196 results on '"DINO, Alessandra"'
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2. Women and transnational organised crime
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Dino, Alessandra, primary
- Published
- 2021
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3. La violenza delle mafie
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Chiesa, Nando dalla, Dino, Alessandra, Gribaudi, Gabriella, Marmo, Marcella, Santoro, Marco, Coordina, Rocco Sciarrone, and Massari, Monica
- Published
- 2017
4. Waiting for a new leader: Eras and transitions in Cosa Nostra
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Dino, Alessandra, primary
- Published
- 2019
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5. Una difficile normalità
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Dino Alessandra and Dino Alessandra
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Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Cosa Nostra, Collaboratori di giustizia, stragi di mafia, vittime, pentimento ,Cosa Nostra, collaborators of justice, mafia massacres, victims, repentance - Abstract
La notizia della concessione della libertà vigilata a Gaspare Spatuzza - l'assassino, insieme a Grigoli, del parroco palermitano don Giuseppe Puglisi e di molti altri - riapre la discussione sul tema del difficile futuro dei collaboratori di giustizia richiedendo una lucida distinzione tra giudiziario e religioso. È anche un'utile occasione per portare in primo piano non solo il dolore delle vittime e dei loro familiari, ma anche la ragione del perdono. Che rischia di dare spazio a un'etica iperbolica che richiama, secondo Derrida, la sua "impossibilità, inopportunità, se non addirittura immoralità" The news of the granting of parole to Gaspare Spatuzza - the killer, together with Grigoli, of the Palermo parish priest Don Giuseppe Puglisi and many others - reopens the discussion on the theme of the difficult future of collaborators of justice by requiring a lucid distinction between the judiciary and the religious one. It is also a useful opportunity to bring to the fore not only the pain of the victims and their families but also the reason for forgiveness. That risks giving space to a hyperbolic ethics that recalls, according to Derrida, its "impossibility, inappropriateness, if not downright immorality"
- Published
- 2023
6. Prospettive dialettiche intorno alla definizione del fenomeno mafioso
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Dino, Alessandra, Centro Studi Pio La Torre, and Dino, Alessandra
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Mafia criminal organization, Pio La Torre, 416 bis, truth and veridiction ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Settore SPS/07 - Sociologia Generale ,Organizzazione criminale mafiosa, Pio La Torre, 416 bis, verità e veridizione - Abstract
Il fenomeno mafioso non nasce certo con l’istituzione della legge n. 646, del 13 settembre 1982, fortemente voluta da Pio La Torre e approvata, non già dopo la sua morte (il 30 aprile del 1982) ma solo all’indomani della strage di via Carini, dove persero la vita il prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, la giovane moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Ma in quella data viene dato un nome e un riconoscimento giuridico – suggellato in uno specifico articolo del codice penale, il 416bis – a un fenomeno criminale risalente nel tempo. Su queste diverse prospettive, sulla tardività del parlamento nel legiferare in questa materia e sulle battaglie dialettiche che, negli anni, si sono combattute per stabilire cosa fossero realmente le mafie (nel frattempo divenute plurali) questo breve contributo desidera soffermarsi. Soprattutto oggi che, nel proliferare delle cosiddette “nuove” mafie e nelle mutazioni che le mafie “tradizionali” hanno attraversato per rispondere alle sfide ambientali, il fenomeno mafioso sembra sfuggire a una definizione univoca e in molti richiedono interventi di revisione dello stesso 416bis. The mafia phenomenon certainly did not arise with the establishment of law no. 646, of September 13, 1982, strongly desired by Pio La Torre and approved, not after his death (April 30, 1982) but only after the massacre in via Carini, where the prefect of Palermo Carlo Alberto lost his life Dalla Chiesa, his young wife Emanuela Setti Carraro and the escort agent Domenico Russo. But on that date a name and legal recognition was given - sealed in a specific article of the penal code, the 416bis - to a criminal phenomenon dating back over time. On these different perspectives, on the delay of the parliament in legislating in this matter and on the dialectical battles that, over the years, have been fought to establish what the mafias (in the meantime become plural) really were, this brief contribution wishes to dwell. Especially today that, in the proliferation of the so-called "new" mafias and in the mutations that the "traditional" mafias have gone through to respond to environmental challenges, the mafia phenomenon seems to escape a single definition and many are requesting revisions of the 416bis itself.
- Published
- 2023
7. “These Dead Are Not Ours”
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Dino, Alessandra, primary
- Published
- 2018
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8. Frammenti di biografie plurali
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Dino Alessandra, Dino, A, Modica, G, and Dino Alessandra
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mafia, women, feminine stories, contamination, memory, witness ,Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,mafia, donne, racconti al femminile, contaminazioni, memoria, testimone - Abstract
Ritorno a Palermo dopo tredici anni trascorsi in Umbria. Anni importanti in cui ho frequentato l’università laureandomi in filosofia e conseguendo un dottorato di ricerca; indagando sui temi del disagio psichico e della crisi della presenza in De Martino; sotto la guida di Tullio Seppilli, che di De Martino era stato allievo e il cui rigore nella ricerca è stato per me un esempio indimenticabile. Scappata a diciotto anni da una terra che mi aveva schiacciata con la sua violenza. In primo luogo sul versante privato. Una gelida brutalità di cui – quando sono andata via, determinata a non tornare – non percepivo fino in fondo i risvolti sul piano politico e della limitazione degli spazi fisici di libertà; non avvertivo la sua capacità di contagiare tutto ciò che toccava con la sua ibrida ambiguità.Ritorno quasi per forza. In un momento di difficoltà lavorativa per concorrere all’assegnazione di una borsa di studio post dottorato e continuare a seguire la mia passione di sempre, la ricerca universitaria. Come vivere questa contraddizione? Come non “contaminare”, inquadrandola dentro la cornice di una promessa non mantenuta, la mia “nuova” vita in Sicilia? Il disagio e il senso di estraneità provati nel mettere su casa mi fanno comprendere quanto fosse stato ingenuo pensare che i mille chilometri che separano Palermo da Perugia riuscissero a farmi “prendere le distanze” da qualcosa che mi aveva toccato nel profondo, penetrandomi dentro la carne.Gioco la carta della “straniera” e guardo – come fosse la prima volta – i luoghi dentro cui ero cresciuta. Mi impongo – tranne per quel che riguarda le più strette relazioni parentali – di non frequentare nessuna delle persone che mi erano state vicine nella mia precedente vita a Palermo. Ma ogni sforzo di distanziamento risuona (prima inconsapevolmente e poi, via via, con sempre maggiore chiarezza) come il sintomo di un legame che, nel tempo, è divenuto sempre più forte. Un legame che rischia di trasformarsi in un cappio se non avrò la determinazione di allentarne le maglie; se non avrò il coraggio di guardare, seppur attraverso lo specchio, lo sguardo pietrificante della Medusa. Return to Palermo after thirteen years spent in Umbria. Years important in which I attended university and graduated in philosophy and earning a PhD; investigating the themes of the psychic distress and the crisis of presence in De Martino; under the guide of Tullio Seppilli, who had been a pupil of De Martino and whose rigor in research was an unforgettable example for me. Escaped at eighteen from a land that had crushed me with its violence. First of all on the private side. An icy one brutality of which - when I left, determined not to return - I did not fully perceive the implications on the political and of the level limitation of physical spaces of freedom; I did not feel its capacity to infect everything he touched with his hybrid ambiguity. In a time of work difficulty for compete for the assignment of a postdoctoral scholarship e continue to follow my passion of all time, university research. How to live this contradiction? How not to "contaminate", framing it within the framework of a broken promise, my "new" life in Sicily? The discomfort and sense of strangeness felt in setting up a house they make me understand how naive he was think that the thousand kilometers that separate Palermo from Perugia could make me "distance myself" from something that had me deeply touched, penetrating my flesh. I play the "foreigner" card and look - as if it were the first time - the places I grew up in. I impose myself - except as for the closest parental relationships - not to date none of the people who had been close to me in mine previous life in Palermo. But every effort of distancing resounds (first unknowingly and then, gradually, with more and more clarity) as the symptom of a bond that, over time, has become stronger and stronger. A bond that risks turning into a noose if I do not have the determination to loosen its links; if I don't have the courage to look at the gaze, albeit through the mirror petrifying of the Medusa.
- Published
- 2022
9. Descrizione di una battaglia. Attori e strategie della prova in un processo per femminicidio
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Dino, Alessandra and Dino, Alessandra
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femminicidio, violenza di genere, regimi veridittivi, rappresentazioni sociali, stereotipi, il processo come narrazione, la battaglia dialettica intorno alla definizione della èprova ,Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,femicide, gender-based violence, veridictive regimes, social representations, stereotypes, the trial as narrative, the dialectical battle around the definition of proof - Abstract
Spostando l’attenzione dalla dimensione della verità a quella della veridizione e analizzando la sentenza come una battaglia dialettica che ridefinisce i confini delle identità degli attori coinvolti, il libro propone l’esame di un caso di femminicidio andato in giudizio nel dicembre del 2015. È l’omicidio di una donna che viene insolitamente definito dai giudici come un femminicidio e il cui movente è rinvenuto nel desiderio di possesso dell’omicida nei confronti della vittima. Un caso del quale la cronaca si è poco occupata, anche per il basso livello socio-economico e culturale di vittima e assassino. A renderne ancor più ricca la narrazione, il fatto che di esso (e della giovane vittima) ne abbiano parlato alcuni dei testimoni privilegiati intervistati durante la ricerca. By shifting attention from the dimension of truth to that of truthfulness and analyzing the sentence as a dialectical battle that redefines the boundaries of the actors' identities involved, the book proposes the examination of a case of femicide that went to trial in December of 2015. It is the murder of a woman that is unusually defined by the judges as a femicide and whose motive is found in the murderer's desire to possess the victim. A case of which the news has little attention, also for the low socio-economic level and culture of victim and murderer. To make the narration even richer, the fact that of it (and the young victim) some of the privileged witnesses interviewed during the interview spoke about it research.
- Published
- 2022
10. Dynamic Adaptation of LoRaWan Traffic for Real-time Emergency Operations
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Dino, Alessandra, primary, Garlisi, Domenico, additional, Giuliano, Fabrizio, additional, Croce, Daniele, additional, and Tinnirello, Ilenia, additional
- Published
- 2022
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11. Symbolic Domination and Active Power: Female Roles in Criminal Organizations
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Dino, Alessandra, Bovenkerk, Frank, editor, and Fiandaca, Giovanni, editor
- Published
- 2007
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12. Female Visibility in the Mafia World: Press Review 1980 to 2001
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Dino, Alessandra, Milia, Raffaella, Milito, Anna Maria, Oliveri, Antonino, Bovenkerk, Frank, editor, and Fiandaca, Giovanni, editor
- Published
- 2007
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13. Women and transnational organized crime: the ambiguous case of the italian Mafias
- Author
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DINO, Alessandra, Allum, F, Gilmour, S, alessandra dino, Gilmour,S, and Dino A.
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Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Women and Mafia, female image and representation, organised crime, violence against women, contamination ,Women, mafia, female power, transnational organized crime - Abstract
This chapter examines the transformation of the roles of women in Italian organized crime groups. Starting from a comparative analysis of the way in which – over time – the different manifestations of female power and male domination in certain organized crime groups (Cosa Nostra and others) have changed, we seek to understand what female power is in these contexts and what are the circumstances which make it legitimate and visible, what are the different modalities in which it expresses itself over time, in different locations and criminal contexts. The studies of women’s roles in mafias have shown how, over time, these have changed, particularly in terms of their ‘visibility’. Over the last 20 years, when organized crime groups have encountered difficult moments because of the many arrests, they have increasingly given women the task of preserving, asserting and reflecting their own image of power to the outside world. Often during moments of emergency for organized crime groups, even with potential male substitutes, women are perceived as more reliable. They have been given important tasks for the survival of the organization. They have been used to manage the profits and collect payments, communicate between prisons and the outside world. They have been given roles of responsibility in the business of the clan, playing important roles in the criminal strategies in their own right. The international situation is also examined. We show how the specific ambiguity which characterizes the role of women in crime has forced women to interpret roles which are marginal and isolated when in reality they are of central importance for the mafia: even though their role is not recognized by their men or public opinion, they have direct/real power. Although a superficial analysis may partially justify why there is little reference to women criminals in the legal statistics, a closer look reveals a more complex picture. There are many cases of the function women in the mafia which have been interpreted (and also in judicial material) as cases of a ‘temporary delegation of power’ – reducing the role of the female to a marginal and limited one which, also at the judicial level, offers the mafia ways of escaping punishment. In reality, the female roles in mafia organized crime - which have always been seen as limited because of the small number of women sentenced for mafia association – are varied and more important than we may think. In order to show their full extent of their role, using the few available sources, we seek to give mafia women a voice, exploring their beliefs and their life experiences in relation to mafia membership. Using primary sources, interviews, letters, judicial material we seek to establish the narrative and image of the women who exist in the mafia world or who come into contact with it. A mafia explained through the metaphor of a ‘prism of types’ – rather than by a male narrative – exposes different unexplored routes and perspectives which hopefully allow us to elaborate on and define new aspects of a world which is continuously changing in a transnational context. An innovative approach is used to show new aspects and ideas.
- Published
- 2022
14. Narrazioni al femminile di Cosa nostra
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Dino, Alessandra
- Published
- 2010
15. La 'forza del diritto': attori, retoriche e campi sociali nella battaglia simbolica per la definizione del fenomeno mafioso
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Dino Alessandra and Dino Alessandra
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"campo giuridico", associazione a delinquere di stampo mafioso, processi di mafia, imprenditori morali, forza simbolica ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,“juridical field”, Mafia-type criminal association, Mafia trials, moral entrepreneurs, symbolic force - Abstract
L’articolo affronta il tema dei rapporti di forza tra vari “campi sociali” (Bourdieu 2009, 2017) e tra varie discipline (Foucault 1971, 1974) nella battaglia simbolica per la definizione del fenomeno mafioso, indagando su quanto (e come) la definizione fornita in sede legislativa (tradotta in fattispecie penale nell’articolo 416bis) e/o applicata nella prassi giudiziaria, si avvalga del contributo di altre dottrine e in che modo istanze, retoriche e metodi di differenti saperi esperti (sociologia, storia, psicologia, economia, etc.) vengano “tradotte” (più o meno consapevolmente) nelle logiche del campo giuridico. Riconoscendo il valore performativo della legge (Derrida 2003) e la dimensione “parziale” del diritto nel tracciare i confini tra lecito e illecito (Ferrajoli 2004) e questionando “intuizioni ingenue di equità” e attestazioni apodittiche di “scientificità” super partes rivendicate dal campo giuridico (Taruffo 2009), il contributo approfondisce modi ed effetti di queste “contaminazioni”; “invasioni di campo” attraverso cui si producono definizioni ibride del fenomeno mafioso, sovente rivendicate come “astratte” ed auto-fondate. Assumendo la prospettiva della sociologia critica del diritto (Baratta 1982) utilizza il discorso giuridico sul 416bis (e sul fenomeno mafioso) come prisma privilegiato per osservare i modi in cui “il contenuto pragmatico delle questioni del potere e dell’autorità” si traduce “in quelle dell’imputazione e della responsabilità”, evidenziando le contraddizioni tra diritto penale sulla carta e diritto penale “in azione” (Mosconi 2007). Partendo dalle retoriche e dalle narrazioni delle sentenze di alcuni importanti processi (dal processo cd. “Mafia capitale” a quello sulla “Trattativa”, da quello a carico del presidente Salvatore Cuffaro ai processi sulle stragi di Capaci e di via D’Amelio), si mette in evidenza la dimensione “politica” dello scontro e le sue “risonanze” nel sistema mediatico, facendo emergere come la forza simbolica e gli effetti performativi della definizione prevalente pesino sul futuro non solo della conoscenza del fenomeno mafioso, ma anche delle politiche normative e delle azioni di contrasto. The article tackles the theme of the balances of power among various “social fields” (Bourdieu 2009, 2017) and among various disciplines (Foucault 1974) in the symbolic battle for the definition of the Mafia phenomenon, enquiring how the definition provided by the law (transferred to the penal code by means of article 416bis) and/or applied in the judicial praxis avails itself of the contributions of other doctrines, and in which way instances, rhetoric and methods used by different types of expert knowledge (sociology, history, psychology, economics, etc) are “translated” into the logics of the juridical field. By recognising the performative value of the law (Derrida 2003) and its “partial” dimension in tracing the boundaries between licit and illicit (Ferrajoli 2004) and by questioning “ingenuous intuitions of equity” and super partes apodictic statements of scientificity claimed by the juridical field, this contribution analyses ways and effects of these “contaminations”; “field invasions” through which hybrid definitions of the Mafia phenomenon are produced, often claimed as “abstract” and self-founded. By employing the perspective used by the critical sociology, of law the paper makes use of the juridical discourse on 416bis as a privileged prism to observe the ways in which the “pragmatic content of the matters of power and authority” is translated into those of “imputation and responsibility”, highlighting the contradictions between penal law on paper and penal law “in action”. Starting from the rhetoric and the narrations of the sentences belonging to a number of important trials (from the so-called “Mafia capitale” to the “Trattativa” trials, from the one against president Salvatore Cuffaro to the trials about the massacres of Capaci and via D’Amelio), it highlights the political dimension of the clash and its echoes within the mediatic system, underlining how the symbolic force and the performative effects of the prevailing definition weigh not only on the future of the understanding of the Mafia phenomenon, but also of the normative policies and actions for its contrast.
- Published
- 2021
16. Clandestini a Lampedusa. Isolati, segregati, invisibili
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Dino, Alessandra
- Published
- 2006
17. Ritorno a Mafiopoli. Conversazione con Felicia Bartolotta Impastato
- Author
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Dino, Alessandra and Impastato, Felicia Bartolotta
- Published
- 2001
18. Mondi contaminati, narrazioni di donne
- Author
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Dino Alessandra and Dino Alessandra
- Subjects
Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Mafia, Donne, Narrazioni, Contaminazioni, Prospettiva di genere - Abstract
La prospettiva narrativa femminile sull’universo mafioso è un utile grimaldello per destrutturare i luoghi comuni attraverso uno sguardo decentrato e originale. Una narrazione che interroga il senso del raccontare, pervenendo a stili “contaminati”. Ci si trova così a soggiornare dentro un circolo ermeneutico che lega soggetto e oggetto della ricerca dentro la sfera fluida di “identità circolari”: un testo senza precisi confini poiché – come ricorda Julia Kristeva – il soggetto parlante è impensabile fuori dal suo racconto e dal suo raccontarsi. Per non farsi sopraffare dalla magia dello specchio, dalla seduzione auto-riflettente della Medusa, occorre scegliere dove posizionarsi, ancorandosi agli spazi simbolici da cui il racconto prende voce. Ma come accade negli aforismi di Kafka, nessun ancoraggio è solido e, durante tragitto, occorre continuamente rivedere rotta e strumenti: diverse sono le narrazioni in base ai luoghi, ai soggetti e ai punti di vista, alle discipline che interrogano.
- Published
- 2019
19. Quale normalità?
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Dino Alessandra, Dario Cirrincione, and Dino Alessandra
- Subjects
Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Mafia, Camorra, 'Ndrangheta, "Liberi di scegliere", figli di boss, minori e contesto mafioso, identità multiple ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale - Abstract
Al centro della scena è il vissuto quotidiano dei cosiddetti “figli di mafia”, figli di boss con diversi percorsi di vita, ragazzi presi in carico all’interno del progetto “Liberi di scegliere” con storie travagliate alle spalle. chiamati a offrire il proprio punto di vista sulla propria vicenda esistenziale e familiare. È un vissuto connotato da una profonda solitudine e dalla sensazione di trovarsi sempre “fuori posto”; identità multiple che oscillano tra la rivendicazione della propria diversità e il fermo proposito di non rinnegare le proprie origini. Sullo sfondo il richiamo a un peccato originale, una condanna kafkiana da cui non si riesce a sfuggire, anche quando non si è commesso alcun crimine, anzi soprattutto quando non lo si è mai commesso. Testimonianze dense, che mentre consentono al lettore di osservare dall’interno un quotidiano fitto di contraddizioni e ostacoli offrono un ottimo materiale all’analisi scientifica in un campo in cui scarseggiano le voci dal di dentro. Ci si muove, su un terreno a dir poco accidentato, entro un ambito sfumato e sfuggente, nel quale ogni forma di generalizzazione – per quanto possa apparire utile ai fini operativi – va passata al vaglio dell’esperienza concreta, evitando di farle assumere apoditticamente le vesti di una nuova teoria o – peggio ancora – che venga utilizzata come un modello predittivo di comportamento. Quali che siano le declinazioni dentro cui si esplica, scomoda appare la posizione dei “figli dei boss”. Stretti fra plurime appartenenze è per loro difficile ritagliarsi un percorso di “autonomia” dalle attese della propria famiglia di origine ma anche dalle aspettative provenienti dalla società. Ed ecco emergere la sensazione di essere sempre “fuori posto”, di scontrarsi contro un muro di gomma quando si tenta “semplicemente” di dar espressione ai propri desideri e al proprio vissuto.
- Published
- 2019
20. The Transformation of Female Roles in Cosa Nostra: A Diachronic and Comparative Analysis
- Author
-
Dino, Alessandra, primary
- Published
- 2012
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21. Violenza di genere e femminicidio nelle narrazioni giudiziarie in Italia. Il punto di vista dei testimoni privilegiati
- Author
-
Dino, Alessandra, primary
- Published
- 2020
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22. Errori e depistaggi
- Author
-
Dino Alessandra and Dino Alessandra
- Subjects
Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Poteri criminali, depistaggio, stragi, Cosa Nostra, Commissione parlamentare antimafia - Abstract
La relazione conclusiva della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, (XVII Legislatura, Relazione conclusiva, Relatrice on. Rosy Bindi, 07.02.2018), affronta di petto il problema delle stragi andando al cuore del problema e spingendo a collocare il processo “trattativa” in uno scenario più ampio da cui far partire una seria riflessione (storica, politica, sociologica), lasciando ai magistrati (depositari della “semplice” verità giudiziaria) l’individuazione delle singole fattispecie di reato e ai giudici l’emissione delle sentenze. Fa riflettere, poi, che la stessa lucida analisi fosse stata prospettata da Gabriele Chelazzi (responsabile a Firenze dei processi sulle stragi del 1993) già nel luglio del 2002, quando di fronte a un’altra commissione antimafia ricordava (invano) i limiti dell’azione penale, auspicando un intervento politico che facesse luce sui tanti interrogativi rimasti insoluti
- Published
- 2018
23. Forum La violenza delle mafie
- Author
-
Nando dalla Chiesa, DINO, ALESSANDRA, Gabriella Gribaudi, Marcella Marmo, Monica Massari, Marco Santoro, Sciarrone, Rocco, Nando dalla Chiesa, Dino, Alessandra, Gribaudi, MARIA GABRIELLA, Marmo, Marcella, Massari, Monica, Marco, Santoro, and Sciarrone, Rocco
- Subjects
Mafie, violenza, pratiche, significati - Published
- 2017
24. Una convergenza oggettiva tra mafia, terrorismo e forze eversive
- Author
-
DINO, Alessandra and Dino A
- Subjects
Pio La Torre, Cosa Nostra, missili cruise, Comiso, eversione, terrorsimo ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Settore SPS/07 - Sociologia Generale - Abstract
«Il vero nodo da sciogliere oggi è perciò quello della mafia inserita nell’attuale sistema di potere. Affrontare questo tema significa entrare nell’ordine di idee di costruire un nuovo sistema di potere, basato veramente sulla democrazia politica e sulla democrazia economica in Sicilia». Così, nel lontano 1964, e in poche sintetiche frasi, Pio La Torre offre ai deputati dell’Assemblea Regionale siciliana una lucida analisi del fenomeno mafioso; nella quale la militanza politica è indisgiungibile da una precisa idea di società e di democrazia. La mafia è un problema politico e della politica; poiché mina alla base il principio di uguaglianza e di giustizia sociale. Lo scontro con i gabelloti mafiosi è uno snodo centrale della lotta per le terre.
- Published
- 2017
25. Religione, mafie, Chiese: un rapporto controverso tra devozione e secolarizzazione
- Author
-
DINO, Alessandra, Caliò, T, Ceci, L, and Dino, A
- Subjects
Religion, Mafia, Securarization, Corruption, Cosa Nostra, Rituals, Excommunication ,Religione, Chiesa, Mafie, Secolarizzazione, Ritualità, Corruzione, Cosa Nostra, Scomunica ,Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale - Abstract
Parlare della religiosità dei mafiosi e approfondire i rapporti che, nel tempo, hanno regolato le relazioni tra uomini di Chiesa e uomini di mafia, tra istituzioni religiose e organizzazioni criminali, significa prendere in esame diversi livelli di analisi. Se da una parte occorre chiedersi che significato assumano le devozioni e le ritualità religiose e che ruolo svolga il ricorso alla fede dentro i contesti criminali, bisogna anche considerare le posizioni che la Chiesa ha progressivamente espresso nei confronti delle mafie, analizzando sia i pronunciamenti ufficiali delle gerarchie ecclesiastiche, sia le prassi pastorali messe in atto dai singoli sacerdoti sui territori, sia il dibattito ecclesiologico maturato sul tema. Infine, non può essere trascurato l’approfondimento di alcune questioni cruciali emerse dagli studi e sollecitate dalla cronaca; tra queste, il rapporto tra giustizia divina e giustizia terrena, tra pentimento e collaborazione, tra peccato e reato; il problema dell’ammissibilità di una pastorale antimafiosa o la controversa questione della scomunica. Punti nodali che chiamano in causa il difficile rapporto tra Chiesa e Stato, sollecitati a confrontarsi sul comune terreno dell’emergenza mafiosa da prospettive divergenti. Con una Chiesa ancora incapace di esprimere una linea di condotta unitaria ma determinata nel tutelare la specificità del suo mandato e nel preservare il suo linguaggio e la sua identità. Dentro questo articolato scenario, il saggio si sofferma a descrivere le più recenti evoluzioni del controverso rapporto tra Chiesa e mafie, osservando come il quadro di analisi sia divenuto oggi ancor più complesso per le profonde trasformazioni intervenute nei sistemi criminali mafiosi e per l’emergere di nuove questioni che chiedono strumenti di analisi più raffinati e azioni di intervento più decise. Talking about men of honour’s religiousness and examining those relationships which - over the time - have regulated the contacts between clerics and mafia people, between religious institutions and criminal organizations, it means to deal with many levels of analysis. At first it is necessary to understand what’s the meaning of devotion and religious rituals in mafia world and which role the faith plays in the criminal context; then we must consider the attitudes that the Church has gradually showed about mafias, analyzing both the official pronouncements of the highest church hierarchies and the pastoral practices adopted by the priests in their territories, but also the “ecclesiological” debate developed on the theme. Finally, it cannot be neglected the deepening about specific crucial issues emerged from the studies and solicited by the news; among these: the relationship between God's Justice and State’s Justice, the distinction between “repentance” and justice collaboration, the difference between sin and crime; the possibility of an anti-mafia pastoral or the controversial issue of the excommunication for mafia’s men. These important questions also make clear the difficult relationship between the Church and the State, called upon to collaborate against the mafia emergency although from divergent perspectives; this situation shows that, in some way, the Church is still unable to express an homogeneous strategy, while she is determined to safeguard the specificity of her role and committed to preserve her language and her identity. Inside this multilevel context, the paper is focused on describing the latest developments in the relationship between the Church and the Mafia, observing how the analytical framework is becoming more and more complex because of the deep changes occurred in mafia’s criminal systems and because of new emerging problematic questions which demand more sophisticated analysis tools and more decisive interventions.
- Published
- 2017
26. Negoziazioni: aspetti metodologici e territori di confine nel racconto di vita di Gaspare Spatuzza
- Author
-
DINO, Alessandra and Dino, A
- Subjects
Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,récit de vie, raconto autobiografico, Gaspare Spatuzza, stragi, trattativa, ambiguità, malinteso - Abstract
Il paper approfondisce alcune questioni metodologiche emerse nel corso di un progetto di ricerca iniziato nell’ottobre del 2012, quando – ottenute le formali autorizzazioni – ho intervistato per la prima volta Gaspare Spatuzza. Gli incontri – 9 in tutto e dispiegatisi lungo l’arco di un anno fino all’ottobre del 2013 – si sono svolti all’interno della struttura carceraria in località protetta dove Spatuzza si trovava detenuto. La ricerca si è conclusa con la pubblicazione di un volume dal titolo A colloquio con Gaspare Spatuzza. Un racconto di vita. Una storia di stragi (Bologna, il Mulino, 2016). I temi oggetto di approfondimento di questo lavoro sono stati al centro dei miei interessi di studio per anni – analizzati in contesti di ricerca individuale e all’interno di Prin e di gruppi internazionali – e sono confluiti in diverse pubblicazioni. Nel caso della lunga intervista a Spatuzza, si sono intersecati diversi piani analitici, legati alla personalità del soggetto e alla peculiarità della sua storia; ciò ha reso il «testo» del mio lavoro fluido e incandescente. Da qui lo sforzo per individuare strumenti metodologici che consentissero di mantenere al contempo “una giusta distanza” e una attenta capacità di ascolto. La storia di Spatuzza non è, infatti, la storia di un uomo qualunque. La sua vita incrocia snodi e episodi cruciali della recente storia del nostro Paese. Gaspare Spatuzza è un giovane della periferia palermitana che intraprende la strada del crimine organizzato fino a divenire reggente del mandamento di Brancaccio. Particolari le mansioni ricoperte dentro Cosa nostra; unica la partecipazione a tutti gli episodi stragisti consumati tra il 1992 e il 1994, insieme al coinvolgimento nel rapimento del piccolo Giuseppe Di Matteo e nell’omicidio di don Pino Puglisi; rilevante la contiguità con i vertici dell’organizzazione; dirompenti le conseguenze della sua collaborazione che mette in discussione l’impianto processuale di tre procedimenti giudiziari, azzerando 13 anni di lavoro di magistrati e inquirenti; inquietanti le sue dichiarazioni sul mondo della politica che chiamano in causa – nelle persone di Silvio Berlusconi e di Marcello Dell’Utri – i vertici dell’esecutivo e i suoi più diretti collaboratori; orgogliosamente rivendicata la conversione religiosa; mai del tutto interrotto il legame «affettivo» con gli antichi capi in Cosa nostra. Da qui l’esigenza di lavorare su più livelli: quello del racconto, quello dell’analisi e della “verifica” dei contenuti, ma anche e soprattutto quello della relazione tra intervistatore e intervistato (vera e propria miniera di indizi e dati di studio) e quello della puntuale collocazione della sua storia dentro l’ambiguo e liminale contesto più ampio in cui si origina e che la contiene.
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- 2017
27. Il discorso storico sulla mafia
- Author
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Dino Alessandra and Dino, A.
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Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,associazione di malfattori - pensiero di Stato - discorso sulla mafia - Abstract
Solo attraverso una lunga e travagliata “battaglia dialettica” - di cui Umberto Santino (nel suo testo, La mafia dimenticata.La criminalità organizzata in Sicilia dall’Unità d’Italia ai primi del Novecento, Milano, Melampo, 2017, 643 pp.) ripercorre le tappe nel quarantennio tra il 1861 e il 1901 - l’associazione di malfattori viene inquadrata come organizzazione criminale e come tale perseguita anche in sede giudiziaria. È dunque nel “discorso sulla mafia” che si cela il più raffinato e sottile scontro politico, che si svolge dentro e non contro il “pensiero di Stato”.
- Published
- 2017
28. Au royaume des discours incomplets : ambigüité et malentendu dans la conversation entre mafieux
- Author
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Dino, Alessandra, Buscetta, Roberto, and Dino, A
- Subjects
Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Mafia Communication’s Power, Ambiguity, Self-representation, Judicial Truth, Gaspare Spatuzza, Filippo Graviano ,General Medicine - Abstract
Im Reich der Andeutungen : Bewusst mehrdeutige und missverständliche Aussagen in Mafiosi-Gesprächen. Beim mündlichen Austausch müssen sich Mitglieder der Cosa Nostra gleichzeitig an die Schweigepflicht nach außen und die Wahrheitspflicht nach innen halten. Die Sprache der Mafiosi muss daher eine semantisch indirekte Form annehmen, die dem Sprechenden seinen Spielraum lässt, um die Unvorhersehbarkeit seiner Absichten zu bewahren. Diese Sprachform hat Tommaso Buscetta dazu gebracht, dieses Milieu als „das Reich der Andeutungen“ zu bezeichnen. Die Ordnung der Mafia beruht auf einem wohl verstandenen doppelten Spiel bewusst missverständlicher Aussagen, im Sinne von Jankélévitch, die keine falsche Beziehung, sondern eine falsche Situation darstellt, in der ein gegenseitiges Wissen um die Täuschung aufrechterhalten wird, die ein unendliches Spiel der Dialektik erlaubt. Dieses Spiel wird hier untersucht anhand der Gespräche -im Beisein ihrer Richter und Rechtsanwälte -zwischen einem ehemaligen Ehrenmann einer Mafiafamilie, der zum Kollaborateur des Justiz wurde, und einem Angeklagten, der mit seinem Bruder für den Kreis der gleichen Familie verantwortlich war., In the realm of incomplete speech : ambiguity and misunderstandings in conversations between Mafiosi. Spoken exchanges between members of the Cosa Nostra are governed by the twofold restriction of the law of silence towards the outside and the obligation of speaking the truth inside. To this purpose, the Mafia’s language obeys a semantic obliqueness which provides speakers with a margin of freedom by preserving the unpredictability of their intentions, which led Tommaso Buscetta to qualify the setting as “the realm of incomplete speech”. The Mafia order is based on a practice of misunderstandings doubly understood, in the meaning of Jankélévitch, which comprises not only a false relationship but also a false situation maintaining mutual knowledge of deception thereby permitting an infinite, dialectic game. This game is explored here through exchanges, in the presence of their judges and lawyers, between a former man of honour from a Mafia family who switched sides to become an informer, and the accused who, with his brother, was the district leader of the same family., Les échanges parlés entre membres de la Cosa Nostra sont régis par la double contrainte de la loi du silence vis-à-vis de l’extérieur et de l’obligation de dire la vérité à l’intérieur. Le langage mafieux obéit de ce fait à une obliquité sémantique qui fournit au locuteur sa marge de liberté en préservant l’imprévisibilité de ses intentions, et qui a conduit Tommaso Buscetta à qualifier le milieu de «royaume des discours incomplets». L’ordre mafieux se fonde sur une pratique du malentendu doublement bien entendu, au sens de Jankélévitch, qui n’est pas qu’une fausse relation, mais une fausse situation entretenant une connaissance réciproque de la tromperie qui autorise un jeu dialectique infini. Ce jeu est ici exploré à partir des échanges, en présence de leurs juges et de leurs avocats, entre un ex-homme d’honneur d’une famille mafieuse passé collaborateur de justice et d’un prévenu qui avec son frère a été responsable de circonscription de la même famille., Dino Alessandra, Buscetta Roberto. Au royaume des discours incomplets : ambigüité et malentendu dans la conversation entre mafieux. In: Revue des sciences sociales, N°50, 2013. Malentendus. pp. 52-59.
- Published
- 2013
29. Antimafia e movimenti delle donne. Protagoniste, culture e linguaggi
- Author
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Dino, Alessandra
- Abstract
The essay analyses the role of women in the antimafia movements, starting from their presence - conspicuous and important - inside the Fasci of Workers in Sicily in the late 19th century until the experiences of the Comitato dei Lenzuoli and the Associazione donne per il digiuno born in Palermo after the massacres of Capaci and via D’Amelio, where the figures of women had a first focus role experimenting with alternative and effective ways of expression and of social activism. The approach chosen for the analysis intertwines the studies about mafia as a violent and totalitarian system with the relationship between the sexes, intended as contrast between powers, where a noticeable importance is held by the symbolic dimension. Observing, from a diachronic perspective, the contexts and the associated forms of fighting mafia, the presence of women, even though numerous at times, struggles to find long-lasting structured forms and rather amounts to a place for the occasional expression of original communicational forms and fighting means which differ for their harmony with everyday life, the sphere of subjectivity and the biographical dimension.Keywords: women movements; mafia/antimafia; forms of communication; gender studies; violence, Il saggio analizza il ruolo giocato dalle donne nei movimenti antimafia a partire dalla loro presenza –cospicua e importante – all’interno dei Fasci dei lavoratori in Sicilia alla fine dell’800 fino alle esperienze del Comitato dei Lenzuoli e dell’Associazione donne per il digiuno nate a Palermo all’indomani delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, in cui le figure femminili hanno svolto un ruolo di primo piano sperimentando forme espressive e di mobilitazione civile alternative ed efficaci. L’approccio scelto per l’analisi incrocia gli studi sulla mafia come sistema di potere violento e totalitario con la relazione tra i sessi, intesa come scontro di poteri, in cui svolge un peso determinante la dimensione simbolica. Osservando, in prospettiva diacronica, i contesti e le forme associate di lotta alla mafia, la presenza femminile al loro interno, pur quando numerosa, stenta a configurarsi in forme strutturate durevoli e si configura piuttosto come luogo per l’episodica espressione di forme comunicative originali e di strumenti di lotta che si distinguono per la loro aderenza al quotidiano, alla sfera della soggettività e alla dimensione biografica.Parole chiave: movimenti femminili; mafia/antimafia; forme di comunicazione; studi di genere; violenza
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- 2016
30. A colloquio con Gaspare Spatuzza. Un racconto di vita, una storia di stragi
- Author
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DINO, Alessandra and Dino A.
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Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Gaspare Spatuzza, Cosa Nostra, life-history, Massacres, State Witness, Repentance ,Gaspare Spatuzza, Racconto di vita, Stragi, Cosa Nostra, Mafie, Trattativa Stato-Mafia, Collaborazione, Pentimento, Depistaggio - Abstract
C’è un periodo della storia del nostro Paese che avremmo potuto raccontare come fosse il momento si sono aperte le porte dell’inferno. Questo sono state le stragi di mafia dei primi anni Novanta, con i lutti e le distruzioni provocate dall’attacco allo Stato da parte di Cosa Nostra e di altri poteri occulti. Si tratta di vicende narrate e indagate in tanti modi. La novità di questo studio è la strada, il percorso attraverso cui il lettore può esplorare la quotidianità di Cosa Nostra, quell’inferno dei vivi che – dopo aver tentato di fare guerra allo Stato – ancora oggi brucia vite umane, tiene sotto giogo interi quartieri, città, economie nazionali e internazionali. Il libro è il racconto di lunghe conversazioni con Gaspare Spatuzza, uomo d’onore della famiglia di Brancaccio, uno dei “diavoli” che ha deciso di fuggire dall’inferno, provando a chiuderne le porte dietro di sé e che ora accetta di intraprendere un lungo viaggio narrativo che è anche catarsi personale, denuncia sociale e ricerca faticosa di una nuova dimensione di vita. La storia di Spatuzza è quella di un giovane della periferia palermitana attratto e cooptato da Cosa Nostra di cui ha condiviso a lungo la logica e spietata crudeltà, divenendo reggente del mandamento mafioso di Brancaccio e ritagliandosi uno spazio di rilievo nelle stragi di fine anni Novanta; ma è anche – dopo il suo arresto – quella del risoluto collaboratore di giustizia che chiama in causa delicate responsabilità politiche e che mette in discussione l’impianto processuale di tre procedimenti giudiziari, azzerando tredici anni di lavoro di magistrati e inquirenti. Gaspare Spatuzza, infine, è anche il protagonista di una sofferta conversione religiosa, convinto che occorra espiare i propri peccati, chiedendo perdono alle vittime delle sue crudeltà. “Con il dolore si impara” ricorda Eschilo nel coro dell’Agamennone. E di un dolore non solo personale ma anche storico ed “epocale” il libro è testimonianza e memoria. Un dolore che oggi – a distanza di più di venti anni dalle stragi – si alimenta di un ulteriore elemento, “l’offesa della verità” tradita dalle menzogne, dalle false piste di indagine, dalle banali semplificazioni per il pubblico dei non addetti ai lavori. Questo dolore – nel libro – diventa strumento di conoscenza e di esplorazione; lucido e spietato dispositivo per portare alla luce contraddizioni e bugie, per far rivivere esperienze traumatiche e dare espressione ai vissuti, anche i più sgradevoli che questa storia contiene. This book is an account of a meeting with Gaspare Spatuzza, a “man of honour” from the Brancaccio mafia “family”. The narrative journey also features personal catharsis, social commentary and a strenuous search for a new approach to life. Spatuzza’s direct and vital testimony, collected by the author in a secret location where the man is imprisoned, unveils the story of a youth from the outskirts of Palermo who was attracted and then co-opted by Cosa Nostra. For a long time he shared its logic and ruthless cruelty, in due course becoming a local boss and playing a prominent role in the carnage of the 1990s. It is also the story of a man who, after his arrest, became a resolute witness turning state’s evidence, highlighting the political system’s complicity and casting doubt on the prosecution strategy of three important trials, thereby throwing to the wind 13 years’ of investigative and judicial efforts. Gaspare Spatuzza also underwent an uneasy religious conversion, asking forgiveness from the victims of his cruelty in a quest to atone for his sins.
- Published
- 2016
31. L’impresa mafiosa? Colletti bianchi e crimini di potere
- Author
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DINO, Alessandra, MACALUSO, Marilena, Dino, A, and Macaluso, M.
- Subjects
mafia and health ,Cosa Nostra ,Crime of the powerful ,Metodo mafioso ,Mafia e sanità ,mafia and politics ,Michele Aiello ,Impresa mafiosa ,Criminalità economica ,Settore SPS/11 - Sociologia Dei Fenomeni Politici ,Vito Nicastri ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Eolico e fotovoltaico ,Wind and photovoltaic farm ,Mafia method ,economic crime ,Crimine dei potenti ,mafia enterprise - Abstract
Assumendo una prospettiva multidisciplinare e partendo dai risultati di una ricerca condotta sul campo tra il 2013 e il 2015, il volume esamina il complesso network delle relazioni interne ed esterne a due gruppi di imprese sequestrate e confiscate per infiltrazioni mafiose, osservandone i cambiamenti negli aspetti economici, finanziari, organizzativi e sociali sia nel periodo che precede il sequestro o la confisca, sia nel periodo in cui il provvedimento è in corso. L’elevato dinamismo che caratterizza i crimini messi in atto dagli imprenditori coinvolti e il contesto in cui avvengono rendono assimilabili, sotto molti punti di vista, i casi considerati alla cosiddetta criminalità dei colletti bianchi. Una fitta rete lega, infatti, settori del mondo imprenditoriale, politico e istituzionale, assicurando il funzionamento di quello che gli studiosi definiscono un network mafioso. Il tema è attuale e rilevante dal momento che influenza la qualità della vita democratica e introduce potenziali distorsioni del libero mercato, mettendo a rischio la possibilità di costruire una società equa, innovativa e sicura. Prendendo le mosse da questi fattori di contesto, il libro sottopone ad analisi il nebuloso costrutto di impresa mafiosa, che – invocato alla stregua di un vero e proprio principio unificatore – si rivela, alla prova dei fatti, un concetto dalle maglie troppo lasche, più utile alle necessità processuali e sanzionatorie che alle esigenze analitiche della ricerca. Assuming a multidisciplinary perspective and moving from the results of a field research conducted between 2013 and 2015, the book examines the complex network of internal and external relations of two groups of companies seized and confiscated for mafia infiltration, observing the changes occurred in their economic, financial, organizational and social aspects both in the period before the seizure or confiscation, both in the period in which the measure was in progress. The high dynamism that characterizes the crimes implemented by the involved entrepreneurs and their context make these cases, in many respects, similar to the so-called white-collar crime. A dense network connects, in fact, business sectors, political and institutional areas, ensuring the working of what scholars call a mafia network. The topic is current and relevant since it affects the quality of democratic life and introduces potential distortions of the free market, jeopardizing the possibility of building an equitable, innovative and safe society. Moving from these contextual factors, the book examines the vague construct of mafia enterprise - invoked as a real unifying principle – it is revealed, the test of facts, a weak concept, more useful for the procedural needs and for sanctions, than for analytical needs.
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- 2016
32. Dentro le mafie: donne, violenza, potere
- Author
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DINO, Alessandra, Vaccaro, S, AA.VV., and Dino, A
- Subjects
Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,donne, violenza, mafie, gender studies, processi comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale - Abstract
Attraverso il filtro di un'antropologia asimmetrica, il saggio presenta alcune riflessioni sulle donne di mafia. Proponendo l’ascolto delle loro parole; riconoscendo il potere e il ruolo del linguaggio femminile nei processi di fuoriuscita dai contesti mafiosi e ribaltando il punto di osservazione che ha contraddistinto a lungo gli studi e le riflessioni: dalla prospettiva maschile a quella femminile, dall’etero all’auto rappresentazione. È un universo femminile variegato. Difficile da raccogliere in un’unica definizione; che registra profonde differenze, quando incrocia contesti territoriali e criminali differenti (quelli di Cosa Nostra, della ‘Ndrangheta, della Camorra, della Sacra Corona Unita), differenti generazioni e diverse classi sociali di appartenenza. Che restituisce “autobiografie plurali”, insieme uniche ma paradigmatiche. Al di là dei proclami apologetici di una presunta cultura dell’onore e del rispetto, ascoltando i racconti delle donne di mafia risalta la frequenza e la varietà delle violenze, anche fisiche, cui sono sottoposte. Storie di abusi, di botte, di imposizioni che in non poche occasioni spingono queste donne a pensare al suicidio, come unica via di uscita ad una situazione non più sopportabile o indicano nella morte l’unico epilogo possibile di uno strenuo e faticoso tentativo di ribellione. Ma accanto a queste storie ce ne sono altre, altrettanto dolorose. Nelle quali le donne incitano all’odio e alla vendetta, familiarizzano i figli a un orrore che diventa routine, a una complicità diffusa che legittima altrettanto diffusi processi di de-responsabilizzazione.
- Published
- 2016
33. Chiesa e potere mafioso
- Author
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DINO, Alessandra and Dino, A
- Subjects
Chiesa, Potere, Mafia, Vescovi, Scomunica ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Settore SPS/07 - Sociologia Generale - Abstract
Sono tanti gli episodi che hanno portato allo scoperto la scarsa determinazione delle gerarchie ecclesiastiche nell’affrontare il tema dei rapporti con il potere mafioso; numerose le questioni cruciali rimaste ancora aperte nel dibattito ecclesiologico. Su questi episodi il contributo si sofferma, partendo da una prospettiva dall’interno della Chiesa, mettendo allo scoperto i punti dolenti e i passaggi ancora oscuri; sottolineando le questioni sulle quali gli uomini di chiesa si sono, in tempi più recenti, interrogati, sollecitati dall’azione decisa di papa Francesco.
- Published
- 2016
34. Mafia, politica e democrazia: il potere e le stragi in Italia
- Author
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DINO, Alessandra, Marco Santoro, and Dino A
- Subjects
Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Stragi, massoneria, mafia, politica, sistemi criminali, depistaggi - Abstract
Una prospettiva analitica di un certo interesse, utile a individuare peculiarità e tratti distintivi delle mafie, è quella che prende in esame gli episodi stragisti che hanno insanguinato il nostro Paese nei primi anni ’90 del secolo scorso; episodi nei quali il ruolo da protagonista giocato da Cosa Nostra, mostra sensibili anomalie rispetto al suo tradizionale modus operandi, costringendoci a confrontarci con le trasformazioni attraversate dalle mafie negli ultimi vent’anni e ad interrogarci sulle relazioni che legano le organizzazioni criminali con il “metodo mafioso”, con il crimine dei potenti, con la crisi della democrazia. Il tema non è nuovo: il persistente velo di silenzio che ha accompagnato i tanti episodi stragisti della nostra recente storia nazionale, ha lasciato scoperta una serie di misteri e di interrogativi irrisolti; di segreti e di depistaggi; di accordi, di relazioni sistemiche tra poteri forti a fianco dei quali spesso appare l’ombra di Cosa Nostra. Nel flusso ininterrotto di menzogne, però, talvolta si verificano eventi che sconvolgono gli assetti costituiti e che richiedono rapide contromisure perché si riformuli un nuovo ordine
- Published
- 2015
35. Tra ambiguità e malinteso: schermaglie di una «battaglia per l’identità» in una conversazione tra mafiosi
- Author
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DINO, Alessandra and Dino A.
- Subjects
Cosa Nostra, Mafia Communication’s Power, Ambiguity, Self-representation, Judicial Truth, Gaspare Saptuzza, Filippo Graviano ,Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Cosa Nostra, violenza simbolica, ambiguità semantica, rappresentazione del sé, verità giudiziaria, Gaspare Saptuzza, Filippo Graviano - Abstract
Gli scambi comunicativi tra membri di Cosa Nostra sono regolati dalla duplice restrizione della legge del silenzio verso il mondo esterno e dall'obbligo di dire la verità all'interno del sodalizio. A tal fine, il linguaggio mafioso ricorre all’obliquità semantica che fornisce ai parlanti un ampio margine di libertà consentendo loro di non esplicitare le proprie reali intenzioni. È questa la ragione per la quale Tommaso Buscetta ha definito Cosa Nostra come "il regno dei discorsi incompleti". L'ordine del discorso mafioso si basa spesso sulla pratica di quello che Jankélévitch ha definito il "malinteso doppiamente beninteso” uno scambio che si fonda non tanto su una falsa relazione quanto su una falsa situazione, mantenendo tra i parlanti la consapevolezza dell'inganno e permettendo così un infinito gioco dialettico. Questo gioco, e il suo lato tacito (che coinvolge gli affari politici e criminali), sono esplorati nel saggio a partire da un confronto giudiziario tra Gaspare Spatuzza, un ex uomo d'onore (divenuto poi collaboratore di giustizia) e Filippo Graviano, che, con suo fratello Giuseppe, era il capomandamento della "famiglia" di Brancaccio cui Spatuzza apparteneva. Spoken exchanges between members of Cosa Nostra are governed by the twofold restriction of the law of silence toward the world outside and the obligation of speaking the truth inside. To this purpose, Mafia’s language obeys a semantic obliqueness which provides speakers with a margin of freedom by preserving the unpredictability of their intentions, which led Tommaso Buscetta to qualify Cosa Nostra as “the realm of incomplete speech”. Mafia order is based on the practise of “malentendu doublement bien entendu”, in the meaning of Jankélévitch, which includes not only a fake relationship but also a fake situation, maintaining mutual knowledge of deception thereby permitting an infinite, dialectic game. This game, and its unspoken side (involving political affairs and crimes), are here explored during a judicial confrontation between Gaspare Spatuzza, a former man of honour who became a state witness and Filippo Graviano, who was, with his brother, the capomandamento of Spatuzza’s same “family”.
- Published
- 2015
36. Tra mafia, politica e 'discorsi di legalità'
- Author
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DINO, Alessandra and Dino A
- Subjects
Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Cosa Nostra, Mafia Communication’s Power, Ambiguity, Misunderstanding, Talk-interaction, Symbolic - Abstract
Starting from a synthetic review of the studies about the importance of symbolic dimension for the construction of Cosa Nostra’s power (from the area of knowledge to the one of identity, from rituals to myths and apologetics), the paper analyses the ambiguity of the talk-interactions between “men of honour” during the development of conversational grounding for their inter-subjectivity (in Schegloff‘s words). According to the rules, spoken exchanges between Cosa Nostra’s members should be governed by the twofold restriction of the law of silence toward the world outside and the obligation of speaking the truth inside the organization. But in real life, things are different. Mafia’s language is equipped with a semantic obliqueness which provides speakers with a margin of freedom by preserving the unpredictability of their intentions. For these reasons the state witness Tommaso Buscetta has qualified Cosa Nostra as “the realm of incomplete speech”. Analysing conversations inside Cosa Nostra we can see that the order of interaction is based on the practice of misunderstanding, in particular, on the one of the “misunderstanding-doubly-well-understood” (“malentendu-doublement-bien-entendu” in the meaning of Jankélévitch ). This kind of communicative exchange includes not only a fake relationship but also a fake situation, maintaining mutual knowledge of deception thereby permitting an infinite, dialectic game. This game, and its unspoken side (involving political affairs and crimes), are explored in the paper starting from some judicial confrontations between Gaspare Spatuzza, a former man of honour who became a state witness, and some of his previous co-associated. Particularly significant for its contents - which concern the relationship between mafia and politics – is the confrontation with Filippo Graviano, who was, with his brother, the capomandamento of Spatuzza’s same “family”. The interaction between the two men, on the stage of the court, is a real “Battle for identity” (as Goffman says).
- Published
- 2015
37. Il linguaggio delle donne fuoriuscite dalle mafie
- Author
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DINO, Alessandra and Dino A.
- Subjects
Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,donne di mafia, identità, linguaggio, narrazione, collaborazione con la giustizia, studi di genere - Abstract
Lo studio dei ruoli femminili in Cosa Nostra, pone di fronte alla necessità di destrutturare alcuni pregiudizi che, su questo argomento, si sono consolidati nel tempo; primo fra tutti, quello legato a una rappresentazione delle donne di mafia che vede sottodimensionata la loro partecipazione alle attività criminali dell’organizzazione, mentre ne enfatizza la presenza nella dimensione familiare, fondandola su componenti emotive e su valori “tradizionali”. Tale rappresentazione –diffusa e condivisa sia all’interno che all’esterno dei contesti mafiosi – oltre a essere il frutto di una riflessione superficiale sul fenomeno, si è rivelata a lungo funzionale alle finalità criminali dell’organizzazione, che della presunta estraneità femminile ha potuto a lungo beneficiare trovando nelle donne – ampiamente coinvolte nella vita quotidiana dell’organizzazione – quasi una valvola di sicurezza, un territorio di sicura impunità, un luogo mai soggetto a sguardi indiscreti. Un primo correttivo da apportare, riguarda i modelli cognitivi utilizzati e comporta la presa d’atto che l’universo mafioso non rappresenta un sottomondo isolato, abitato da soggetti “altri”, ma è una porzione della nostra società nella quale risultano accentuate – sia per le finalità criminali dell’organizzazione, sia per i modelli volutamente tradizionalisti adottati nelle relazioni interpersonali – le caratteriste e i tratti culturali dell’ambiente circostante. Se di esclusione femminile si poteva e si può parlare, questa va vista in stretta connessione con le situazioni di emarginazione e di minorità che contraddistinguono le relazioni tra le donne e gli uomini nella gestione della sfera del potere. Donne, apparentemente escluse e estranee dall’universo mafioso perché volutamente relegate ai margini. Ma anche perché le finalità e le azioni del consesso criminale, la sua stretta relazione con la sfera del potere e della gestione della cosa pubblica, difficilmente rientra – in situazioni di “normalità” – entro competenze e mansioni riconosciute specificatamente come “femminili”. Se a questo si aggiunge il fatto che un eventuale riconoscimento pubblico della presenza delle donne nei contesti mafiosi, oltre ché far venir meno un solido alleato, contribuirebbe a togliere la patina di opacità che nel tempo ha reso invisibile le loro figure, ci si accorge di quanto alta sia la posta in gioco. Percorrendo la storia e gli strumenti attraverso i quali si manifesta il “potere” delle donne di mafia e la violenza da loro agita – ma più spesso subita e/o condivisa con gli uomini dell’organizzazione – il saggio si sofferma ad esplorare il potere della parola femminile dentro il mondo di Cosa Nostra. La presenza femminile nel mondo delle mafie, prima addomesticata e poi accettata per ragioni strumentali, mette in tensione dall’interno le dinamiche mafiose, scardinandone la struttura attraverso l’applicazione di una prospettiva di genere. Di una parola – scritta o parlata che sia – connotata da una specificità di genere (o forse solo libera dai legami con la falsa neutralità del linguaggio maschile), colpisce innanzitutto la forza destrutturante con la quale è possibile trasformare le logiche opprimenti in processi di autocoscienza; rompere gli automatismi della socializzazione differenziale e della subcultura sessuale dai quali è pervasa la nostra quotidianità; metterne a nudo gli effetti narcotizzanti del simbolico, ben descritti da Goffman e da Bourdieu. Tutto procede speditamente, quasi fosse naturale fino a quando l’ordine non viene messo in discussione. E allora, la repressione della disobbedienza – anche di quella “solo” verbale – è estremamente violenta. Il linguaggio che nomina quanto dentro il mondo di Cosa Nostra è indicibile si trasforma in un’arma capace di rompere l’alienazione del pensiero unico maschile e mafioso. Il linguaggio – anche quello violento, ambiguo, allusivo e opprimente della mafia, caratterizzato da malintesi e obliquità semantiche – che si appropria simbolicamente dei soggetti, imbrigliando la loro soggettività e familiarizzandoli alla violenza è l’unico strumento in grado di ribaltare la situazione di subalternità femminile. È nella ri-appropriazione della parola – scritta o parlata che sia – una parola che esprime e rappresenta la diversità soggettiva del genere, che avviene per le donne il transito – più o meno compiuto, più o meno consapevole, e direi anche più o meno autentico – dal dentro al fuori. Il riscatto femminile matura spesso attraverso il racconto e la narrazione; l’espressione della propria identità è resa possibile nel linguaggio. Si tratta però di un cammino reso insidioso dalle mille trappole culturali che possono trasformare in un dono avvelenato ogni forma di “indulgenza” che la società dimostri nei riguardi delle donne.
- Published
- 2015
38. “Il traditore”: la parabola esistenziale di Tommaso Buscetta tra visioni oniriche e ricostruzioni processuali.
- Author
-
Dino, Alessandra
- Published
- 2019
39. Violenza di genere e femminicidio nelle narrazioni giudiziarie in Italia. Il punto di vista dei testimoni privilegiati.
- Author
-
Dino, Alessandra
- Subjects
COLLECTIVE representation ,SOCIAL science research ,VIOLENCE ,AUTHORITY ,INDICTMENTS ,FEMICIDE ,SOCIAL action ,QUESTIONING - Abstract
This essay describes the first results of a scientific research on the social representations of femicide in the Italian juridical documents. The text gives some hints about the theoretical frameworks, methodological choices, as well as the analytical structure and tools. On the basis of the "juridical field" model, the problematic use of the term femicide is analysed through the lens of the normative process, by both examining social meanings and questioning political, as well as economical anchoring. Starting from the analysis of interviews with key informants, the juristic discourse on gender-based violence is critically studied as "hypothesis of social action signification", by observing the ways in which "the practical content of issues related to power and authority" translates "into those on indictment and responsibility". [ABSTRACT FROM AUTHOR]
- Published
- 2019
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40. Affari e complicità mafiose tra Palermo e Punta Raisi
- Author
-
DINO, Alessandra, Sciascia, A, and Dino, A
- Subjects
Cosa Nostra, Aeroporto di Punta Raisi, Speculazioni edilizie, Traffico di Stupefacenti, Gaetano Badalamenti, Giuseppe Impastato ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale - Abstract
La storia dello scalo aeroportuale di Punta Raisi – oggi intitolato alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – prende avvio nel secondo dopoguerra, in coincidenza con l’incremento del traffico aereo civile nei cieli del capoluogo siciliano, terzo in Italia per numero di transiti di passeggeri e merci, con cifre non più sostenibili dall’aeroporto militare di Boccadifalco. Tutto inizia con la costituzione, nel 1953, del Consorzio Autonomo per l'Aeroporto di Palermo, con l’obiettivo di realizzare il progetto di una nuova infrastruttura civile a pochi passi dal centro urbano, pronta a sostenere la concorrenza con i migliori scali del Paese e a rilanciare la modernizzazione dei commerci e della società siciliana. Il nuovo aeroporto, in effetti, di lì a poco sarebbe riuscito a condizionare la vita e la storia di Palermo, mutando caratteri e assetti sociali dei paesi limitrofi alla stazione aeroportuale, contribuendo a radicarvi precisi interessi mafiosi e divenendo crocevia di traffici criminali e di speculazioni illecite. The history of Palermo’s Punta Raisi Airport – that is called today “Falcone and Borsellino” in memory of the two judges killed by Cosa Nostra - started after World War II, coinciding with the increase of civilian air traffic in the skies of the Sicilian capital, third in Italy for its number of transits of passengers and freight, which became unsustainable figures for the military airport of Boccadifalco. Everything begins with the creation in 1953 of the Autonomous Consortium for the Airport of Palermo, with the aim to implement the project of a new infrastructure located a few steps away from the city center, ready to compete with the best airports in Italy, to increase the modernization of commerce and of the Sicilian society. The new airport, in fact, soon became able to affect the life of the people and the history of Palermo, changing the character and social structures of the towns and the villages neighboring the airport station, helping to ground specific interests of Cosa Nostra and becoming a crossroad of criminal trafficking and illegal speculations.
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- 2014
41. Il potere della parola nei processi di fuoriuscita delle donne dai contesti mafiosi
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DINO, Alessandra, Angela Ammirati, Irene Cortese, Cinzia Paolillo, and Dino, A
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Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Linguaggio, donne di mafia, violenza simbolica, potere della parola, collaboratrici di giustizia ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale - Abstract
Lo studio dei ruoli femminili in Cosa Nostra, pone di fronte alla necessità di destrutturare alcuni pregiudizi che, su questo argomento, si sono consolidati nel tempo; primo fra tutti, quello legato a una rappresentazione delle donne di mafia che vede sottodimensionata la loro partecipazione alle attività criminali dell’organizzazione, mentre ne enfatizza la presenza nella dimensione familiare, fondandola su componenti emotive e su valori “tradizionali”. Tale rappresentazione – diffusa e condivisa sia all’interno che all’esterno dei contesti mafiosi – oltre a essere il frutto di una riflessione superficiale sul fenomeno, si è rivelata a lungo funzionale alle finalità criminali dell’organizzazione, che della presunta estraneità femminile ha potuto a lungo beneficiare trovando nelle donne – ampiamente coinvolte nella vita quotidiana dell’organizzazione – quasi una valvola di sicurezza, un territorio di sicura impunità, un luogo mai soggetto a sguardi indiscreti. Un primo correttivo da apportare, riguarda i modelli cognitivi utilizzati e comporta la presa d’atto che l’universo mafioso non rappresenta un sottomondo isolato, abitato da soggetti “altri”, ma è una porzione della nostra società nella quale risultano accentuate – sia per le finalità criminali dell’organizzazione, sia per i modelli volutamente tradizionalisti adottati nelle relazioni interpersonali – le caratteriste e i tratti culturali dell’ambiente circostante. Se di esclusione femminile si poteva e si può parlare, questa va vista in stretta connessione con le situazioni di emarginazione e di minorità che contraddistinguono le relazioni tra le donne e gli uomini nella gestione della sfera del potere. Donne, apparentemente escluse e estranee dall’universo mafioso perché volutamente relegate ai margini. Ma anche perché le finalità e le azioni del consesso criminale, la sua stretta relazione con la sfera del potere e della gestione della cosa pubblica, difficilmente rientra – in situazioni di “normalità” – entro competenze e mansioni riconosciute specificatamente come “femminili”. Se a questo si aggiunge il fatto che un eventuale riconoscimento pubblico della presenza delle donne nei contesti mafiosi, oltre ché far venir meno un solido alleato, contribuirebbe a togliere la patina di opacità che nel tempo ha reso invisibile le loro figure, ci si accorge di quanto alta sia la posta in gioco. Percorrendo la storia e gli strumenti attraverso i quali si manifesta il “potere” delle donne di mafia e la violenza da loro agita – ma più spesso subita e/o condivisa con gli uomini dell’organizzazione – il saggio si sofferma ad esplorare il potere della parola femminile dentro il mondo di Cosa Nostra.
- Published
- 2014
42. La Chiesa di fronte alle mafie tra devozione e secolarizzazione
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DINO, Alessandra and Dino, A
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Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Chiesa, mafia, scomunica, secolarizzazione ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale - Abstract
Per la prima volta sulla piana di Sibari, il 21 giugno scorso, Papa Francesco – senza accennare agli scivolosi distinguo tra scomuniche latae sententiae e ferendae sententiae – ha dichiarato che i mafiosi “sono scomunicati”. Nel corso degli anni più volte la Chiesa aveva affrontato il tema della scomunica dei mafiosi senza mai pervenire a una tale cristallina chiarezza. Lo aveva fatto nel 1944, nel 1952 e nel 1982 esprimendo attraverso l’episcopato siculo l’estensione generica ai mafiosi della scomunica che colpisce “tutte le manifestazioni di violenza criminale”. Era tornata sul tema nel 1994 per ribadire “l’insanabile opposizione al Vangelo di Gesù Cristo” di “tutti coloro che, in qualsiasi modo, deliberatamente, fanno parte della mafia o ad essa aderiscono o pongono atti di connivenza con essa”. Aveva ancora accennato a tale insanabile opposizione in successivi documenti ufficiali del 1996, del 2010 e del 2012. Questa volta, però, è diverso. In primo luogo perché la parola “scomunica” appare in maniera chiara. In secondo luogo perché alla scomunica nei confronti dei mafiosi il Papa affianca la dura critica contro “gli idoli del denaro, della vanità dell’orgoglio, del potere, della violenza”.
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- 2014
43. Alle chiese locali l’ultima parola
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DINO, Alessandra and Dino, A
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Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Mafia, Religione, Scomunica, Corruzione, Papa - Abstract
Sono decise le parole pronunciate da Papa Francesco sulla piana di Sibari, il 21 del 2014 di fronte a una folla di fedeli radunata per assistere alla celebrazione eucaristica. Parole efficaci che affrontano nel vivo l’ambiguo e nodale rapporto che lega gli uomini di mafia agli uomini di Chiesa, le organizzazioni criminali e le sacre liturgie. Parole taglienti che immediatamente provocano altrettanto decise e inequivocabili risposte da parte dei clan colpiti da questo nuovo anatema papale. È un passo avanti di non poco conto che prende atto del complesso reticolo criminale che mischia violenza denaro e potere e che può rendere protagonista la Chiesa di un radicale processo di rinnovamento. Si tratta di capire, però, quanti, sul territorio – tra cardinali vescovi e sacerdoti – vorranno interpretare la loro missione pastorale, muovendosi coraggiosamente nel solco delle parole pronunciate dal papa.
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- 2014
44. Tra giustizia, diritto, democrazia
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DINO, Alessandra, Raspanti, A, Brague, R, Dino, A, Pignatone, G, Prestipino, M, Sciacchitano, G, and Terré, F, Raspanti A
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Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Diritto, legalità, giustizia, etica, democrazia, corruzione, criminalità organizzata - Abstract
«… ciò che è giusto e ciò che è equo sono la stessa cosa e, pur essendo entrambi eccellenti, l’equo è migliore. […] l’equo è giusto, ma non lo è secondo la legge, al contrario è una correzione del giusto legale. […] E questa è la natura dell’equo, di essere correzione della legge, nella misura in cui essa viene meno a causa della sua formulazione universale». Le parole di Aristotele conducono nel vivo della nostra riflessione, ponendoci criticamente di fronte all’analisi del rapporto tra giustizia e legalità in una società pluralistica. Con occhio attento al rapporto tra particolare ed universale; tra principi assoluti e finitezza umana. La giustizia “astratta” e universalistica, proprio perché tale è priva di contenuto. In quanto assoluta è vuota. Ma appena la si sostanzia, la si riempie di contenuto, diventa relativa e si espone all’errore e alla necessità di continue revisioni. Così Aristotele, attento al governo della πόλις, consapevole del fatto che la causa dell’errore risiede nella “formulazione assoluta” di un principio che ha valore regolativo nella prassi, suggerisce di temperare la giustizia attraverso il ricorso all’equità. L’aporia è solo apparente. Giusto ed equo pur essendo identici rispetto al genere, possono divergere nella loro applicazione, laddove l’equo ha il compito di agire come concetto limite, strumento indispensabile alla democrazia, limitando i rischi di assolutizzazione di una giustizia formale lontana dalla concretezza e dalla determinatezza del vivere quotidiano.
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- 2014
45. Parole e pensieri femminili alternativi al coercitivo linguaggio mafioso
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DINO, Alessandra and Dino, A
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Settore SPS/08 - Sociologia Dei Processi Culturali E Comunicativi ,Donne e mafia, Linguaggio, Processi comunicativi, Narrazioni, Giuseppina Vitale, Carmela Iuculano,Giuseppina Pesce ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale - Abstract
L'intervento affronta il tema della scrittura delle donne sulla mafia, analizzando questa dimensione dentro la cornice metodologica della riflessività di cui ha parlato Garfinkel aprendo il filone degli studi etnometodologici. Indicalità e riflessività come impossibilità di prescindere dall’oggetto di cui si parla/scrive che finisce inevitabilmente per condizionare e orientare la ricerca e la scrittura. Un circolo ermeneutico da cui difficilmente si esce e che come dentro uno specchio lega inestricabilmente soggetto e oggetto della ricerca. Parlare di come le donne scrivono di mafia è insieme occuparsi della prospettiva “femminile della mafia”. E dunque anche del come le donne di mafia, parlano, scrivono e si raccontano. Di un linguaggio e una narrazione declinati al femminile.
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- 2014
46. Chiesa, mafia e politica nella Sicilia del dopoguerra
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DINO, Alessandra, Sara Alimenti e Francesca Chiarotto, and Dino, A
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Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Mafia, Chiesa, Concilio Vaticano II, Ernesto Ruffini, Democrazia Cristiana, politica - Abstract
Il saggio ripercorre, per grandi linee, l’evoluzione delle posizioni ufficiali espresse dalla Chiesa Cattolica sul fenomeno mafioso nel periodo compreso tra il 1963 e il 1993, a partire da un momento storico in cui gravissime manifestazioni criminali venivano spesso confinate dalle Curie siciliane tra gli episodi di violenza comune, da circoscrivere nelle aree marginali della piramide sociale, come prodotto di uno stato di arretratezza culturale ed economica, come residuo di un’arcaicità destinata a scomparire nel tempo. Non a caso l’analisi prende le mosse dal 1963, partendo dalla risposta del cardinale di Palermo Ernesto Ruffini a mons. Angelo Dall’Acqua, Segretario di Stato del Vaticano che, all’indomani della strage di Ciaculli, nell’assenza di iniziative pubbliche da parte della Curia palermitana, chiedeva – invano – che anche il prelato si producesse in un intervento esplicito per dissociare la mentalità della cosiddetta “mafia” da quella religiosa, ottenendo come risultato solo un attacco a chi, come Danilo Dolci, era all’epoca fortemente impegnato nella denuncia dei mali sociali dell’Isola. Sono anni, quelli, in cui l’obiettivo politico-religioso di contrastare il comunismo e sconfiggerlo per preservare l’unità del popolo cattolico, stava al di sopra di ogni patto costituzionale, al di sopra dell’idea di Stato e di democrazia. Utilizzando un’ampia documentazione che ripercorre le posizioni della Chiesa nel corso di un trentennio, fino ad arrivare all’omicidio di padre Pino Puglisi – il 15 settembre del 1993 – l’intervento mette in luce il percorso di riflessione maturato all’interno di una Chiesa in cui non mancano contraddizioni e ripensamenti, che impediscono di maturare un punto di vista unitario e coerente sul fenomeno mafioso.
- Published
- 2013
47. Guerre di mafia
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DINO, Alessandra, Mareso, M, Pepino, L, AA.VV., and Dino, A
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Mafie - Guerre di Mafia - Scontri di potere - Leadership ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale - Abstract
La voce del dizionario introduce al tema delle guerre di mafia, supportando il testo con una bibliografia di riferimento e analizzando le evoluzioni del fenomeno nel tempo.
- Published
- 2013
48. Famiglia
- Author
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DINO, Alessandra, Mareso, M, Pepino, L, AA.VV., and Dino, A
- Subjects
Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale ,Famiglia - Cosa Nostra - Affiliazione - Abstract
La voce del dizionario introduce al tema della famiglia mafiosa, supportando il testo con una bibliografia di riferimento e analizzando le trasformazioni del fenomeno nel tempo
- Published
- 2013
49. Massoneria
- Author
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DINO, Alessandra, Mareso, M, Pepino, L, AA.VV., and Dino, A
- Subjects
Massoneria - Mafie - Società segrete - Poteri occulti ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale - Abstract
La voce del dizionario introduce al tema dei rapporti tra mafie e massoneria, supportando il testo con una bibliografia di riferimento e analizzando le trasformazioni del fenomeno nel tempo.
- Published
- 2013
50. Voto di scambio
- Author
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DINO, Alessandra, M. Mareso, L. Pepino, AA.VV., and Dino, A
- Subjects
Politica - Mafie - Voto - Clientelismo ,Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, Della Devianza E Mutamento Sociale - Abstract
La voce del dizionario introduce al tema del voto di scambio nei contesti mafiosi, supportando il testo con una bibliografia di riferimento e analizzando le trasformazioni del fenomeno nel tempo.
- Published
- 2013
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