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Mountain pastures are essential for maintainig biodiversity and local economies. Despite the great value and fragility of these ecosystems, an up-to-date overview of extent and type of alpine pastures is lacking in many areas of the Alps. In this study, the interpretation of ancillary information combined with expeditious field campaigns, and the harmonization of classification methodologies allowed us to: (1) define the spatial extent of mountain pastures; (2) identify the non-grazeable percentage in these areas; (3) Characterize and map pasture types within the Gran Paradiso National Park (Italy), where 4596 ha of grazeable areas were mapped. Among the 13 categories identified, the three most represented in the park are Bare thermophile grasslands (38%), Nardus swards (20%), and Alpine intermediate grasslands (18%). The maps obtained in this study are useful for animal management during the grazing season, and have the capability of geographically assessing potential forage avaibility through modeling and remote sensing data.

According to American Thyroid Association (ATA) guideline, papillary thyroid cancer (PTC) with minimal extrathyroidal extension (mETE) is classified at “intermediate risk” of persistent/recurrent disease. However, the impact of mETE per se on patients’ outcome is not fully understood. The aim of our study was to evaluate the prognostic significance of mETE in patients with PTC not submitted to therapeutic or prophylactic lymph node dissection, according to tumor size and other prognostic factors. We retrospectively evaluated a total of 514 PTC patients: 127 (24.7%) had mETE (pT3Nx) and 387 (75.3%) had negative margins (pT1-2Nx). At a median follow-up of 9.1 years, patients were divided in two groups: patients with “good outcome” (no evidence of disease) and patients with “poor outcome” (persistent structural disease or recurrent disease or tumor-related death). The rate of patients with “poor outcome” was significantly higher in patients with mETE compared with patients with negative margins (11.8 versus 5.1%; OR 2.4576, 95% CI 1.2178–4.9594, p = 0.01). However, mETE was significantly associated with poor outcome only in patients with tumors larger than 1.5 cm. mETE is an unfavorable prognostic factor in tumors larger than 1.5 cm, suggesting that, in the absence of other unfavorable characteristics, smaller tumors with mETE should be classified and managed as “low risk” tumors.

L'olivo (Olea europaea L.) è uno degli alberi da frutto coltivati fin dall'antichità nel bacino del Mediterraneo dove svolge un ruolo fondamentale a livello paesaggistico. Questa regione conta circa 700 milioni di piante di olivo su un territorio di 9 Mha, e rappresenta circa il 96 % delle zone coltivate nel mondo. Monitorare l'acqua consumata ed il carbonio fissato da questa specie è quindi una sfida assai rilevante, sia per scopi pratici che scientifici. L'evapotraspirazione reale (AET) è un parametro fondamentale nell'ambito del ciclo dell'acqua a scala globale e la sua conoscenza è basilare per svolgere analisi di tipo ambientale, economica e sociale alle diverse scale spaziali e temporali. Quantificare in maniera accurata l'AET è inoltre importante per valutare l'efficienza d'uso della risorsa acqua e, conseguentemente, migliorarla sia in campo agricolo che forestale. Questo assume maggior rilievo in ambienti semi-aridi, per i quali le informazioni sul consumo idrico possono essere molto utili per attuare pratiche politico-gestionali sostenibili. Inoltre, recenti studi hanno dimostrato che il cambiamento climatico può avere effetti negativi sulle colture mediterranee tradizionali, dato che comporterà un aumento di temperatura (quindi di traspirazione), e di durata e intensità dei periodi aridi. La produzione primaria lorda (GPP), definita come il tasso di accumulo del carbonio attraverso il processo della fotosintesi, è un altro parametro fondamentale sia per il monitoraggio degli ecosistemi a scala locale, sia per studi sul cambiamento climatico a scala globale. Approssimativamente, circa metà della GPP viene accumulata nella produzione di nuovi tessuti (es. foglie, radici e legno) da parte delle piante, mentre l'altra metà viene rilasciata in atmosfera attraverso la respirazione autotrofa. Recentemente sono state sviluppate diverse tecniche per monitorare i flussi di acqua e la produzione degli ecosistemi a diverse scale spaziali e temporali. Una delle più applicate è la tecnica dell'Eddy covariance che però fornisce misure di flusso relative a superfici relativamente piccole (footprint), la cui dimensione e forma dipende dall'altezza della torre di misura, dalle caratteristiche delle chiome e dalla velocità del vento; quindi è problematico ottenere misure su vasta scala. Tecniche eco-fisiologiche, come il sap flow, forniscono stime di traspirazione su superfici ancora più ridotte. L'integrazione tra dati telerilevati e dati raccolti a terra, tuttavia, può costituire una tecnica per sopperire alla mancanza di osservazioni su vasta scala. I dati telerilevati infatti, vengono utilizzati per ottenere informazioni sia di AET, tramite l'applicazione di coefficienti colturali derivati dall'indice NDVI, che GPP con un modello di tipo Monteith. Quest'ultimo metodo combina la radiazione incidente e la sua efficienza d'uso con stime telerilevate della frazione di radiazione fotosinteticamente attiva assorbita (fAPAR). Entrambi gli approcci consentono di ottenere buone stime impiegando le immagini MODIS, che sono uno dei migliori descrittori delle caratteristiche della vegetazione ad una risoluzione spaziale moderata (250 m) ed alta frequenza temporale (8-16 giorni). La stima di AET e GPP, comunque, è complicata dalla natura multi-strato degli oliveti, generalmente composti da alberi disposti in filare e specie erbacee nell'interfilare. Ciò richiede un diverso trattamento dei due strati, così come è illustrato nel caso di studio descritto.

CT3 Biogéochimie, physique et écologie des solsEnjS4 Bouclage des cycles N et P et stockage de carboneTyp_Proj_Bourse de thèse/Post-DocTyp_Proj_Projet ANR; Uncertainties in the response of crop and grassland models to management and environmental drivers can be attributed to differences in the structure of different models. This has created an urgent need for international benchmarking of models, where uncertainties are estimated by running several models that simulate the same physical and management conditions (ensemble modelling) to generate expanded envelopes of uncertainty (e.g. Asseng et al., 2013). Simulations of the agricultural C and N fluxes, in particular, are inherently uncertain because they are driven by complex interactions (e.g. Sándor et al., 2016) and characterized by considerable spatial and temporal variability in the measurements. In this context, the Integrative Research Group of the Global Research Alliance (GRA) on Agricultural Greenhouse Gases promotes a coordinated activity across multiple international projects (e.g. C-N MIP and Models4Pastures of the FACCE-JPI, https://www.faccejpi.com) to benchmark and compare simulation models that estimate C-N related outputs (including greenhouse gas emissions) from arable crop and grassland systems (http://globalresearchalliance.org/e/model-intercomparison-on-agricultural-ghg-emissions). This study presents some preliminary results on the uncertainty of outputs from 12 grassland models while exploring model differences when models were calibrated with increasing data resources.

International audience

In the 20th century, temperature and precipitation along the Mediterranean basin showed an increase in the rate of warming, a decrease in annual precipitation and an increase in frequency and intensity of extreme events (hot days, tropical nights and heat waves). According to the latest Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) report, these trends are expected to worsen in the next decades. These climate conditions might have severe consequences on agriculture, especially in terms of crop phenology and yields. In this work, an overview about the possible future response of crop systems was offered by the extreme climate conditions recorded in 2003 and 2012, which can be considered as examples of 'normal future climate' over the Mediterranean basin. The prolonged hot and dry environmental conditions caused yield of the main commercial crops to be greatly reduced. Moreover, the detrimental effects were emphasized by the contemporary occurrence of both drought and heat stress during the most sensitive crop phases. Accordingly, future changes in crop productivity should be accurately predicted to improve the identification of the more suitable adaptation options to cope with projected climate change.

Nell’ambito dei settori di applicazione ambientale dei saggi biologici la normativa nazionale prevede l’impiego del test di inibizione della bioluminescenza del batterio marino Vibrio fischeri nelle attività di monitoraggio costiero condotto dalle Agenzie Regionali ai sensi della Legge 979/82 “Difesa del Mare” e facoltativamente dal D.Lgs. 152/06. Esso è inoltre ampiamente utilizzato nell’ambito della caratterizzazione dei fondali marini prospicienti i Siti di bonifica di Interesse Nazionale ai sensi del DM 468/01. Sebbene attualmente siano disponibili numerosi protocolli ufficiali adottati da enti e/o organismi internazionali (DIN, 1992; Environment Canada, 2002, APAT IRSA-CNR, 2003), il percorso di standardizzazione ha visto in realtà una scarsa attenzione nei riguardi della valutazione della riproducibilità/ripetibilità dei metodi previsti per ambienti marini e/o salmastri, come condizione indispensabile e precedente la normazione vera e propria. Gli unici esercizi di interconfronto noti interessano in realtà sostanze tossiche di riferimento e campioni di acqua dolce eseguiti nella soluzione standard a base di NaCl (APAT IRSA-CNR, 2003; Farré, 2004). Nell’ambito del percorso di “normazione” stabilito in seno alla Commissione UNICHIM “Metodi Biologici”, sottogruppo “Acque marine e salmastre” è stato organizzato un esercizio di interconfronto finalizzato alla valutazione della riproducibilità e ripetibilità di un metodo da applicare a matrici ambientali liquide marine.