Nel periodo febbraio 2000 - gennaio 2002, nell'ambito di una ricerca sull'eco-etologia del Tasso (Meles meles) nel sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po - tratto vercellese-alessandrino, sono state raccolte e analizzate 142 feci, reperite sia in aree di pianura (N = 43) sia in ambiente collinare (N=97). Gran parte del territorio pianeggiante è dominato da pioppeti, riso e mais, mentre sulle basse colline che contornano la golena del Po prevalgono le formazioni boschive con Roverella, ciliegi, Olmo campestre, Robinia, Sambuco e Sanguinello. Le componenti principali della dieta complessiva, valutate sia come frequenza percentuale (F%) sia come volume medio percentuale (Vm%) sono in primo luogo i Lumbricidi (F% = 89,0; Vm% = 44,7), seguiti dal mais (F% =29,4; Vm% = 14,9) e dai frutti (F% =25,7; Vm% = 13,2); le altre componenti alimentari assumono valori inferiori al 5% come Vm. In aree golenali, il consumo di Lumbricidi, pur non variando in termini di frequenza, è inferiore come volume (U Mann-Whitney = 1430,5; P < 0,01) a quello registrato nelle zone collinari; tale minor consumo è tuttavia compensato da un maggiore utilizzo di fonti di proteine animali alternative, quali Roditori (χ² = 20,3; P < 0,01) e Anuri (χ² = 12,1; P < 0,01). I frutti sono utilizzati esclusivamente in collina, dove è sicuramente maggiore la disponibilità sia delle specie selvatiche (ghiande, nocciole, Erba mora e ciliegie selvatiche) sia di quelle coltivate (mele, ciliegie, uva). Anche categorie secondarie, come gli Insetti, soprattutto Coleotteri terricoli, compaiono principalmente in aree collinari. Le risorse il cui consumo varia stagionalmente sono i frutti, che prevalgono in autunno, e gli Anuri, utilizzati esclusivamente in primavera (χ² = 43,2; P < 0,01). I Lumbricidi, contrariamente alle aspettative, si rinvengono con frequenze pressoché equivalenti e superiori all'80% in tutte le stagioni, malgrado una presumibile minore disponibilità della risorsa nei periodi caratterizzati da siccità estiva e da temperature inferiori agli 0° C in inverno. Tali risultati suggeriscono che essi rappresentano una risorsa preferenziale, ricercata attivamente durante l'intero arco dell'anno. Il mais compare con frequenze maggiori in autunno ed inverno, quando il Tasso ricerca le pannocchie rimaste sul terreno dopo il raccolto o sepolte dopo l'aratura delle stoppie. Il relativamente elevato consumo di mais da parte del Tasso, già riscontrato dagli autori in vari settori della Provincia di Pavia, rappresenta una peculiarità delle aree intensamente coltivate della pianura Padana. Nell'insieme, il Tasso conferma la caratteristica di predatore sui generis: le risorse alimentari più utilizzate, tratteggiano piuttosto un comportamento trofico da "raccoglitore di alimenti" (forager) sul terreno e, in parte, nel sottosuolo. Dal confronto con i risultati ottenuti in Italia da ricerche condotte in ambienti montani e di tipo mediterraneo, oltre al già sottolineato utilizzo del mais come risorsa preferenziale nella stagione fredda, emergono differenze marcate relativamente al consumo di Lumbricidi, che si mantiene costantemente su valori elevati, paragonabili a quelli riscontrati nell'Europa nord-occidentale.