delle rese e della qualità delle uve sulla base di un reticolo di campionamento rappresentativo dell’intero vigneto. Nel corso dei due anni di indagine sono state inoltre rilevate le fallanze e le piante che presentavano evidenti sintomi del Mal dell’esca e della Flavescenza dorata/ Legno nero, georeferenziandone la posizione tramite GPS. Le informazioni puntuali delle rese, parametri qulitativi e del vigore (NDVI) sono state interpolate e gli strati informativi raster ottenuti sono stati sovrapposti e intersecati per verificare la presenza di sotto aree del campo con comportamento omogeneo. Nel corso dei due anni di prove sono state inoltre realizzate mappe di prescrizione per la fertilizzazione azotata basandosi sulla analisi dei dati di vigore. Sulla base delle mappe di prescrizione sono state effettuate due applicazioni a rateo variabile di fertilizzante azotato che hanno previsto dosi massime di N per le aree di medio vigore, dosi intermedie per le aree caratterizzate da alto vigore e nessuna applicazione per le aree con vigore più basso e quelle che presentavano fallanze e/o piante malate. I campionamenti alla vendemmia hanno indicato produzioni più elevate nelle zone dove prevaleva l’alto vigore, evidenziando che in tali zone la concentrazione zuccherina si attestava su livelli inferiori rispetto alle parti del vigneto meno vigorose. La gestione differenziata del fertilizzante azotato ha consentito di risparmiare 15 unità di azoto mantenendo un adeguato livello di vigore vegetativo sull’intero campo.

The research aimed to evaluate if variable rate (VR) fertilization may be usefully adopted to reduce the amount of nitrogen application in a vineyard of cv. Trebbiano romagnolo on a flat land in the Senio valley, Italy. The NDVI values, measured with GreenSeeker® crop sensing system and yield distribution, calculated on a field representative grid, were determined in two years (2018, 2019). The vineyard maps obtained by interpolation of vigour, yield and quality parameters were subject to k-means cluster analysis to produce the delineation of homogeneous sub-field zones. The results of harvest confirmed the expected relations between the areas with highest NDVI (> 0.75) and the most productive vines. A prescription map for N fertilization was elaborated allowing to apply variable rate of nitrogen: 60 kg ha-1 of N in the lower vigour zones, 30 kg ha-1 in the higher vigour zones and no N application on missing vines and on plants affected by “Flavescence dorée” or “Esca desease”. The sustainability of vineyard management was ameliorated by saving 15 kg ha-1 of N and maintaining adequate vegetative performances across the vineyard.

Aims : To test the effects of varying degrees of vigour on vine growth, cropping, grape composition and wine quality. Methods and results : The study was conducted in 2008-2009 in a cv. Sangiovese (V. vinifera L.) vineyard (Tuscany). Two uniform zones marked by low (LV) and high (HV) vigour vines were pinpointed using an NDVI (normalized difference vegetation index) map. Soil analysis showed similar texture in both zones, but total soil nutrients were lower in LV than in HV. While only LV vines showed soil water content close to wilting point in 2008, they demonstrated lower leaf area and yield and higher berry sugar and anthocyanin concentrations compared to HV vines. Chemical and wine tasting analysis of the wines made in 2009 showed that the LV wines had better sensory attributes than the HV wines, despite their excessive ethanol content. Conclusions : The differences in vigour, yield and must and wine quality of LV compared to HV vines were linked to variations in soil fertility and water retention capacity. Precision vineyard management practices like supplementary fertilization and irrigation should be used to increase vigour and yield and to decrease sugar content in LV grapes. Cover crop may be used in HV vines to decrease their vigour and yield. Significance and impact of the study : The study confirms that the evaluation of within-field variability is crucial for site-specific vineyard management.

La durata e la produzione dei vigneti viene garantita con l'impianto di materiale di moltiplicazione di qualità. Il settore vivaistico è da tempo impegnato in questo programma mettendo sul mercato dei cloni (virus-esenti) che, oltre rispondere alle esigenze dei tecnici e dei viticoltori, sono indicati per la produzione di specifiche tipologie di vini. Questo risultato è connesso alla conoscenza delle piattaforme ampelografiche locali che ha permesso di individuare più biotipi nell'ambito della stessa popolazione, oltre che di produrre anche vini di nicchia. In particolare sono stati ottenuti o aggiunti cloni di vitigni diffusamente coltivati sul territorio nazionale, anche se a livello regionale, tipo Carricante, Grillo, Nebbiolo, Rebo, ... Traminer aromatico oppure presenti in ambienti ristretti come Alionza, Goldtraminer, Pignolo, Tazzalenghe,... Trebbiano modenese. Sono stati pure iscritti altri cloni di vitigni internazionali (es. Cannonau, Malbech, Syrah, Tempranillo, .. Trebbiano toscano) le cui peculiarità vanno individuate oltre nella minore dimensione del grappolo e dell'acino, nell'ottenimento di vini di maggiore struttura, quindi con possibilità di invecchiamento anche prolungato, anche nell'inferiore suscettività, rispetto alla popolazione, alle principali malattie crittogamiche pur garantendo produzioni soddisfacenti. L'aggiornamento del Catalogo nazionale dei cloni ha lo scopo di informare i potenziali utenti oltre che gli Enti operanti nel settore viticolo-enologico perché amplino le poche conoscenze disponibili. In ogni scheda descrittiva, corredata dalla foto del grappolo, sono riportate le principali caratteristiche vegeto-produttive e il giudizio organolettico del vino, con le potenziali destinazioni enologiche.

Updating of the clone catalogue Planting a vineyard with multiplication material of good quality is a guarantee of duration and productiveness. Therefore the vine nursery sector has been engaged in spreading selected material by putting on the market clones which, besides being free from virus diseases and having specific agronomic features, are also suitable for the production of specific types of wines. This result is linked to the knowledge of the local ampelographic platforms which has permitted to identify many biotypes in the same population thus increasing the value of the intravarietal variability. Recently some clones of cultivars widely cultivated on the national territory were registered in the National Register of Grapevine Varieties, although they are concentrated only in some regions such as Carricante, Grillo, Nebbiolo, Rebo, Traminer or concentrated only in small places such as Albarola, Alionza, Barsaglina,Goldtraminer, Pignolo, Tazzelenghe, Trebbiano Modenese. New clones of international cultivars (Cannonau, Malbech, Sangiovese, Syrah, Tempranillo, Trebbiano Toscano) have been registered too thanks to their improving features: in fact they have smaller clusters and smaller berries but at the same time they assure a satisfactory production, they give wines with a better structure and therefore they are suitable for long ageing and they are more resistant to vine diseases than the original population. We hereby present the updated descriptions of the clones which recently entered the National Register thus enabling the potential users and the companies which work in the vine-growing and oenological sector to enlarge their knowledge on the clones attitudes. In each file, we can find the picture of the cluster, the description of the vegeto-productive characteristics, the organoleptic judgment on the wine and suggestions for the potential oenological use.