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Che cosa sono i neologismi e perché si formano? Chi può coniare parole nuove e attraverso quali canali si diffondono? È possibile risalire al momento in cui esse nascono e individuarne gli autori? Le moderne piattaforme dell'informazione giornalistica e radiotelevisiva e le reti sociali riescono a incidere sul cambiamento del costume e degli usi linguistici? Il libro offre le risposte agli interrogativi sull'evoluzione del lessico italiano, sugli infl ussi della globalizzazione nello scenario internazionale e sui processi che permettono alla lingua italiana di mantenere vitale la sua millenaria tradizione, rinnovandosi costantemente.

Il contributo presenta i dati raccolti nella banca dati dell'Osservatorio neologico della lingua italiana, illustrando caratteristiche e tipologie delle neoformazioni recenti, soprattutto in quelle del linguaggio giornalistico.

Il contributo illustra gli aspetti linguistici, e in particolare quelli lessicali, degli scritti di Luigi Einaudi: da quelli di carattere economico a quelli dedicati all'agricoltura, fino a quelli epistolari e diaristici. Ne risulta un lessico composito, con toni diversi in base ai temi e ai destinatari degli scritti.

Si tratta dell'ultimo dei tre dizionari di neologismi pubblicati dall'Osservatorio neologico della lingua italiana. Questo terzo dizionario, pubblicato dall'Istituto della Enciclopedia Italiana in collaborazione con l'Istituto per il lessico intellettuale europeo e la storia delle idee del Cnr, costituisce un volume integrativo del grande Vocabolario Italiano Treccani. Vi si trovano raccolte 4.163 voci documentate da 10.132 citazioni giornalistiche, che sono state registrate negli anni compresi tra il 1998 e il 2008, proprio il decennio intercorso tra la seconda e la terza edizione del Vocabolario Treccani. Per rendere più proficua la consultazione del repertorio, ogni neologismo è illustrato all'interno dei suoi contesti d'uso e descritto attraverso la sua analisi linguistica e tipologica, evidenziando gli elementi lessicali già esistenti che hanno contribuito a formarlo. Il volume è corredato da un indice delle voci, da un indice degli elementi lessicali che contribuiscono a formare i neologismi stessi e da un indice dei nomi che appaiono nelle citazioni giornalistiche. I neologismi registrati tracciano il quadro di un preciso momento storico e sociale della lingua italiana e della cultura che essa esprime. Le nuove formazioni sono presenti in tutti i settori nei quali si articolano abitualmente i giornali: dalla politica all'economia e alla cronaca, dalla moda allo sport e allo spettacolo, senza tralasciare la cultura, la scienza e le nuove tecnologie. Si tratta di una raccolta di materiali, classificati e documentati, proposti agli studiosi della lingua, ai grammatici e ai lessicografi, ma anche ai docenti e agli studenti delle scuole e dell'università, a chi apprende l'italiano come lingua straniera e agli appassionati cultori della lingua italiana che desiderano rendersi conto in modo più diretto e sistematico dei mutamenti in atto. Infine, proprio perché basati sulla creatività dei giornalisti, questi materiali possono essere uno strumento efficace anche per coloro che lavorano nel settore della comunicazione: giornalisti e mediatori linguistici, traduttori, interpreti e divulgatori.

Il volume presenta un'analisi storica e metodologica della lessicologia e della lessicografia italiana, attraverso i meccanismi di formazione delle parole, la produzione e le tipologie di repertori lessicografici, il significato espresso dalle parole, il loro contesto d'uso, la nascita di neologismi. Il lessico è, infatti, un complesso unitario e vivo che ripropone momenti della storia comune di coloro che parlano una lingua, dai lasciti della latinità ai giorni nostri. Le tracce di elementi lessicali provenienti da altre lingue testimoniano la fitta rete di scambi e relazioni che hanno contraddistinto nei secoli la storia italiana e costituiscono il seme più promettente del processo di integrazione culturale.

Pubblicato come supplemento al Vocabolario Treccani e relativo agli anni 1998-2008.

Il contributo analizza parole italiane di nuovo conio o derivate, internazionalismi, forestierismi, tecnicismi e neologismi d'autore, in considerazione dell'opera di diffusione e di influenza esercitata dai quotidiani nella lingua d'uso, soprattutto nella loro veste di fonte scritta.

The p16IN4/CDKN2/MTS1 gene encodes two structurally different proteins: a cyclin-dependent kinase inhibitor called p16INK4a, which regulates retinoblastoma protein-dependent G1 arrest, and a cell cycle inhibitor designated p19ARF, which arrests cell growth in G1-S and also in G2-M. Whereas inactivation of p16INK4a has been described as a frequent event in lung cancer, the current function of p19ARF is still poorly understood. We have examined the expression of the human p19ARF (hp19ARF) protein in a large series of lung cancers using immunohistochemistry and showed that the protein was more frequently lost in high-grade neuroendocrine (NE) lung tumors (large cell NE carcinoma and small cell lung carcinoma; 51 of 78, 65%) than it was in non-small cell lung cancer (25 of 101, 25%). No deleterious mutation was found in exons 1beta and 2 of hp19ARF in those NE tumors with negative immunoreactivity, and a beta transcript was detected in the majority of them. Concomitant absence of hp19ARF and retinoblastoma proteins was frequently detected in high-grade NE lung tumors, whereas no relationship could be found between the status of hp19ARF and p53 proteins in those tumors. These results are consistent with an alternative growth suppressor function for hp19ARF in NE lung cancer that is distinct from that of p16INK4a. Moreover, the frequent uncoupling between the beta transcript and the hp19ARF protein suggests a novel mechanism of inactivation at the translational level.

We have reported previously a preliminary study of a t(9;14)(p21-22; q11) in B-cell acute lymphoblastic leukemia. This translocation had rearranged the TCRA/D locus on chromosome band 14q11 and the locus encoding the tumor suppressor gene P16INK4/MTS1 (P16) on band 9p21 (D. Duro et al., Oncogene, 11: 21-29, 1995). In the present report, the breakpoints were precisely localized on each chromosome partner. On the 14q- derivative, the sequence derived from chromosome 9 was interrupted at 1.0 kb upstream of the first exon of P16, close to a consensus recombination heptamer, CACTGTG. In addition, the chromosome 14 breakpoint was localized at the end of the TCRD2 (delta 2) segment, and 22 residues with unknown origin were present at the translocation junction. On the 9p+ derivative, chromosome 9 sequences were in continuity with those displaced onto chromosome 14, and the 14q11 breakpoint was located within TCRJA29 segment. These features are consistent with aberrant activity of the TCR gene recombinase complex. Although all three coding exons of P16 were displaced onto the chromosome 14q-derivative, no P16 transcript was detected in the leukemic cells. Because the region spanning the P16 exon 1 was not inactivated by methylation and because the other P16 allele was deleted, the implication is that the chromosome breakpoint was likely to disrupt regulatory elements involved in the normal expression of the gene. As a whole, then, our results show that translocations affecting band 9p21 can participate to the inactivation of P16, thus justifying a systematic survey of translocations of the 9p21 band in acute lymphoblastic leukemia.

Chromosome band 9p21-22 is frequently altered by nonrandom abnormalities, mainly deletions, in hemopoietic malignancies of the lymphoid lineage. We have analysed a translocation t(9;14)(p21-p22;q11) in a B-cell type acute lymphoblastic leukemia. Location of the 14q11 breakpoint within the TCR-alpha/delta locus allowed the isolation of a fusion transcript composed of a 3' segment containing part of the constant region of the TCR-alpha gene and a 5' segment from chromosome 9, designated 0.18. This 0.18 segment was also part of cDNAs isolated from two tumoral B-cell lines (RPMI-8226, Raji). In both cases, 0.18 was juxtaposed 5' to a sequence corresponding to exons 2 and 3 of the p16INK4/MTS1 gene which is located on band 9p21-22. Unexpectedly, none of the two ATG codons found in 0.18 was in phase with that of the exons 2 and 3 of p16INK4/MTS1. Furthermore, in vitro translation product of a RPMI-8226 cDNA clone generated a product that was not immunoprecipitated by antibodies specific of the C-terminal end of the p16INK4/MTS1 protein. Evidence for similar transcripts in non tumoral lymphoid B cells (unstimulated peripheral blood lymphocytes (PBL) and lymphoblastoid cell lines) were obtained by using amplimers representative of the 0.18 segment and the p16INK4/MTS1 exon 2. Altogether, these data are consistent with the existence of a new type of p16INK4/MTS1 transcript whose significance is discussed.