Search

We can read, in fact, “Adam quoad corpus non fuisse ex nihilo productum, sed ex limo terrae formatum” (De op. sex dierum, III, I, n. 2). He develops the human creation from its constituent elements and, in detail, he argues that the man is not so the pure result of a “creatio ex nihilo” but a brand new formation, consisting of already known elements. In other words, “ex limo terrae”comes from “ex quatuor extremis partibus terrae, Oriente, Occidente, Meridie, et Septentrione, quia in quatuor litteris nominis Adam secundum idioma Graecum, illae quatuor partes orbis significantur, ut notat Augustinus”(De op.sex dierum, III, I, n. 3). God creates the man-Adam through an absolutely original and unique act, and Adam reveals himself as an archetype in which the creative power of God works. Thus, man was created with all the necessary perfection, due to the rational soul i.e. with a body adequate or suitable to that soul or better worthy for it (De op. sex dierum, III, I , n. 16) as “faciamus hominem” provides that God has created man, indeed He did so, partly molding the body from the mud, partly blowing in him the breath of life (De op.sex dierum, III, I , n.13). In other words the first man’s body was animal, i.e. living of a bodily and sensible life, when God blew in him, in that breathe there was the life of man (De op. sex dierum, III, VII , n. 7). Man is created as complete in all the aspects he needs for life. Indeed, it is written that it was necessary that that body had a specific perfection not only because receives formally from the soul that peculiar and essential perfection, but also because it must have necessarily those dispositions and, at that level, the rational soul itself requires to shape the body according to the power of its essence and its form (De op. sex dierum, III, I , n. 16). So, for the perfection that this creature expresses, we can assume that it appears heterogeneous, provided with peculiar qualities and features, rendering it something new in the creatural world. Man is productus et factus by divine power and has been gifted not only with a substance, i.e. material and sensible body, but also with a form, i.e. a soul, that had been infused immediately in the body. Quoting Thomas Aquinas (ST, I-I, q. 91, a. 4), Suarez affirms that “animas hominum non fuisse in principio creatas simul, sed creari in eodem instanti, in quo corporibus uniuntur” (De op.sex dierum, III, VII, n. 8). The soul – real form of the body – cannot be separated from its substance, and cannot be placed before the original formative moment. As asserted by Aristotle, who was the first to put in such terms the question of the relationship between the form and the substance, Suarez cannot consider absolutely unnatural that the form precedes the substance, and that substance precedes form.

“¿Cómo habría vivido el género humano si Adán no hubiera pecado?”. Este es el tema desarrollado por Francisco Suárez en el quinto libro del Tractatus de opere sex dierum. Según el pensamiento del Doctor Eximius, la pregunta encierra en sí misma la solución, o sea, que el arquetipo Adán y el hombre inmerso en el tiempo no difieren entre ellos y que, como directa consecuencia, para ambos, agregarse a otros semejantes, permite que cada individuo alcance una finalidad y una mayor perfección. El hombre arquetipal no es único sino múltiple y, en su multiplicidad, se diferencia, lo mismo que ocurre con el hombre pre-caída. Francisco Suárez, por eso, analiza tanto el antecedente teológico, según el acto creacional divino, como el fundamento político de la comunidad humana, consecuencia necesaria para el hombre formado de tal manera.

In questo lemma si presenta Eraclito, la cui nascita e vita è avvolta nel mistero e i cui frammenti sono ancora oggi fonte di nuove riflessioni. L’Oscuro, come solitamente è ricordato nella storia, è un solitario e si esprime come un oracolo la cui parola cade dall’alto con la stessa suggestione di una rivelazione che chiede comprensione.

In questa voce bio-bliografica viene presentato Gabriel Vázquez. Il gesuita spagnolo vissuto alla fine del Cinquecento sviluppa un procedimento di esposizione logica come momento di riflessione retorica, ovvero momento di sublimazione dello stesso metodo senza, tuttavia però, inaugurare una vera e propria evoluzione verso un altro tipo di argomentazione filosofica. Questa tecnica espositiva comporta che le parti destruens e construens presenti nelle varie disputationes, tuttavia, non siano così marcate, ma che l’opera tutta sia tesa alla dimostrazione dell’errore altrui. La ratio dimostrativa cede il passo ad una ratio argomentativa, che descrive, che evoca, che si fa forte nell’evidenza della non contraddizione logica. Ciò si riflette anche nella concezione della legge naturale, che è la stessa natura razionale in quanto razionale e a essa si riferiscono le azioni umane come ad una regola, seguendo il principio del conveniente o del non conveniente. Pertanto, la lex naturalis è pienamente comprensibile alla luce della ragione, che è la stessa natura rationalis.

La natura è razionale poiché passa attraverso il filtro della ratio e si produce in calcoli raffinati tali da disegnare una realtà ordinata, dove ogni cosa trova il suo posto per se stesso e rispetto alle altre cose. In una rinnovata prospettiva di rigidità dell’ordine delle cose e non permissiva di rotture, ci troviamo di fronte a una ragione che assume il duplice valore di “regolo a priori” quando si trova “nelle mani” dell’intelletto speculativo e di “regolo a posteriori” quando si trova “nelle mani” dell’intelletto pratico, finendo, in quest’ultimo caso, per divenire ragione pratica, ovvero ragione che risolve cose pratiche. La natura razionale dell’uomo è la stessa natura razionale. Ogni essere ne è dotato per la propria realizzazione personale; in modo tale che il “bonum” è interno all’uomo, perché questo è razionale, e per questo motivo è detto “bonum morale”. Essa, dunque, non è un parametro astratto e generale da intendersi come specie comune a tutti gli uomini, ma è qualcosa di specifico che si immerge totalmente nelle circostanze che l’uomo vive.

In questa voce bio-bliografica viene descritto l’aspetto filosofico-politico di So-lone. Noto come uno dei Sette Sapienti, nel legislatore si riscontra una concezione obiet-tiva della legge, cioè scopre la legge naturale della vita in comune, sia sociale che politica. Nell’Elegia delle Muse, il legislatore dà conto del suo modo di agire, assumendo su di sé la paternità e, con essa, la responsabilità delle sue azioni politiche. Anzi, il suo modo d’agire è totalmente trasfuso in una norma, che supera la sua personalità e la sua effimera vita, donandosi alla storia. Solone fu ispirato nella sua azione dal Nómos, cioè da una Norma riconosciuta obiettivamente da tutti. In particolare, il Nómos soloniano, oltre ad assorbire in sé la forza numinosa di Kratos quale elemento maschile, si immerge in Phiúsis, ovvero la natura dell’essere e del divenire, del micro e macrocosmo. E dalla Phiúsis, che è il diritto di natura, giustizia coerente nelle sue manifestazioni, elemento femminile ricettivo e quieto tanto quanto spietato e vindice, il Nómos riemerge come forza che serve per imporsi nella polis corrotta.

In questa voce bio-bliografica viene descritto l’aspetto filosofico-politico di Solone. Noto come uno dei Sette Sapienti, nel legislatore si riscontra una concezione obiettiva della legge, cioè scopre la legge naturale della vita in comune, sia sociale che politica. Nell’Elegia delle Muse, il legislatore dà conto del suo modo di agire, assumendo su di sé la paternità e, con essa, la responsabilità delle sue azioni politiche. Anzi, il suo modo d’agire è totalmente trasfuso in una norma, che supera la sua personalità e la sua effimera vita, donandosi alla storia. Solone fu ispirato nella sua azione dal Nómos, cioè da una Norma riconosciuta obiettivamente da tutti. In particolare, il Nómos soloniano, oltre ad assorbire in sé la forza numinosa di Kratos quale elemento maschile, si immerge in Phiúsis, ovvero la natura dell’essere e del divenire, del micro e macrocosmo. E dalla Phiúsis, che è il diritto di natura, giustizia coerente nelle sue manifestazioni, elemento femminile ricettivo e quieto tanto quanto spietato e vindice, il Nómos riemerge come forza che serve per imporsi nella polis corrotta.

In questa recensione il nuovo lavoro miscellaneo di Giuseppe Limone viene descritto come un complesso dipinto in cui si può osservare l’uomo moderno e, con esso, l’orizzonte simbolico che l’umanità ha davanti a sé. I temi del paradosso e del paradossale diventano le chiavi di lettura della realtà e della contemporaneità e con essi, è proprio la verità a divenire il principale oggetto di studio. In questo senso, la catastrofe, indagata sotto molteplici aspetti e individuata nelle sue variegate espressioni, non è solo un orizzonte del valore etico o, più genericamente, umano, essa è anche ciò che, profeticamente, potrebbe realizzarsi allorquando l’uomo, dimentico di se stesso, si perda completamente nell’irrealtà della modernità.

Il concetto di prudenza è stato studiato, in questo scritto, come punto di incontro tra un pensatore politico asistematico come Niccolò Machiavelli e un teologo sistematico come Francisco Suárez. Passando attraverso la lente dell’opera di Giovanni Pontano, si mette in luce la prudenza come compagna e maestra di tutte le virtù, ma soprattutto come essa sia vista dai due protagonisti come retta cognitio agibilium, ovvero saggezza pratica che si fonda su di una conoscenza e di una comprensione diretta. In particolare si potrà notare che la prudenza di Machiavelli, quale virtù umana attiva sia riportata da Suárez all’interno del quadro interpretativo teologico, da cui si era allontanata, per non esser più soltanto una virtù cardinale, né tanto meno solo una virtus romana.

In questo volume si presenta la prima traduzione in italiano del quinto libro del Tractatus de Opere sex dierum di Francisco Suárez (capp. I -parr. I-II- VII, VIII, IX, X, XI, XII). La creazione è il tema di tale opera e, in particolare nel quinto libro, è la creatura-uomo ad assumere un rilievo teorico essenziale. È in queste pagine, infatti, che si trova l’antecedente teologico e, allo stesso tempo, il fondamento politico della comunità umana. Del resto è lecito domandarsi se Adamo non avesse peccato, il genere umano quale vita avrebbe potuto realizzare? Si sarebbe potuto moltiplicare? Ed avrebbe potuto realizzare una comunità politica? Sono queste le domande a cui Suárez dà una risposta a partire da una semplice considerazione, ma che è quanto mai illuminante e moderna allo stesso tempo. «[La] moltiplicazione delle persone contribuisce a una qualche bellezza e al decoro di tutta la specie, poiché per la diversità di molti individui risplende di più la grandezza delle perfezioni di tutta la specie. Oltre a ciò, perché è necessaria alla società politica molto naturale per l’uomo». Il gesuita aveva, quindi, riservato alla fine della sua vita lo scritto che, forse più di ogni altro, giustificava la visione dell’adgregatio humana come elemento caratterizzante dell’essere uomo e della congregatio politica come elemento caratterizzante la libertà dell’uomo medesimo al ben vivere.

L’intento di questo scritto è quello di richiamare l’interesse della comunità scientifica ancora una volta su di un tema filosofico-giuridico-politico come quello della restituzione (nel pensiero filosofico-politico di Gabriel Vázquez), che genera ancora nell’attualità moltissimi spunti di dibattito, come esempio emblematico di una giustizia o, più ampiamente, di un problema che concerne il diritto penale in generale.

The present essay has the objective of highlighting the philosophical-legal-political vision that can be extracted from the reading of the Vazquecian work. The subject of the law is dealt with precisely in the disputatio 150 of the Commentariorum, ac disputationum in primam secundae S. Thomae, which is subdivided into four chapters whose objective is to clarify the personal vision of the author.

L'articolo prende in esame il rapporto ideale tra Vico e le odierne filosofie della cura. In particolare, il contributo si focalizza sul rapporto tra libertà politica e relazioni familiari. Per Vico la radice dell'umanità si situa nelle pratiche del senso comune che possono essere lette come altrettante pratiche di cura.

Starting from the law definition deriving from q. 90 Summa Theologiae of Thomas Aquinas, considered as a major premise of syllogism, Francisco Suárez comes to a synthesis, through multiple and variety minor premises. Synthesis which can be considered, at least, all-encompassing of all the necessary elements. The Jesuit emphasizes the term praeceptum, which encloses the transposition of the regula et mensura pair, thus conferring a certain emphasis on the volunteer part. This implies that each term of Suarezian definition is in equilibrium with the other terms, which, as a whole, recall, alternating as in a play of lights and shadows, will and intellect.

Si tratta di un una riflessione sul termine "cura" nella favola di Igino, che cerca di approfondire e problematizzare qualche passaggio della favola, con espresso riferimento all’etimologia delle parole chiave del testo.

Il saggio prende avvio dalla riflessione che si trae da alcuni scritti suarezione sul come l'uomo, avendo una natura libera e non è soggetto a nessuno, se non al suo Creatore, possa creare una comunità perfetta e, come tale, esser soggetto alla legge di un 'princeps'.

Si tratta di uno studio preliminare sul tema della 'restitutio' nel pensiero di Gabriel Vazquez, con l'intento di meglio metter a fuoco l'ambito della vita relazionale tra i singoli uomini di una comunità politica.

The essay takes into consideration the concept of conscience as developed by Gabriel Vázquez with particular reference to the relationship with the law. Conscience represents the element that allows man to act in everyday life and takes on an essential importance in the relationship with the two levels of lex naturalis, i.e. primary natural law and secondary.

Nel pensiero filosofico-politico di Gabriel Vázquez, la coscienza, intimamente collegata alla ragione e all’intelletto, sia esso attivo che passivo, ha un ruolo di rilievo e rappresenta l’anello di congiunzione tra l’agire concreto e la legge di cui, in un certo senso, è manifestazione.

In questo lavoro si è proposta una riflessione sui temi della dignitas e libertas nel pensiero di Francisco Suárez. A partire dalla ricostruzione dell’uso del termine dignitas, che nel gesuita spagnolo è ancora fortemente legato alla tradizione romana e alto medievale, si può cercare di delineare quel contenuto minimo ed essenziale dell’uomo e al di sotto del quale non si può scendere, pena la perdita del senso stesso di umanità, ovvero la libertas.

The philosophical and political core of the Tractatus de legibus can be identified in the connection between the free nature of man and the formation of the corpus politicum; In fact, one can observe the relationship between political obligation and freedom, proper by analyzing the tension of natural evolution that drives man to join other men. Going through the reconstruction of the law as motus and the State as a temple, in my intervention I propose to see how Doctor Eximius is a promoter of a rigorously institutional idea of the State and the right, where consensus, as an expression of free choice of man is the constitutive principle of social and political organization. Suarez theorizes a State as a moral body, corpus politicum mysticum or unum corpus mysticum, capable of giving to the totality of the wills that compose it an independent balance for each of them and a unit of expression; therefore, the laws, the law, the government and the State itself are derived from the community.

Im Jahr des 400sten Todestages des Francisco Suµrez’drängt sich eine Beschäftigung mit dem Werk und Denken dieses glänzenden Vertreters der Zweiten Spanischen Scholastik förmlich auf, zumal wir es mit einem Philosophen zu tun haben, der auf der einen Seite noch der mittelalterlichen Welt verhaftet ist, auf der anderen aber bereits vom Geist der Neuzeit durchdrungen ist. Gerade diese Zwiegespaltenheit des spanischen Jesuiten ist es ja nämlich, die der Interpretation der Wurzeln jener neuen Epochenoch heute so großen Raum lässt.

Il saggio analizza il rapporto Creatore-creatura con particolare riferimento alla legge.

This article analyzes the Tractatus de legibus ac Deo legislatore by Francisco Suárez. In this important treatise – as well as in other works of the Spanish Jesuit – it is possible to identify the nature of those links and logical joints which, taken together, reveal freedom as a key element linking man and nature, on the one hand, with law or political obligation on the other (law intended as a regula et mensura: a rule and a measure dictating what to do and what to omit). With this aim, it is shown how in Suárez law and politics are taken back to theology, which, in turn, guarantees the existence of a bond between the Creator and the creatures, making men totally free to express themselves.

In questa nota si presenta uno spunto teorico sul tema della ψυχή. In particolare si cerca di realizzare una riproblematizzazione dell’argomento, che ha radici che si perdono nel tempo. Animus e Anima sono presentati come protagonisti della vita dell’uomo, in quanto elemento maschile e femminile, attraverso una ricerca costante di un equilibrio che riporta in vita quel dialogo tra λόγος e δαίμων.

Se l’uomo è nato libero e non soggetto ad un suo pari, può obbligare un altro uomo senza cadere nella tirannia? È la domanda a cui Suárez cerca di dare risposta attraverso lo studio della legge, interpretata come una manifestazione dell’intelletto e della volontà, ovvero le due componenti che, in continuo ed armonico dialogo, sono la base di una nuova costruzione morale. Il gesuita riscrive il rapporto tra Creatore e creatura, da un lato, e il rapporto tra obbligo politico e libertà, dall'altro, tenendo conto che l’uomo è naturalmente inserito nell’ambito dello Stato e sottomesso alla sua giurisdizione, senza tuttavia alcuna abdicazione da parte sua. Nella posizione filosofica di Suárez si scopre la nascita di una teoria sistematica della comunità politica, incentrata sulla dialettica tra rottura e continuità temporale con i temi della scolastica e del nascente.

Il breve saggio sul concetto di lex in Suárez evidenzia come la nota definizione di Tommaso d’Aquino, pur rappresentando un punto di riferimento imprescindibile nel dibattito giuridico, morale e teologico, possa esser riscritta. E l’innovazione del gesuita spagnolo si delinea in una definizione di legge, ove i termini intelletto e volontà sono posti in modo differente e il dialogo tra questi concetti generi una costruzione morale, che tenga conto della libertà della volontà dall’intelletto e da un ordo precostituito.

Il concetto di libertà può essere declinato in molteplici modi e tutti trovano la radice ultima nell’osservazione dell’uomo in relazione con se stesso e con gli altri. La ricerca che propongo pone al centro il concetto di libertà in rapporto all’autorità e al potere come sviluppato nelle opere più prettamente politiche del gesuita. Del resto si legge chiaramente che “Homo natura sua liber est et nulli subiectus, nisi Creatori tantum” (Trattato delle leggi e di Dio legislatore, III, I, 1): in esse ben si evidenzia il cuore dell’antropologia politica suareziana in quanto la libertà è il fondamento ultimo e radicale della polis o communitas politica. Prima ancora di qualunque autorità terrena che sia capace di esercitare un potere politico legittimo, l’uomo è libero. La creatura più imperfetta del creato appare come capace della maggiore libertà possibile e come tale non è soggetta ad alcun potere terreno predeterminato, ma assoggettabile ad esso in quanto ciò possa essere conveniente al raggiungimento della migliore vita politica possibile.

Si presenta una voce bio-bliografica dal taglio filosofico-politico su Francisco Suárez. In particolare, all’interno del più ampio profilo metafisico-teologico del gesuita spagnolo si mette in evidenza, da un lato, la legge come frutto dell’interlocuzione costante tra intellectus e voluntas, dove quest’ultima non è relegata a semplice ancilla intellectus di tomista memoria e, dall’altro lato, l’uomo come viva creatura che si realizza nella comunità politica.

In questo lavoro si propone una riflessione sui temi della dignitas e libertas nel pensiero del gesuita spagnolo. A partire dalla ricostruzione dell’uso del termine dignitas, che in Suárez è ancora fortemente legato alla tradizione romana e alto medievale, si può cercare di delineare quel contenuto minimo ed essenziale dell’uomo e al di sotto del quale non si può scendere, pena la perdita del senso stesso di umanità, ovvero la libertas.

The present essay proposes to interpret the thought of Gabriel Vázquez as an ideal continuation of that of Gregory of Rimini. In this way, I suggest a “new” name for the Jesuit: no longer the Spanish Augustine, as has gone down in history, but the Spanish Gregory.

This article reconstructs the theme of the dominium in Francisco Suárez, trying to highlight the coherence of the juridical-political vision within his enormous work. Recovering the Romanist traditions of mancipium and the Medieval tradition of dominium utile, Suárez defines the dominium as principale ius disponendi de re aliqua in quemcumque usum lege non prohibitum (De Virtute et Statu Religionis, liber VIII, cap. V). The clarification of such theme is functional to understanding the concept of dominium that belongs to the State.

La predisposizione all’altro, l’occuparsi dell’altro in un presente attivo e, per questo, pienamente vivo, comporta trovarsi anche nella condizione di poter osservare se stessi in quella gestualità, in quell’azione che viene richiesta, ma anche scelta e, dunque, decisa. In questo presente pienamente vivo, dove, osservando l’altrui fragilità, si osserva la propria, interrogarsi sulla possibilità che il tema della cura sia stata indagato anche in altri momenti del tempo e che abbia avuto varie soluzioni o interpretazioni contribuisce a dare strumenti e mezzi per una maggiore consapevolezza della contemporaneità. È per tali ragioni che appare interessante, allora, indagare, nel pensiero di Francisco Suárez una indicazione sulla cura.