Michele Zampilli, Magazzù Michele, Zampilli, M., Magazzù, M., Michele Zampilli, Michele Magazzù, Annunziata Maria Oteri, Giuseppina Scamardì, Zampilli, Michele, and Magazzù, Michele
Tuscia è la denominazione attribuita a gran parte dell’Etruria, comprendente vaste aree di Toscana, Lazio e Umbria. Tale territorio, oggi maggiormente identificato con la provincia di Viterbo, si estende a nord di Roma, collocato tra immaginarie linee geologiche di confine date dal fiume Tevere e il mar Tirreno. L’area riveste un’importanza rilevante per la comprensione dei processi insediativi che caratterizzano l’alto Lazio; basti pensare all’articolata fase dei sistemi etruschi impostati su percorsi di crinale, o al nuovo organismo territoriale dato dall’intervento romano il quale, con strade polarizzate verso Roma, ancora oggi condiziona le percorrenze moderne. Su tale complessa rete viaria, spesso adattamento polare di quella etrusca, si sono accresciuti nei secoli piccoli e medi insediamenti urbani. Questi borghi, unitamente alle risorse naturali e paesaggistiche che caratterizzano l’area oggetto di studio, costituiscono un importante patrimonio storico-culturale di cui è necessario disvelare i valori identitari dati dalla forma del primo impianto urbano in relazione ai caratteri geo-morfologici del sito, dal tessuto edilizio stratificatosi nei secoli con l’uso di materiali autoctoni e di tecniche costruttive messe appunto da una cultura collettiva locale, dalle relazioni tra tessuto residenziale di base e edifici speciali rappresentativi dell’identità collettiva. Questi valori disvelati, servono a indirizzare gli aspetti di carattere progettuale, tesi al recupero, al riuso e alla valorizzazione del costruito. Purtroppo, nonostante le molte peculiarità, questi luoghi si dimostrano spesso incapaci di adeguarsi al mutare dei tempi; bassi tassi di crescita demografica, elevati indici di vecchiaia, insufficienti condizioni strutturali insieme a condizioni di precarietà dal punto di vista geologico e sismico, portano ad un graduale spopolamento se non ad un abbandono, mettendo a rischio l’esistenza di molti borghi. Il fenomeno di spopolamento inoltre causa una graduale snaturalizzazione architettonica della tradizione costruttiva a favore di espansioni urbane delocalizzate e private di quei caratteri che costituiscono la tipicità dei luoghi. Dopo un inquadramento di carattere storico e geografico, il contributo intende avviare una riflessione sul tema dell’abbandono di alcuni borghi della Tuscia individuando le possibili modalità di contrasto al fenomeno partendo dai valori identitari materiali e immateriali. A questo fine, si è ritenuto opportuno presentare alcuni casi studio (Celleno, Cellere, Chia, Galeria Antica, Vejano) capaci di indagare al meglio le diverse sfaccettature del problema e le possibili soluzioni. Alcuni di essi si presentano come borghi ormai completamente abbandonati, altri in via di graduale spopolamento. Recuperare la bellezza e le identità dei luoghi costituisce il primo stadio per una consapevole valorizzazione. Tuscia is the name given to most of Etruria, including large areas of Tuscany, Lazio and Umbria. This territory, nowadays usually identified with the province of Viterbo, extends north of Rome, located between imaginary geological boundary lines traced by the River Tiber and the Tyrrhenian Sea. The area is of considerable importance for the comprehension of the settlement processes that characterise the upper Lazio region; one need only think of the articulated phase of the Etruscan systems set on ridge paths, or the territorial layout derived from the Roman intervention, characterised by roads polarized towards Rome, that still today affects the modern routes. On this complex road network, small and medium-sized urban settlements had been increasing over the centuries. Together with the natural and landscape resources that characterise the area under study, these villages constitute an important historical and cultural heritage whose identity values – connected to the shape of the first urban structure in relation to the geo-morphological characteristics of the site, the building fabric stratified over the centuries with the use of construction techniques created by the local collective culture, the relationships between basic residential fabric and buildings representative of the collective identity – are needed to be revealed. These unveiled values are necessary to affect the design of the projects aimed at recovery, reuse and valorisation of the built. Despite the many peculiarities, these places often prove unable to adapt to the changing times; low rates of population growth, high rates of old age, insufficient structural conditions together with precarious conditions from a geological and seismic point of view, lead to a gradual depopulation jeopardising the existence of many villages. The phenomenon of depopulation also causes a gradual architectural distortion of the constructive tradition in favour of urban expansions delocalized and deprived of those features that constitute the typicality of the places. After a historical and geographical overview, this contribution aims at initiating a reflection on the issue of abandonment of some Tuscia villages, identifying the possible ways of contrasting the phenomenon starting from the material and immaterial identity values. For this purpose, it was considered appropriate to present some case studies -Celleno, Cellere, Chia, Galeria Antica, Vejano- able to better investigate the different facets of the problem and the possible solutions. Some of these villages understudy is abandoned, others are gradually being depopulated. Recovering the beauty and the identities of the places is the first stage for a conscious valorisation.