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Improvements in ischemic heart disease (IHD) management have been unbalanced between sexes, with coronary microvascular dysfunction considered the likely underlying reason. The Endocrine Vascular disease Approach (EVA) is an observational study (Clinicaltrial.gov NCT02737982) aiming to assess sex and gender interactions between coronary circulation, sexual hormones, and platelet function. Consecutive patients with IHD undergoing coronary angiography will be recruited: (1) to assess sex and gender differences in angiographic reperfusion indexes; (2) to evaluate the effects of estrogen/androgen on sex-related differences in myocardial ischemia; (3) to investigate the platelet biology differences between men and women with IHD; (4) to verify sex- and gender-driven interplay between response to percutaneous coronary intervention, platelets, sex hormones, and myocardial damage at baseline and its impact on 12-month outcomes. The integration of sex and gender in this translational project on IHD will contribute to the identification of new targets for further innovative clinical interventions.

Objective: Short chain fatty acids (SCFAs) derived from dietary fiber fermentation by gut microbiota have been identified as one of the mechanisms behind the association between habitual whole- grain intake and a lower risk of cardiometabolic diseases. The aims of the present work are: (1) to evaluate whether a whole-grain wheat-based diet may increase SCFAs concentration, and (2) to identify possible associations between SCFAs and metabolic changes observed after the nutritional intervention. Methods: Fifty-four subjects participated in the trial. They underwent a 12-wk dietary intervention based on whole-grain or refined cereal products. At baseline and after the intervention, glucose, insulin, triacylglycerol, inflammatory markers (hs-CRP, IL-1 ra, IL-6, and TNF-a), and SCFAs plasma concentrations were evaluated. Results: After the intervention, in the whole-grain group fasting plasma propionate concentrations were higher than at baseline, whereas a reduction was detected in the control group. The absolute changes (end of trial minus baseline) in fasting plasma propionate concentrations were signifi- cantly different between the two groups (P ¼ 0.048). The absolute changes of fasting propionate correlated with cereal fiber intake (r ¼ 0.358, P ¼ 0.023), but no significant correlations with clinical outcomes were found. However, postprandial insulin was significantly decreased in the group having the absolute changes of fasting propionate concentration above the median value (P ¼ 0.022 versus subjects with fasting propionate changes below the median value). Conclusions: A 12-wk whole-grain wheat-based diet increases fasting plasma propionate. This increase correlates with the cereal fiber intake and is associated with lower postprandial insulin concentrations.

Negli ultimi anni un notevole impulso allo sviluppo degli alimenti funzionali è stato dato dai risultati delle ricerche scientifiche che legano il consumo di alcuni alimenti o pattern alimentari ad un ridotto rischio di sviluppare le malattie cronico-degenerative. Tutto ciò ha contribuito a cambiare il significato di alimento che non è più, quindi, inteso solo come fonte di energia e veicolo di nutrienti essenziali per l'organismo, ma anche come strumento in grado di influenzare beneficamente alcune funzioni biologiche e/o il rischio di sviluppo di malattie. Il mercato offre diversi tipi di alimenti funzionali: convenzionali e modificati. I primi sono quelli che contengono naturalmente componenti con effetti benefici per la salute. Un esempio interessante è rappresentato dai cereali integrali le cui componenti (fibre, oligosaccaridi, minerali, vitamine e molecole antiossidanti) migliorano diverse funzioni biologiche riducendo il rischio di sviluppo del diabete tipo 2 (DM2). Gli alimenti modificati sono, invece, quelli resi funzionali attraverso processi tecnologici che arricchiscono o addizionano l'alimento di uno o più componenti con effetti benefici, rimuovono dall'alimento uno o più componenti con effetti negativi, sostituiscono un componente con un altro con effetti benefici o migliorano la biodisponibilità di alcune molecole. In particolare, nella prevenzione e terapia del DM2 tra gli alimenti funzionali di interesse possiamo annoverare quelli diretti al miglioramento dell'ambiente intestinale (prebiotici, probiotici e/o simbiotici); infatti, le più recenti evidenze scientifiche suggeriscono che l'alterazione della flora batterica intestinale è coinvolta sia nello sviluppo dell'obesità che della sindrome metabolica, importanti fattori di rischio per tale patologia. Un'altra categoria di alimenti funzionali, utili nel trattamento del DM2, è rappresentata dagli alimenti a basso indice glicemico il cui consumo migliora il controllo glicemico e la sensibilità insulinica nei pazienti diabetici ed aiuta a prevenire lo sviluppo della malattia nella popolazione generale. Infine, particolarmente interessanti risultano gli alimenti funzionali con proprietà ipocolesterolemizzante, che contribuiscono a ridurre notevolmente il rischio cardiovascolare che nel paziente diabetico è maggiore rispetto alla popolazione generale. A fronte di un buon numero di alimenti funzionali presenti sul mercato, ad oggi solo pochi di essi hanno ottenuto il conferimento di un "Health Claim" per l'assenza di evidenze scientifiche sufficienti basate su studi d'intervento sull'uomo. D'altra parte, gli alimenti funzionali rappresentano anche una sfida per l'industria alimentare che è chiamata ad implementare e/o sviluppare tecnologie innovative utili per la creazione di nuovi alimenti che, oltre ad avere proprietà salutistiche esaltate, abbiano anche proprietà organolettiche migliori così da poter essere consumati nella dieta abituale.

The literature on the impact of dietary carbohydrates in the regulation of blood glucose levels and other metabolic abnormalities in diabetic patients over the last 3 years is reviewed. We try to differentiate the metabolic effects due to the amount of carbohydrates from those due to their different types. The review comprises a part dealing with the effects of diets having low or high carbohydrate content on body weight reduction, and a part in which the amount and the quality of carbohydrates are discussed in relation to isoenergetic diets. Overall, the data accumulated in the period considered seem to confirm that the decrease in energy intake is more important than the qualitative composition of the diet to reduce body weight, but that both the amount and the quality of carbohydrates are important in modulating blood glucose levels and other cardiovascular risk factors in both the fasting and the postprandial phases in diabetic individuals.