Search

The aim of this study is based on the qualitative analysis of the results of a research project, carried out between 2020 and 2021, concerning the representations and experiences of sustainability and intercul- turality of a sample of students belonging to three Salesian universities (IUSVE of Venice Mestre, IUSTO of Turin, CES Don Bosco- Madrid) of the degrees of Pedagogy, Psychology, Communication and Education. On the basis of a previously applied and separate questionnaire on the research topic, general guidelines for its implementation and clarification were formulated using other research techniques such as inter- views and focus groups. The outcomes of the research showed a specific attention of the “Millennials” on issues related to the environment, climate change, environmental volunteering, and advocacy. The influence of the media and social networks on the information-education plan in terms of sustainability and multi/interculturality is highlighted. The work done recognizes the influence of digital technologies and social media on multi/intercultural issues. Finally, we would like to emphasize that the constant scientific dialogue between the researchers in all phases of the research, besides being fruitful, has opened up a particularly valuable horizon of intercultural exchange and networking.

Lo studio delle interazioni adulti-bambini al nido d’infanzia, in particolare nei momenti di accoglienza-separazione e ricongiungimento, costituisce un’opportunità estremamente fertile per individuare le variabili in gioco nel corso degli scambi intersoggettivi durante queste delicate transitioni e comprendere quali aspetti possono favorirli o, al contrario, ostacolarli. Ciò assume ancora più rilevanza nelle situazioni di disabilità, di migrazione e di fragilità psico-sociale, consapevoli dell’impatto di tali variabili sui processi di inclusione e di alleanza con le famiglie in un’ottica sistemica, ecologica e bio-psico-sociale (ICF, 2001).

This chapter describes a systematic study of adult-child interactions at the nursery school in Italy and France. The research is based on the assumption that these interactions can play an important role in creating an inclusive educational context and ensuring children’s well being in it. Within the framework of communicative musicality theory and drawing on video microanalysis, we focus on the interactions occurring during the main transition moments of the nursery everyday life: the welcome-separation and reunion phase at the beginning and the end of the school day. We identify and describe two profile of interaction respectively characterized by attunement and misattunement, and make a case of their dramatic difference in ensuring a “good enough” transition between the two main contexts of children’s development, the home and the school.

Ce chapitre présente une première étape d'analyse des résultats d'une re-cherche-action, toujours en cours, qui a débuté dans le contexte de l'urgence covid-19 et pendant le confinement. La recherche, qui implique un échantillon représentatif d'enseignants et de parents des municipalités de Belluno, Feltre et Borgo Valbelluna (Italie), vise à identifier quelles pratiques de co-éducation ont été mises en œuvre par les protagonistes impliqués et de quelle manière, afin de faire ressortir les aspects favorables et critiques dans le but de promouvoir des processus d’inclusion. À cette fin, nous avons choisi d'utiliser le dispositif du focus group, une méthode active particulièrement pertinente tant pour identifier les aspects susmentionnés, que pour sa vocation à activer la réflexivité des par-ticipants et, par conséquent, à véhiculer des opportunités d'amélioration des criticités repérées. Le cadre théorique fait référence aux études et aux re-cherches liées au paradigme de la co-éducation, un fil rouge tissant les actions de recherche visant à identifier et à promouvoir l'implication des parents dans la vie éducative et scolaire de leurs enfants. Cette implication considère les parents et les enseignants comme des partenaires éducatifs dans un réseau de res-sources locales soutenu par un projet international impliquant plusieurs pays.

Il contributo riporta una prima analisi dei dati di una ricerca finalizzata a indagare le rappresentazioni, le consapevolezze e le forme di collaborazione (in atto o da realizzare) del personale ospedaliero circa le attività di gardening svolte presso l’Ospedale di Neuroriabilitazione San Camillo. Questo step di ricerca, pur collegandosi a una precedente indagine svolta presso la medesima struttura, ne varia il fuoco, gli obiettivi, il campione, i dispositivi e i metodi. Tale scelta aderisce all’obiettivo prioritario di compiere un ulteriore processo di comprensione spostando il fuoco dai pazienti al personale ospedaliero. Da qui le seguenti domande generative: lo staff ospedaliero conosce gli obiettivi, le attività del progetto di gardening al San Camillo? Come viene percepita e/o rappresentata l’esperienza del giardino in ospedale da parte dello staff? Se e in che modo tali rappresentazioni incidono sulla collaborazione alle attività in giardino? Altro rilevante scopo è quello di contribuire a individuare aspetti che rendano il giardino un contesto di cooperative empowerment, in cui sia possibile lavorare su obiettivi comuni attraverso la collaborazione fra differenti figure professionali impegnate nella neuroriabilitazione. Le domande di ricerca citate lasciano già intuire la tipologia della presente indagine la cui natura è prevalentemente qualitativa, pur integrando dispositivi e metodi di analisi anche di matrice quantitativa.

Il libro è il risultato dell’incontro sinergico e proficuo fra le autrici (Italia, Francia, Brasile) le cui affinità nel campo della ricerca empirica e le risonanze del loro “credo pedagogico” si sono rivelate motrici di una sfida cui non potevano sottrarsi. Si tratta di una sfida complessa, al contempo urgente, volta a investigare in profondità le rappresentazioni di diversità negli albi illustrati considerati rilevanti mediatori nella trasmissione culturale, nell’identità infantile, nonché nella formazione dell’immaginario dei bambini e delle bambini. Immaginario che può essere “contaminato” sfavorevolmente dalla presenza di immagini e contenuti permeati da stereotipi e pregiudizi. Alcuni interrogativi tessono e intrecciano come files rouges i saggi del libro: si può leggere senza stereotipi? Quali rappresentazioni di diversità di genere, somatica, melaninica e culturale veicolano gli albi illustrati? Sollecitati da queste domande generative, entriamo dunque nelle quattro indagini che animano questa “impresa” polifonica e transnazionale.

Il libro è il risultato dell’incontro sinergico e proficuo fra le autrici (Italia, Francia, Brasile) le cui affinità nel campo della ricerca empirica e le risonanze del loro “credo pedagogico” si sono rivelate motrici di una sfida cui non potevano sottrarsi. Si tratta di una sfida complessa, al contempo urgente, volta a investigare in profondità le rappresentazioni di diversità negli albi illustrati considerati rilevanti mediatori nella trasmissione culturale, nell’identità infantile, nonché nella formazione dell’immaginario dei bambini e delle bambini. Immaginario che può essere “contaminato” sfavorevolmente dalla presenza di immagini e contenuti permeati da stereotipi e pregiudizi. Alcuni interrogativi tessono e intrecciano come files rouges i saggi del libro: si può leggere senza stereotipi? Quali rappresentazioni di diversità di genere, somatica, melaninica e culturale veicolano gli albi illustrati? Sollecitati da queste domande generative, entriamo dunque nelle quattro indagini che animano questa “impresa” polifonica e transnazionale.

L’idea di indagare la musicalità comunicativa alla crèche, con peculiare attenzione alle situazioni di disabilità e migrazione, prende avvio e si pone in linea di continuità con gli studi svolti in questo settore che sino ad oggi hanno riguardato prevalentemente l’ambito clinico. L’applicazione e la diffusione di tali studi in campo educativo sono intenti prioritari di questa ricerca che si propone di indagare le interazioni fra adulti-bambini al Nido, in particolare nei momenti di accoglienza-separazione e ricongiungimento The idea of investigating the communicative musicality of the crèche, with particular attention to situations of disability and migration, starts and is in line with the studies carried out in this field that until now have mainly concerned the clinical field. The application and dissemination of these studies in the educational field are the priority aims of this research, which aims to investigate the interactions between adults-children in the crèche, particularly in the moments of reception-separation and reunification.

The seventeenth Congress of the International Association for Training and Research in Family Education (AIFREF) took place in Prague in May 2017. Its theme was: "The quality of life of the child". Why was this theme a good one to deal with? It made sense because all current surveys and research converge to affirm that quality of life promotes social progress and the emancipation of the individual, reduces the effects of any harmful environment and increases equality of opportunity between children. Le dix-septième Congrès de l’Association Internationale de Formation et de Recherche en Education Familiale (AIFREF) s’est déroulé à Prague en mai 2017. Son thème était : « La qualité de vie de l’enfant ». Pourquoi cette thématique était-elle judicieuse à traiter ? Elle était judicieuse parce que toutes les enquêtes et les recherches actuelles convergent pour affirmer que la qualité de vie favorise le progrès social et l’émancipation de la personne, qu’elle réduit les effets de tout environnement délétère et qu’elle accroît l’égalité des chances entre les enfants.

Il libro presenta uno studio empirico fenomenologico delle interazioni alla crèche (nido) con peculiare attenzione alle situazioni di disabilità e migrazione. Le ragioni pedagogiche ispiratrici della ricerca risiedono, in primis, nell’assegnare alla crèche un ruolo particolarmente rilevante nella co-evoluzione delle interazioni. Analizzare le interazioni adulti-bambini attraverso il dispositivo della video-microanalisi, nel framework teorico degli studi intersoggettivi, rende possibile la comprensione di ulteriori variabili che possono incidere sulle relazioni affettive, sui vissuti di separazione e ricongiungimento, sull’ambientamento, sull’inclusione-integrazione, sulla co-costruzione di alleanze e nell’individuazione di dis-alleanze fra i protagonisti coinvolti nello scambio. Un ulteriore proposito di questo lavoro è quello di individuare strategie e pratiche interattive efficaci, coinvolgendo il personale e le famiglie anche sul piano della riflessione-formazione, persuasi e sostenuti dall’idea che il cambiamento possa nascere dall’interno del servizio, grazie anche agli stimoli che una ricerca-azione può offrire. The book presents a phenomenological empirical study of interactions at the crèche (nest) with particular attention to situations of disability and migration. The pedagogical reasons for the research are, first of all, to give the crèche a particularly relevant role in the co-evolution of interactions. Analyzing adult-children interactions through the video-microanalysis device, within the theoretical framework of intersubjective studies, makes it possible to understand further variables that may affect affective relationships, experiences of separation and reunification, acclimatization, inclusion-integration, co-construction of alliances and the identification of dis- alliances between the protagonists involved in the exchange. A further purpose of this work is to identify effective strategies and interactive practices, involving staff and families also on the reflection-training level, convinced and supported by the idea that change can arise from within the service, thanks also to the stimuli that an action-research can offer.

The action-research project RICE in Treviso is in line with the psico-socio-pedagogical aims of the “International Network of the Educational Cities”, even bringing some tied up innovative aspects due to the specificities of the context. The priority intent of the project is to promote “good inclusive co-educational practices” in the services 0-6 to the harmonious development of children (among nursery-school-city) with particular attention to communication (not only oral) as essential opportunity for the social inclusion and scholar success. Even in the enhancement and qualification of services perspective, what we intend to realize, according with the city assets, it is to develop practical experiences to promote the inclusion of children engaging their families also with formative support. This assumes further importance regarding migrant families with and in situation of vulnerability.

The question of urban violence relative to young banlieusards (suburban inhabitants), has recently rekindled as a result of the 13th November 2015 terrorist attacks in Paris, reviving the public debate and reopening a fundamental issue not sufficiently investigated: that of désintegration, that is to say the disintegration of the children of immigration. While touching this topic however, it is important not to generalize. Therefore, while contextualizing the French question, as well as the story of its immigration, some cautious comparative reflections ought to be made in order to avoid that the echoes of what is happening in the banlieues prepheries do not remain unheard, but instead serve as a warning and an incentive to adapt an intercultural approach towards future generations that otherwise might be tempted to join ISIS. The French situation helps us to understand that where ethnic and religious diversity become a reason for discrimination and exclusion, and where the subtle question of identity toghether with the lack of ideals are taking space, violence can find a highly fertile ground in which to sprout and explode even remote generations through ways of radicalization. Finally, it makes us aware of the danger of falling into the trap of prejudice and how important it is that we reject labels that stigmatize suburbs by bringing them into greater isolation. Keywords: suburbs, disintegration, violence, inter-cultural awakening, hope.

Il nido d’infanzia è un servizio educativo peculiarmente fertile nel quale osservare-indagare le interazioni, contesto che nello scenario di crisi culturale, politica, economica attuale, chiede più che mai nuovi orizzonti di ricerca che contribuiscano sensibilmente a individuare gli aspetti che lo qualificano e, non secondariamente, gli aspetti che possono inficiarne la qualità. The nursery school is a particularly fertile educational service in which interactions can be observed and investigated, a context which, in the current cultural, political and economic crisis scenario, calls more than ever for new horizons of research that significantly contribute to identifying the aspects that qualify it and, not secondarily, the aspects that can affect its quality.

Il libro presenta uno studio sistemico e transdisciplinare delle interazioni adulto-bambino all'asilo nido in contesti multiculturali, basato sull'attribuzione a questo servizio di un significativo ruolo co-educativo nell'evoluzione delle interazioni. Le interazioni adulto-bambino sono analizzate sulla base della teoria della musicalità comunicativa, il cui potenziale euristico permette uno straordinario impulso pedagogico per determinare e promuovere buone pratiche di sintonia. Il personale dell'asilo è in costante contatto con i bambini e i genitori attraverso la voce, i gesti e i movimenti: aspetti della musicalità comunicativa che hanno un particolare impatto sulla qualità del servizio. L'analisi delle interazioni permette di comprendere le variabili che possono influenzare le relazioni affettive, le esperienze di separazione e di ricongiungimento, l'adattamento, lo scambio interculturale, la co-costruzione di alleanze tra i soggetti coinvolti nello scambio. Le livre présente une étude systémique et transdisciplinaire des interactions adultes-enfants à la crèche dans des contextes multiculturels, fondée sur l’attribution à ce service d’un rôle co-éducatif significatif dans l’évolution des interactions. Les interactions adultes-enfants sont analysées sur la base de la théorie de la musicalité communicative, dont le potentiel heuristique permet une impulsion pédagogique extraordinaire pour déterminer et favoriser de bonnes pratiques d’accordage. Le personnel de la crèche est constamment en relation avec les enfants et les parents à travers la voix, les gestes et les mouvements : des aspects de la musicalité communicative qui agissent particulièrement sur la qualité du service. L’analyse des interactions permet de comprendre les variables qui peuvent peser sur les relations affectives, les vécus de séparation et retrouvailles, l’adaptation, l’échange interculturel, la co-construction d’alliances entre les sujets concernés par l'échange.

Può la musica favorire esperienze interculturali? Pur non escludendo l'opportunità di valorizzare aspetti musicali che afferivano ad altre culture, si è rilevato necessario riflettere su come la loro decontestualizzazione poteva farci addentrare in un terreno scivoloso e complesso che, da un lato, esponeva al rischio di banalizzare il percorso mettendo in risalto aspetti folclorici stereotipati, poichè filtrati dal nostro punto di vista senza il sostegno delle necessarie conoscenze antropologiche, dall'altro rischiava di ridurre il progetto a una mera presentazione di "geografie musicali" più rispondenti agli adulti che non ai bambini...

La possibilità di comunicare con i suoni, con i rumori, e anche attraverso il silenzio in quanto forma di comunicazione e realtà acustica rilevante, costituisce per il bambino (e non solo) una modalità espressiva strettamente legata al suo sviluppo cognitivo, motorio, affettivo-emotivo, sociale, sessuale. Essa, dunque, pur toccando in una dimensione globale, una molteplicità di aspetti, può se adeguatamente e intenzionalmente educata, accrescere l'opportunità di sviluppare personalità aperte e creative. Tali aspetti, pur riferendosi a un settore specifico e cioè l'educazione sonoro-musicale, costituiscono un'opportunità significativa anche per l'educazione musicale.

I nuovi spazi virtuali della scuola a distanza attivati durante l'emergenza dell'epidemia da Covid-19, hanno indotto scuole e famiglie ad adoattare nuove forme di comunicazione, di didattica e di relazione. Il capitolo intende fornire i primi risultati di alcuni percorsi di ricerca che sono tuttora in fase di svolgimento, con lo scopo di fornire una iniziale lettura di quelle che sono state le relazioni insegnanti-famiglie, analizzata su due ambiti: la fruizione della DaD da parte dei bambini (lezioni, attività individuali, compiti) e la partecipazione dei genitori agli incontri (assemblee, colloqui ecc.) che la scuola, cinese e italiana, ha messo in campo per avere un confronto con le famiglie. Quale ruolo hanno svolto i genitori nella didattica a distanza? Quali strategie le scuole hanno adottato per creare un contatto con le famiglie? E che cosa è avvenuto nelle famiglie appartenenti a status socio-culturali diversi, marginali e svantaggiati? Questi sono stati gli interrogativi iniziali da cui le ricercatrici sono partite per l'analisi dei dati raccolti presentati nel capitolo.

In un tempo di scuole chiuse, di parchi svuotati e di strade silenziose, dove può il mondo adulto trovare spazi aperti di ascolto ai pensieri dei bambini e delle bambine? Come può creare territori di attenzione ai diritti riconosciuti, in tutta la loro dignità? Nel capitolo vengono riportati spazi che hanno permesso a bambine e bambini di raccontare se' e il mondo, da dentro le loro case (quando quelle pareti erano confini) con i loro molteplici linguaggi: proposte che hanno, in comune, l’esplicito riconoscimento di autorevolezza ai pensieri dei bambini e delle bambine.

Per rispondere alla finalità ambiziosa che è l'emancipazione di tutti, bambini ed adulti, proponiamo di creare delle Città dell'educazione. La ricerca-azione che abbiamo portato avanti dal 2008 al 2013, grazie ad una sovvenzione della Federazione Wallonie-Bruxelles, ha dato dei risultati molto positivi. È stata condotta nelle scuole dell’infanzia[i] di tre città del Belgio (Charleroi, Etterbeek e Péruwelz) e ha messo l'accento sulla co-educazione scuola-famiglia-comunità allo scopo precipuo di stimolare il linguaggio dei bambini da 3 a 6 anni e di arricchire le pratiche educative parentali. Nel corso del progetto, inoltre, abbiamo scoperto il forte impatto che una piccola mascotte (chiamata Polo) ha avuto sul bambino e sull'adulto, viaggiando da scuola a casa e nella città. Polo “viaggia“ dalla scuola alla famiglia e viceversa, creando un'apertura ad un mondo nuovo. Con Polo, la famiglia visita dei luoghi nuovi, realizza delle attività insolite, comunica di più. Vengono maggiormente soddisfatti i bisogni affettivi, cognitivi e sociali del bambino. La dinamica familiare ne risulta migliorata. In seguito, il ritorno di Polo alla scuola suscita il dialogo, il racconto. In sezione nuove parole cominciano a circolare, si intravedono le differenze culturali, si fanno scoperte ambientaliste e se ne discute. E siccome si sa che “insegnare è apprendere”, il bambino/la bambina trae moltissimi vantaggi da questo approccio che gli attribuisce il ruolo di attore/attrice in seno al suo gruppo di appartenenza. va da sé che più numerose sono le persone e le entità implicate, più numerose saranno le scoperte. “L’educazione è affare di tutti” non è certamente una formula vana. [i] Il sistema scolastico francese utilizza il termine écoles maternelles (scuole materne)., Ricerche di Pedagogia e Didattica. Journal of Theories and Research in Education, Vol 12, No 1 (2017): The child’s experience of the city. [Special Issue]

L’indagine rappresenta uno studio sistemico-fenomenologico e transdisciplinare delle inter-azioni fra bambini-genitori-professionnels2 alla Crèche, condotta attraverso le fil rouge teorico della Musicalità comunicativa dei comportamenti, il cui potenziale euristico offre uno straordinario impulso pedagogico nell'individuare e favorire buone prassi di accordages nelle fasi di accoglienza-separazione-ricongiungimento, nell’ambientamento, nello scambio interculturale, nella co-costruzione di alleanze fra i protagonisti coinvolti nello scambio.

Il contributo esamina la storia degli albi illustrati dagli anni '60 del Novecento ad oggi attraverso le immagini di famiglia proposte da questa peculiare forma narrativa destinata alle lettrici e ai lettori della prima infanzia. Dall'analisi emerge come nel corso dei decenni, a partire dai movimenti di contestazione degli anni '60, le rappresentazioni di famiglia più durature e permanenti che hanno riscontrato il favore dell'immaginario sono state quelle che offrono descrizioni di gruppi parentali alternativi, originali e non banali, spesso anche trasgressivi: dai Barbapapà - nati durante il "maggio francese" - sino agli albi dedicati alle coppie miste o omogenitoriali, le rappresentazioni di famiglia nella letteratura per la prima infanzia hanno saputo accogliere, rielaborare e raccontare i mutamenti e le continuità del paradigma familiare nella società occidentale contemporanea. Dall'emersione della figura dei "nuovi padri" sino ai meccanismi fascinatori della società dei consumi su bambini e genitori, gli albi illustrati hanno proposto, spesso efficacemente, metafore narrative e grafiche capaci di raccontare l'attuale complessità della condizione familiare.

The paper reports on a three-year intense research project carried out in some Crèches in Paris. The heterogeneity of the service typologies offered to infants and the related modes de accueil present in the vast area of the ville lumiere, the different pedagogical identities characterizing the educational styles, provide a very fertile soil for the inquiry, although they make the present work quite complex. Undertaking an action research in two different Countries mainly implies having a free of pre-judices look, committed to migrating from one context to the other through a due comparative caution, because of the peculiar differences defining them. This process cannot then refrain from a necessary thrust to contextualization and ethical commitment to the research.

L'hétérogénéité des typologies de services 0-6 présente dans le territoire vaste de Paris, les identités pédagogiques différentes qui en caractérisent le style de travail, dont le résultat est étroitement lié aux rôles professionnels, à la politique de référence, à la formation du personnel, à la réalité socio-culturelle spécifique de chaque arrondissement et aux caractéristiques multiples du contexte . Ils offrent un terrain d'enquête très fertile et, en même temps, ils rendent particulièrement complexe le travail de recherche. Dans quelques quartiers il n’y a pas seulement de familles immigrées de III et IV génération, mais il se relève une présence significative de familles d'immigration de la première génération. Pour telles raisons l'enquête ne peut pas avoir aucune présomption comparative avec la réalité des crèches en Italie, mais il se limite à en décrire les contextes educatifs, les compétences et les critères, à solliciter des réflexions des familles et des professionnelles qui appartiennent aux focus groups, à faire émerger les représentations réciproques et les aspects culturels et interculturels qui sont connexes aux savoirs et aux pratiques educatives. La recherche s’occupe aussi à relever les aspects de qualités transférables (policy makers), entre les contextes éducatifs (Créches), à créer l’opportunité de réseau d’échanges entre le personnel et les institutions impliquées en France et en Italie, à déterminer stratégies educatives qu'ils reçoivent de la part d’alliances educatives en impliquant activement le personnel et les familles. La méthode active déclenchée par le focus group avec les parents et le personnel stimule considérablement des réflexions critiques sur la valeur pédagogique qui en créent une passerelle précieuse pour l'alliance éducative entre la maison et la crèche. Une occasion aussi significative d'échange interculturel qui permet d’approfondir les représentations mutuelles, les stéréotypes et préjugés, les éléments de désaccord et les points de connexion entre les differents contextes. Quelques représentations des parents de la part des professionnelles: parents stressés ayant une difficulté à donner limites, à assumer le propre rôle , à respecter les règles; eux, qui ne savent pas respecter les propres fils; parents seuls, parents perdus, parents qui se sentent coupables pour le temps passé au travail ou bien pour la situation de séparation ou de divorce etc. Quelques représentations des professionnelles de la part des parents: les professionnelles ne répondent pas toujours aux expectatives des parents, en particulier aux demandes de soin; la “mise en distance" des professionnelles, parfois, ne facilite pas la relation; sur le sujet des conflits il est intéressant de relever que la plus grande partie des parents déclaraient qu'il ne s'agit pas de conflits véritables, mais d'incompréhensions. On insiste à la nécessité de poursuivre activement le sujet de l'alliance éducative entre les professionnelles et les parents en rapport avec l'importance pour ce qui concerne, dans le quadre historique actuel vivement caractérisé par des aspects multiples de complexité: crise culturelle, tensions sociales, chute du welfare, contextes multiculturels qui demandent un engagement nécessaire éducatif interculturel. L'analyse des problèmes fait possible l'identification de ressources pour renforcer la coopération.

L’eterogeneità delle tipologie di servizi zero-tre presenti nel vasto territorio di Parigi riflette profili differenti di una metropoli multiculturale che offre un terreno di indagine particolarmente fertile. Intraprendere una ricerca-azione in un altro paese richiede, in primis, uno sguardo mobile e scevro da pre-giudizi, che si impegna a «migrare» da un contesto all’altro attraverso una doverosa cautela comparativa per le peculiari diversità caratterizzanti i contesti.

Dans l’actuelle société multiculturelle, dynamique et en évolution continue, la créche n’est pas seulment un contexte éducatif particulièrment considerable pour la croissance des enfants, mais aussi lieu précieux de rencontre et déchange interculturelle entre parents-professionnelles-enfants. En France et en Italie, en effet, la crèche on prend soin de très petits enfants en deroulent un rôle de formation et soutien “parental” et familial autant important. L’héterogénéité des typologies de services 0-3 présent dans le vaste territoire de Paris, les identités pédagogiques différents qui en caractérisent le style de travail, qui résulte être lié aux rôle professionnels, aux politique de réference, à la formation du personnel, à la realité socio-culturelle spécifique de chaque arrondicement et aux caractéristiques multiples du contexte, ils offrent un terrain d’énquête ne peut pas avoir aucun présomption comparatif avec la realité des crèches en Italie, mais il se limite à en dècrire les contextes educatifs, les compétences, à rélever les aspects de qualités tranférables, à solleciter co-education, inter-actions, et réflexions entre les familles et le pérsonnel educatif à travers les focus group, à faire émerger les représentations réciproques et les aspects culturels et interculturelles connexes aux pratiques educatives qui concernent les enfants. Ansi que, finalement, à créer opportunité de réseau d’échange entre les services et les istitutions impliquées pour consentir à tous les sujets partecipants à la recherche de s’observer avec le regard de l’autre.

Les interactions musicales à la crèche dans les contexte multiculturelles: recherche entre Paris et Bologne Résumé Pourquoi se consacrer à l'étude des interactions musicales a la crèche? Quel sont les raison psicho-pédagogiques de cette enquête? La crèche est un contexte éducatif particulièrement important pour la croissance globale des enfants et, en même temps, un endroit qui peut favoriser la rencontre interculturelle entre parents, enfants et professionnelles dans une société aujourd’hui multiculturelle, que nous pouvons définir dynamique et en évolution continue. En France la Crèche accueille enfants , âgés de 2 mois et demi ; et en Italie à partir de 3 mois ; donc, on prend soin de très petits enfants en déroulant un rôle de formation et soutien familier tout aussi importants. Les objectifs psycho-pédagogiques de la recherche consistent premièrement à assigner à la crèche, un rôle éducatif particulièrement considérable pour le développement de la musicalité enfantine. Cette musicalité peut être favorisée par une action pédagogique visée et intentionnel dans le sens husserlien du terme. Chaque enfant arrive à la crèche avec sa propre « histoire musicale » qui fait partie intégrante du soi, de sa propre identité culturelle et sociale. Cette « histoire musicale » devrait être connue et valorisée par les professionnelles. Eux sont, dans le déroulement du rôle professionnel, constamment en relation avec les enfants 8et les parent) par la voix accompagnante, pas des gestes, des rythmes, des mouvementes, des aspects de la musicalité qui interviennent sur la qualité de la relation et de l’apprentissage.

The study approach that characterizes this experimental project, finds its major scientific reference in a new stream of studies, ripened within the milieu of the Psychology of Music, born recently as: Musicality of the Behavior (M. Imberty; D. Stern 2000). This approach, which defines the relationship between the individual and the music, sees the beginning of the child’s musicality as coinciding with the fetal life. This “ancient link” with the music makes us spontaneously interact with the “sound universe” and particularly with the mother's voice which is recognized and distinguished from other voices immediately after birth.

Why engaging in the study of musical interaction at the Nursery? Which are the psycho-pedagogical reasons for this inquiry? The Nursery provides an especially relevant context to the growth of children and it is as well, a place that can support the meeting and the cross-cultural exchange between parents and children typical of the contemporary society, that can be defined as dynamic and in constant evolution.

The study approach that characterizes this experimental project, finds its major scientific reference in a new stream of studies, matured within the ambiance of the Psychology of Music, born recently as: Musicality of the Behavior (2000 M. Imberty, D. Stern). This approach, which defines the relationship between the individual and the music, sees the beginning of the child’s musicality coinciding with the fetal life. This “ancient link” with the music brings us to interact spontaneously with the “sound universe” and in particulary with the mother voice that is recognized and distinguished from other voices immediately after birth. The experiences gained from the fetal life should be expanded and enriched through early musical education wich can help to consolidate and develop the acquisitions of the first years of life. Here the reasons for this project that included 6 meetings of 2 hours each and involved 2 pregnant mothers (4 and 5 months), 1 father, 7 mothers with their children from 20 days till 3 years old, 2 educators and 1 assistent. The meetings contained differents activities characterized by interplay of repetition and variation as breathing exercises; free vocal improvisation on a harmonic interval (for example a perfect 5th ) played and repeated on the piano; free vocal improvisation on a jazz blues (music minus one: piano, bass, drums without soloist); children songs (and other repertory) proposed by educators and parents to the children; body movements interpretating different styles of music; grafic memory of the experiences; final conversation. Aims Activate awareness that can guide families and educators on how to reach a good “attunement” with children through the voice in relation with gestures, movements, ecc. We analysed and stimulated the musicality of these aspects in order to have a positive result on the child’s development, on the relationship between adults and children, among children and even among adults. Methodology The "musical history" of each person is the starting point of the project that outlines both cultural and intercultural aspects. It requires each participant’s direct involvement with his or her musicality that in a relation context can be played by reciprocal imitation, reinvented through different interpretation/ improvisation of sounds, songs, music, rhythms, gestures and movements, (re)discovering the joy and magic of the childhood. Results Meeting after meeting, the adults, gained awarness of their personal musicality. Children and adults learned to have confidence and to “attune” their musicality to others choosing their own way and time to express through the weaving of different (musical) languages. Conclusion As observation showed, adults became more sure in their musical expression wich resulted in a richer interaction with their children who became more attent to musical stimulations (also at home). Other meetings are planned with the same group that will include also the newborn children.

Background: My Phd concerns the comparative study of musical interactions at the nursery in France and Italy through a multidisciplinary approach based on the following disciplines: the « musicality of the behaviour», a new stream of studies developed in the field of « psychology of music » (Imberty 2000); the study of «social representation of music knowledge» (Addessi 2007); the «intercultural pedagogy» studies (Genovese 2003); the «competent institution - teaching and context» as relevant aspects of « general didactic » (Manini 2001). Aims: Identify and describe the use of the voice together with other musical behaviour aspects in relation with possible interactions between adults and children. Analyse in which way these interactions are connected to education practices, institutional context, music knowledge, personal musical backgrounds and intercultural exchanges between children, parents and nursery staff. The research is aimed also to indentify contents and strategies which promote musicality in an important educative context as the nursery. Methodology: The survey is based on a dual research approach, experimental and partecipant-research, whose samples are as follows: 8 nurseries of wich 4 identified as control groups and 4 as experimental groups (in that case the staff and families are involved actively by the research). 4 nurseries are situated in France and 4 in Italy. All in multicultural neighbourhoods. The following tools are used for investigation: descriptive observations in situation, check-list to detect the categories of "musical behaviour" of children and adults, interviews, focus group, and a submission of an open questionnaire to parents and nursery staff. Results: The analysis of data show interesting correlations between musicality, musical interactions, music education and social representation of music knowledge at one side, and at the other side the "musical history" of each person, cultural belonging, professional roles, music training, professional training, nursery organisation, educative styles, social-cultural context. Conclusion: The investigation puts in evidence that musical interactions and musical behaviour are not only identified during the specific music activities, but they appear even more intense in moments dedicated to the care and during free activities in which it was possible to observe also intercultural musical interactions.

La coscienza umana, e in particolare la consapevolezza del significato, comincia attraverso una coordinazione intima di forze motrici della madre e del bambino, nella loro tendenza a creare e condividere l’esperienza all’interno di uno spazio e di un « tempo di compagnia ». Discutiamo l’idea che la capacità della madre di riuscire pienamente a condividere l’esperienza con il suo bambino, attraverso negoziazioni dinamiche di condizioni, di interessi, intenzioni ed emozioni, sia basata sul fatto che essa possegga un « senso di appartenenza ».

In che modo lo spazio può favorire esperienze interculturali al Nido d'infanzia? Quali linguaggi può veicolare? Come possiamo ripensarlo in un ottica interculturale? Questi, insieme ad altri, costituiscono alcuni degli interrogativi che hanno dato anima e impulso all'agire pedagogico dei progetti descritti nel capitolo in cui lo spazio, ripensato in chiave interculturale, è divenuto parte rilevante dell'accadere educativo. Lo spazio è una dimensione le cui caratteristiche contribuiscono in modo significativo alla costruzione dell'identità. In ogni ambiente che viviamo e di cui facciamo esperienza costruiamo la nostra storia e la sua memoria attraverso una varietà di informazioni e di sensazioni, gradevoli sgradevoli, che ciascuno elabora e fa proprie secondo le capacità e modalità che possiede. Ogni vissuto è condizionato dall'ambiente che ci circonda, conoscerne i significati e imparare a "leggerlo" può renderci più consapevoli su chi siamo, sulla nostra relazione con esso e sull'interazione con gli altri.

La musica, così come altri codici comunicativi, può essere consideratoun linguaggio interculturale sgnificativo. Dove la comunicazione-relazione è difficile, e, a volte, quasi impossibile, ecco che riesce a creare occasioni di incontro e scambio. Di qui l'importanza di considerare e favorire percorsi musicali riconoscendone il valore eucativo che rivestono anche nella funzione di accoglienza e arricchimento che possono svolgere.

Le esperienze d'educazione sonoro-musicale, che caratterizzano il presente saggio, tendono a valorizzare la musica sul piano psico-pedagogico, attraverso uno stile di lavoro inedito- sperimentato in alcuni servizi educativi e scolastici del Comune di Bologna e provincia- finalizzato ad individuare il canale musicale anche come mediatore inclusivo significativo per i bambini/e con disabilità.